Capitolo XXI
Papà Dazai
Dazai si svegliò qualche ora dopo che avevano finito di far sesso. Inizialmente rimase accanto a Chuuya sul divano e lo fissó un po'. Il rosso dormiva così pesantemente che il moro neanche temeva di svegliarlo passandogli una mano tra i capelli rossi.
Era davvero bello.
Si soffermó su ogni piccolo dettaglio. Dalla sua espressione felice, per cui poteva prenderlo in giro al suo risveglio, alle sue guance rossicce e le labbra rosse e gonfie per come le aveva torturate quella sera.
Lo aveva visto altre volte in quelle stesse condizioni, ma per lui non era mai abbastanza.
Osservò quel viso come se volesse imprimerlo nella sua mente per sempre.
Dopo diverso tempo decise di alzarsi e si rimise addosso almeno i boxer. Andò a controllare Hajime che fortunatamente dormiva piuttosto beato. Come aveva fatto con Chuuya qualche attimo prima, si appoggiò alla culla cominciando ad osservare anche il loro bambino.
Beh, era bello anche lui. Infondo con due genitori come loro come non poteva non esserlo?
Si sarebbe soffermato a fissarlo ancora a lungo, tanto da capire quali tratti aveva ereditato da lui e quali da Chuuya, ma il piccolo non era della stessa idea.
Infatti Hajime si svegliò cominciando a piangere. Osamu spalancò gli occhi. Si guardò in giro agitato.
Era rimasto poche volte solo con il bambino e non avendolo spesso con sé ancora non era molto pratico. Lo prese in braccio e lo cominciò a cullare. -Hai fame...? Sete...?- gli domandava cercando quasi nel pianto del figlio un qualche cambiamento che potesse dargli una risposta. Lo culló fino ad arrivare alla porta della stanza e la chiuse. -Meglio non svegliare la mamma o ucciderà dolorosamente entrambi- accennò un lieve sorriso per le sue stesse parole, ma subito sparì visto che non sapeva bene che fare.
Era un po' intontito dal sonno.
Alzò il piccolo e lo odorò. Storse il naso e lo allontanò dal proprio petto. -Oh sì, abbiamo trovato cosa non va. Non odori decisamente di fiori in questo momento, Hajime- scosse la testa. -Dobbiamo rimediare- parlava col piccolo quasi potesse capire. Forse era meglio, però, che non capisse ancora.
Dazai immaginava che il figlio non avrebbe mai gradito il modo in cui si stava comportando con lui e Chuuya.
Se lo avesse odiato non lo avrebbe mai biasimato.
Raccolse il necessario e con fatica lo cambiò. Rischió perfino di essere colpito da dei getti di urina, ma li schivò piuttosto soddisfatto. -Devi migliorare con la mira, piccolino, alle ragazze non piacciono quelli che non sanno mirare bene- gli fece l'occhiolino, ma in cambio il neonato cominciò a piangere solo di più.
-Forse preferirai gli omega uomini come me- scherzó mentre stava finendo di cambiarlo. Mise il pannolino un po' male, ma ci aveva davvero provato. -mhm, anche se tuo padre è l'unico in quel senso. Ti renderai presto conto che sei molto fortunato. È difficile trovare un omega tanto diverso dagli altri-
Lo alzò dal fasciatoio e cominciò a cullarlo di nuovo mentre si muoveva per la stanza e gli accarezzava la schiena.
Sentendolo calmarsi, Dazai fece un sospiro di sollievo. Nel momento in cui fece per fermarsi il piccolo riprese a piangere. Osamu accennò un sorriso ironico. -Sai cosa vuoi e come ottenerlo, eh? Hai preso quasi tutto da lui. Almeno non colpisci ancora forte come il nanetto- borbottò andando verso la porta della stanza. -Ora non far troppo rumore piccolino, lascia riposare la mamma che il papà lo ha stancato tanto- a quell'ultima frase non poté che sorridere piuttosto soddisfatto. Baciò una manina del piccolo Hajime e lo osservò.
Di certo non era facile badare a un bambino, ma non aveva mai pensato che si sarebbe sentito così bene facendo da padre. -Ti sei calmato... sei proprio mio figlio. Hai capito la situazione, eh?- disse piuttosto convinto andando al piano di sotto.
In verità il bambino semplicemente stava giocando con le bendature che Dazai aveva sul braccio destro e cercava di togliergliele per portarle alla bocca, senza successo.
Il moro sorpassò il salone dove Chuuya ancora dormiva sul divano, rannichiato in una coperta piuttosto calda, e andò in cucina. -Mhm, decisamente sei troppo piccolo per latte e cereali come colazione...- borbottò tra sé e sé Osamu guardando verso il frigo. Doveva dargli del latte, no?
Anche se non sapeva che quello dal frigo non era esattamente quello giusto. Per fortuna, prima di combinare un guaio, notò il latte in polvere su un mobile della cucina e lo prese. -Uhm... di certo questo non è per Chuuya, per quanto lui voglia crescere-
Continuò a cullare il bambino mentre leggeva le istruzioni ed evitava che Hajime mangiasse le sue bende.
Mentre Dazai si stava occupando di Hajime dando del suo meglio, Chuuya si svegliò.
Non si sorprese di essere l'unico sul divano. Dazai lo aveva sempre lasciato a letto da solo. Era più che raro trovarlo al suo risveglio.
Il giorno prima non doveva essere tanto differente dalle altre volte in cui lo avevano fatto. Chuuya si coprì pure la testa con le coperte, cercando di nascondere il proprio viso diventato di un rosso acceso. Non ricordava perfettamente tutto, ma ciò che ricordava era abbastanza per farlo sentire totalmente a disagio, seppur avesse già fatto tutte quelle cose con Osamu prima.
"Ho preso in b... poi mi sono messo sopra..." pensò piuttosto sbalordito. Normalmente faceva cose del genere solo in calore, mai si era spinto a tanto mentre era in sé.
"Giusto... ero ubriaco... è stata tutta colpa dell'alcol e quel bastarti se n'è approfittato...!" Cercò di convincere se stesso, ma fallì miseramente. Sapeva che tutto ciò che aveva fatto lo voleva, anche se, senza la spinta dell'alcol o del calore, decisamente non avrebbe abbassato così tanto le sue barriere.
-Maledetto Dazai... bastardo sprecabende...!- si passò le mani sul viso e prese un respiro profondo.
Le immagini della sera prima erano ancora davvero vivide nella sua mente. Si morse il labbro inferiore. Sentì il viso farsi caldo e si scoprì. Gli sembrava improvvisamente di soffocare sotto quella coperta.
Prese qualche respiro profondo e si guardò intorno. La coperta che aveva addosso doveva avergliela messa Dazai, ma non ricordava quando fosse successo. Forse quando si era addormentato?
Perso i tra i vari pensieri, uno in particolare lo fece sussultare: Hajime.
Si era dimenticato di suo figlio.
Non controllava come stesse da troppe ore.
Si alzò di scatto dal divano, coprendosi con la coperta intorno alla vita, e andò velocemente verso le scale. Prima di arrivare in cima alla scalinata, però, sentì una voce familiare provenire dalla cucina. Si bloccò per un attimo.
Il suo cuore sussultò.
Deglutì e inumidì le labbra.
"Dazai...? È rimasto...?" Pensò molto sorpreso.
Strinse i pugni e finì di salire le scale. Avrebbe colpito Dazai dopo, con qualunque scusa esistente, ma prima doveva vedere come stesse Hajime e preparargli il latte.
Per quanto potesse fingersi scazzato, Chuuya si sentiva stranamente di buon umore. Dazai a casa con lui e Hajime...
Poteva far la colazione e passare almeno quel pasto come una famiglia normale... Sembrava troppo bello per essere vero, ma lui era cresciuto senza una vera famiglia perciò era normale che sotto sotto ne desiderasse una.
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Omegaverse World - Soukoku
Dla nastolatkówOdiava essere in heat, odiava essere un omega, odiava aver bisogno di qualcuno durante il calore e, soprattutto, odiava che la persona di cui avesse bisogno fosse proprio Dazai Osamu. ATTENZIONE: presenti scene di sesso e temi delicati non adatti ad...