VENERDÌ POMERIGGIO, 14:30
All'uscita da scuola, dopo essermi fumato uno spinello come Dio comanda in compagnia dei miei amici, finisco per discutere sul fatto che mi abbiano posticipato l'interrogazione di chimica la penultima settimana di scuola.
Saluto i ragazzi e, infilandomi una cuffia nelle orecchie, mi incammino con le mani in tasca a ritmo di Cinghiali Incazzati degli Ex-Otago, una band indie genovese.
Quella canzone mi dà una carica assurda.Calcio qualche cartaccia a terra, sovrappensiero, attraverso sulle strisce cercando di non farmi buttare sotto da qualche pirata neopatentato della strada e, nel mentre, mi accendo un'altra sigaretta fumandomela.
Arrivo davanti al mio palazzo, suono ripetutamente al mio campanello, ricordandomi sia che Giulia e Michele sarebbero stati fuori tutto il giorno e successivamente di avere le chiavi nella tasca davanti dello zaino.
Così sbraito a denti stretti e suono al campanello "Sava".Successivamente mi ritrovo in casa di questi ultimi, ma Eleonora non c'è perché è via con Edoardo, pare siano andati a Bracciano insieme a Federico Canegallo e la Covitti.
Ci guardiamo negli occhi e, dopo essere entrato in casa, lascio cadere a terra lo zaino provocando un tonfo assordante.
Filippo fa un balzo, quasi spaventato e mi guarda alzando un sopracciglio, con aria interrogativa.
Come se volesse sapere la causa del mio gesto o del perché fossi così tanto incazzato."Mbeh? Er gatto t'ha magnato a lingua?" mi guarda ridacchiando con aria sarcastica
"Che ce sta da ride? No raccontamelo perché 'o voglio sapé anch'io, così ar massimo ridiamo insieme zì" gli tiro un'occhiataccia, avvicinandomi pericolosamente a lui, iniziandogli a tirare qualche pugno sul petto
"Oh ma che cazzo stai a fa', eh? Ma ripijati cazzo! Elì, che c'hai?" dice stringendomi i polsi, affinché io smettessi di fargli del male
Alcune lacrime minacciando di scendermi, così successivamente scoppio in un pianto liberatorio, quasi a singhiozzi.
Di tanto in tanto sospiro e respiro per riprendere fiato.
Mi libero dalla presa ferma di Filippo, riprendendo a tirargli nuovamente qualche pugno."Ti odio Filì, non sai quanto" dico a singhiozzi
Tiro su col naso e noto che mi guarda quasi dispiaciuto, affranto dopo ciò che gli ho rivelato.
"N-No anzi, riformulo... Io nte odio, io odio me! Filì cazzo, tu me manni in confusione, nte immagini quanto! Io passo le sere a piagne pe' te, perché nce capisco più niente..." tiro su col naso, guardandolo titubante, in attesa di risposta.
"Da quant'è che va avanti 'sta cosa, Elì?" chiede, giocando quasi come per provocarmi, con il suo labret.
"Il fatto è che non saprei che dì quanno è iniziata 'sta cosa, zì. Probabilmente da quando ce semo visti per la prima vorta quanno ve so venuto a rompe er cazzo pe' er sale... o direttamente quanno ce semo limonati, zì. Sì, forse è stato quel giorno in cui mi sono accorto di provare qualcosa per te"
"Ma cosa provi esattamente Elì, quando stai con me? O comunque quando mi vedi o mi parli, o semplicemente quanno se guardamo?" mi chiede sospirando
Lo guardo titubante e, prendendo un respiro profondo, gli prendo il viso tra le mani e iniziamo a limonare.
Di lì a poco ci ritroviamo sul divano, entrambi a petto nudo.
Si posiziona su di me iniziando a baciarmi dolcemente il collo, finendo per lasciarmi una scia di baci umidi e iniziandomi a succhiare un lembo di pelle, tra il basso ventre e l'apertura dei miei jeans.
Ciò per me è del tutto nuovo, così ansimo. Cercando di godermi il momento con Filippo.Posiziona le mani sulla mia cerniera guardandomi, così io annuisco senza pensarci due volte e, tirandomelo fuori con l'aiuto delle mani, lo prende in bocca facendomi un lavoro.
Dopo qualche succhiata gli vengo in bocca.
Si stacca leccandosi ai lati, per poi farmi un occhiolino.
Così mi mordo il labbro come per dirgli che ciò che ha fatto è stato davvero gradito, come se fosse stato un regalo, il regalo più grande e bello che qualcuno potesse farmi.
Il regalo della mia liberazione."...non mi sarei mai aspettato che ciò avrebbe rivoluzionato qualche ora della mia giornata del cazzo" gli dico, rivolgendogli un sorriso timido.
"T'è piaciuto Elì?" annuisco, muovendo la testa più volte, come un bambino felice
"Sì, Filì. Non immagini quanto. Questo è ciò che sognavo da sempre, da quando ti ho conosciuto. Ho sempre voluto che succedesse. Probabilmente in una situazione diversa da questa, ma comunque è stato eccitante e al tempo stesso magnifico" mi faccio rosso in viso, facendo scoppiare a ridacchiare il ragazzo biondo ossigenato davanti a me.
Mi guarda negli occhi, accarezzandomi il viso.
Facendomi dimenticare di tutto ciò che mi ronzava in testa, come uno scacciapensieri.
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sale ||Elippo
FanficElia è andato da poco a convivere, i suoi coinquilini, quando hanno fatto la spesa per la settimana si sono scordati di comprare il sale. - "mi toccherà andare a rompere ai vicini" pensò.