Capitolo 22

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mercoledì sera, 20:30

Stasera io e Filippo andremo a fare una passeggiata sul lungotevere e sinceramente non sto più nella pelle perché sarebbe la nostra prima uscita ufficiale come coppia, dopo varie titubanze, per paura o cose del genere.

Decido di indossare una camicia nera a mezze maniche, un paio di jeans aderenti e delle Vans nere. La giacca non la indosserò perché le temperature sono talmente alte che probabilmente collasserei e soprattutto, per evitare di sembrare più coatto di quanto già lo sia.

Dopo una mezz'oretta sento suonare il clacson. Così, dopo aver sistemato frettolosamente il ripiano davanti a me, prendo le chiavi ed il telefono ed esco di casa scendendo molto velocemente le scale, cercando di non prendermi qualche storta.

"Ecco il bono addormentato, finalmente!" esordisce ridacchiando, una volta aver messo piede nella sua auto ed essermi allacciato la cintura

"Daje Filo, non stavo a dormì" arrossisco leggermente, mordicchiandomi il labbro inferiore di tanto in tanto

"Che musica vuoi mettere, mh? Non dirmi qualche minchiata commerciale che piuttosto te la fai a piotte fino al lungotevere" si passa la lingua sul labbro inferiore quasi come per provocarmi, stando attento alla strada

"M-Mh non so... avresti qualcosa di Calcutta?"  mi passo una mano fra i capelli, sistemandomeli

"Va bene, Calcutta me sta bene solo perché l'indie italiano è ascoltabile"  dice facendo inversione a destra

"Sempre meglio delle tue merdate trash" alzo di poco il tono della voce, cercando di farmi valere

Accosta da una parte e mi fulmina con lo sguardo, slacciandosi la cintura.

"Ah sì, merdate trash?" tiene le mani ferme sul volante, rispondendomi in modo arrogante

"Filo ma che davero? Te la stai prendendo pe' 'ste cazzate?"  ridacchio amaramente

"Io t'ho chiesto che tipo di musica volessi, non di giudicare i miei gusti musicali" si riallaccia la cintura, rimettendo in moto la macchina

"Non che tu abbia fatto diversamente, sei partito prevenuto pure tu sulla musica commerciale eh" mi riallaccio la cintura, sospirando per l'assurdità della situazione appena creata

"ma vattene un po' a fanculo pure tu, Elì" mi dice quasi scazzato e riprende a guidare

Dopo una mezz'ora in silenzio, passata a cercare il parcheggio e ad ascoltare la musica che passava in radio, scendiamo dalla macchina e ci incamminiamo verso il lungotevere.

"Mi sembra un po' troppo eccessivo prendersela per queste puttanate Filo, non trovi?"  dico rompendo il silenzio

"Ma nme rompe er cazzo, ora sta zitto e famo come se non fosse successo nulla, d'accordo?" sorride ironicamente, accendendosi una sigaretta e facendo un tiro di tanto in tanto, mi butta il fumo in faccia ridacchiando amaramente.

Mi sventolo una mano davanti al viso, tossendo di poco.

"Ma sei stronzo forte" lo riprendo in tono abbastanza serio, continuando a tossire

"Daje, ma per un po' di fumo in faccia fai tutte 'ste scene? Avrei capito se si fosse trattato di altro" mi provoca ridacchiando leggermente, per poi buttare a terra la sigaretta appena finita e schiacciarla con la suola.

Ad un certo punto, dopo aver ripreso a camminare normalmente, senza che si fossero creati inutili battibecchi, ci imbattiamo in un ragazzo alto, con la pelle olivastra e i capelli neri. Indossa un paio di occhiali da vista, dei jeans strappati al ginocchio e una t-shirt nera che mette in risalto il suo fisico visibilmente scolpito. Un dio greco, per intenderci.

"Oddio, da quanto tempo!" sorride Filippo, andando a salutare il ragazzo con due baci sulle guance e poggiandogli una mano sul fianco, accarezzandoglielo. Come quasi per darmi fastidio.

"Filo, che piacere rivederti! Come mai da queste parti?" sorride, tirandomi di tanto in tanto un'occhiata curiosa

"Oh Tommaso, molto semplicemente passavo di qui con- oh che sbadato, non ti ho ancora presentato il mio nuovo ragazzo!" mi guarda famelico, come se stesse cercando di ottenere qualcosa.

"Piacere Elia, il fidanzato di Filippo" allungo la mano a Tommaso, sorridendo falsamente

"Beh Elia, sappi che il piacere è tutto mio" gongola ridacchiando, guardandomi dalla testa ai piedi

Tolgo la mano rimettendomela in tasca, abbasso lo sguardo e calcio un sassolino allontanandomi per mettermi a fumare una sigaretta. Insomma è proprio una bella serata: Roma di notte con quell'aria magica ma al contempo amara, io, lui e quell'altro. Il quadretto perfetto. Finisco la sigaretta buttandola a terra e una lacrima minaccia di scendermi per il nervoso. 

Sto con la schiena ferma al muretto e mentre aspetto l'arrivo di Filippo, controllo le notifiche del cellulare. Scrollando su instagram, giusto per passare il tempo, noto che un ragazzo mi ha contattato. E così, preso dal nervosismo e dalla gelosia, decido di rispondergli con un "hei :)". Con la coda dell'occhio noto Filippo venire verso di me, così molto velocemente rimetto il telefono in tasca e guardo un punto fisso nel vuoto.

"Elì, oh eccoti! Nte trovavo più, m'hai fatto venì 'na sincope.." dice portandosi una mano al petto, sorridendomi teneramente

"Già, chissà quanto te importava de me... eri indaffarato a parlare con Tommaso, no? Perché non sei rimasto ancora un po'? Mi stavo divertendo a stare qui come un coglione a guardarvi mentre parlavate" tiro su col naso e mi passo la lingua agli estremi della bocca, evitando di scoppiare a piangere dal nervoso

"Sei geloso di Tommaso, Elì.. ?" mi accarezza un braccio

"Eh beh direi, non è che stiamo parlando di cazzate. STIAMO PARLANDO DEL TUO EX" alzo il tono della voce leggermente infastidito, per poi pulirmi il naso col dorso della mano e rivolgergli uno sguardo rancoroso.

"Che cazzo te gridi Elì, eh?! Non stamo in camera tua che puoi fare ciò che ti pare."

"Senti Filì, lo sai mejo de me che so nsottone a livelli colossali e che so' geloso come pochi. Lo faccio solo perché ti amo, mica per darti fastidio o altro..." a quelle parole, il ragazzo dai capelli ossigenati si addolcisce, facendosi passare la rabbia del momento e, prendendomi il viso tra le mani e sfiorandomi la punta del naso col suo, inizia a baciarmi dolcemente.

Dopo poco mi guarda negli occhi e stampandomi qualche altro bacio sulle labbra, decide di staccarsi per chiedermi se volessimo tornare a casa. Accetto e ci incamminiamo verso la macchina, successivamente ci saliamo e ci allacciamo le cinture.

"Quindi Elì, che musica vorresti?" ridacchia, facendomi ricordare di cosa fosse successo qualche ora prima in auto

"Niente Filo, me basta sentì te che parli che così m'innamoro ancora di più" gli rivolgo un sorriso dolce, per poi accarezzargli la coscia e fargli proseguire rassicurato il viaggio in macchina.


sale ||ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora