L'ultimo dei sopravvissuti capitolo quindici

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GIORNO DA SOPRAVVISSUTO: 305

DATA: 30.6.2013 (o almeno credo)

Mi sveglio e la prima cosa che capisco è che, in qualunque posto mi trovi, fa un freddo della madonna. Mi rannicchio in posizione fetale per non congelarmi e, solo quando sono abbastanza convinto che più di così non possa scaldarmi, apro gli occhi per vedere dove mi trovo.

Sono in una cella. Le pareti sono fatte di mattoni di pietra e la muffa ne ricopre una buona parte. Mi alzo dal letto, che in realatà non è altro che una tavola di metallo attaccata con delle catene alla parete fredda ed umida. Mi guardo intorno alla ricerca di una qualsiasi fessura rivolta verso l'esterno, in modo da capire dove mi trovi, ma l'unico spiraglio di luce che illumina la stanza attraversa delle sbarre.

Non ci penso due volte e mi affaccio al corridoio su cui da la porta della mia cella. Vedo che ci sono un sacco di altre celle di fianco a me e dall'altra parte del corridoio.

-EHI! C'È NESSUNO?- Mi metto ad urlare.

-Jack? Sei tu?- Mi risponde la voce di veronica -Sai cosa sta succedendo?-

-No- Ribatto io -Non ne ho proprio idea-

-Ehi gente, state tutti bene?- Questa deve essere la voce di Stefano.

-Sì, credo di sì. Ma ci siamo tutti?- Interviene Tom.

-SÌ! CI SIETE TUTTI! ORA SMETTELA DI ROMPERE IL CAZZO!-

La voce viene dal fondo del corridoio. Non riesco a vedere chi abbia parlato, ma sono sicuro che non sarebbe il caso di chiedere informazioni a lui.

-ALZATE IL CULO! VIENE A PARLARVI  MATTIA IN PERSONA!- Ci intima la stessa voce qualche minuto dopo.

-Salve ragazzi, è un piacere conoscervi di persona- Dice Mattia.

Mattia! Come osa parlarci così tranquillamente dopo tutto quello che ha fatto. Come osa guardarci in faccia dopo aver ucciso Luca e dopo aver cercato di uccidere noi. Tutto l'odio che posso esprimere lo rivolgo a Mattia. Odio tutto di lui. Lo odio dal berretto militare che ha in testa fino alla punta delle scarpe lucide che porta ai piedi. Odio quella sua divisa mimetica sgargiante. Odio quei suoi capelli laccati. E odio ogni singola medaglia che porta al petto.

-TU!- Questa è la voce di Ellie, senza dubbio -COME PUOI PARLARCI COSÌ DOPO QUELLO CHE HAI FATTO! DOPO AVER UCCISO MIO FRATELLO!- -Hai ragione- Gli risponde Mattia senza troppe cerimonie -In effetti è stato un atto stupido mettere nelle mani di una sola persona la possibilità di confessare. Per questo vi ho teso quell'imboscata  su in montagna e vi ho catturato tutti. Adesso faremo un gioco. Abbiamo preso da ognuno di voi un campione di sangue che analizzeremo per vedere chi è l'immune. Ma questo test richiede l'utilizzo di mezzi preziosi, mezzi che non vorremmo utilizzare. Per cui ecco cosa faremo- Mentre parla, prende un sgabello e si siede a metà del corridoio, accavallando le gambe e cingendo le mani -Vi do cinque giorni. In questi cinque giorni, chi di voi avrà confessato avrà salva la vita, mentre gli altri, apparte l'immune, saranno mandati nell'arena a combattere contro gli zombie. Se nessuno confesserà, useremo i vostri campioni e, quando avremo scoperto l'immune, verrete fucilati-

Nessuno dice una parola. Il silenzio in quella prigione è tale che si riescono a sentire i rumori di assestamento delle mura.

-Per chi se lo chiedesse- Prosegue Mattia -Ho deciso che, nel caso uno di voi confessi, devo dare agli altri la possibilità di salvarsi, visto che avrebbero potuto rivelare tutto anche un po' più tardi. Nel caso che nessuno confessi, invece, credo sia meglio punirvi tutti. Ah, prima che me ne dimentichi, se uno di voi prova a darmi un nome falso io controllerò il sangue di quella persona e ucciderò chi ha osato mentirmi- -E se l'avessi già ucciso?- La voce di Alessandro rimbomba in tutto il corridoio, chiara e forte -L'immune intendo. E se fosse morto?- -ZITTO PRIGIONIERO! NON OSARE INTERROMPERE MATTIA QUANDO PARLA, ALTRIMENTI...- -È tutto apposto- Intima Mattia al secondino -Voglio sentire che cosa ha da dire. Per favore, prosegui con il tuo discorso. Cosa intendi quando dici che l'immune è morto?- -Intendo- Prosegue Alessandro -che l'immune era Luca, il ragazzo che hai fatto uccidere-

Nessuno dice niente. Tutti, probabilmente, stanno pensando la stessa cosa. È un genio. Se gli fa credere che l'immune non c'è più, lui rinuncerà.

Mattia si avvicina alla cella di Alessandro e gli fa un sorriso, o almeno lo deduco dal movimento delle guancie visto che è girato di spalle. Poi, con un gesto troppo rapido per essere visto, estrae la pistola e spara dritto al petto di Alessandro, che si accascia a terra pesantemente e privo di vita.

-COSA HAI FATTO?! COSA CAZZO HAI FATTO?!- La mia voce rimbomba duramente sulle pareti ed è abbastanza potente da far cadere della polvere residua dal soffitto.

-Ah Jack, ci sei anche tu. Cosa ho fatto, dici? Vi ho solo dimostrato cosa succede a mentirmi. Pensavate che non avrei controllato il cadavere del vostro amico? Tra l'altro Jack, se vuoi nascondere un corpo evita di lasciare il terreno mosso così com'è- -TU! BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA! COME OSI RIVOLGERMI LA PAROLA DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO?! COME OSI ANDARE IN GIRO COSÌ ALTEZZOSAMENTE, DOPO TUTTA LA GENTE CHE HAI UCCISO?!- Sono fuori di me dalla rabbia. Vedo incalanarsi tutta la mia rabbia repressa. Vedo tutto il rancore che provavo per Mattia quando mi ha soffiato la ragazza, per quando ha ucciso Luca ed Alessandro e per quando ha causato l'orda zombie in cui è rimasto ucciso Scott scorrermi nelle vene e darmi una forza sovrumana. La vista mi si annebbia...L'udito si attutisce...No!

Non posso perdere il controllo proprio ora. Per quanto forte possa diventare, non sono in grado di rompere i muri, piegare le sbarre o scardinare una porta. Devo rimanere lucido.

-Mi sembra ovvio che le regole che ho impartito agli altri valghino allo stesso modo per te- Dice lui con naturalezza, come se non fossi stato il suo migliore amico o come se non avesse appena ammazzato una persona.

Mattia se ne va e, poco prima che si chiuda la porta alle sue spalle, grida con autorità -Cinque giorni!-

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