Parte prima (e prima della tempesta) CAPITOLO 6 - Robert

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Recitare in un film è bellissimo, ma nulla è paragonabile alla voce di un regista che attraverso il megafono urla: "Scena finale conclusa! Abbiamo finito! Siete stati tutti eccezionali!"
Applausi, grida e da lontano di pare di aver sentito anche il rumore dello stappo di una bottiglia.
Il regista mi affianca quasi subito e per l'ennesima volta sottolinea quanto sia impressionante e spaventoso il mio viso da psicopatico. "Giuro." scuote la testa muovendo i baffoni e ricordandomi tantissimo il personaggio di videogame Super Mario, devo mordermi le guance per non scoppiare a ridergli in faccia. "Persino io ho dovuto chiudere gli occhi ogni tanto e molte ragazze in studio hanno..." mi guarda alle spalle abbozzando un sorriso: "Oh beh figliolo, non ti dirò altro lo sai!" una bella pacca sulla spalla che potrebbe smontare un edificio. "Anzi, buona fortuna per..."
Capisco a cosa si riferisce solo quando mi giro e vedo un'orda di donne strillanti col cellulare in mano invadere il mio spazio.
"Roby! Possiamo fare una foto?"
"Roby un autografo!"
"Roby, prima io! Ti ho portato l'acqua l'altro giorno! Ti ricordi di me?"
"Roby!"
Alzo le mani abbozzando un sorriso (e sorvolando come sempre alla storpiatura del nome) poi faccio spallucce rassegnato: "Una mini invasione!" esclamo, alcune di loro si rabbuiano mentre il viso delle altre si spegne un po' quando la prima ragazza si avvicina, credo sia l'assistente del regista dato che l'ho vista spesso al suo fianco, o magari la figlia.
"Prima io!" squittisce tutta contenta, per scattare la foto si mette in posa mostrando le labbra alla massima estensione, sembra una papera...E non vedo perché non dovrei fare altrettanto!
Fuori una.
"Adesso io!" grazie al cielo questa è una donna normale, anzi, solo ora riconosco la truccatrice che ieri ho spaventato poco prima della scena delle torture.
"Io, io!"
"No, c'ero prima io!"
"Ragazze, calmatevi!" mi sembra di stare in una gabbia di leonesse affamate.
E così eccomi intrappolato tra foto private, messaggi su whatzapp, dirette Instagram e Facebook, inglobato in un mondo di social network da cui mi sono sempre ben tenuto alla larga pubblicando si e no qualche foto alla settimana che spesso tratta di pubblicità ai miei film o ai miei impegni. Niente più, niente meno. So che essere famoso implica anche il mettere in piazza i propri affari personali, ma mi piace selezionare quali fatti esporre e quali non.
Non so quanto tempo sia passato ma finalmente posso dire di esser salvo dall'ondata di donne che prima era tutta per me, ora mi da le spalle come fossi diventato invisibile. Nemmeno una mi ha chiesto: "Come stai?" "Come ti sei sentito durante le riprese?" "Cosa farai adesso?" No. Foto, pubblicazione sui social in attesa dei commenti delle amiche invidiose, cinque minuti di fama e via, arrivederci e grazie Robert.
Finalmente prendo la via del camerino, mi fermo a parlare un attimo con lo sceneggiatore e ci beviamo un paio di bicchieri di champagne, ecco, lui per esempio mi chiede come va e se ho trovato delle difficoltà durante le riprese, se c'è qualcosa che vorrei migliorare o cambiare durante il montaggio.
Uomini. E' così semplice parlare con loro!


Finalmente torno in camerino e la prima cosa che faccio è prendere una salvietta struccante per togliere il fondotinta e il trucco che forma falsi lividi, la roba appiccicosa addosso proprio non fa per me.
Una volta sistematomi prendo il cellulare, un messaggio di mamma, un paio sul gruppo di teatro irlandese e infine la onnipresente chiamata di zio. Di solito lo lascio per ultimo ma questa volta lo richiamo immediatamente.
"Robert, dove eri finito?"
"Scusa zio, abbiamo finito le riprese e ci siamo concessi dei momenti di gloria."
"Bene, bene. Allora ho una buona e una cattiva notizia, quale vuoi sentire per prima?"
"La cattiva." Rispondo immediatamente. "Così la buona mi tirerà su il morale." Spero.
"Ok, allora stasera alle nove sarai in diretta su CinemaTV, domani avrai la giornata piena: inizieremo con una diretta radio fino all'ora di pranzo, poi nel pomeriggio dovrai essere agli uffici di C.M. e..."
"No zio, no!" protesto buttandomi a peso morto su una sedia: "Quelli di C.M. mi stanno sulle palle da morire."
CiackOn Magazine (1), famosissimi per le loro intervistatrici frustrate che fanno qualsiasi domanda in grado di metterti in difficoltà e in imbarazzo.
"Come ti è venuto in mente di prendere appuntamento con loro?"
"Poi..." zio allunga l'ultima lettera senza dire altro, questo significa che non ha voglia di discutere. "Sempre domani sera avremo la prima su red carpet di Il fidanzato perfetto, per fortuna si terrà qui a Los Angeles quindi non dovremmo prenotare uno spostamento estremo." Detto in parole normali, lo spostamento estremo sarebbe l'aereo di cui zio è terrorizzato. "La mattina dopo sarai libero ma nel pomeriggio avrai un servizio fotografico sempre per C.M. vogliono metterti in prima pagina." Segue altra lista di impegni che ho già dimenticato, so che mi spedirà la lista completa su messaggio e di conseguenza imposterò tanti di quei promemoria con sveglia sul cellulare che come minimo si fonderà.
"E adesso la buona notizia."
"Oh, avevo quasi dimenticato che ce ne fosse una!" sbotto ironico, qualsiasi cosa sarà meglio di questa sfilza di eventi.
"Ho telefonato al proprietario dello Stanley hotel." zio esita per mettermi sulle spine, ora sa che ha la mia attenzione e infatti rizzo le orecchie come un cane da caccia: "Apriranno il primo novembre ma quando gli ho spiegato la situazione, hanno insistito che tu arrivassi un giorno prima così potrai sistemarti a dovere e potrai godere di almeno un giorno senza troppa gente attorno." Esulto silenzioso stringendo il pugno muovendolo di scatto verso il basso. "Mi hanno poi assicurato che la tua privacy sarà garantita e che al momento hanno poche prenotazioni, l'albergo è talmente grande che potrai isolarti comunque."
Come previsto, dopo questa meravigliosa notizia ho dimenticato tutto quello che mi ha detto poco fa sui vari impegni lavorativi.
"Zio?"
"C'è qualcosa che non va bene?"
Scuoto la testa come se fosse qui davanti a me: "Vuoi sposarmi?"
"Oh Robert sai che sono di mentalità aperta e che uno dei miei migliori amici è gay...Ma l'incesto è troppo!"
Ci mettiamo entrambi a ridere.
"Dai, vatti a fare una doccia e preparati, verrò a prenderti alle sette in punto!"
"Si, signore!"
Forza e coraggio, ancora un paio di settimane e poi potrò finalmente dire addio a tutto questo stress!

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1- Nome inventato!

All'improvviso come la Neve - Gerini AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora