eleven; give you what you like.

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«Non vi pare troppo? Andate nelle vostre stanze» ordinò Natasha.


Il capitano, imbarazzato, disse solo un: "ci vediamo dopo Vic." Stampandole un ultimo bacio prima di sparire da quella stanza. Quella stanza, dove ormai passavano molto del loro tempo. Merito di Stark? Direi proprio di sì.

«Non voglio nipotini prima del matrimonio» affermò la rossa dopo aver studiato lo stato della scrittrice.

Victoria iniziò a sudare, nemmeno lei voleva figli prima del matrimonio. O forse non voleva figli e basta?
Adesso doveva buttare una scusa per non destare sospetti. «Credo che Steve non ne voglia, sai ha paura che "vengano" male dato che è composto al 75% da siero» inventò casualmente.

«No, assolutamente, Steve adora i bambini. Il vostro primo bambino sono certa che lo chiamerete James.
Anzi no! Saranno due gemelli: James e Natasha...che ne dici?
Ma prima devo organizzare le vostre nozze..» fu interrotta da Victoria che si alzava.

«Nat, per favore meglio non correre» disse la bionda.

«Non avevo pensato al fatto che Steve è così timido che dovrò spingerlo un po' per farti la prop..» si fermò di nuovo, stavolta a causa dello sguardo dell'amica.

«beh Nat, Steve è capace di tutto»

«disse la donna che lo conosce da appena sei mesi» fece gesticolando la Vedova Nera.

«la spia russa che lo conosce da più tempo non è mai entrata nei suoi pantaloni»

Natasha fece una faccia come se non avesse mai sentito parlare la scrittrice di argomenti del genere o delle sue conquiste.

«Victoria, James e Natasha Rogers suona benissimo!»

«i miei unici figli sono e saranno i miei libri» aveva detto, probabilmente era vero. Ma fu quel "James" che Natasha aveva pronunciato con un tono differente a farla incuriosire. «Perché Steve chiamerebbe nostro figlio proprio James?»

«Il suo migliore amico, il sergente Barnes, Bucky...non te ne ha mai parlato?» disse Natasha, e rendendosi conto che l'amica non aveva la più pallida idea di chi fosse quel Bucky, assunse un'espressione più sorpresa.
«Non dovevo essere io a parlartene, tu e Steve dovete fare una lunga chiacchierata»

Nei quattro mesi in cui si erano frequentati, Steve non aveva mai parlato di questo Bucky. Come poteva non averle parlato addirittura del suo migliore amico per tutto questo tempo? E, soprattutto, perché? Non c'erano apparenti ragioni per tenerglielo nascosto. Per questo, a passo spedito, andò incontro a Rogers intenta ad avere spiegazioni.

«quelle lacrime?» chiese Victoria vedendone una sulla guancia di Steve. Evidentemente non aveva notato che stava tagliando una cipolla. Steve glielo fece notare.
«pensavo che F.R.I.D.A.Y. servisse a qualcosa»

«Sai, per 'sta sera, volevo fare qualcosa di speciale io»

che succede questa sera?- pensò la donna. Si vergognava di chiederlo. Aveva paura che fosse una cosa importante, e lei se ne era completamente dimenticata. Andò a tentativi.

«buon compleanno!»

«il mio compleanno è a luglio»

«ah...»
nel frattempo era come se avesse dimenticato ciò per cui era andata a cercare Steve. «Prima che mi dimentichi: dobbiamo parlare» disse lei a Steve.

A lui, avevano detto che quando una donna pronunciava quelle due parole, era giunta la propria ora.

«Parliamo pure..»

«Sai dirmi chi è il Sergente Barnes? - al sentire quel nome impallidì, tanto da far invidia ad una mozzarella - aspetta, aspetta forse lo conosci meglio come Il Soldato di Inverno, o addirittura come Bucky.» fece spietata.

«Victoria i-io..»

«T-tu -gesticolò imitandolo - cosa? Perché non mi hai parlato di Bucky? del tuo migliore amico!»

«avrei voluto farlo ma-» fu bruscamente interrotto.

«avresti voluto parlarmene? Ah sì? Cosa ti frenava Steve? Il fatto che questo Bucky sia diventato un burattino dell'H.Y.D.R.A.? Oppure non ti fidi abbastanza di me?»

«te lo dirò ma non devi parlarne con Tony...»

«Scordatelo, non gli mentirò, non l'ho mai fatto e non incomincierò a farlo per - si fermò un secondo, era davvero arrivata a questo punto - per te.» le duoleva dirlo, ma l'amore che provava per Steve non era superiore a quello che provava per Tony.
Certo, il tipo di amore che provava per i due era ben diverso. Victoria mai si sarebbe sognata di fare con Stark le stesse cose che faceva con Steve.
Ma per lei Tony era il suo tutto. Il suo migliore amico, una sorta di padre, tutto.

«Certo che sei proprio una bambina! Sei l'incoerenza fatta persona» disse Steve.

«E tu sei uno stronzo!» fece lei uscendo da quella stanza. Forse Steve aveva ragione, forse no, ma lei non avrebbe tradito la fiducia del suo migliore amico.

Quella sera, il giorno del loro quarto mesiversario, la passò a casa sua facendo maratone di vecchie serie tv.

Era passata ormai la mezzanotte e lei ancora non aveva finito la seconda stagione di Baywatch - già la serie con Pamela Anderson. Il cellualare segnalò che un messaggio le era arrivato. Aveva impostato una suoneria particolare per i suoi numeri preferiti, inutilmente l'aveva messa anche al numero di Steve. Perché inutilmente? Semplicemente perché Steve, il suo cellulare lo usava così raramente che in confronto ai diamanti, ciò era ancora più raro.
Era Steve. Raro come i diamanti.

From Steve:
Mi dispiace, non avrei dovuto farti scendere a compromessi. Vediamoci a Cantral Park, sulla nostra panchina.

Ormai quella panchina, dove si erano baciati per la prima volta, era diventata quasi di loro proprietà. Se qualcuno l'avesse messa in affitto ci avrebbe guadagnato un sacco solo grazie a questi due.

Nonostante fosse notte fonda, di diresse verso il luogo del loro appuntamento.

«vedo che non hai avuto problemi con la tastiera.»

«ti potrei sorprendere»

Victoria, lì, volle tante spiegazioni. Si fece raccontare tutto di lui. Da quando era un comune ragazzino di Brooklyn che pesava meno di 45 kg, di Bucky, di quando era stato arruolato, della sua "trasformazione", della relazione con l'Agente Carter, di quando era stato scongelato, di New York, della relazione con l'altro Agente Carter, di nuovo di Bucky e infine di Ultron.

«Ti ringrazio» disse lei. «per avermi regalato 50 sfumature di Steve Rogers»

Poi, non fu la volta di Victoria, non raccontò di lei. Ne parlava di continuo, e poi bastava andare a cercare il suo nome su wikipedia.

Lei le aveva raccontato tutto e per tutto non intendo tutto, una parte l'aveva tenuta nascosta.
Della sua malattia, quella degli empatici, non ne aveva fatto parola. Già, pessima mossa Victoria.
Una delle tante.


𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑 𝐓𝐑𝐀 𝐋𝐄 𝐑𝐈𝐆𝐇𝐄 ─ steve rogers ( ✓ )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora