twenty-seven; there you are.

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«Sto morendo di fame, stare per cinque giorni in quel posto là mi ha davvero sfinita!» aveva ammesso con una mano sulla pancia. In quella dimensione, cibo e acqua non vi erano, ma la fame e la sete non si facevano sentire.

«Cinque giorni? - chiese Steve - Vic, sono passati bene cinque anni.» guardava Victoria aspettandosi chissà quale reazione da parte sua, invece, se ne stava seduta mangiando un sandwich fatto con quello che aveva trovato. Aveva smesso di masticare e, per poco, non si affogava. Scott la guardava se volesse dire: "non sei l'unica, anche per me é una cosa nuova."

«Stai scherzando? - chiese lei, eppure era la realtà, l'espressione seria degli Avengers glielo fece capire - Cinque anni... - fece cercando di metabolizzare la cosa, non le pareva un cosa tanto negativa - vuol dire che tecnicamente non ho ancora trent'anni. Io la considero come una vittoria!» si era alzata, aveva posato il suo panino e si era posizionata davanti Steve. Lo osservava bene, non le sfuggiva alcun dettaglio.
«Tesoro, tu non sei invecchiato di una virgola» affermò poggiandogli una mano sulla guancia.
Steve stette in silenzio e un sorriso gli spuntò in volto, mise la sua mano su quella di Victoria consapevole che non l'avrebbe persa di nuovo, forse.

Victoria tolse la mano dal viso del Capitano e si era messa a braccia conserte. «Cosa sono questi musi lunghi?» fece qualche passo indietro. Il suo sguardo si posò su ogni Avenger lì presente. «Un procione? - disse guardando Rocket - cos'è? Adesso avete una mascotte? Potevate sceglierne una più carina.» sorrise all'animale che rispose guardandola male e dicendo che si era pentito di aver contribuito a farla ritornare sulla terra.

«E Bruce..- si avvicinò all'omone verde - sei cambiato dall'ultima volta in cui ci siamo visti... nuovo paio di occhiali?» domandò retorica. Aveva notato che nella sua "trasformazione" - se così vogliamo chiamarla - Bruce aveva fuso il se stesso umano, con il suo alter-ego verde. Trovava ciò che era riuscito a fare affascinante.

Poi guardò Thor, segnato dal dolore della precedente sconfitta. Aveva visto, e percepito, il suo lato umano, imperfetto, che anche un dio poteva avere. Però, non poteva mancare una delle sue battute idiote e inappropriate. «Da quando sei in dolce attesa?» aveva chiesto al dio norreno che le aveva risposto sorridendo e alzando le spalle.

Fece notare a Barton che il suo taglio era davvero bello. Poi conobbe Rocket, che tentò di morderla più volte.

«Tu sei Ant-Man! Fantastico, amo quel modo in cui - Victoria iniziò a gesticolare - diventi piccolo e poi di nuovo grande.» disse lei piena di ammirazione verso Scott. Non aveva mai avuto l'occasione di conoscerlo, ma Steve gliene aveva parlato anni prima. Le sue capacità l'avevano affascinata fin da subito, ed era convinta ce fosse un super eroe eccessivamente sottovalutato.

Si guardò ancora attorno. C'erano Steve, Tony, Clint, Bruce, Rhodes, Scott e il procione. «Sbaglio o Natasha non é qui? Dove l'avete lasciata?» chiese non vedendo la rossa. Clint abbassò lo sguardo, Steve lo aveva incatenato ancora al suo di sguardo.

«Lei, lei sta... riposando.» Steve che mente non si può sentire, assolutamente. Victoria, credendogli, gli aveva sorriso mentre gli altri si scambiavano numerose occhiate.

«Non è vero.» affermò con decisione Barton. "Che cosa non è vero?" si chiedeva Victoria. «Lei non sta... riposando.»

«Clint.. tutto apposto?» domandò la bionda continuando a non capire che cosa Clint intendeva.

«Natasha non sta riposando. Tu non rivedrai Natasha, lei non rivedrà te.» aveva alzato lo sguardo, l'arciere la guardava negli occhi.

Victoria continuava a guardarsi intorno, cercava di capire che cosa provavano gli altri per avere una minima idea do che cosa fosse successo alla russa. Cercava di instaurare un contatto visivo con la squadra, invano. Tutti loro mantenevano uno sguardo nel vuoto. «Natasha non sarà mica morta, non é vero?» il suo senso dell'umorimo, benché inappropriato, non era sparito. Aveva detto quella frase in tono ironico, pensando che fosse uno scherzo, pensando che la sua amica sarebbe apparsa dietro di lei spaventandola. Nessuno le rispose. E lì capì che era tutt'altro che uno scherzo. Si sentì le gambe diventare gelatina, non era il dolore devi altri, era il suo. Aveva perso un'amica, una confidente, una sorella, aveva perso Natasha.

Si sedette, mani sulle tempie e lacrime calde che le rigavano il viso.





« se siamo nel 2023, hai visto l'ultima stagione di Game of Thrones? Com'è stata?» Victoria sapeva che non era il momento, aveva appena scoperto della morte della sua amica. Provò a dirglielo Steve. "Non credo sia il momento" le aveva detto. Ma questa é Victoria, ha una capacità di cambiare argomento da un momento all'altro in modo straordinario, indipendentemente dall'argomento. Steve sembrava non dirle niente. Però lei insistette, voleva sapere come era l'ultima stagione della sua serie tv preferita.

Lo sguardo di Steve non prometteva nulla di buono, anche lui era deluso dal finale. «Non dirmi che è successo qualcosa a Sansa, ti prego» chiese Victoria, mentre Steve stava attento a non farle alcuno spoiler.

«Pensavo di essere io il tuo Stark preferito!» disse in tono offeso Tony, più che offeso era davvero contento di rivedere Victoria. Pareva volesse rompere quel ghiaccio durato per ben sette anni.

«Tony tu mi sei mancato più di tutti.» disse la scrittrice avvicinandosi a lui. Si abbracciarono, un abbraccio che attendevano da troppo. «cos'é questa fede nuziale?» chiese la bionda notando l'anello che portava al dito l'uomo. Poi fece per staccarsi dall'abbraccio. «ti sei sposato.. sono fiera di te. Scommetto che hai anche dei figli adesso»

Tony si grattò la nuca e annuì «Morgan, é bellissima, sai dovresti conoscerla» gesticolò, Victoria fece di sì con la testa, non vedeva l'ora di conoscere la figlia di Tony. Da come ne parlava lui, allora, era una bambina davvero speciale per lui. «ho conosciuto Spider-Man, e ti prego, insegnagli a mantenere la sua identità segreta, ha detto di essere Spider-Man a chiunque. Ho conosciuto anche Peter Quill, un bel tipo, - al sentire quello Steve si era messo allerta - un po' tonto, ma un bel tipo. E il dottore, mh.. Strange?» tentò di ricordarsi lei. In quell'istante si ricordò di quello che Doctor Strange le aveva detto. "Di' loro che non hanno molto tempo, non abbiamo molto tempo. Lui sta arrivando" diceva Stange. "lui chi?" aveva chiesto Victoria. "State pronti!" le aveva semplicemente detto queste due parole e poi le aveva voltato le spalle. Victoria riuscì ad intravedere un altro mago, più basso del primo, che con sé si era portato tanti stregoni come lui. Non chiese oltre poiché la sua curiosità era superata dalla voglia di rivedere Steve.

«Il dottore - affermò guardando poi nel vuoto - mi ha detto di tenerci pronti, che lui, lui stava arrivando!» Probabilmente la presero per pazza. Arrivare dopo cinque anni e dire che lui stava arrivando. "Lui" chi? Soprattutto. Chi stava arrivando? La Terra non affrontava nemici da quando Thanos non aveva dimezzato la popolazione.
Chi stava arrivando? Di nuovo il Titano?
"No, impossibile." pensavano.

«Victoria che stai dicendo?» le domandò Steve. L'aveva avvicinata a sé, questo "lui" non gli suonava tanto rassicurante. L'aveva stretta di nuovo, come quando l'aveva persa. Lei però si era allontanata dalla sua presa.

«Steve non capisci, non capite, tutto ciò non é ancora finito.»

Scott si era avvicinato a una delle porte di vetro della struttura. Osservava fuori gli uccelli volare e poi una nuova di polere li avvolse. Erano tutti ricoperti da macerie, la base degli Avengers era distrutta, e, chi era in superficie, vedeva un'enorme nave spaziale. Ecco cosa intendeva Strange. Quello era solo l'inizio.













𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑 𝐓𝐑𝐀 𝐋𝐄 𝐑𝐈𝐆𝐇𝐄 ─ steve rogers ( ✓ )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora