Capitolo XII - Il Boss lo sa

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Capitolo XII

Il Boss lo sa

Quando tornò a casa Chuuya non capì ovviamente che qualcosa era cambiato.

Dazai non era lì, ma non si era mai aspettato di trovarlo davvero al suo ritorno. Andò verso la cucina, mentre si toglieva il cappello e i guanti. Trovò sull'isola della cucina una busta. Inarcò un sopracciglio e prese il biglietto che vi era posato sopra. Lo trovò vuoto.

Inarcò un sopracciglio e aprì la busta trovandovi all'interno due Muffun, uno rosa e l'altro azzurro. Era uno strano scherzo di Dazai?

Prima che potesse davvero ragionarci Osamu entrò in casa. Fin quando il bambino non sarebbe nato poteva star più vicino a Chuuya senza rompere l'accordo velato che aveva fatto con Mori.

Il rosso velocemente andò nel corridoio, senza un vero obbiettivo. Per accogliere il compagno? Qualcosa del genere, anche se, orgoglioso com'era, mai lo avrebbe ammesso. -Hai preso tu i muffin che stanno in cucina?- chiese un po' spaesato da quel gesto.

Non sapeva bene come prenderlo, soprattutto perché quel bigliettino vuoto lo confondeva. Che senso aveva?

Osamu ovviamente non sapeva dei Muffin visto che era appena tornato, ma immaginò fossero da parte di Mori. Infondo, si erano visti in una pasticceria appena qualche ora prima. -Sono da parte del boss- scrollò le spalle e lo sorpassò andando in cucina per posare la busta col cibo.

-Come fa a sap... ah, il medico della mafia- storse il naso al ricordo al medico che avevano alla mafia. Lo faceva incazzare. Seguì Dazai tornando in cucina. Lo vide osservare i muffin che aveva aperto il rosso. -Come fai a sapere che sono da parte del Boss?- domandò rendendosi conto che non aveva senso che sapesse fosse stato il Boss della Mafia. Neanche aveva visto i muffin prima di rispondere alla sua domanda.

Il moro decisamente era una persona intelligente e ci mise un attimo a dargli una risposta sensata. -A parte me, te, il medico della mafia e quello dell'ospedale. L'unico che può sapere del bambino è il Boss. Il medico della mafia sicuramente gliel'avrà riferito subito, se Mori già non se ne era reso conto. Dubito che i due medici ti abbiano fatto trovare dei dolci e non sono da parte mia. Tu non hai detto di averlo detto a nessun altro.- Scrollò semplicemente le spalle come se avesse appena detto una banalità. -Possono essere solo di Mori- sorrise lievemente, tranquillo.

Il ragionamento filava perfettamente, proprio come ci si poteva aspettare da Dazai Osamu.

Chuuya storse il naso e fece una smorfia. -Non volevo lo scoprisse da solo. Glielo dovevo dir io.- Infastidito prese la sua porzione abbondantemente, che Dazai gli stava porgendo, e cominciò a mangiare. -Perché proprio ora...? E perché dei dannati muffin?- borbottava, senza davvero cercare una risposta. Semplicemente non gli andava di affrontare l'argomento gravidanza con qualcuno, per di più il suo capo.

Si sentiva un po' umiliato a doversi abbassare, dopo tanti anni che si atteggiava quasi ad alpha tra le file di sottoposti, ad essere un normale omega che doveva far ciò per cui era nato, secondo la società.

Nessuno, secondo lui, doveva essere considerato una macchinetta sforna-bambini. Volendo lui poteva sceglierne se averne o meno. Era un suo diritto, anche se la legge non considerava che lo fosse. Infatti se avesse voluto abortire legalmente avrebbe dovuto essere accompagnato da un alpha.

-Un momento vale l'altro per lasciar un regalo- Osamu ingoiò la forchettata appena messa in bocca e agitò una mano in aria quasi volesse scacciare via una zanzara.

Il rosso non era troppo convinto, ma cominciò a mangiare.

Parlarono a caso di cose comuni come la missione di quel giorno di Chuuya o altre cose così. Una conversazione vuota che avrebbero dimenticato di lì a poco per quanta poca importanza avesse.

Dazai lo osservava mangiare. Stava mangiando poco e lentamente, anche se  sapeva che quelli erano tutti i suoi piatti preferiti. -Pensavo che quando si mangiasse per due si divorasse tutto senza freno.- Portò la mano sotto al mento per reggere la testa, tutto senza togliergli gli occhi di dosso.

Il rosso fece una smorfia e guardò male Dazai. -Ho la nausea, non ho un gran appetito- borbottò posando le bacchette sul tavolo, per poi pulirsi le labbra.

Era stanco, perciò andò a stendersi qualche attimo dopo.

Strinse forte il cuscino di Dazai tra le sue braccia e chiuse gli occhi.

Come poteva Osamu Dazai aiutarlo con un bambino?

Aveva il terrore di crescere quel bambino da solo e non esserne in grado.

Era solo un omega... con un alpha inaffidabile al suo fianco. Anzi, Dazai non era neanche il suo alpha. Era semplicemente il tipo che lo aveva messo incinta. A quell'ultimo pensiero non poté non ricordare la voce di Dazai che gli diceva che i bambini si facevano in due.

Non aveva torto...

E odiava quando Dazai non aveva torto.

Con la mente incasinata dai vari pensieri per nulla positivi e la nausea, Nakahara si addormentò.

Il suo sonno però durò poco.

Sentì il campanello suonare più volte finché la porta di casa sua non venne aperta. Si strofinò gli occhi e si mise seduto sul letto cercando di capire cosa stesse succedendo. Dazai a chi aveva appena permesso di entrare?

Il rosso fece per alzarsi dal letto quando Dazai entrò nella stanza con un grande scatolone apparentemente piuttosto pesante da come lo trascinava sul parquet. -Che cos'è...?- chiese perplesso mentre fissava stranito il moro.

Dazai semplicemente sorrise, aprì lo scatolo e vi cercò all'interno il foglio delle istruzioni. -Non abbiamo ancora comprato niente per il bambino- scrollò  le spalle e gli mostrò il libretto con sulla copertina una culla. -Avrà bisogno di un posto in cui dormire, no?-

Nakahara era silenzioso. Lui non aveva pensato di cominciare a comprare delle cose per il bambino. Infondo era incinto solo di tre mesi e non aveva neanche idea se potesse essere un maschietto o una femminuccia...

Però il fatto che Osamu ci avesse pensato in qualche modo gli faceva capire che l'altro ci teneva a quel bambino. Si toccò la pancia e si alzò. -Di che colore l'hai presa?-

Il suicidomane sogghignò notando dai gesti dell'altro che lo aveva reso felice. Si era anche conto che Chuuya era molto spaventato da quella situazione. E come dargli torto? Lo aveva abbandonato, normale temesse di rimanere solo con un bambino.

Voleva dimostrargli che lo avrebbe sostenuto, anche se sarebbe stato lontano da loro.

-Bianca- Osamu si sedette a terra e capovolse la scatola facendo cadere sul tappeto della camera i tanti componenti della culla.

Il bianco era un colore perfettamente adatto alla loro situazione visto che non avevano idea di quale sarebbe stato il sesso del nascituro. Chuuya però non glielo fece notare, consapevole che Dazai già lo sapesse. -Potevamo aspettare e sapere prima il sesso- gli fece però notare fingendosi contrariato, anche se era poco credibile. Stava già cominciando a montare qualcosa.

-Invece che lamentarti, pensa a decifrare queste istruzioni in italiano.- Il moro si mise affianco al rosso e gli mostrò le istruzioni.

-Ci sono anche in inglese...- gli disse mentre gli strappava il foglio dalle mani dato che Dazai lo teneva appositamente troppo in alto.

Era la prima cosa che facevano insieme come genitori, ciò li faceva sentire ancora più legati uno all'altro. E Chuuya aveva bisogno di sentirsi legato all'altro.

Doveva smettere di temere di rimanere solo.

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