Daddy- Blueface, Rich the kid

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Apro la porta di casa e da come si poteva dedurre anche dall'esterno, tutte le luci sono spente.
Non mi ha neanche aspettato per cenare, davvero?

Accendo i led principali e dopo aver salutato i due signorini scodinzolanti e la signorina tutte fusa vado verso la nostra camera da letto. Anche da qui si possono notare le luci spente.

Non nego che questa cosa non abbia causato dolore in me, ma ora come ora non saprei cosa fare. Di certo non posso mettermi a svegliarlo dicendo "Ciao, devo farti qualche complimento e devo darti qualche calcio, poi amore puoi tornare a dormire però."

Accendo le luci in camera e noto mio marito che dorme con il culo a poppa e con le coperte da tutt'altra parte.
Si congela in questa camera, vuole per caso morire di broncopolmonite?
Spengo il condizionatore e mi avvicino a mio marito per coprirlo bene.

-Sogni d'oro amore- Mi abbasso lentamente e gli lascio un bacio leggero sulla guancia.
Mi fermo a guardarlo per svariati minuti prima di uscire dalla nostra camera per andare in cucina con il solito sorrisone che esce involontariamente ogni qual volta resto a guardare mio marito per qualche secondo di troppo.
Ho fame. Strano eh?

Prendo i KitKat e la nutella dalla dispensa, due bicchieri ed un cucchiaio.
In un bicchiere verso il latte, l'altro lo riempio fino all'orlo con la nutella.
A Cam da fastidio se immergo le cose nel barattolo dato che lo usa anche lui e quindi mi tocca fare cose del genere ogni qual volta io voglia mangiare come Peppe Pig.

Apro il primo pacco di KitKat e inizio ad immergerlo nella nutella passando poi al latte.

Non voglio pensare a quanti kg in più mi ritroverò dopo il parto, ma ora devo sfamare due bimbi quindi è ovvio che mangi il quadruplo.

Vorrei parlare con Cam e passare la serata a guardare film sul divano, ma lui ha già deciso per entrambi.
Sono solo le 9 pm, incredibile.

Sbuffo rumorosamente e poso il cibo. Recupero i collari dei miei adorati cagnolini e il trasportino a tracolla di Vera e lascio un biglietto a Cameron dicendogli di essere uscita con loro e l'orario in cui sono uscita... nel caso si svegliasse.
Lascio il cellulare accanto al foglio ed esco di casa al seguito dei miei due piccoli batuffoli.

Fortunatamente non danno problemi durante la passeggiata se non fosse per il fatto che essendo piccoli certe volte si sdraiano letteralmente per strada dato che si stancano molto velocemente.
Arrivo al parco alla fine della strada e vado verso l'area dedicata ai cani. Sciolgo i due cuccioli e lascio che corrano indisturbati nell'immenso recinto.

Poso il trasportino sulla panchina e lo apro. Vera è così regina da fare semplicemente un salto dal trasportino alle mie gambe per poi sdraiarsi e iniziare a farmi di nuovo le fusa.
Voglio comprare anche un criceto, un coniglio, un maialino nano, un chinchillà e una giraffa... La mia vita non è completa senza di loro.

-Posso?- Porto lo sguardo verso la direzione da cui proviene la voce e mi ritrovo davanti un ragazzo mezzo manzo ma che rispetto alla manzone di mio marito resta sempre un Giacomo Leopardi.
Sposto il trasportino di Vera e lascio che si sieda. Spero che Vera non inizi a soffiare. Ha questa strana cosa di soffiare contro tutti gli uomini che non conosce, con le donne non lo fa.
Solo Matt fu un'eccezione... chissà come mai.

-Sono molto belli.- Dice indicando i miei piccoli mostriciattoli morbidosi. -Anche di razza, come la padrona.- Okay, questa cosa sta diventando molesta.
-Grazie ma ora dovrei andare, mio marito mi sta aspettando.- Poso Vera nel trasportino e mi alzo. Gesù questo che cazzo vuole mo da me. PERCHÉ NON HO PORTATO IL CELLULARE?
-Di già?- Ecco, in questi casi vorrei avere il pene.
-Benjey, Elvis, venite qui.- Si esatto, Cam ha cambiato nome al suo cane il giorno dopo. Diceva che era troppo difficile.
I due corrono verso di me e mi lasciano tranquillamente mettere i due guinzagli.
-Mh non è segno di buona educazione scappare via, lo sai?- Sento dei passi farsi sempre più vicini ed ora vorrei davvero scappare via ma le mie gambe sembrano come inchiodate al prato.
Sento la sua presenza, non quella inferiore, la presenza e basta, dietro di me ma non riesco a muovermi.

-Tutto bene qui?- Lo sto immaginando? È un'allucinazione o questa è davvero la voce di Cameron? Mi giro lentamente quasi avendo paura di averla solo sognata ma invece mi ritrovo mio marito in tutta la sua bellezza. Ha un viso calmo, così come il tono della voce, ma sono sicura che dentro di se stia lanciando solo bestemmie contro questo ragazzo.
-Sì, io e la mia ragazza stavamo solo giocando insieme ai nostri cuccioli!- AH?
-Cavolo amore, non mi avevi detto di avere un amante... Dovremmo firmare le carte del divorzio ora? Cosa si fa in questi casi?- Sento il ragazzo alle mie spalle deglutire mentre Cameron sorride vittorioso. -Ora va via prima che sia io a venire da te.- Il ragazzo non se lo fa ripetere due volte che corre via. Effettivamente è anche molto più gracile di Cameron, sarebbe stato un suicidio. -Non ti permettere mai più di uscire senza cellulare, a piedi, a quest'ora. Ringrazia qualsiasi sia il Santo che mi ha fatto restare nel dormiveglia e che mi abbia fatto sentire il rumore della porta sbattere, altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere.- Ha un tono duro. Non so se è stato causato per la mia ultima azione o se è ancora collegato agli avvenimenti di oggi, so solo che io non merito di essere trattata in questo modo.
Ho sbagliato a non portare il cellulare, è vero, ma non può parlarmi così.
-Accompagnami a casa e vai a dormire da tua madre. Sono stanca del tuo atteggiamento nei miei confronti. Sei stato in grado di farmi dimenticare che avremo due gemelli. Sei stato in grado di rovinare una serata che poteva essere trascorsa tra festeggiamenti e carezze. Sei stato in grado di schiacciare la felicità che avevo provato pochi minuti fa nel vederti qui con me con la rabbia per i toni che stai usando.- Non aspetto neanche la sua risposta che iniziò a camminare. Elvis tira verso dietro e capisco che voglia andare da Cameron, così lo lascio.
Cameron lo accarezza per qualche secondo prima di raccogliere il guinzaglio e ricominciare a camminare, stando sempre dietro di me.

So che vuole dire qualcosa. Sta sospirando più e più volte è questo mi fa dedurre voglia trovare le parole giuste, il problema è che poi non parla.

Camminando velocemente riusciamo ad arrivare a casa in 5 minuti scarsi, 5 minuti scarsi passati comunque nel silenzio più totale.

-Scusa.- Sussurra correndo verso le scale.
Non credo di averlo immaginato, non mi faccio di LSD.

Sistemo le cose dei cani e di Vera e salgo anche io le scale seguendolo i diversi rumori che provengono dalla nostra camera.

-Posso sapere cos'hai?- Il ciclo, unica soluzione.

Cameron si gira verso di me e si avvicina velocemente. Il respiro è pesante è spezzato. Gli occhi sono un po' rossi. Le labbra sono state morse tante volte e sulla parte sinistra c'è una scia più rossa, è sangue.

Mi avvicino di più a mio marito azzerando le distanze e poso una mano sulla sua guancia, muovendola delicatamente, aspettando che Cameron mi dica qualcosa.

-Ho paura.-

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