42. Indagini complesse

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                                                   "I lived", One Republic

Tyler's pov

"Cazzo!". Tirai un pugno alla prima cosa che mi capitò davanti. Sentii le nocche andare e sbattere sul metallo freddo degli armadietti e piegarsi leggermente.

"Ed eri tu quello che un mese fa mi ha detto di calmarmi", sentii dire dalla voce di Clay dietro di me.

"Stavi picchiando una persona. E' diverso".

"E tu te la stai prendendo con un guanto", replicò improvvisando una risata beffarda, prendendosi gioco di me.

Finalmente riuscii a sfilarmi lo stupido guanto di stoffa che usavano in squadra per afferrare la palla senza graffiarci le mani e lo lanciai furiosamente nell'armadietto dello spogliatoio.

"Qual è il problema, amico? Tra tre mesi usciamo da questo schifo di scuola"

"Aspetto una telefonata", mi limitai a dire.

Sembrò interessarsi alla cosa. "Una telefonata? Da chi?"

"Che ti frega?"

"La tua nuova tipa? Me la fai conoscere?", domandò con tono malizioso. Se non lo avessi conosciuto e non avessi capito che stesse scherzando probabilmente gli avrei tirato un pugno per l'arroganza.

"Nessuna tipa. E tu cerca di riconquistare la tua", replicai infilandomi una felpa pulita.

"Ehi, sto solo cercando di fare un favore alla tua ragazza. Mi ha chiesto di controllarti e di vedere con chi esci, perché non si fida di te e dice che ha paura che la tradisci"

"Cosa? Davvero?"

"Ma ti pare?". Scosse la testa divertito dalla mia diffidenza. "Comunque, dimmi chi stai aspettando ti chiami. Nel caso fosse una ragazza, lo riferirò ad Ele, ti avverto"

Mi girai verso di lui cercando di capire se fosse serio. "Pensi davvero che se fosse una ragazza te lo direi?"

"Certo. Codice tra maschi e tutte quelle stronzate lì, no?"

"Aspetto una chiamata della polizia". Non avrebbe mollato l'osso fin quando non avesse saputo ogni dettaglio della faccenda.

"Polizia? Sarebbe stata meglio una tipa. Che cazzo hai fatto, amico? Se hai rapinato una banca glielo dici tu alla tua ragazza". Alzò le mani sottolineando il voler rimanere fuori dalla questione.

Sospirai mentre mi sedetti sulle panche e cominciai ad allacciarmi le scarpe. "Non ho rapinato nessuna banca. Devono solo darmi un'informazione"

"Riguardo cosa? Non sapevo che facessero anche questo, oltre a mettere manett... "

Non finì la frase, interrotto dalla suoneria del mio cellulare. Rovistai furiosamente nella tasca anteriore dello zaino. Speravo fossero davvero loro, dopo un fottuto mese di attesa. Chissà che cosa avevano fatto di così importante in tutto questo tempo da non potermi neanche semplicemente chiamare.

Quando sentii il telefono sotto le dita lo estrassi, lessi il numero e tirai un gran sospiro di sollievo.

"Pronto?", cercai di controllare la mia voce e di non farla sembrare troppo urtata o infastidita.

"Signor Evans? Tyler Evans?", domandò una voce maschile in modo formale dall'altra parte del telefono.

"Si, sono io"

"Bene. Volevo solo dirle che oggi, in qualsiasi orario lei voglia, può passare per rivolgere le domande a cui non abbiamo potuto rispondere la scorsa volta. Ci scusi per la lunga attesa"

Non mi toccare 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora