Capitolo 25

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Seguo Andrea fino al parcheggio del condominio, e mi ritrovo davanti ad una Fiesta nera.
Sì, proprio quella Fiesta nera.
-Questa non è la macchina di Nico?- chiedo, dimenticandomi per un secondo la mia incazzatura.
-Sì, ma la mia sta in riparazione. Aveva qualche problema al sistema di raffreddamento, così l'ho portata all'officina di Daniele... Te lo conosci, Daniele?-
Penso che Andrea stia cercando un modo per avviare un discorso e farmi dimenticare del video, ma questo non fa altro che alimentare la mia rabbia. Questo deficiente pensa veramente che basti così poco per tranquillizzarmi?
Okay okay, forse dovrei davvero tranquillizzarmi: in fondo non ho motivo di avercela con Andrea, lui non ha colpa di nulla. A parte il fatto di avermi invitata a sedermi al tavolo con lui e quei dementi.
Quanto vorrei strangolarli uno ad uno.
Un momento... Da quando in qua faccio pensieri così violenti? Ah già: da quando conosco Nico.
Salgo in macchina senza rispondere alla domanda del ragazzo accanto a me, sbattendo lo sportello più forte che posso. Magari riesco ad ammaccare un po' la macchina a quello stronzo del suo coinquilino. Con lui sì che sono incazzata: siamo stati insieme tutto il pomeriggio e non ha nominato mai nemmeno una volta il video. Non dico che avrebbe dovuto scrivermi un cartellone con le luci lampeggianti, ma almeno un "Hey Cleo, lo sai che su Instagram gira un tuo video mentre balli ubriaca fradicia?". Mi sarebbe andato bene anche con quel suo accento del cazzo.
-Hai intenzione di indicarmi la strada o devo continuare a girare nella rotatoria finché non mi finisce la benzina?- esordisce improvvisamente Andrea, e mi accorgo che mentre insultavo mentalmente Nico siamo partiti e abbiamo superato il suo condominio da un bel pezzo.
Gli indico una via che mi sembra familiare, e lui la imbocca senza commentare il mio silenzio. Ho un senso dell'orientamento pari a quello di un neonato, per questo non ho voluto tenere l'esame per la patente. Preferisco prendere i mezzi pubblici, almeno non posso sbagliare strada.
-Dammi il telefono, ti inserisco il navigatore- rispondo infine allungando una mano, dato che, oltre a non sapere che altra strada prendere, non ho proprio voglia di parlare in questo momento. Che poi a malapena riesco a pensare, figurati a ragionare su dove si trovi il mio appartamento.
Andrea prende il suo telefono dalla tasca dei jeans e me lo porge, distogliendo per un secondo lo sguardo dalla strada e posandolo su di me. Non riesco a decifrare del tutto i suoi occhi smeraldo, ma non mi sono dispiaciuti addosso.
Mi passo il telefono tra le mani.
Un iPhone X. Wow.
-Beh sì, l'ho comprato qualche mese fa- fa di colpo, e mi rendo conto che forse ho espresso il mio pensiero a voce alta. Cazzo. -Sinceramente, non ci ho messo tanto a risparmiare i soldi per potermelo permettere- continua vantandosi, e ora mi rendo conto del perché lui e Nico siano migliori amici. Sono tutti e due sbruffoni e arroganti, a quanto pare.
-Dove lavori?- cerco di fingermi interessata all'argomento, dato che non voglio che si finisca a parlare del video.
-All'agenzia lungo via Giuseppe Pisanelli. Faccio il modello-
Mi giro verso di lui stupita, ma non quanto dovrei. Immaginavo già che uno bello come lui non potesse che non fare il modello: moro, occhi chiari, alto. E, come ho detto prima, molto bello.
-Forte- è tutto ciò che mi esce dalla bocca. Non ho idea di un altra risposta per sembrare meno deficiente.
Lui non aggiunge altro, così decido finalmente di aprire il telefono.
