Capitolo 1

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Ho in testa mille pensieri. Forse anche di più, non riesco a contarli.
I miei genitori stanno per venirmi a trovare nel mio nuovo appartamento per sapere come va l'università. C'è solo un problema: dopo il primo mese ho mollato gli studi (ho scoperto che medicina non fa per me) e loro ancora non lo sanno; non posso nemmeno dirglielo perché altrimenti mi staccherebbero la testa.
Per non parlare del mio "nuovo" tatuaggio: non penso che la vedranno bene la piccola chiave che ho disegnata sul polso. E non posso nemmeno nasconderla sotto la manica di una felpa dato che stiamo a metà giugno e fanno 40 gradi all'ombra. Avrò abbastanza fondotinta per coprirla? Non sono una che si trucca molto, quindi dovrei averne un flacone intero.
Tutto ciò che uso sono il mascara e la tinta labbra, quest'ultima solo in occasioni importanti.
Sto pensando a tutte queste cose e tante altre quando mi scontro con un ragazzo che probabilmente aveva occhi solo per lo schermo del suo cellulare.
-Ma non potresti prestare più attenzione a dove metti i piedi, idiota!? - sbotto prima ancora di alzarmi da terra. Probabilmente è stata una reazione eccessiva, ma sono già abbastanza nervosa di mio.
-A principessa, idiota ce chiami tua sorella, e poi anche te non è che ce stavi molto con la testa!- mi fa in risposta il ragazzo.
Non ho avuto nemmeno ancora il tempo di guardarlo in faccia che già mi sta antipatico. Insomma, mi ha praticamente appena scaraventata a terra e non ha nemmeno la decenza di chiedermi scusa. Bah.
Sto per insultarlo pesantemente quando alzo lo sguardo e vengo affascinata dalla sua bellezza. Non è una di quelle bellezze da "oddio ma quanto è bono quello", ma è molto più particolare.
Grandi occhi marroni incastonati in un viso dai lineamenti perfetti, incorniciato da una folta capigliatura mora.
Lui è ancora in piedi, ma comunque gli sono caduti degli oggetti che si sono sparpagliati con i miei.
Invece di aiutare a rialzarmi, si abbassa a raccogliere le sue cose: un paio di occhiali da sole neri e il cellulare.
Non mi chiede nemmeno se ho bisogno di una mano; si passa la mano sulle grinze della camicia celeste, si infila gli occhiali da sole e se ne va, lasciandomi lì come una deficiente.
Io quello lì nemmeno lo conosco, ma già mi sta sul cazzo.

Bipolare - UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora