Capitolo 24

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il giorno dopo

lunedì sera, 20:30

dopo aver passato un intero pomeriggio a poltrire sul divano, bevendo birra, pasticciando e guardando qualche episodio della mia serie tv preferita; decido di mettermi a fare qualcosa di più produttivo per la mia vita, cucinare.

Faccio per alzarmi e dirigermi verso la cucina, quando improvvisamente sento suonare al campanello svariate volte. Un po' controvoglia, pensando che si trattasse di gente indesiderata, decido di precipitarmi alla porta quando non scruto una figura slanciata e longilinea. Filippo.

"che c'è, che vuoi?" esordisco, trovandomelo praticamente in lacrime, probabilmente perché preoccupato visto che non rispondevo alle sue chiamate e ai messaggi.

"hai pure il coraggio di chiedermi che voglio, mh? Elia, vaffanculo." mi guarda rattristato, tirando su col naso, tirandomi poi uno schiaffo sulla guancia destra

"ma li hai letti i miei messaggi.. ? E le chiamate? Quelle non le hai viste? Ovviamente suppongo che tu avessi molto di meglio da fare"  aggiunge.

"h-ho visto tutto, ma ho cercato di evitare di risponderti. Avrebbe fatto troppo male e, secondo, non avevo voglia" mi massaggio la guancia abbassando lo sguardo, annuendo flebilmente alle parole del ragazzo.

"Quindi adesso non hai nemmeno voglia di parlare col tuo ragazzo? Elia, cazzo. Lo sai che stavo per chiamare la polizia?"

"la polizia? Spero tu stia scherzando-" ridacchio sarcasticamente con aria di rammarico.

"no, non sto scherzando e inoltre non ci trovo niente da ridere!" sbuffa entrando in casa senza nemmeno chiedermi il permesso, per poi bloccarsi improvvisamente e guardarsi intorno, notando il visibile casino. "ma 'sto casino, Elì? Pare de sta in un accampamento rom"

"ma che cazzo, eh? Hai sempre da ridire su tutto Filippo?" chiudo la porta dietro di me, prendendo il polso di Filippo per far sì che si girasse verso la mia direzione.

"Ma che cazzo hai, si può sapere?"  dice alzando di poco la voce, cercando di richiamare la mia attenzione "...prima mi ignori, poi vengo praticamente piangendo a casa tua e tu me tratti de merda. E questo sarebbe il ringraziamento, Elì? Parlami, cazzo! Dimmi che ti ho fatto." aggiunge con la voce spezzata, quasi sul punto di scoppiare a piangere.

"io? Ma sei tu che hai iniziato, porca puttana. Filippo per favore stai zitto che così mi urti solamente il sistema nervoso" sputo acido, tirandogli un'occhiataccia.

"io lo sapevo che 'sta relazione non avrebbe portato a nulla di buono..." deglutisce, abbassando il tono della voce

"già, pure io... poi mettiamo pure il caso che tu mi stia mettendo le corna con Tommaso. Eh, credi che non lo sappia che ieri vi siate visti?!" alzo di poco la voce

"Tommaso? Oddio, ancora con questa storia della gelosia, Elì.. ?"

"no aspetta, fammi capire- tu puoi essere preoccupato e preso male quanto cazzo te pare, ma io non posso esse geloso? Ma a che cazzo di gioco stiamo giocando Filì, me spieghi? CREDI CHE IL MONDO GIRI SOLTANTO ATTORNO A TE?"

"io non ho detto questo e cazzo, smettila di urlare che già mi scoppia la testa!" dice massaggiandosi ripetutamente le tempie

"almeno sii coerente con te stesso, Filippo" gli tiro un'occhiataccia per poi alzare un pacchetto di patatine da terra e andarlo a buttare.

"non riesco a seguirti, dico davvero... per favore, spiegati meglio così riusciamo a parlarne civilmente"

"per i miei gusti si sono creati solo casini su casini e basta." affermo sicuro di me, scuotendo la testa.

"cristo, Elia. Non ti capisco se fai così. Dimmi ciò che ti turba, ne parliamo e risolviamo chiudendola lì, va bene?" 

"sai che c'è, Filippo? Forse non avremmo mai dovuto approfondire la nostra conoscenza quella sera" mentre vado per raccogliere una bottiglia di vetro, la lascio cadere a terra facendola rompere causando un tonfo assordante e successivamente mi dirigo verso il ragazzo dai capelli ossigenati, lanciandogli un'occhiataccia piena d'odio.

"M-Ma che stai dicendo? Elia, che succede?" spalanca gli occhi scioccato prendendomi le mani, rabbrividendo successivamente per il mio sguardo pieno d'odio.

"la stessa cosa che hai detto tu cinque minuti fa, circa.. ?" gli mollo la presa. "...e lasciami 'ste cazzo di mani!"

"io non ti capisco più, la faccenda si sta facendo più complicata del solito con noi che litighiamo e non riesco nemmeno a capire il perché-"

"il perché sei tu, ti dico solo questo" dico facendo un sorrisetto beffardo.

Filippo chiude gli occhi per un attimo di secondo sospirando per poi riaprirli, completamente esasperato.

"m-mi dici che ti ho fatto?" mi guarda, scandendo bene le parole.

"p-per favore... per favore, FILIPPO CAZZO STAI ZITTO. STAI SOLO MANDANDO A PUTTANE LA RELAZIONE" mi passo una mano sulla fronte, sbraitando per poi distogliere lo sguardo e guardare un punto indefinito del soffitto.

"Sai che ti dico? Vaffanculo. Fammi uno squillo quando ti sei calmato." dice con la voce spezzata iniziando a piagnucolare e guardandomi con aria delusa, se ne va sbattendo la porta.

"tu non capisci proprio un cazzo Filippo, eh." mi avvicino alla porta chiudendola a chiave, tirandogli contro qualche pugno per poi girarmi di schiena e accasciarmici contro, iniziando a piangere come un bambino.



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