-La password-. Gli mostro la schermata con scritto "inserire il codice", senza guardarlo in faccia. Perché adesso che so che è un modello mi imbarazza così tanto parlargli?
Andrea afferra il cellulare e se lo posiziona davanti al viso, e con la coda dell'occhio noto che inarca leggermente un sopracciglio. Ha un'espressione buffa, ma molto sexy.
-Ecco, tieni- Andrea mi riporge il telefono, e sento improvvisamente le guance andarmi a fuoco. Grazie Dio, per avermi dato la capacità di trasformarmi in un pomodoro arrosto in meno di cinque secondi. Grazie davvero.
Afferro l'iPhone, e noto che l'app di Instagram è ancora aperta. E proprio sul mio video.
Anche dopo solo i primi dieci secondi, mi è venuta una voglia matta di scaraventare il telefono fuori dal finestrino.
@n.casali è il coglione che ha postato il video.
-Ci riesci oppure c'hai bisogno di una mano?- finisce la frase con una mezza risata, che mi fa pensare molto a Nico. Perché in ogni cosa che succede ci vedo sempre lui?
-Non sei di queste parti, vero?-
Il suo modo di atteggiarsi mi ricorda molto Nico, ma non il suo accento. Quello mi sembra più del nord.
-Sono di Milano. Si nota tanto?-
Mimo un po' con le dita, e lui sorride abbassando per un attimo lo sguardo. Scoppiamo tutti e due a ridere. Si somiglieranno pure caratterialmente, ma Andrea è molto più simpatico del coinquilino.
Cleo, basta fare paragoni con quello stronzo. Basta.
Inserisco la via del mio condominio sul navigatore e poggio il telefono sul cruscotto.
Ormai nella macchina regna il silenzio, a parte la voce robotica di Siri.
Quando finalmente arriviamo a destinazione emetto un sospiro di sollievo, come se fossi stata in apnea per tutto il tragitto. Mi slaccio la cintura ed esco dalla Fiesta, per poi rimanere in piedi come un baccalà davanti alla portiera aperta.
-Vabbè... Grazie per avermi accompagnata. Ci vediamo- gli faccio un cenno con la mano e faccio per chiudere lo sportello della macchina, ma qualcosa fa resistenza.
Il braccio di Andrea.
-Sai, mi chiedevo... ti farebbe fastidio, se domani mattina venissi a prenderti e ti portassi all'agenzia con me? Vorrei scusarmi per ciò che è successo stanotte, e offrirti il pranzo mi sembra un buon modo per iniziare-
Pronuncia la frase tutta d'un fiato, e quasi fatico a comprenderla.
-, certo... Va bene-
-Perfetto-
Faccio un sorriso ebete e lo saluto con la mano, per poi chiudere dolcemente la portiera.
Mi dirigo verso il portone del condominio senza voltarmi, e non entro finché non sento il rombo del motore della Fiesta nera allontanarsi. Eh sì, perché ormai so riconoscere la macchina di Nico anche solo dal rumore.
Cazzo.
Salgo le scale fino al mio appartamento, e quando entro non ritrovo la faccia incazzata di Valeria che mi aspettavo seduta sul nostro divano attaccata ad una lattina di Coca-Cola. Ma quella di mia madre, seduta composta al tavolo, intenta a sorseggiare un caffè.
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Hey guys❣️
Sì sono io, l'autrice, e volevo farvi sapere che mi è venuta in mente una cosa: su tiktok vedo spesso gente che recita delle mini storie, ma che alla fine sono sempre le stesse. Quindi, avevo pensato di farle anch'io, ma non di quel genere: registrerò delle scene tratte da "Bipolare" e le pubblicherò sul mio profilo, in modo da invogliare a leggere la storia anche gente che magari non la segue qui.
Fatemi sapere se vi piace come idea❤️
(su tiktok mi chiamo @jeans.jacket)
Comunque mi rende davvero felice sapere che vi sta piacendo la storia quando votate e mi commentate, quindi vi devo dire veramente grazie. Grazie di cuore!
Un bacio,
la vostra Cleo💋

Bipolare - UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora