twenty-four; little talks.

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«Nel '45 sono rimasto congelato dopo aver conosciuto il mio grande amore. Mi sono risvegliato settant'anni dopo...sono andato avanti... e poi, lei, la donna che mi ha stravolto la vita. Otto anni fa, io le servivo per un personaggio. É... anzi era una scrittrice. Ha scritto di me, o di noi. Ammetto che, anche se sono passati cinque anni, mi manca.»

«Wow, mi sento onorata dopo questo. Non mi aspettavo che ti mancassi, non dopo cinque anni!» disse lei con una mano sul cuore. Era seduta davanti a Steve. Gambe incrociate, capelli legati, sorriso stampato sul volto: era senza dubbio Victoria.
Steve chiuse gli occhi. Sperava che le sue "allucinazioni" - se così vogliamo chiamarle - sparissero. E invece no, aumentavano. E in un momento come quello avrebbe preferito che Victoria gli scomparisse davanti agli occhi dal nulla. Anche se, era stato Steve a nomianarla.

Si sporse con la schiena in avanti, alzò le sopracciglia, e il suo sorriso si faceva più grande. «Guarda lei, sembra così spaesata. Non ti sembra strano?
Di solito tutti quelli che vengono in questo posto, sono tristi, mentre questa rossa lì - indicò la giovane seduta poco più lontano da lei - sembra tutt'altro che triste, non trovi? Parlale, invitala a pranzo, dai.» si alzò da quella che era la sua postazione. Andò verso la donna - che chiaramente non poteva vederla, solo Steve poteva - si mise dietro di lei. La osservava bene. «ha un viso familiare, forse l'avrai vista in televisione, qualche serie tv.. chi lo sa?» disse scrollando le spalle. «ti do il permesso di frequentarla, ok?» Steve annuí, si stava dando il permesso di frequentare una donna da solo - anche perché la vera Victoria non gliel'avrebbe mai dato, anzi -.
Per le altre persone, Steve, stava annuendo a caso.

Avevano terminato il loro incontro. Un certo Brian era stato l'ultimo a raccontare la sua esperienza e, chiaramante, Rogers aveva terminato dicendo di cercare di andare avanti.

«Il mondo é nelle nostre mani, tocca a noi ragazzi. Noi dobbiamo fare qualcosa, altrimenti Thanos avrebbe fatto meglio ad ucciderci tutti.»
Stava iniziando a crederci anche lui, un pochino. Diceva di andare avanti, quando lui era il primo a stare fermo. Era il momento di voltare pagina.

Si avvicinò alla rossa che Victoria gli aveva segnalato.

«non sei di qui, giusto? Non ti ho mai vista nel nostro gruppo.» chiese Steve. Iniziare con "io sono Steve" era troppo banale. La ragazza si girò e gli rispose che non era esattamente di qui. Poi Steve si presentò e lo stesso fece la donna. Jean era il suo nome. Chiese persino in che anno si trovavano. Certo che era strana.

«Jean, ti va se andiamo a pranzare insieme?»
Steve aveva spostato lo sguardo, vedeva Victoria che gli faceva l'occhiolino e faceva di sí con la testa. Da lì, Victoria scomparì e non tornò più.. o quasi.

«Quindi tu sei una specie di super eroe?» chiese la donna mentre sorseggiava il suo thé freddo. Non smetteva di guardarsi intorno, come se qualcuno la stesse cercando, come se fosse scappata da qualcuno.

«una specie.» le rispose modestamente.

Jean sorrise. «Fantastico! Raccontami di Thanos, della tua banda di eroi e di come l'avete affrontato.» quella donna non era fuori dal mondo, di più. Ormai non vi era essere vivente che non conoscesse il terribile Thanos.

Steve, cercando di soddisfare la curiosità della rossa, iniziò a raccontarle tutto dal principio. Da quando Thanos aveva schioccato le dita, milleottocentoventisei, circa, giorni fa. «il titano arrivò sulla terra con il pretesto di prendere le gemme dell'infinito, ci riuscì, schioccò le dita, metà popolazione scomparve» fece una pausa. Jean lo guardava incuriosita, poteva solo immaginare cosa aveva passato il povero Steve. «mi dispiace, perdere tutti... dev'essere stato terribile.» disse, aveva allungato una mano. Era andata a finire su quella di Steve che era seduto difronte a lei. «se non vuoi andare avanti, non importa.»
Il capitano scosse la testa. Jean spostò la sua mano da quella dell'uomo.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑 𝐓𝐑𝐀 𝐋𝐄 𝐑𝐈𝐆𝐇𝐄 ─ steve rogers ( ✓ )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora