Epilogo

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10 mesi dopo

Non l'avrei mai ammesso davanti a lui, ma mi stavo piuttosto divertendo. Alla fine i matrimoni erano emozionanti per tutti.

Nonostante tutti i torti subiti, ero sinceramente felice che loro avessero potuto trovare il loro lieto fine insieme. Si vedeva che si amavano davvero.

Mentre erano all'altare, non avevo potuto fare a meno di chiedermi se un giorno ci sarei mai potuta essere io, lì sopra. Era un pensiero difficile da reggere con la confusione di quegli ultimi mesi. E poi, la domanda prendeva una forma un po' diversa. Chi sarebbe stato lì pronto a sposare me?

Voglio dire, bisognava essere davvero fuori di testa per promettere di passare tutta la vita con una persona che non faceva altro che creare problemi alle persone. Stavo cercando di risolvere i miei, ma era così difficile che l'idea di mollare e abbandonare tutto mi passava di mente spesso.

Ma Tyler non me lo permetteva. Era piuttosto rigido riguardo questo. Forse si sentiva in colpa.Non ne ho idea. Ma non potevo far altro che apprezzare il suo gesto, anche dopo tutto ciò che aveva fatto.

"Vieni o no?"

"Non posso restare ancora un po' qui?", si lamentò.

Lo tirai per un braccio e lo trascinai in pista. "No, Tyler. Ho voglia di ballare, quindi balliamo", replicai ridendo.

Si lasciò trasportare da me, ed in meno di un secondo eravamo in mezzo alla folla sulla pista da ballo. "Dovresti sapere ormai che sono una frana a ballare", mi sussurrò all'orecchio.

"Ssh", bisbigliai. Appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi, le nostre mani intrecciate le une con le altre. Lui ridacchiò e mi lasciò un tenero bacio sulla fronte, poggiandoci la guancia. Era così bello averlo vicino. A volte era ancora un po' spaventoso, ma Emma mi stava aiutando molto.

Restammo vicini così, a dondolarci come due scemi per diverse canzoni. Ad un tratto la musica cessò. Rialzai la testa dal suo petto e mi guardai intorno. Avevano tutti smesso di ballare, e guardavano verso l'uscita.

"Che succede?", domandai a Tyler.

"Non lo so", mormorò con gli occhi puntati verso quel luogo comune che stavano tutti fissando.

Dopo qualche secondo si girò a guardare lo sposo, e improvvisamente il suo volto venne attraversato da un lampo di terrore puro. Mi afferrò la mano al volo e mi guardò intensamente negli occhi.

"Ele, è meglio se andiamo", sussurrò per non farsi sentire dagli altri invitati.

"Cosa? Perché?", domandai, tutt'un tratto terrorizzata quanto lui.

"Usciamo di qui". Mi trascinò per un braccio lontana dalla pista da ballo, ma i mie piedi, per qualche strano motivo, non si mossero.

"Tyler? Che cosa sta succedendo?", fremei.

"Andiamo!", esclamò.

"Ma perché? Non possiamo andarcene così!"

"Nocc "

Guardò dietro di me e diventò paurosamente pallido. Gli occhi erano terrore puro, e la sua stretta nella mia mano cominciava a farsi sentire nelle mie vene. Non scorreva più bene il sangue. Tyler sembrava pietrificato.

Mi girai e guardai verso l'uscita, dove era puntato lo sguardo di ogni singola persona lì dentro. Un uomo stava facendo il suo ingresso.

Sicuro di sé, mani nelle tasche del completo, che aveva l'aria di costare parecchio, e gli occhi verdi più accesi che avessi mai visto.

O forse no. Ne conoscevo un paio simili.

Erano tutta la mia vita. Ma in quel momento stavano per diventare la mia rovina.

Non mi toccare 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora