Parte prima (e prima della tempesta) CAPITOLO 9 - Madison

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Non ho dormito, inutile dirlo.
Gregory ha russato per tutta la notte senza accorgersi della mia triste maratona camera da letto – cucinino, tra bicchieri d'acqua gelata e fazzoletti usati, camminate sperdute e tristi riflessioni sul divano.
Ma cosa c'è da riflettere su un uomo che a poche settimane dal matrimonio smonta tutte le mie certezze con una semplice frase, un soffio che ha buttato giù lo splendido castello di carte che avevo costruito in dieci anni?
Questa cazzata del matrimonio.
Solo a pensarlo mi si stringe il cuore.
E' vero, sono stata intrattabile ieri e sono particolarmente agitata ma è solo segno di quanto io tenga a questa cosa. E ora che so che Gregory non ci tiene più non so davvero quanto sia giusto illudere i nostri familiari che vada tutto bene, non so con che forza camminerò verso l'altare il sorriso stampato in volto, come potrò dire le mie promesse senza balbettare o sentirmi male?
Semplice: non posso farlo.
Se Gregory non mi vuole sposare allora non mi sposerà.
Questi e altri pensieri oscuri hanno annebbiato la mia mente per tutto il viaggio di ritorno, Gregory è sempre stato appiccicato a quello stupido cellulare fatta eccezione per la strada che ci ha condotti dall'hotel all'aeroporto, sinceramente non ho nemmeno la voglia e le forze di chiedere con chi abbia messaggiato per tutto il weekend. Oggi non ho voglia di combattere.
Non mi tiene la mano durante il volo, finge di mettere la testa di lato e dormire, so bene che gli viene il mal di testa durante il decollo, so che non si sognerebbe mai di addormentarsi qui dentro. Mi sta ignorando.
E mi ignora anche quando varchiamo la soglia del loft di New York, lo sento farsi una doccia e lo vedo uscire vestito di tutto punto prendendo la via della porta senza nemmeno salutarmi.
Adesso voglio dormire, addormentarmi in un profondo sonno senza sogni e svegliarmi con la convinzione che si tratti solo di un terribile incubo.


A svegliarmi è il campanello di casa che suona con insistenza.
Lo sapevo! Sapevo che Gregory sarebbe tornato da me per chiedere scusa! Ora aprirò la porta e davanti al suo splendido viso troverò un gigantesco mazzo di rose rosse, in mano una bustina di Cartier e l'invito a cena in qualche lussuoso ristorante sulla costa.
Con energia spalanco la porta.
Per vedere Kim e Scarlett.
"Oh, finalmente!" inizia l'asiatica entrando senza permesso, come sua consuetudine toglie le scarpe col tacco vertiginoso ma nonostante questo è alta più di noi, che è insolito per un'asiatica ma è stato anche il suo punto di forza per averla resa una modella famosa in tutto il mondo. "Dove diavolo eri finita? Pensavamo fossi ancora a Miami!"
Basta questo nome a farmi salire un nodo alla gola, mi viene da piangere ma resisto, credo di aver finito tutte le lacrime ormai. Abbasso gli occhi dopo aver fatto un lungo respiro cercando di dimostrarmi abbastanza forte da reggere i loro sguardi dubbiosi: "Scusate." Sorrido così forzatamente che mi fanno male le guance. "Mi sono appisolata sul divano."
Scarlett mi guarda sottecchi, ha capito benissimo che c'è qualcosa che non va, ma da brava amica capisce anche che non ho voglia di parlarne.
"Beh, Bella addormentata nel bosco, vedi di vestirti perché siamo già in ritardo!"
"In ritardo per cosa?" chiedo confusa.
Kim è in camera mia e sta aprendo la cabina armadio per tirarne fuori un abito nero Chanel e buttandomelo addosso (sacrilegio!).
"Chissà per cosa!" sbotta spazientita.
"Per questo, no?" Scarlett si avvicina e dalla borsetta tira fuori tre biglietti del cinema.
"Non è un mercoledì, ma sarà comunque la nostra giornata Robert!" Scarlett ha un entusiasmo quasi contagioso.
Quasi.
Nonostante sia felice del fatto che passerò una serata con le mie migliori amiche a guardare il film del nostro attore preferito, non riesco a scacciare la punta di amarezza che ormai temo abbia trovato dimora fissa dentro al mio cuore.


Passeranno gli anni ma la magia di un film resterà sempre quella: annullare il mondo esterno.
E Robert ci riesce, almeno un po'.
Ne Il fidanzato perfetto interpreta un professore maniaco omicida che uccide le sue studentesse dopo averle sedotte. Certo il ruolo di professore non aiuta dato che è lo stesso mestiere di Gregory, ma per fortuna riesco a non pensarci troppo se non all'inizio.
Robert è un ragazzo bellissimo persino con quello sguardo folle e il sorriso tirato, si vede proprio che adora quello che fa, trasmette la sua passione e credo che sia proprio questo a renderlo un attore degno di nota.
Ovviamente tifiamo per lui anche se sappiamo benissimo che ha un ruolo malvagio e che fine farà a film concluso, però è stata un'ora e mezza davvero piacevole.
Una volta uscite dal cinema, Scarlett sospira portando le mani ai fianchi: "Ecco perché sarebbe bello vederlo recitare in un film romantico o comico!" si guarda attorno per accertarsi che non ci sia nessuno ad ascoltarla onde evitare spoilers, abbassa comunque il tono di voce: "Vorrei evitare di vederlo morto ad ogni suo film!"
"In effetti." Kim si mette nella stessa posizione di Scarlett e per un attimo sembrano una la strana copia dell'altra.
"Temo che Gregory voglia lasciarmi."
Chiedo scusa mentalmente a Robert per avergli rubato la scena, ma le parole sono uscite di bocca senza che il cervello abbia potuto far nulla per bloccarle.
Le mie amiche restano paralizzate come messe in PAUSA dal gigantesco telecomando del mondo, ma so bene che si tratta solo della quiete prima della tempesta, così decido di anticiparle e raccontare loro tutto quello che è successo a Miami, dalla mattinata principesca alla serata assurda.
"Oh santo cielo Maddy." Scarlett si avvicina prendendomi la mano: "Sei sicura di quello che dici? Sono dieci anni che state insieme!"
"Ma lui è stato molto chiaro." Ribatte Kim alla mia destra: "Dieci anni equivalgono ad una cazzata." Guarda Scarlett e poi me: "Fidati, ci guadagneresti e basta."
"Non starla a sentire, Maddy! Indaga a dovere, non mandare la tua splendida storia a puttane!"
Sono stupita, Scarlett non ha mai usato questo tipo di linguaggio dalla nascita del figlio, si vede proprio che la situazione le sta a cuore per non badare al linguaggio. "Dieci anni sono tanti." Sottolinea fissandomi negli occhi, riconosco lo sguardo di poche ore fa. Aveva davvero capito che c'era qualcosa che non andava.
"Per tutto il tempo non ha fatto altro che starsene al cellulare a mandare messaggi." Scuoto la testa: "Che altro dovrei indagare?"
"Eccolo lì, il bastardo!" ovviamente è Kim a sputare sentenza: "Ha l'amante e vuole scaricarti dando la colpa a te."
"Non essere precipitosa, Kim. Maddy, hai letto quei messaggi?"
Scuoto la testa negativamente: "Non le faccio queste cose."
"Dovresti. A volte la curiosità ti uccide, ma almeno allevia il dolore." Classico di Kim: dice tutto quello che pensa senza badare alle conseguenze.
"Magari state solo passando una crisi pre- matrimoniale, è normale, succede a molte coppie." Scarlett non ha mai lasciato la presa sulla mia mano, la trovo calda e confortante, come quella di una sorella maggiore: "Stasera parlatevi, chiarite e vedrai che andrà tutto bene."
"Abbraccio di gruppo."
Sia io che Scarl guardiamo Kim con sguardo stupito, non è certo da lei proporre queste azioni tenere e amorevoli.
Fa uno sbuffo verso l'alto: "Effetto Robert."
Ci uniamo e il loro calore mi avvolge da tutte le parti.
Forse Scarlett ha ragione: è solo una crisi pre-matrimoniale.
Andrà tutto bene.

All'improvviso come la Neve - Gerini AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora