Capitolo XVIII - Alpha tentatore

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Capitolo XVIII

Alpha tentatore

Da quel meraviglioso giorno pieno di gioia le cose sono andate bene per un po' ai due genitori.

Nei primi mesi Osamu si faceva veder spesso a casa di Chuuya. Si occupava del bambino e portava pure Hajime in giro col passeggino in modo che il rosso riposasse, anche se non aveva mai detto che il motivo fosse quello.

Chuuya non si rese conto subito dell'atteggiamento sempre un po' distaccato del moro. Era sempre come se quei momenti di felicità lo costringessero a scappare via da lui e il piccolo per un po' di tempo.

Non riusciva a capirlo.

Aveva bisogno di una fottuta ricarica per essere padre ogni tanto?

-Anche oggi papà non verrà, Hajime- sussurrò il rosso cullando il suo piccolino che aveva appena sei mesi.

Erano passati solo due giorni da quando il moro era passato l'ultima volta, ma gli sembrava un'eternità. Sembrava che fosse lo stesso pure per il neonato. O forse semplicemente quei continui pianti gli facevano pensare che lui non fosse abbastanza come solo genitore.

Voleva Dazai con sé.

Lo amava.

A volte non capiva Osamu. Sapeva che il lavoro all'Agenzia di Detective Armati fosse importante, ma allo stesso tempo sapeva anche che nessuno lì lo avrebbe costretto a rimanere a lavorare sapendo che erano giorni non vedeva suo figlio.

Ogni volta si chiedeva se davvero lui volesse bene a lui e il piccolo, ma ogni dubbio spariva quando lo osservava tenere in braccio Hajime.
Quello sguardo era quello di un padre che adorava con ogni fibra del suo essere suo figlio.

Eppure... il suo essere assente per tanto tempo non aveva alcun senso. Si sentiva preso in giro, un vero stupido. Lui ci aveva creduto che Dazai ci sarebbe stato.

Forse era a causa di Chuuya che se ne stava alla larga da loro.

Sussultò a quel pensiero e spalancò gli occhi per un attimo, per poi scuotere energicamente la testa. Non doveva pensare a certe stupite ipotesi. Se lo avesse fatto... si sarebbe distrutto.

Non poteva immaginare di essere la causa per cui suo figlio aveva un padre assente.

-Non abbiamo bisogno di lui- sussurrò tra sé e sé, sentendosi in colpa per le sue stesse parole. Hajime aveva bisogno anche di Osamu per crescere. Non che l'altro fosse un genitore modello, ma esisteva e lo amava. Bastava quello per essere un padre degno di stargli intorno.

Almeno amava Hajime... per quanto riguardava il suo amore per Chuuya per rosso era un "da vedere" bello grande.

Sembrava amarlo, gli dava attenzioni, scherzava con lui e cercava di farlo star bene, ma allo stesso tempo non lo aveva toccato neanche una volta da quando Hajime era nato.

Vero che Chuuya non era ancora andato in calore, ma non c'entrava. Di certo potevano farlo anche senza calore. Infondo le coppie normali lo facevano al di fuori del calore.

Anche se non era certo che loro fossero una coppia...
Certe volte il rosso non sapeva neanche dire se fossero conoscenti per quanto poco sentiva di sapere di Osamu.

Nakahara strinse con forza i pugni intorno al bordo della culla del bambino spezzandone un pezzo. Sussultò sorpreso e lanciò nel cestino dei rifiuti il pezzo. -Che cazzo sto facendo? Continuo ancora a disperarmi per lui come un fottuto idiota anche se mi ero ripromesso di non farlo più- si lasciò cadere sulla sedia a dondolo e guardò il soffitto con appesi al lampadario delle sagome di piccole tigri.

Le aveva portate un giorno Osamu, dopo una delle sue solite sparizioni durata qualche giorno. Ringhiò. -Fottuto sprecabende...-

-Mi hai chiamato?-

Chuuya abbassò subito lo sguardo puntandolo verso la porta d'ingresso della stanza, ma non vide nessuno, poi lo spostò verso la finestra dove intravide Osamu entrare. Aggrottò la fronte, era confuso. Non aveva senso che non avesse usato la porta d'ingresso visto che aveva il suo paio di chiavi. -Che cazzo fai? - sbottò alzandosi e andando verso di lui, ma non lo sfiorò perché era troppo orgoglioso.

Se avesse avuto una coda avrebbe cominciato a scodinzolare dimostrando quanto dentro di lui fosse felice di vederlo.

Osamu accennò un sorriso un po' amaro sapendo perché il rosso aveva avuto una reazione così poco accogliente. Normale che lo odiasse un po' visto che si faceva vedere massimo due volte a settimana.

Lui e quel maledetto patto con Mori...

-Che benvenuto poco caloroso, Chu Chu, quasi direi che non ti sono mancato. Fortuna so che non è così!- gli fece l'occhiolino. Lo prese per i fianchi facendoglieli ondeggiare e avvicinò i loro visi facendo quasi sfiorare le loro labbra. Fingeva che nulla stesse succedendo.

-Vai a farti fottere bastardo, dove cazzo sei finito questa volta, eh? Di nuovo in qualche dannato fiume? La prossima volta vedi di creparci!- alzò la voce, ma non esageratamente per non spaventare il bambino che stava giocando nella culla. Diede un pugno sul petto dell'altro per allontanarlo da sé. Assurdo che anche in un momento del genere i feromoni dell'altro lo facessero stare davvero bene.

Voleva che lo baciasse.

Le loro labbra stavano quasi per sfiorarsi per qualche attimo e gli era sembrato di poterne sentire il sapore.

Il piccolo, quasi si fosse reso conto di cosa stesse succedendo, cominciò a piangere ed agitare le piccole manine.

-Ti sono proprio mancato, eh?- Osamu fece uno dei suoi sorrisi più finti verso Nakahara. Sempre troppo bravo a capirlo.

Lo odiava.

E amava.

L'alpha andò spedito dal loro bambino prendendolo in braccio. -Anche a te sono mancato, vero Hajime?- domandò al figlio mentre cominciò a cullarlo tra le sue braccia.

Quella luce negli occhi di Dazai...

Ecco cosa non lo faceva prendere a pugni. Il modo in cui guardava Hajime gli faceva capire che gli voleva davvero bene.

Perché non potevano essere una famiglia?

Il rosso rimase a fissarli tenendo le braccia incrociate sul petto. Quei momenti erano davvero preziosi per lui.

Non seppe neanche lui quanto tempo passò. Semplicemente dopo un bel po' sentì Osamu dichiarare che il loro bambino era crollato.

Dazai ci aveva giocato così tanto da farlo addirittura addormentare.

Dopo aver controllato il piccolo, Nakahara camminò verso il piano di sotto. Stava ignorando l'alpha. Non aveva senso parlarci se poi sarebbe sparito per altri giorni.

Voleva che lo seguisse, cosa che normalmente non faceva, ma quella volta fu diverso. Dazai scese al piano di sotto con lui. -Ancora non te ne vai?- chiese con un tono di voce che avrebbe dovuto essere irritato, ma sembrava solo sorpreso.

Osamu aveva lanciato degli sguardi a Chuuya. Lo aveva notato più triste del solito. Aveva perciò deciso di rimanere per mangiare e bere qualcosa insieme.

Lui amava Chuuya.

Il fatto che per tener al sicuro il loro bambino doveva stare loro alla larga, però, era qualcosa di ben diverso e più difficile. -Beviamo qualcosa- propose tirando del vino dal frigo.

Sapeva che Chuuya non avrebbe rifiutato, soprattutto perché quando era nato Hajime non si era più potuto permettere di bere da solo. Di certo non poteva rischiare di non essere capace di  prendersi cura del loro bambino.

Dannato Dazai che lo conosceva fin troppo bene...

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La storia doveva finire con questo capitolo... ma ho cambiato idea. Voglio aggiungere altre cosine che avevo già in mente. In ogni caso manca poco alla fine!
Secondo voi cosa succederà da ora in avanti?

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