16. Fidanzati?

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"Never Enough", Loren Allred
(The greatest showman)

"Visto che quest'anno è l'ultimo per molti di voi, ogni lezione sarà dedicata ad un argomento specifico, per facilitarvi con gli studi", esclama il professor Beckham a gran voce, per farsi sentire anche dal fondo della classe di filosofia.

Le sue spiegazioni mi erano mancate, anche se sono stata poco più di un mese alla North.

" 'È nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto, e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo' "
Sorride ai suoi alunni, ed incrocia le mani davanti a lui, aspettando una risposta, che ovviamente non arriva.

"Chi è?", domanda.

Tyler si gira verso di me e mima con le labbra:
"Nocciolina, tu lo sai?".
Faccio segno di no con la testa, mentre non riesco a trattenere una risata. In realtà lo so chi è, ma mi piace vederlo imbronciato con me.

"Dai, aiutami a farmi alzare la media!", sussurra indispettito, aggrottando la fronte.
Un colpo di tosse improvviso ci fa girare di scatto verso la cattedra.

"Volete condividere la vostra interessante conversazione anche con noi?", domanda il professor Beckham, chiaramente infastidito dal nostro comportamento.

A Tyler spunta un sorriso, ed il professore se ne accorge.
"Sa signor Evans, è nuovo della mia classe, ma credo di aver già capito che tipo di persona sia", dice, come uno che ti conosce da quando sei nato.

Tyler cambia immediatamente espressione, e mi preoccupo leggermente.
Conoscendolo, so che quando gli vengono dette questo genere di cose si arrabbia molto, e non riesce a nasconderlo.
E onestamente lo capisco, neanche a me va giù che le persone mi giudichino quando mi conoscono si e no da un quarto d'ora.

"Che cosa gliel'ha fatto capire? Il fatto che ho sorriso? Il fatto che ho parlato con la mia compagna di filosofia?", ribatte evidentemente urtato. Tutta la classe si gira improvvisamente verso di lui, guardandolo con occhi sbarrati, tutti stupefatti per il suo coraggio.

Mi giro verso di lui lentamente, facendo finta di guardare fuori dalla finestra, ma sussurro:
"Tyler, lascia stare"

Per fortuna si gira impercettibilmente verso di me e fissa le mie labbra, per cercare di capire che cosa stia dicendo.
Si rilassa, e prova a riformulare.
"Scusi, non ricapiterà più", riprova, e cerca anche di forzare un sorriso.

Il professor annuisce soddisfatto del suo lavoro, ma non demorde ancora.
"Quindi?".

"Cosa?", domanda Tyler perplesso.

"Sa dirmi di chi è la citazione?"

Ci pensa un attimo, o forse finge di pensarci per dargli almeno questa soddisfazione, prima di dargli l'evidente prova che almeno da lui, il suo lavoro non viene sfruttato.
"No", ammette tranquillamente.

Sospira sconfitto e si gira verso di me, guardandomi come se fossi una complice.
"Pensavo le facesse piacere essere tornata, Cassidy, non che si mettesse a chiacchierare con il primo compagno di classe che le capita", mi rimprovera il professore.

"Si, infatt... "

"La citazione, di chi è?", chiede, ed il tono che usa con me mi infastidisce, ma cerco di non darlo a vedere.

"Dante?", azzarda Tyler.
La classe scoppia in una sonora risata, e per fortuna anche il professore accenna un sorriso, ma non si scompone più di tanto.

"Apprezzo il tentativo, Evans"

Si gira di nuovo verso di me.
"Non lo sa? Lo scorso anno era una delle mie studenti migliori, alzava sempre la mano e non si lasciava mai influenzare da persone poco raccomandabili come il signor Ev... "

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