Mon amie-Neves1

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Cameron's POV

-Antonio-

E mo chi è questo?

-Che ci fai qui?- Ringhia Shawn scendendo le scale.

D'accordo gente, cosa mi sono perso?

-Sono venuto a salutare tua sorella, non te- Ride. MA CHI È STO TIZIO.

-Pensavo fosse chiaro che non dovevi neanche avvicinarti a mia sorella.- Continua a parlare Shawn avvicinandosi.

Al continua a stringere forte la mia mano ed io continuo a non capire.

-Andiamo fratello, sono passati anni. Sei ancora arrabbiato?- gigna lui.

-NON TOCCARMI.- Urla questa volta togliendo la mano del ragazzo da sopra la sua spalla.

-Cosa succede?- Domanda Jack correndo verso di noi. Guarda me e Al, poi Shawn, e poi il rosso accanto alla porta. -Chi ti ha fatto entrare?- Il tono preoccupato usato per la domanda rivolta a me, Shawn e Al viene sostituito da un tono arrabbiato.

-Aaliyah- Risponde lui venendo verso mia moglie.
Al si nasconde dietro di me ed io mi posiziono meglio per coprirla. -Vorrei salutare Alaska, se non ti dispiace- Ghigna.

-Sta lontano da mia moglie.- Non so davvero chi sia questo tizio ma Al sembra davvero spaventata.

-Esci da casa mia, subito.- il tizio sembra non ascoltare minimamente Jack, il quale alza la voce ripetendo la stessa frase.

-Tornerò.- È l'unica cosa che dice prima di uscire dalla casa sbattendo la porta.

Al mi stringe forte e subito suo padre e suo fratello corrono da lei.

Shawn continua a ripetere "Tranquilla, ci siamo noi" e il padre non fa altro che tenere lo sguardo basso annuendo alle parole di Shawn.

Prendo Alaska in braccio come se fosse una bambina e lei si avvinghia a me.
Salgo le scale e torno in camera sua.

-Spiega- le ordino posandola sul suo letto. Trema al tono della mia voce ed io le sorrido. Quasi a volerla rassicurare.

Prende un respiro profondo e finalmente inizia a parlare.

-Quando avevo 15 anni ho iniziato a sentirmi con Antonio, il ragazzo che hai appena conosciuto. Era la prima volta che mi sentivo con un ragazzo. Tutti i miei amici mi hanno sempre avvertito di stare attenta, Shawn compreso, ma io non diedi retta a nessuno.
Diceva di amarmi. Per la prima volta nella mia vita un uomo mi diceva di amarmi... un uomo che non fosse mio fratello o mio padre.- Sta piangendo. La faccio alzare e dopo essermi seduto lei si accomoda sulle mie gambe. Ricomincia a parlare e nel mentre io le accarezzo dolcemente i capelli. -Stavo prendendo una brutta strada. Nonostante avessi solo 15 anni la sera tornavo a casa quasi sempre ubriaca... se non ero ubriaca ero fatta. Avevo iniziato a frequentare ragazzi di 21 anni. Mi sembrava il periodo più bello della mia vita. Dopo 2 mesi di relazione con Antonio mi feci convincere ad andare a dormire da lui. Dissi a mio padre che andavo a studiare a casa di una mia amica e che molto probabilmente restavo a dormire da lei.
Il pomeriggio lo passai davvero con questa mia amica. Mandavo anche delle foto a papà... Dovevo essere sicura che non sospettasse nulla. La sera verso le 8, se non sbaglio, Antonio mi venne a prendere con la sua moto e andammo in uno dei soliti locali. Inizia a bere, tanto. Provai per la prima volta della cocaina e aggiunsi anche dell'erba a fine serata.
Ero davvero messa male. Non mi resi neanche conto che stranamente Antonio non beveva e non fumava. All'inizio, quando ero ancora brilla, pensai che fosse perché doveva guidare. Magari fosse stato davvero così...- Ho paura di continuare a sentire la storia. -Vabbè comunque. Arriviamo a casa sua, viveva già da solo. Scesi dalla moto ed iniziai ad entrare mentre lui la posava nel garage. Inutile dire che per quanto ero ubriaca e fatta arrivai dopo 10 minuti in camera sua e subito dopo lui mi raggiunse.
Iniziò a spogliarmi. All'inizio pensavo fosse perché voleva darmi una sua maglia per dormire... Poi però inizio a giocare con il mio reggiseno. Io iniziai a muovermi e a tentare di scacciarlo. Ma quale forza ha una 15enne ubriaca contro un 21enne lucido? Nessuna.
Lo morsi sulla mano e di risposta lui iniziò a picchiarmi. Mi picchiò talmente tanto forte da farmi svenire.
Il giorno dopo mi svegliai alle 5. Mi ritrovai stesa su delle lenzuola sporche di sangue. Sentivo davvero tanto dolore alla guancia destra, al fianco sinistro e alla pancia. Ci misi 15 minuti per ricapitolare e capire cosa fosse davvero successo.- Sto per piangere insieme a lei, ma la rabbia e l'odio per quel ragazzo superano di gran lunga il peso delle lacrime. -Corsi a casa senza neanche vestirmi. Iniziai a suonare come una pazza. Avevo paura che si fosse svegliato e mi stesse seguendo... Fortunatamente fu Shawn ad aprire la porta. Non avevo le forze per parlare con papà... Con Shawn era più semplice. Appena mi vide mi abbracciò. Non disse nulla. Mi abbracciò e basta. Mi prese in braccio e mi portò nel bagno di camera sua. Mi tolse la maglia e iniziò a guardare il mio corpo pieno di lividi. Serrò la mascella e strinse i pugni, ma si calmò subito guardandomi.
Inizio a cercare di medicare i tagli dovuti al fatto che Antonio ha sempre indossato gli anelli, e mise della pomata sui lividi.
Ad ogni suo tocco tremavo. È anche per questo che papà si convinse a prendere l'incarico a Los Angeles.-

La abbracciai forte. Non sapevo cosa dire.

-Perché non me ne hai mai parlato?-
-Perché non pensavo tornasse a galla quell'episodio... Mi sono sentita sporca per un anno. Avevo sempre sognato di perdere la verginità con l'uomo che amavo e invece mi ero ritrovata ubriaca e stuprata.- Dice l'ultima parola quasi in un sussurro.
-Questa cicatrice- Inizio alzandole di poco la maglia per poi portare un dito sul suo fianco e toccarla leggermente. -È stato lui, vero?- Al annuisce e con uno scatto posa la sua testa nell'incavo del mio collo iniziando a piangere.
-Io lo ammazzo.-
-Cam i suoi amici fanno parte di un cattivo giro... Ti prego, non fare stupidaggini.-

Non considero minimamente le parole di mia moglie.
Ora voglio solo una cosa: prendere a pugni quel cazzone di merda.

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