L'ultimo dei sopravvissuti capitolo dieci

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UN ANNO PRIMA

È da circa un anno che non mi sento più con Mattia o con Jessica.

Due settimane dopo che mi sono risvegliato dal coma, appena uscito dall'ospedale, ho scoperto che si erano messi assieme. E da come ne parlavano tutti, sembra che facciano sul serio.

Come poteva essere? Come ha potuto Mattia farmi questo? Il suo migliore amico è in coma e lui decide di mettersi con la ragazza che gli piace.

È un colpo meschino e non mi sorprende di essere arrabbiato con lui. Ma ancora non mi spiego come mai mi sento arrabbiato con Jessica. In fondo lei era libera di fare quello che voleva. Ma sento qualcosa dentro di me. Qualcosa che mi dice che quello che ha fatto sia stato ingiusto, come se lei mi appartenesse di diritto. Ma forse e solo un modo strano di essere geloso.

Comunque sia ho continuato la mia vita, per quanto ci sia riuscito.

Per tappare il vuoto lasciato da Jessica ho deciso di mettermi con qualcun'altra. Ho cercato in giro, ma non ho trovato nessuno di interessante. C'era questa ragazza, credo si chiamasse Laura, che era molto simpatica, ma che assomigliava tremendamente a Jessica, risvegliando in me momenti di rabbia insensata. Dopo di lei è arrivata un'altra ragazza, di nome Roberta. Era molto bella e non assomigliava per niente a Jessica. Ho pensato che fosse quella giusta, ma si è rivelata una tremenda stronza, andando a letto con altri tre ragazzi (e direi anche una tremenda troia andandoci a letto contemporaneamente) per poi dirmi che era solo perchè non la consideravo abbastanza. Quella relazione è durata due settimane. Dopo di lei ci ho provato con molte altre ragazze, ma nessuna era quella giusta. Avevo in mente di rimettermi con la mia ex, ma non credo che sarebbe il caso, visto che sono stato io a scaricarla e visto che si è già messa con qualcun'altro.

Adesso che ho quasi perso le speranze, arriva questa nostra vicina di casa, Maria, di origini argentine. È più piccola di me di un anno ma comunque è carina. Tutti mi avevano già detto che sono anni che le piaccio, ma che non ha mai trovato il coraggio di dirmelo. Non ricordo perchè non sono andato direttamente da lei, forse perchè l'ho sempre vista come la bambina della porta accanto che si divertiva a fare torte di fango mentre io giocavo a pallone con i miei amici? Comunque, ho deciso di andare a trovarla, con la classica scusa dello zucchero.

Quando apre la porta mi fa entrare distogliendo lo sguardo, molto probabilmente per nascondere il rossore.

Casa sua è molto più illuminata della mia, e ha il soffitto molto più alto, in pieno stile sitcom americana. Le pareti sono di un color caramello che rende l'ambiente più caldo e sereno. Lei mi porta in salotto e mi fa accomodare su un divano intanto che va a prendere dello zucchero. Il salotto è una stanza di dimensioni comode. Abbastanza grande da farci stare tutti i mobili, ma anche abbastanza piccola perchè non si faccia un percorso troppo lungo dalla porta, fatta di un legno chiaro che sembra abete bianco, al divano in pelle rossa su cui sto io, alla TV a schermo piatto, acceso su un canale che trasmette una telenovelas, o a qualunque altro mobile presente in questa stanza.

Io mi metto a giocherellare con uno dei miei tanti lacci, cercando di farci dei nodi complicati e poi di scioglierli. Ad un certo punto, mentre cerco di sciogliere un nodo particolarmente difficile, mi scivola di mano e finisce per terra. Faccio per prenderlo, ma un lampo grigio sfreccia sotto la mia mano e mi ruba il laccio. Quando arriva in fondo alla stanza si ferma e vedo bene di che si tratta. È un gatto. È un british grigio.

"Pure questa ci voleva" penso tra me e me "Un maledetto gatto".

Ho sempre preferito i cani ai gatti, molto più fedeli e molto più utili. Fatto sta che non mi resta altro che inseguirlo e cercare di riprendermi il laccio.

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