31. Forse era meglio non dirlo

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      "Make you feel my love", Adele

Odiai dovermi stampare un orribile sorriso falso mentre mi dirigevo verso il salotto. Non sapevo se ce l'avrei fatta a mentire a Tyler in quel modo.

Ma dovevo rispettare i voleri della signora May.

Mi trovavo in una posizione in cui era difficile cercare di capire da che parte stare. Entrambe le cause per cui lottavo erano giuste.

Come si faceva a scegliere quella più giusta, però? E soprattutto, ce n'era una più giusta dell'altra?

"Finalmente. Pensavo ti avesse rapita", mi sussurrò Tyler nell' orecchio quando mi sedetti accanto a lui. Mi costrinsi a rivolgergli un flebile sorriso.

"Hai pianto?", domandò allarmato. Passai velocemente una mano sulle guance per scacciare via il resto delle lacrime. Se solo avesse saputo a che cosa erano dovute...

"Mmh... Si, Joyce mi ha raccontato di come lei ed il marito Arthur si sono conosciuti. Una di quelle storie d'amore strappalacrime".
Strappalacrime, ma non era affatto una storia d'amore. Quanto vorrei che lo fosse stata.

"Sicura che vada tutto bene?", insisté. I suoi occhi erano turbati.

"Certo. Tranquillo", provai a rassicurarlo. Mi sentivo così male a dovergli nascondere una cosa del genere. Sapevo che lo avrebbe voluto sapere. Teneva molto a sua madre. Ma se lei stessa non gliel'aveva detto, forse era meglio così.

O pensò che non fosse il momento per discuterne, o decise davvero di andare oltre, ma per fortuna non commentò. Mi chiesi solo lì come avesse fatto a non accorgersi mai di quello che suo padre stava facendo a sua madre.

Insomma, non credevo che cose come quelle passassero tanto inosservate. Chissà se aveva mai sospettato di nulla. Forse Dan, invece, se ne era accorto. Non immaginavo che la morte di un figlio potesse stravolgere tanto una famiglia, fino a portarla all'auto distruzione.

"Vorrei cominciare con il ringraziare tutti per essere venuti, lo apprezzo molto, e sono sicura anche Arthur". Joyce sorrise fiera di suo marito. Mi sarebbe piaciuto molto avere la sua stessa empatia verso le persone, soprattutto i propri cari. "E, da parte di entrambi, ringrazio voi per essere venuti. Avervi incontrati ieri è stata una mano dal cielo". Si girò verso di noi e ci sorrise, come a volerci ringraziare.

Tyler le ricambiò il sorriso sinceramente. Era così bello.

"Scusate, so che state tutti morendo di fame, parlo sempre troppo". Scosse la testa.
"Annabeth, vuoi dire qualcosa anche tu?". Si girò verso la figlia, intenta a tenere a bada Lacey e Stewart.

"Oh, no, grazie mamma. Forse è meglio se adesso mangiamo, non credi?". Cercò di essere il più gentile e rispettosa nei confronti della madre. Lacey invece si approfittò della proposta della nonna. Salì sulla sua sedia, e tutti si girarono a guardarla.

"Io voglio dire qualcosa!", strepitò alzando la manina. Come se, altrimenti, non la avrebbe vista nessuno.

"Davvero, tesoro? Cosa c'è? Babbo Natale ti ha portato i regali sbagliati?", ironizzò la madre. La bambina le posò una mano sulla bocca scherzosamente per farla tacere.

"Oggi, voglio ringraziare Babbo Natale per avermi regalato una nuova zietta. Ele!", esclamò entusiasta. Dopodiché puntò minacciosamente il dito verso di me. Ero sicura di esser diventata immediatamente rossa. Sembrava che a questa bambina le cose entrassero da un orecchio ed uscissero dall'altro.

"Ma io non sono... "

"Shh!". Si posò l'indice sulle labbra per zittirmi. Smisi di parlare all'istante, mentre mi spuntò un sorriso. Sentii Tyler girarsi verso di me ed osservarmi, come se stesse valutando davvero come sarei stata come zia.

Non mi toccare 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora