Capitolo 4.

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VENERDÌ POMERIGGIO, 16:30

Sono in coda con Giulia per il concerto dei Canova, una band indie milanese, che entrambi amiamo.
Ho deciso di portarcela, oltre per la sua passione sfegatata, ma anche per tirarle su il morale per la batosta che ha preso dopo la rottura con Riccardo.

Finalmente dopo mezz'ora arriva il nostro turno, il tempo è volato che tra una chiacchiera e l'altra con altri fan, non ci siamo accorti che toccasse proprio a noi.
Allora ci dirigiamo con cautela verso il signore per il controllo dei biglietti, che successivamente ci strappa per farci passare avanti.

Io non avendo niente con me, se non un power bank nelle mutande, mi metto da parte aspettando Giulia che ha finito di fare i controlli dello zaino.
Quindi, ci andiamo a posizionare in prima fila al parterre, aspettando con ansia l'inizio del concerto.

VENERDÌ SERA, 21:30

Finalmente i ragazzi si sono presentati sul palco, anche se in ritardo, per via del traffico.
Roma per quanto possa essere magica, è altrettanto caotica.

Cantano AZIZ, MARADONA E HO CAPITO CHE NON ERAVAMO, quest'ultima, canzone che amo più di tutte.

"Elì" non sento per via della troppa confusione, perciò Giulia è costretta a richiamarmi più volte per attirare la mia attenzione.

"Ho sete, potresti andarmi a prendere qualcosa da bere al chiosco? È lì in fondo, più o meno" dice indicandomelo col dito

Quindi, sulle note di "VITA SOCIALE" mi faccio spazio ballando tra la folla, raggiungendo finalmente il chiosco.

"una bottiglietta d'acqua naturale, per favore!" chiedo, me la dà e pago, poi girandomi, mi scontro con un ragazzo alto.
Alzo lo sguardo e i nostri occhi si incontrano, causando un silenzio imbarazzante.

"Elì che succede, er gatto t'ha magnato a lingua?" Filippo mi guarda alzando un sopracciglio

"Eh? N-No zì, certo che no.."

"come mai da queste parti?" mi chiede, guardandomi con aria incuriosita

"ce so venuto con Giulia, la mia-" lì per lì, non sapendo che dire, mi faccio quasi rosso in volto.
Facendo sì che Filippo riesca a darsi una risposta da solo.

"..la tua ragazza?" mi chiede con aria confusa, dopo aver notato il mio essere titubante nel rispondere

"S-Sì cioé no, nsomma.. è complicato da spiegare, ecco" cerco di mantenere un'espressione seria, mentre gli rispondo

"vabbeh chi te capisce è bravo! Ao comunque, a te piacciono 'sti Canova?"

"certo, se no non sarei venuto qui volentieri!"

"o l'hai fatto solo per rendere felice la tua ragazza?" inclina il capo guardandomi

"ma chi?"

"GIULIA!" risponde quasi alterato.

Al pronunciare del suo nome, fatalità vuole che mi stia arrivando proprio una sua chiamata, l'ho salvata con un cuore rosso.
Noto con la coda dell'occhio che Filippo sta sbirciando, perciò sto al suo stesso gioco e rispondo subito al telefono.

"dimmi, amore!" rispondo con enfasi

"AO MA AMORE DE CHE, ma hai bevuto qualcosa di pesante? Piuttosto ndo cazzo stai? HO SETE. To devo dì in cinese che magari capisci, zì?" mi dice in tono serio, quasi sull'orlo di un'incazzatura

"dai, ancora qualche minuto. Sto arrivando con la tua acqua, non temere!" rido e chiudo la chiamata.

Ad un certo punto mi ritrovo pericolosamente vicino a Filippo, il quale è stato spinto sbadatamente addosso a me.
Deglutisco, mi faccio paonazzo in viso e scappo in mezzo alla folla portando l'acqua a Giulia.

"l'occasione che ho-o, l'occasione che ho-o per diiiiirti.. CHE STRONZO!" riconosco il tono incazzato con cui lo dice, mi raccontò che questa canzone gliela dedicò il suo ex.

A fine canzone le passo la bottiglia d'acqua, che si scola subito manco non bevesse da mesi.
Successivamente, dopo avermi ringraziato e allo stesso tempo avermi dato dello stronzo incosciente e irresponsabile, arriva il momento dell'ultima canzone: THREESOME.

Due belle ragazze di città,
una col cinema in testa e l'altra parrucchiera in libertà!

Sedute su un gradino,
con due bocce di vino e la cosa, mi piace!

Allora mi avvicino,
dico che anche io ho un bicchiere,
l'ho rubato al bar!
Dove ho mischiato un po' i sapori,
la voglia di vivere con la voglia di non tornare più...
DA SOLO

"STANOTTE UN THREESOME SI POTREBBE FARE, STANOTTE.." urlo continuando la canzone, al settimo cielo

"LA LUNA, DAL CIELO CI FA INNAMORARE, PER POCO.." sento sussurrarmi nell'orecchio questa strofa da una voce a me familiare, quella di Filippo, il quale mette un braccio attorno alla mia spalla e salta a ritmo della canzone.

E ciò mi fa sorridere spontaneamente, come un emerito ebete.

A fine concerto io, Giulia e Filippo ci dirigiamo verso l'uscita.

"avrei una certa fame" dice Giulia, quasi sbadigliando.

"e anche sonno, a quanto pare!" risponde Filippo, ridacchiando.

"ah, ma quindi tu saresti il famoso ragazzo della camicia a fiori?" sorride, ribattendo.

Filippo guarda prima Giulia e poi me, facendomi diventare completamente bordeaux in volto.
Facendomi dimenticare dell'esterno, di tutto e tutti.
Sorrido.

sale ||ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora