Capitolo V - Essere un omega non è facile

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Capitolo V

Essere un omega non è facile

Cosa gli era successo?

-Sei in una clinica privata, Chu Chu- gli rispose Dazai ritirandosi dalla presa che l'altro aveva sul proprio colletto della camicia. Sembrava volerlo solo annientare...
Eppure non lo aveva ancora quasi punzecchiato. -Sei davvero irascibile oggi... più del solito- notò il moro per poi colpirgli il naso con l'indice mentre osservava Chuuya guardarsi intorno spaesato. -È il tuo modo di dimostrarmi che ti sono mancato?- sussurrò mentre la sua bocca si incurvava in un lieve sorriso divertito.

-Perché mi trovo qui?!- mormorò il rosso guardandolo malissimo. -Non mi sei mancato affatto, inutile sprecabende. Pensavo che fossi finalmente riuscito a morire in qualche disgustoso vicolo come ti meriti che accada!- straparlò, segnò che era nervoso, più del solito, ma soprattutto molto ferito. Ricambiò con uno schiaffo in pieno volto decisamente più forte del lieve colpetto che aveva ricevuto lui.

Ben preso ricordò il momento in cui aveva perso i sensi davanti a Dazai. Era svenuto... Osamu lo aveva lasciato cadere in mezzo alla strada?

No, ricordava la sensazione di essere preso per i fianchi e stretto contro un altro corpo che aveva sentito più grande del suo.
Lo aveva fatto sentire protetto...

I feromoni di Dazai, poi, lo avevano inebriato. Gli era mancato sentire il buon odore dell'alpha. Non aveva mai capito esattamente di cosa odorasse, però aveva passato tanto tempo ad odorare il cuscino di Osamu quando lui se ne andava lasciandolo suo. Quel profumo lo aveva sempre rilassato.

Ma se si stava sbagliando e quello sprecabende lo aveva lasciato cadere come una pera cotta sull'asfalto? Lui sicuramente non si era fatto nulla... ma il bambino... il loro bambino...?

Come stava?

Istintivamente si toccò il ventre. Ovviamente non riusciva a sentire le condizioni del bambino e ciò lo stava facendo preoccupare enormemente.

Guardò Dazai davvero in panico riuscendogli a togliere ogni tipo di sorriso dal volto. Il morò si passò una mano sul viso, stanco, erano ore che era lì in attesa che Chuuya si svegliasse. Si sedette meglio sulla sedia scomoda che l'ospedale gli aveva messo a disposizione. -Sei svenuto davanti a me. Non potevo portarti né alla mafia né all'agenzia- spiegò in breve mettendo le mani nelle tasche e osservandolo con attenzione.

Si era appena toccato il ventre?

Perché proprio lì? Di certo non aveva subito nessun colpo lì...

Qualcosa lo aveva capito, ma non riusciva a pensare che Nakahara potesse davvero aspettare un figlio. Era stato così attento per anni per evitarlo... non poteva essere successo, non con lui, almeno. Ma stentava anche a credere che Chuuya potesse essere stato a letto con altri dopo appena due mesi da quando lui se ne era andato... Lui non era così.

Ci doveva essere un'altra spiegazione per quei suoi gesti... Una spiegazione differente che stranamente lui non riusciva a cogliere.

Chuuya annuì capendo il perché di quella soluzione. Era stata una buona scelta, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Stava per dirgli qualcosa quando notò un medico avvicinarsi a loro. -Chuuya Nakahara?- chiese al rosso e quello annuì guardandolo seriamente.

-Voi siete il suo alpha?- domandò a Dazai tenendo tra le mani alcune cartelline ospedaliere, una delle quali era aperta. Probabilmente era quella di Chuuya.

Chuuya guardò malissimo il medico e scosse la testa. -No. Non è il mio alpha. Non ho alcun alpha- disse a denti stretti tenendo le braccia incrociate sul petto.

Il medico osservò i risultati, che dicevano chiaramente che Chuuya era incinto, e poi il rosso. Fece una smorfia. Un omega incinto senza alcun alpha e che non sembrava neanche pentito da ciò... lo trovò disgustoso. Per quel medico, come per gran parte della società, una situazione del genere rendeva Chuuya simile a una prostituta, pur non sapendo la sua situazione.

Dazai rimase in silenzio e osservò i due. Uno dei perché Chuuya lavorasse nella mafia non era affatto un mistero: nella mafia gli omega non erano tenuti a sottostare a un alpha e potevano anche puntare ad alte cariche. Poi, la loro vita privata non interessava di certo a Mori. Per il Boss della mafia i suoi sottoposti, che fossero omega o beta o perfino alpha, potevano pure non sposarsi. Per lui era comodo quello, li rendeva più concentrati sul lavoro.

Il medico guardò ancora Chuuya con un'espressione disgustata. Fosse stato un omega solo magari avrebbe pure potuto cacciarlo, ma era con un alpha che aveva già pagato ogni spesa. -Chi è l'alpha che si occupa lei?- continuò a chiedere.

Era assurdo, ma gli omega non avevano nessun diritto di aprir bocca neanche quando si parlava della loro salute. Di tutto doveva vedersela l'alpha. Un omega solo era come un cane randagio e la società doveva decidere se lasciarlo marcire sulle strade (visto che non credevano che un omega potesse occuparsi di sé da solo) o farne qualcosa. In genere gli omega già sopra i vent'anni, non vergini e senza nessuno venivano mandati nei bordelli o in altri posti simili, a meno che qualcuno non ne reclamasse il dominio.

Chuuya fece per dirgliene tante a quel medico. Odiava il modo in cui lo guardava, odiava il fatto che lo stesse giudicando non sapendo nulla di lui. -Io ti uccido!- urlò insieme ad altre tante cose che sarebbe meglio censurare mentre il medico arretrava di qualche passo, colpito profondamente da ciò che stava assistendo. Un omega così disgustoso che parlava così ad un alpha?!

Dazai lo zittì mettendogli una mano davanti alla bocca. -È il mio omega questo nanetto sempre nervoso- sorrise lievemente al medico. Lo guardò negli occhi mente il suo sorriso prendeva una piega quasi inquietante. -Ci dica perché è svenuto.-

Ad Osamu non gli piaceva come il dottore aveva guardato Chuuya. Sì, il rosso si era concesso a lui più volte, molte, ma ciò non lo rendeva un gigolò o altro. Erano due uomini che si erano dati piacere a vicenda perché lo volevano entrambi. Non era chissà che gran sostenitore dei diritti degli omega, ma non era neanche il tipo che li trattava malissimo o li giudicava. Poi, sapeva bene che Chuuya non si era concesso solo per mero istinto.

Il medico annuì appena sentì le parole di Dazai. Sembrava molto più intenzionato a parlare. Puzza di alpha... ugh... Dannati alpha che si sentono superiori. Glielo faccio vedere io il mio alpha. Qualche calcio e capirà che non ho bisogno di alcun alpha, pensò Chuuya mordendo la mano di Osamu che era sulla sua bocca. Sbraitò qualcosa per poi rimanere in silenzio. Voleva sapere come stava il suo bambino. Alla fin fine già sentiva di volerlo proteggere, anche se era ancora una piccola cosa non formata dentro di lui.

Il medico non si trattenne e guardò ancora male Chuuya. Stava quasi per dire a Dazai di tener più al guinzaglio il suo omega, ma alla fine, finendo col notare lo sguardo di Dazai rivolto verso di lui, decise di non dirlo e sfogliò la cartella di Chuuya. -È solo un normale svenimento causato dal...- L'alpha non finì di parlare perché Chuuya lo fece praticamente volare contro un muro.

Il rosso era scattato verso il signore e aveva preso a colpirlo. Un po' perché lo aveva fatto incazzare, un po' perché stava per dire le sue condizioni proprio ad Osamu.

Era rosso in viso, tremante. Sembrava davvero un omega in quel momento, tranne per la forza che stava dimostrando.

Quell'uomo stava per dire allo sprecabende che lui era incinto... -Non dica nulla. Io sto bene- borbottò scendendo da sopra il tipo che appena riusciva ad aver gli occhi aperti ed era sconvolto da ciò che era appena successo.
Un omega lo aveva appena colpito e il suo alpha neanche era intervenuto per tenerlo in riga...

Nel frattempo Dazai, senza che Chuuya lo vedesse, aveva preso la cartellina del rosso che era caduta ai piedi del letto e l'aveva aperta. Bastò un'occhiata veloce per individuare le informazioni che gli servivano. È incinto da quasi otto settimane e sta bene. Stanno bene entrambi, chiuse la cartella proprio nel momento in cui Chuuya si era girato verso di lui e lo stava guardando.

Era sconvolto dall'aver abbassato la guardia e aver permesso a Dazai di sapere. Come aveva fatto a perdere il controllo con uno stupido medico e non aver tenuto d'occhio quel suicidomane?

Ora Dazai sa..., pensò Chuuya stringendo i pugni mentre lo fissava intensamente.

Quale sarebbe stata la reazione di Dazai?

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