DIECI MESI PRIMA
-Perchè siamo dovuti tornare a casa tua?- Mi chiede Mattia.
-Abbiamo bisogno di armi- gli rispondo -e di munizioni-
Le strade sono silenziose, ovviamente, ma la nebbia che c'era quando ero andato da Jessica (lo so, è stato un secolo fa, mi scuso ancora con tutti per avervi fatto aspettare) si era diradata, facilitandomi la guida. Non che fosse servito a qualcosa, dato che, a causa di come ho manomesso i fili, l'auto era riuscita a stento a portarci sulla strada dove vivo.
Abbiamo dovuto farci l'ultimo tratto a piedi, ma non era male (nonostante zombie e tutto il resto). Tirava una leggera brezza rinfrescante che muoveva delicatamente i capelli di Jessica. Anche quando era triste era bellissima. Guardandola capii che non avrei permesso a nessuno di farle del male. Durante quel pezzo, ho raccontato loro cosa avevo capito di questa storia (quasi niente, ma almeno qualcosa).
Adesso siamo davanti alla porta di casa. Non siamo sicuri se entrare o meno, dato che la porta è spalancata e una macchia di sangue sporca tutta l'entrata. Qualcosa mi dice che mi sono scordato qualcosa. Ma non riesco a ricordare di che si tratta.
Entriamo in casa e già dall'atrio capiamo qualcosa. In base alle impronte sono entrati solo due zombie, e sono andati entrambi verso la cucina.
-Vado prima io- dico -voi restate quì e chiudete la porta-
-NO JACK! NON POSSIAMO LASCIARTI ANDARE DA SOLO! È TROPPO PERICOLOSO!-
Jessica aveva la faccia tipo una madre che aspetta sveglia il figlio fino alle due di notte (credetemi, so di che parlo). È una bella sensazione sapere che si preoccupa per me.
-Tranquilla, farò attenzione- detto questo, mi dirigo verso la cucina, da dove si inizia già a sentire qualche lamento, ma prima di arrivare alla porta mi volto e dico a Mattia:
-Non provare ad usare quella pistola. O l'ultimo colpo centrerà la tua testa-
Lui mi fissa con aria sorpresa e, per mio piacere, anche spaventata.
-Stai calmo, amico. Perchè te la prendi tanto?-
Lo guardo con la massima serietà che riesco ad avere -Questo non è un gioco. Poco fa ci hai fatto quasi ammazzare. Datti una regolata. Mi sono spiegato?-
Non sento cosa mi risponde. Il rumore di un corpo che si scontra con la porta riecheggia per tutta la stanza. Subito mi giro e spalanco la porta della cucina con la balestra pronta.
La alzo per colpire gli zombie, ma loro sono più veloci. Con una mossa rapida del braccio, il primo riesce a disarmarmi. Sta per attaccarmi quando un chiodo gli si conficca in testa.
Mi volto e vedo Jessica che regge lo sparachiodi con una sicurezza tradita solo dal tremore delle mani.
-Brava Jessica-
Lei sorride. Sarei completamente preso a osservare quel suo bel sorriso, se non fossi intento a fissargli le mani.
All'improvviso mi viene in mente qualcosa. Mi giro e guardo come doveva essere la traiettoria del chiodo. Poi guardo dove si travava la mia testa e noto che...-Potevi colpirmi!- Lei mi fissa con aria sorpresa, come se non capisse cosa intendessi.
-Guarda che ho un'ottima mira. Di chi pensi che sia quella balestra-
Effettivamente tutto torna.
Ma non ho tempo per pensare a questi dettagli.
Subito prendo la balestra e mi affaccio all'entrata. L'altro zombie sta ancora cercando di alzarsi. Gli manca un braccio e dal moncherino esce ancora qualche goccia di sangue.
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L'ultimo dei sopravvissuti
AdventureJack è un ragazzo con seri problemi di controllo della rabbia , vive in una casa vicino a l'Italia in un mondo dilagnato da una infezione zombie .Quando il suo amico Mattia scompare Jack si ritrova a gestire tutti gli incarichi da solo , ma non sa...