cap.5

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Tony's pov
Aspettai in ansia, l'infermeria mi lasciò nell'atrio e aspettai. Aspettai di sapere i risultati.
L'ansia mi consuma, guardo in basso verso quelle due scatole che avevo portato per la sorpresa di Pepper, dentro ci sono due palloncini e tanti coriandoli.
Stamattina morivo dalla voglia di vedere la faccia di Pepper quando li avrebbe aperti e avrebbe visto i due palloncini blu, e invece ora sono qui a morire e basta.
Non può andare tutto male, non ora che mancava cosi poco, una settimana, una sola fottutissima settimana e avrei avuto i miei due piccoli tra le braccia.
Sento lo stomaco in contorcimento, le mani tremano e sento una strana sensazione di freddo, anche se nella stanza fa caldo, il classico caldo da 9 agosto.
Finalmente verso le sei di sera il dottore venne verso di me.
Subito scatto in piedi e mi avvicino.
"Allora, cosa è successo? È qualcosa di grave? Stanno bene??"
Chiesi al dottore. Sudo freddo le mani mi tremano non credo di essere mai stato peggio di così.
"Ci sono dei problemi con uno dei due bambini."
Disse prendendosi poi una piccola pausa.
"Il cordone ombelicale rischia di soffocare il bambino, dobbiamo intervenire quanto prima"
Continuò spiegando bene la situazione. Un nodo alla gola mi impedì quasi di respirare.
Cazzo.
"Ccosa si può fare?"
Chiesi balbettando per il panico.
"Per evitare problemi alla madre e all'altro bambino dovremmo preparaci per una parto cesareo in anticipo. Tra circa un'ora inizieremo con l'indurre il parto, adesso la madre deve riposare un po', l'ho già informata della situazione può vederla se vuole."
Annuii incredulo al dottore e dopo presi le due scatole e le portai dentro.
"Comunque non si preoccupi risolveremo tutto magnificamente e lei potrà rilassarsi quando non dovrà correre dietro a due pargoli"
Disse ancora il dottore cercando di tranquillizzarmi.
Il cuore batte a mille, uno dei miei bambini sta male e tra qualche ora entrambi saranno qui. Nulla è pronto, questa settimana mi serviva per prepararmi psicologicamente alla cosa. Sto per diventare padre, non so nemmeno se ne sarò all'altezza, e se non fossi abbastanza? Se i miei figli meritano di più di quanto io possa dargli?
Entrai nella stanza dove Pepper mi guardò sorridendo, aveva il viso stanco ed era evidente che si era svegliata da poco.
"Beh allora pare che i nostri gemelli non voglio proprio più stare li dentro"
Dissi scherzando abbozzando un sorriso mentre mi avvicino a lei.
"Eh già"
Rispose sorridendo.
"Sai un po' me lo aspettavo, sono comunque tuoi figli, qualcosa da te avranno preso no!?"
"Già. Comunque ho portato una cosa per te."
Dissi passandole le scatole.
"Fammi indovinare dentro ci saranno dei palloncini blu o rosa vero!?"
"Dai su aprili"
La incitai e dopo aprì la prima scatola poi la seconda, mostrando i due palloncini blu che e svolazzavano fuori dalla scatola. Pepper rise mentre delle lacrime di gioia le scendevano lungo il viso.
L'abbraciai posando le due scatole.
"A quanto pare avrai anche dei piccoli me che e ti faranno impazzire come il sottoscritto"
Le dissi scherzando.
"Spero vivamente che non siano come te"
Rispose ironica.
La lasciai da quell'abbraccio e rimasi seduto accanto a lei e le accarezzai delicatamente il pancione, che era circondato da fili e sensori.
"Stanno per arrivare"
Le dissi guardandola negli occhi.
"Già, il momento è arrivato. Sembra sia passato in un secondo"
Aggiunsi prendendo posto sulla sedia lì accanto.
"Questo perché ancora non dobbiamo badare a due piccole pesti. Credimi dopo che saranno nati saranno solo guai per noi e lì ci mancherà il momento in cui erano ancora tranquilli qui dentro."
Disse ironica. Aspettammo ancora un paio d'ore e il dottore le somministrò il farmaco che avrebbe dato il via alle danze. 
Il travaglio iniziò, ormai è sera e quindi è molto probabile che nascano dopo la mezzanotte. Il dottore procedette con estrema cautela e quando il momento fu più adatto e sicuro per i bambini procedette al parto.
In ansia e tremando come una foglia seguo il dottore e tutta l'equipe nella sala dove a breve i miei piccoli campioni sarebbero nati, finalmente. Certo il genitore sarà forse il lavoro più difficile che dovrò compiere ma preferisco tenere stretto tra le braccia i miei figli e proteggerli al costo della vita che aspettare qui con le mani in mano sperando che tutto vadi bene. Questi quasi nove mesi sono stati un inferno, come potevo proteggere qualcosa che solo il destino poteva controllare!?

Le danze ebbero inizio, aspettai nella sala, ci vollero circa quarantacinque minuti prima che potei sentire il suono più bello della mia vita. Alzai lo sguardo verso quel suono e vidi un piccolo e tenero bambino avvolto in piccolo lenzuolo bianco tra le braccia dell'infermiera. Qualcosa mi colpì, una sensazione bellissima, una gioia incredibile che aumentò quando solo qualche minuto  vidi un altro piccolo avvolto nel lenzuolo. Ora capisco che se c'è un motivo per il quale sono sopravvissuto a quella grotta in Afghanistan è sicuramente per vedere questo spettacolo.
Tutto finì sembra quasi che tutto sia tornato alla normalità, sono di nuovo nella camera con Pepper aspettando che lei si risvegli, ma stavolta c'è un piccolo particolare, a qualche piano più giù in un'incubatrice c'erano i miei figli.
Aspettai il suo risveglio rimanendo al suo fianco.
Appena Pepper si svegliò il dottore entrò per parlarci dei bambini.
"Le condizioni dei bambini sono buone, nonostante siano nati prima del termine non sembrano riportare problemi, tra un paio di giorni potranno essere portati a casa. Se volete ora potete vederli"
Disse il medico e fece un cenno con la mano e dalla porta entrò un'infermiera che trascinava difronte a se un'incubatrice dove due meraviglie stavano tranquillamente riposando. 
Sia io che Pepper ci riempimmo di gioia, e sui nostri volti spuntarono dei sorrisi. 
Pepper prese in braccio uno di loro mentre io presi l'altro. 
Fu in quel momento che capii che le cose più importanti le avevo di fronte a me, mia moglie e i miei due bambini, ora tutto ciò che devo fare è proteggerli.
Io e Pepper ci guardiamo per un secondo e capimmo subito cosa dovevamo fare.
Ora avevamo i nostri figli ma loro non avevano un nome.
"Mark"
Disse lei cullando il piccolo tra le braccia.
"Peter"
Risposi guardando quei due occhioni nocciola che mi scrutavano dal basso. 
Eh già Peter e Mark, voi due piccoli marmocchi siete riusciti a incasinarmi la vita. 
Ah Peter con il tuo piccolo sguardo sei riuscito già a fregarmi. Non potrò mai dimenticarmi di questo giorno, il primo istante in cui ho stretto mio figlio tra le braccia, una creatura pura che ancora non ha avuto l'occasione di disprezzarmi e una cosa che io non ho rovinato, ancora...
Sarò un padre degno di questo nome, non commetterò gli errori del mio vecchio, non permetterò a me stesso di rovinare questi due piccoli gioielli.

Passai la notte con Pepper, notte per dire visto che tutta l'azione si è svolta alle prima della mattinata, ed è proprio in quelle prime luci dell'alba del 10 agosto che potevo gridare al mondo intero di essere diventato finalmente padre.
Pepper stanca si è addormentata e io decido di fare quattro passi. Percorsi i lunghi corridoi, oggi mi sembrano più allegri.
Cammino senza un'apparente meta ma in realtà so benissimo dove sto andando, e così mi ritrovai tra i corridoi colorati e pieni di disegni del nido, arrivo a quella vetrata che da sulla stanza dove riposano i bambini nati da poco. Rimasi a cercare i miei bambini oltre quel vetro.
Una grande gioia e delle lacrime si appropriarono di me appena li vidi, sono così piccoli e teneri, così perfetti.
Eppure cosa ho fatto io a meritarmi certo splendore!?
L'attimo dopo quella calma si trasformò in frastuono, voltai la testa per qualche secondo e vidi la rappresentazione del caos venire verso di me, avrei sicuramente chiamato un'armatura ma visto che poteva essere pericoloso per tutti quei piccoli che riposavano decisi di accettare la calamità che stava per colpirmi.
"Siamo radiosi oggi. Su dimmi dove sono i miei nipotini?"
Disse May avvicinandosi a me seguita da Ben.
"Proprio li"
Risposi torcendo di poco il busto e indicai un punto sul vetro, felice e orgoglioso di poter dire che quelli era i miei figli.
"Sono troppo belli"
Disse May entusiasta mentre mi stritola il braccio.
"Beh ora tocca a te vecchio mio"
Dissi ironico a Ben dandogli una pacca sulla spalla.
"Speriamo almeno qualche anno"
Rispose sorridendo, beh è normale si sono sposati da meno di un anno.
"Amico sei uno straccio e nemmeno sono arrivati a casa"
Sentii dire da un mio amico che era appena arrivato.
"Beh è normale Rhodey, non ho chiuso occhio tutta la notte"
Risposi voltandomi.
"Per questo siamo tutti qui, altrimenti avresti fatto impazzire Pepper"
Disse Happy presentandosi nella sala. 
Gli "ospiti" raggiunsero Pepper nella sua stanza mentre io mi fermai ed entrai in quella camera piena di piccole incubatrici e mi fermai vicino ad una di esse e visto che una fessura di essa era aperta chiesi alla dottoressa che era lì se potevo accarezzare mio figlio e lei acconsentì con un cenno della testa.
"Hey ciao piccolino. Lo sai che sei proprio minuscolo e che il tuo papà già ti adora.. Sei la cosa più bella che abbia mai visto lo sai vero!?"
Dissi a bassa voce per non disturbare tutti i piccoli che erano lì, delicatamente gli accarezzai la testolina mentre lui dormiva. È davvero un esserino minuscolo ma credo di amarlo già.
Ed ora che mi accorgo di quanto sono ricco e non per i soldi che effettivamente ho ma per avere tutto questo, una moglie, amici e ora anche Peter e Mark sono entrati nelle mie ricchezze...


Hola
Vi è piaciuto il capitolo?
Ci vediamo ad un prossimo episodio...
~Leo.

Before Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora