Capitolo 6

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-Mamma! Papà! Non pensavo sareste arrivati così presto- li accolgo cercando di nascondere la preoccupazione in volto. Sembro riuscirci.
-Amore, ma che bell'appartamento che avete!- esclama mia madre entusiasta. Lancio un breve sguardo a Valeria, che per fortuna ha fatto in tempo a nascondere gli ultimi piatti.
Fulmino Nico con lo sguardo, come per dirgli "non azzardarti ad aprire bocca se vuoi ancora tutte le dita della mano". Inizialmente sembra abbia inteso, ma poi, come se niente fosse, si alza in piedi ed esclama: -Buongiorno, signori! Se non ho capito male, voi dovreste essere i genitori di Cleo, giusto?-
Se gli sguardi potessero uccidere, penso che a quest'ora quello stronzo sarebbe stramazzato a terra, invece risponde con un sorrisetto malevolo.
-Ehm, buongiorno anche a te... Quindi tu saresti...?-
Mi assale il panico; non posso dire ai miei genitori che questo è un ragazzo sconosciuto e insolente incontrato per strada che mi è venuto a portare il saccottino che ho lasciato dopo aver litigato con lui. Comincerebbero a farmi domande del tipo "Quindi ieri non stavi studiando eh?" oppure "E da quando in qua accetti che degli sconosciuti entrino in casa tua?" e altre cose così. No, meglio inventarmi qualcosa.
-Ehm, ecco, lui... lui è Nico, il...- non so cosa dire. Ah sì, potrei dire che lui è un mio compagno dell'università che era venuto ad aiutarmi con lo studio. Sì, può funzionare.
-Sono il suo ragazzo- Nico termina la frase per me. Lo guardo con gli occhi sbarrati. Non ci posso credere che abbia detto una cosa del genere.
Invece di vergognarsi per la cazzata che ha appena sparato, tanto per sottolinearla mi si avvicina e mi mette un braccio sulle spalle. Quanto lo odio.
-Ahh, e così la nostra cara figlia si fidanza e non ci dice nulla? Mi chiedo perché mai...- comincia papà, e già sento le orecchie avvampare.
-È che Cleo è talmente concentrata nello studio che si è totalmente dimenticata di mettervi a conoscenza di questo dettaglio- improvvisa Valeria al posto mio, e io non faccio altro che annuire. Io la adoro quella ragazza.
-Eh già, è proprio così...- riesco solo a dire. Se Nico non toglie subito il braccio dalla mia spalla, giuro che glielo trancio. Sembra mi abbia letto nel pensiero, perché si mette subito le braccia lungo i fianchi, ma continua a guardarmi con uno sguardo malevolo. Gli do una gomitata in risposta, fingendo sia stato un incidente per non far insospettire i miei, e lui si porta una mano sul punto in cui l'ho colpito (spero per il dolore).
-Allora tesoro, cosa ci offrite?- chiede mia madre e, anche se lo fa nel modo più educato possibile, non riesco a non pensare di risponderle male, così mi mordo il labbro per rimanere in silenzio. So che sembra non ci sia nulla di strano nella sua richiesta, ma è una vita che sopporto lei e le sue "regole su come essere una brava signorina", una fra le quali riguardava il non dover chiedere mai nulla al padrone di casa e aspettare che ti sia offerto.
-Se volete, signori, stavo giusto per preparare il caffè- propone Valeria, sempre al momento giusto.
-Oh sì, grazie cara, ci farebbe comodo una scorta di energie dato che dovremo camminare tutto il giorno in giro per la città!- risponde mia madre.
Io e Valeria prepariamo il caffè e apparecchiamo la tavola con tazzine e piattini senza dire una parola; i miei genitori si siedono vicini, e Nico di fronte a loro. Scruto un attimo tutte le sedie disponibili, poi mi rassegno al fatto che dovrò sedermi per forza vicino al mio presunto "ragazzo".
-Vie', amo', vie' a sederti vicino a me!- mette il dito nella piaga Nico, e appena mi siedo gli pesto un piede in risposta.
Valeria si siede sulla sedia alla mia destra (a capo tavola) e comincia a sorseggiare il caffè.
-Allora, tesoro, da quanto tempo state insieme tu e Nico?- chiede mia madre nel suo solito modo pettegolo. Lei riuscirebbe a far sembrare un pettegolezzo anche il costo del pane.
Guardo Valeria spaurita. E adesso cosa dico? Non devo rispondere con un lasso di tempo troppo lungo, perché sembrerebbe strano che la notizia non sia trapelata prima. Un mese dovrebbe andare più che bene.
-Beh, da circa un mese- risponde Nico prima ancora che io possa aprire bocca. Per una volta ha detto la cosa giusta, ma dato che sembrerebbe troppo bello per essere vero, subito dopo aggiunge: -E infatti tra due giorni è il nostro mesiversario!- e mi rimette quel maledettissimo braccio sulle spalle.
Sorrido incerta ai miei genitori, che sicuramente si staranno già facendo i peggio film mentali, tutti con me vestita da sposa come protagonista.
-Aw, che siete carini! E cosa vorreste fare per il vostro mesiversario?-
-Nico vuole farmi una sorpresa- dico prontamente e faccio spallucce. Riecco gli occhi malevoli di quello stronzo addosso.
-E invece come vi siete conosciu...-
-Oh no, si è fatto tardi! Io e Valeria abbiamo un sacco di faccende da sbrigare!- interrompo altre domande indiscrete -È stato bello, tornate a trovarci!- dico, anche se non lo penso.
-E la visita a Roma?-
-Andremo domani, oggi siamo troppo impegnate, vero Vale?-
-Sì, verissimo- risponde Valeria, capendo al volo.
Li accompagno verso la porta, li saluto, mi ringraziano per il caffè e vanno via.
-Simpatici, i tuoi genitori!- fa Nico dietro le mie spalle, una volta che ho chiuso la porta.
Mi giro verso di lui: sto per esplodere.

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