L'ultimo dei sopravvissuti capitolo tredici

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GIORNO DA SOPRAVVISSUTO: 304

DATA: 29.6.2013

A svegliami e stato uno scossone. Devo essere in macchina, anche se non so come ci sono arrivato. Percepisco le vibrazioni del veicolo sotto il mio corpo. Sento qualcosa sotto la testa, qualcosa di morbido.

Apro gli occhi e vedo il tettuccio del fuoristrada sopra di me. Faccio vagare lo sguardo intorno a me per capire cosa stia succedendo. A sinistra e vedo le scatole contenenti le provviste e le armi, a destra e vedo Ellie, intenta a mettere qualcosa di riflettente nel suo zaino. Provo ad alzarmi, ma lei subito si gira e con una mano mi rimette sdraiato.

-No, non ci provare. Sei ancora molto debole-

Il suo sguardo non è accusatorio come al solito, o deluso come lo era l'ultima volta, ma preoccupato.

-Cosa è successo?- Le chiedo stropicciandomi gli occhi.

-Sei stato incredibile. Dopo avermi salvato la vita ti sei accanito contro l’orda di zombie. Non so come hai fatto, ma sei riuscito a crearti un passaggio fino alle macchine, ammazzando ogni zombie che ti capitava a tiro, finché non hai ucciso quello che mi aveva aggredito. Gli hai sfasciato il cranio con il macete. Dopo sei svenuto, ma ormai eravamo vicino alle macchine per cui siamo riusciti a scappare-

Mentre lo dice intravedo un luccichio nei suoi occhi. Chi sa se anche i bambini del Castello c’è l’hanno quando raccontano loro le avventure di me e Mattia?

-Ma non ti ricordi proprio di niente?-

Io scuoto la testa –No, niente. L’ultima cosa che ricordo è…SCOTT!-

Il mio urlo spaventa così tanto Tom che a momenti va a sbandare.

Mi alzo di scatto, spostando la felpa appallottolata che mi hanno messo come cuscino. È la felpa che avevo addosso quando ci siamo fermati a fare benzina, mentre quella che indosso è la felpa che avevo la notte di due anni fa quando sono stato accoltellato.

-Non c’è l’ha fatta.- Mi dice lei, trattenendo a stento le lacrime.

Io invece non mi faccio troppi problemi e incomincio a piangere. A piangere per tutto quello per cui non ci sono ancora riuscito. Piango per Scott, per Luca, per la mia famiglia per Mattia, per tutto.

Ho appena perso l’ultimo membro della mia famiglia. L’unico di cui mi potessi veramente fidare.

-Scott! Perché Scott? Perché tu?- Con le lacrime inzuppo la felpa di Ellie, che mi ha abbracciato per confortarmi.

-È colpa mia. Tutta colpa mia.- -Non dire così. Tu non potevi fare niente. È stato lui a morderti per lasciarsi cadere. Credo…credo che volesse proteggere me-

Mi stacco e la guardo, ma senza vederla.

-Hai ragione- Le dico. Lei sembra tranquillizzarsi, ma solo finché non capisce che non mi sto riferendo a quello che ha appena detto.

-Hai ragione. Sono un vigliacco. Deve morire qualcuno perché io possa fare qualcosa di utile. Se avessi ucciso quegli zombie prima... anzi no, se non avessi trovato quei pullman niente di tutto questo sarebbe successo.-

-Di quali pullman stai parlando?- Mi guarda con aria confusa. Inizio a spiegarle cosa è successo, come ho trovato i pullman e di come ho scatenato l’esercito di zombie. Lei mi guarda con aria pensante e rimane zitta per un minuo o due. Quando si riprende, esclama.

-Non ti sembra strano che ci fossero quattro pullman strapieni di zombie?-

-Cosa c’è di strano? Quattro pullman diretti all’Oktoberfest con un infetto a bordo-

L'ultimo dei sopravvissutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora