Capitolo 5

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-E lui dovrebbe venire in quella dimensione con te? Non se ne parla!- Disse Evelyn dopo che le fu spiegato tutto a grandi linee. -E se rimanete bloccati dentro? No, mio figlio non lo voglio perdere. Ho già perso due figlie!-
-Ma mamma...- Disse Steve cocciuto. -Posso salvarla.-
-Tutti a pranzo ora.- Disse come se il figlio non avesse parlato.
-Piper!- Urlava Peter dall'infermeria. -Piper! Aiuto!-
Piper corse dalla cucina, con i capelli castano chiaro al vento, si precipitarono tutti in infermeria. Ally era ferma, ma i macchinari stavano come impazzendo.
-Paul!- Piper Urlò, aveva svestito Ally e sembrava averla preparata per darle una scossa. Paul arrivò accanto a lei e fece quello che gli diceva.
-OK! Scarica tra tre, due, uno! Libera!- Ally sembrò riprendersi, Piper tirò un sospiro di sollievo e guardò Sara. -La prossima volta non sopravviverà.-
-Mamma...- Steve guardò Sara. -Dobbiamo andare.-
-Io...- Evelyn non sapeva che dire, Megan la prese per le braccia e la portò via.
-Ci proviamo di nuovo?- Disse Sara, ma era più un'affermazione che una domanda. -Facciamolo qui.-
Steve la seguì accanto al magazzino dei medicinali. Si mise in posizione e strinse più forte che mai le mani della cugina. -Salviamola.-
Come la prima volta Steve respirò e fu come se espirasse luce, una luce brillante ma allo stesso tempo opaca apparì, e il vapore bianco e denso si ingrandì, come a riempire la stanza. La Stella si divise dalle loro mani e si fermò poco più lontano da loro. Si ingrandì fino a che non diventò grande come un portale di Steve, solo che era quadrato, non rotondo come i suoi soliti portali.
-Da qui non si torna più indietro. Tenete viva mia sorella.-
-Mi sono sempre sentita come un'agente di viaggio che non ha mai preso l'aereo. Io aiutavo loro a venire qui, ma...- Steve annuì, le lasciò una mano e rimasero comunque uniti con l'altra. -Scusa.- Disse Sara, come se la dimensione la stesse ascoltando.
Steve e Sara si mossero timidi e la oltrepassarono, come se camminassero nella gelatina. Steve sentiva una resistenza incredibile, poi però entrambi riuscirono a entrare. Il portale si mise come in stallo, era meno brillante e più piccolo. Steve si guardò indietro e poi camminò sicuro davanti a sé.

-Qui passano minuti, e fuori ore. Ricordiamocelo.- Disse Sara. -Dove la troviamo?-
-Jimmy ci ha detto che per l'ultima volta Ally stava con Zoe e nonna Ellen...-
-Sara!- Urlò uno, era come se vedesse solo lei. -Che ci fai qui? Sei morta?-
In molti altri la raggiunsero e sembravano felice di vederla. -Ragazzi...-
-Ma tu sei viva... Sei qui col tuo corpo!!- Notò un altro.
-Si, vedete... Sto cercando di...- Iniziò lei.
-Lei si trova di qua, seguici.- Loro sembravano aver capito, in qualche modo. Forse tutto il mondo delle anime aspettavano che Ally se ne andasse. -Da quando Jimmy se ne andato per venirti a parlare lei ha visto Foxisem. Non so perché ma l'ha chiamata “Zed”.-
-Cosa?- Disse Steve. -Spiega un attimo!-
-Comunque, l'ha quasi strozzata poi è scappata e ha trovato tuo padre. È come dire... Svenuta, poi si è ripresa.-
Steve guardò Sara. -Quando Piper ha usato il defibrillatore.- Sara annuì.
-Eccoli lì.-
Sara vide Ally, fu come ritornare a respirare dopo anni che non lo hai fatto. Steve si commosse e respirò affannosamente, corsero da lei e lei li notò.
-Ally!- Sara la strinse forte, Ally sentì sollievo doloroso. Poteva finalmente toccare qualcuno.
-Stanno morendo tutti i miei cari?- Disse con le lacrima agli occhi.
-No, sono qui col mio corpo, sono vivissima. Lo vedi Steve?-
-Si, perché?- Domandò lei confusa e felice.
Steve abbracciò la sorella e Sara vide Lucas e gli sorrise. -Ciao papà.-
-Figlia mia, fatti abbracciare.- Lucas abbracciò Sara, le accarezzo i capelli neri tanto simili a quelli della madre, si staccarono perché costretti.
-Ma che hai combinato!- Fece Steve ad Ally.
-Nulla... In che senso? Comunque siete stati veloci. In un ora e quaranta minuti avete trovato un modo per salvarmi!-
-Ally...- Sara sembrava addolorata nel doverglielo dire. -Sono passati 6 giorni, da quando sei morta.-
Ally si sentì come se avesse preso una bastonata in faccia. -Cosa?-
-Non c'è tempo per spiegare.- Disse Steve. -Fuori il tempo passa... Sarà gia passato un giorno.-
-Ma di cosa parlate? Sono passati solo 5 minuti!- Steve e Sara si guardarono, Sara salutò il padre e prese Ally per mano.
-Sara, prima di andare... Posso..?- Domandò esitante Steve.
-Se la troviamo nel nostro cammino si.- Disse Sara, sapeva a chi si riferiva.
Camminarono e sembrarono finire nell'angolo “altri pianeti” perché c'erano razze diverse di alieni e animali di altri sistemi solari che nessuno dei tre sapeva decifrare.
-Di là.- Disse Ally, un alieno salutò Sara scuotendo la mano con tre dita, lei gli sorrise e scappò il più in fretta possibile da lì.
-Steve...- Steve si girò sentendo Sara urlare, lei indicò lontano. Zoe, correva verso di lui sorridendo. Lui si preparò per abbracciare la sorellina, ma lei lo oltrepassò e abbracciò Sara. Ally accanto a lui piangeva, sembrava esserci passata.
-Che vuol... Io...- Steve sembrò avere il cuore spezzato. -Zoe...-
Sara lo raggiunse con Zoe per mano. -C'è anche Steve.-
-Cosa? Dove?- Sara le indicò davanti a sé e lei rimase di stucco. -Perché non lo vedo?- Disse col cuore spezzato la piccola, che voleva tanto rivedere il fratello.
-Proviamo così.- Sara prese per mano Steve, Zoe ancora non lo vedeva, ma riusciva a toccarlo. Lo abbracciò, e Ally aveva una punta di invidia nello sguardo. -Credo che io qui sia come con i fantasmi fuori.-
-In che senso?- Chiese Ally.
-Fuori io posso toccarli e parlarci, ma gli altri non li vedono. Qui invece sono i vivi come Steve che non possono essere visti se non tramite me, come fuori, appunto.- Ally annuì, Steve si staccò dalla sorellina, poi Zoe andò da Ally e abbracciò il suo bacino. Lei non se lo aspettava, ma riuscì ad abbracciare la sorellina.
-Ciao mia Luna.- Ally scoppiò a piangere.
-Ciao mio Sole.- Le disse, Zoe si staccò e la incoraggiò ad andare, Ally avrebbe voluto abbracciarla per il resto della sua vita, o morte. Avrebbe voluto lasciare tutto e restare con lei. Sara la prese per mano e la trascinò via. Steve fece un saluto muto alla sorella e le promise che si sarebbero rivisti. Ritornarono verso il portale, facendo lo slalom tra i vari fantasmi, ogni tanto uno di loro salutava Sara, come se fosse una pop star. Videro ancora tizi di altri pianeti.
-Gantula fa schifo in questi tempi, fossi in te non ci farei un salto ora.-
-Nodvellor invece è bellissimo. Ti ci porto?-
Sentivano gente chiacchierare in diverse lingue o, raramente, nella loro. Alcuni animali sembrarono sentire la presenza di Steve, che fossero di Umany o meno. Superata la mandria, Steve e Sara videro il portale.
-Quanto tempo è passato?- Disse Sara.
-Direi un quarto d'ora... QUI.- Disse Steve contando sulle dita. -Fuori... un giorno, intero credo.- “Sarebbe il 29, mattina...” Pensò Steve.
-Ma di che parlate!?- Disse Ally spaventata.
-Sarucciaaa!- Farlinuim spinse Sara e lei si girò dopo aver ripreso equilibrio.
-Ally, dove vai? Ci stavamo divertendo!- Urlò Evillive.
-Non abbiamo il tempo di combattere! Fuori il tempo passa!- Hydictius spinse Ally, Sara la prese per non farla cadere.
-Allyson!- Urlò. -Come te la passi? Ti senti ancora un po' smorta?-
-Hydictius!? Farlinium, Evillive... Chi altri?- Urlò Sara. -Steve, prendi Ally e scappa!- Steve la guardò.
-E tu?- ribatté.
-Me la cavo. Andate!- Alcuni fantasmi inquieti sembravano volerla proteggere, ma non si muovevano. Si raggrupparono e formarono un cerchio come una rissa di scuola.
-Dobbiamo aiutarla!- Urlò Ally trascinata verso il portale. -Potrebbe morire!-
-Ally dobbiamo andare!- Disse Steve. -Loro non mi vedono o toccano! Sono inutile qua dentro. Tu sei ancora incorporea, anche se una certa resistenza, ma per i fantasmi! Io ti posso toccare normalmente perché sei viva! Ma se loro ti fanno del male, tu MUORI. Sono qui per evitare che succeda, quindi stai ferma.- Ally lo guardò, c'era determinazione e responsabilità nel suo tono, anche se a tredici anni le sue responsabilità sarebbero dovute essere "fare i compiti" e non "riporta in vita tua sorella". Annuì anche se per lei era difficile restare agli ordini, in quel caso, il fratello era l'unico stato in grado di farla obbedire. Ally guardò Sara da lontano, serviva lei per uscire, la videro combattere.
Evitava pugni di tutti e tre, comparve Lucas tra la folla, sembrava urlarle qualcosa. -Usa il tuo potere segreto Sara!-
Sara si confuse, ancora non sapeva quale fosse il suo potere segreto, sapeva quello dei cugini, quello della sorella, o di Ally. Ma il suo no.
-Non so quale sia, papà!- Lucas sgusciò tra le anime fino a raggiungerla, menò spinte per proteggerla.
-Quando sei in pericolo, quando hai voglia di difenderti... Di cosa hai più voglia al mondo!?- Sara voleva urlare, era sempre stato così. Ma non le sembrò il caso. -La forza che senti montarti dentro, che ha voglia di uscire!- L'aiutò il padre, Sara riluttante scacciò Farlinium con un calcio.
-Urlare! Voglio urlare!- Ammise.
Evillive colpì Lucas al petto e lui volò via di qualche metro. -Allora urla...- Le disse con voce sommessa dal calcio, Sara si guardò attorno, i fantasmi scappavano.
Farlinium, Evillive e Hydictius sembrarono impauriti. Sara prese un grosso respiro e Urlò. Ally e Steve dovettero coprirsi le orecchie, anche se lontani il suono li assordò. Gli Altri sparirono come pezzi di vento, colpiti da una forza invisibile. Lucas era in terra, dietro di lei, cercò di alzarsi ma rimase su un fianco.
-Papà...- Lei lo guardò, sembrava debole.
-Un urlo Banshee, me lo aspettavo. Per essere la prima volta sei stata brava... Li hai quasi scacciati da Oltre. E mi hai indebolito.-
-Non volevo papà...- Disse Sara piangendo. -Cosa... Cosa devo...-
-Devi andare.- La interruppe lui. -Tua cugina ha bisogno di te. Tornerò in forze. Verrò a trovarti. Lo prometto. Ora vai!-
Jack aiutò Lucas ad alzarsi, Sara lo salutò da lontano, mentre correva verso i cugini. Di fronte al portale, Sara si fermò, guardò Steve. -Che... Come?-
-Dammi la mano, come prima.- Disse Steve. Il portale si ravvivò, gli occhi blu di Steve che luccicavano e brillavano. E ora Sara toccò il portale, faceva più resistenza.
-Steve, non riusciamo a uscire!- Urlò disperata. Fuori da portale si vedeva Jimmy, Rachel, Vetminio e Achial.
-Rachel, devi andare Oltre! Ora.-Urlò Jimmy.
-Cosa? Perché?- Disse Sara. -Deve sentirselo! Deve vederlo da sola!-
-Se entra ora, lo terrà occupato il tempo di farvi uscire!- Jimmy scosse Rachel per le spalle. Andare Oltre per lei voleva dire lasciare Sara, per sempre. Per tutto quel tempo lei era rimasta per Sara, solo per lei. Rachel fece un passo avanti, se doveva “sacrificarsi” per lei lo avrebbe fatto, senza pensarci. Passò nel portale, quello tremò e Sara con un piccolo passo uscì e si rigirò a guardarla, piangendo.
-Ally, ora tocca a te. Vetminio, entra!- Disse Jimmy. Vetminio piangendo lacrime di gioia entrò lasciando uscire Ally e finalmente lui entrò nel mondo in cui poteva ritrovare la figlia. Poi Achial entrò e per la terza volta il portale tremò e Steve uscì. Sara e Steve si ripresero le mani e il portale si richiuse lentamente tornò a essere una stella e si rimise dentro le loro mani. Il vapore piano piano svanì, quando ci fu silenzio i due si guardarono e timidi si lasciarono le mani, come se il loro scioglimento avesse provocato un terremoto.
-Si sta meglio qui.- Disse Steve, Sara si girò.
-Dov'è Ally!?-
Peter corse verso l'infermeria, si trovò Sara e Steve. -Ally?- Domandò.
Sara aveva gli occhi spalancati e le guance bagnate. -Io... Non lo so.-

-E adesso?- Domandò Piper dopo che furono entrati.
-La teniamo in vita.- Disse Peter. -Semplice.-
-Quanto staranno via?- Domandò Piper.
-Per loro 20 minuti, sono 1 giorno e mezzo per noi, forse di più...- ipotizzò Peter. -Mettiamoci comodi.-

-McAiver, hai visite.- John lo fissò.
-Davvero? Io?- Lui annuì, John si alzò e lo seguì.
-Evelyn Blackmoon.- Gli sussurrò. -Purtroppo  non avrete molto tempo. In realtà mi dicevano che voi non dovreste avere visite.-
-Che stronzi.- Commentò John.
-Ho sentito anche che forse riaprono il caso, ma devono trovare le registrazioni vere.-
-Chissà perché ma dubito che le troveranno.- La guardia lo fissò speranzoso. -Ci vediamo dopo.-
John entrò nella camera delle visite, c'era un vetro e un piccolo spazio per parlare. John camminò e trovò Evelyn a uno degli spazi, John aveva le manette che suonavano una canzone triste, si sedette di fronte a lei.
-La Mia Dinamite.- Evelyn rise piangendo. La chiamava così, perché per lui lei era una grande forza, una forza esplosiva grande che ti prende e ti tiene dentro di sé.
-Mio Diamante.- Disse lei mettendo una mano sul vetro, come se volesse romperlo in mille frammenti, perché quei mille frammenti la separavano da lui.
-Perché così tanto tempo? Aspettavi che smettessero di seguirti?-
-Mi sono camuffata, per non farmi seguire. Charles riesce a tenere fuori tutti, ma fa una fatica tremenda, poveretto. Come stai?-
-Tutto bene, tutti simpatici.- Sminuì. -I bambini... Steve, sta bene?- Si corresse, al ricordo doloroso di Zoe.
-Sta bene, ha trovato non so quale dimensione e poi mi hanno detto delle cose... John servi tu. Credo che stia succedendo qualcosa di grosso, forse proprio in questo momento.- Disse Evelyn preoccupata.
-Piccola, io non posso.- Disse guardando in basso. Le manette, la tuta mimetica, la pelle stranamente immacolata.
-Io ti Voglio.- Disse lei, le manette si mossero inquiete, come se fossero vive, ma John sapeva che era lei. -Mi manchi da morire.-
John sentiva il suo nodo in gola, erano come una persona ormai, ma loro sentivano l'una la mancanza dell'altro, anche se chiacchieravano spesso, col collegamento mentale...
-Mi manchi anche tu, Forza mia. Ma io di qua non posso scappare, diventare fuggitivo fa schifo, io voglio essere libero per bene. Presto capiranno che sono innocente.-
-Cosa mangiavi? Purè?- Disse ridendo indicandogli l'angolo della bocca.
-Si.- Rise lui pulendosi sull'uniforme. -Non è affatto come quello che facciamo noi... Sa di piedi.- Sussurrò, Eve rise.
-E... Mi spiace per come hai saputo di Ally. Non ho voluto comunicarti nulla. Il modo in cui lo hai saputo...- Disse lei rammaricata.
-Il conduttore della tv in effetti non avrebbe detto le stesse cose che avresti detto tu. Né quelle che pensavo io.- Eve lo guardò con rimorso.
-Non avrei dovuto bloccare i pensieri, morivo di dolore.- Disse pulendosi una lacrima sul polso bianco e nudo.
-Immagino... Dopotutto solo tu sei in grado di fermare il collegamento... Che hai ripristinato dopo che hai sentito il mio dolore.-
-Sei arrabbiato?- Chiese triste Evelyn.
-Questo posto è pieno di rabbia, se dessi anche la mia...- “Esploderebbero le mura.” Avrebbe voluto completare la moglie. -Si, esatto.- Disse John sentendo i suoi pensieri, Eve sorrise dispiaciuta.
-Non volevo renderti ancora più infelice.- John fece spallucce con espressione seria e triste.
-A dir la verità la vita qui è più facile di quanto lo era quella dell'esercito.- Disse John ironizzando.
-Vorrei fare a pezzi il vetro per abbracciarti.- Confessò, John mise un dito nella fessura che serviva per sentire la voce dell'altro, Eve gli prese il dito e si sentì come burro sciolto. -Non mi basta.-
-Dovrai accontentarti.- Disse amaro e ironico, ma con del dolore nella voce.
-Non mi accontento di un pezzo di te, quando posso averti tutto.- Replicò. -Non sento più la voglia di vivere.-
-So che è difficile, anima mia, ma resisti per me. D'accordo?- Eve smise di guardarlo, guardò le loro mani che disperate volevano intrecciarsi.
-D'accordo.- Mentì lei. -Resta in contatto, ti darò notizie.-
-Tutto ciò che puoi, Eve. Quando andrò via di qua devo essere a conoscenza di tutto. Approfondisci quella cosa che non abbiamo capito e spiega anche a me. E non piangere.-
-Solo la notte, posso? Perché quando mi sveglio e tu non sei accanto a me...- Si bloccò e lacrime scesero estroverse dai suoi occhi.
-Oh, amore mio... Così distruggi anche me.- Disse lui pulendo gli occhi. -Senti, io ci sono, ok? Parlami, quando vuoi, quando puoi. Ci sarò sempre lo sai.- Disse lui addolorato guardando la moglie, lei gli lasciò il dito, che era già freddo e vuoto senza il suo tocco.
-Non ci sei mai.- John rimase fermo mentre se ne andava. Non voleva intendere che non ci fosse. Voleva intendere che non ci fosse fisicamente. John rimase fermo due secondi ma a lui parve un'eternità. Un eternità in cui non respirava. Si rialzò quando la guardia lo beccò sulla spalla, lo accompagnò alla sua cella come se fosse stato un ferito in guerra. John si gettò sul letto e fissò il soffitto, mentre vedeva tutto dagli occhi di sua moglie, lei che andava al lavoro.

Eve rientrò dopo il lavoro, era sera e Peter non era ancora andata a casa, e neanche Megan. -Che ci fate ancora qui?-
-Stasera stiamo qui.- Disse Peter. -Possiamo?-
Ormai poteva fare a meno di chiedere, stavano lì tutti i giorni, dopo la morte di Phoebe, la casa di Peter è diventata vuota. Mable e Alec si erano trasferiti da Jake e Nathalie che avrebbe partorito a maggio, Jacob era l'unico a tornare a casa. Non chiedeva di Peter, non chiedeva della figlia. Si era chiuso e pensava solo al lavoro, per questo Peter pensò di mandare i fratelli più piccoli al fratello meno pericoloso. Jake aveva moglie e stava per diventare padre, e ora si occupa anche dei fratelli. Ma se avesse dovuto farlo Peter avrebbe dovuto assicurarsi che il loro legame con lui non li avessero messi in pericolo. E sarebbe stato impossibile con tutto quello che succedeva.
-Si, certo... Steve? È tornato alla Casa?- Domandò, Peter non disse nulla. -Peter McAnyo, dov'è mio figlio?- Chiese furiosa, Peter la portò in infermeria, c'era il potale bianco opaco aperto e tranquillo.
-Lì dentro.- Disse esausto.
-Dove hai detto che è?- Disse Evelyn con un'ottava più alta. -Siete impazziti?- Trasmise subito a John le informazioni, lei lo sentì svegliarsi.
-Tranquilla, è con Sara. Torneranno prima di cena, forse.- Disse Evelyn agitata, pensava. -La cena di domani, però.- Evidenziò Peter, Eve si girò a guardarlo.
-Porca puttana!- Strillò Eve, si diresse verso il portale e ci rimbalzò contro, cadendo per terra.
-Evelyn! No. Stai ferma, davvero. Peggiori la situazione, non so che succede se si chiude. È tutto il giorno che non lo tocchiamo.-
-Tutto il giorno?- Urlò infuriata. -Mio figlio è lì dentro da tutto il giorno?-
-Da stamattina prima di pranzo.- Affermò Peter.
-E dov'è...Lì?- Chiese spaventata e confusa, indicando il portale.
-Oltre...- Disse Peter spaventato per quello che avrebbe potuto fare.
-Il posto dove... Dove Sara dice che...- Peter annuì. -Dove ci sono i fantasmi?- Eve si mise le mani nei capelli e camminò agitata avanti e indietro. Tipico dei McAiver.
-Sono sicuro che stanno bene.- Eve si fermò e lo fissò.
-Come fai a dirlo?- Peter guardò Ally.
-Lei è ancora viva.- Eve si accigliò. -Se non lo fosse loro sarebbero già tornati. E se fosse morta e loro non fossero tornati... Beh, il portale si sarebbe chiuso. Finché è aperto non c'è da preoccuparsi.- Eve non si sentiva affatto più calma dopo quello che le aveva detto.
-Resta qui stanotte e controlla mia figlia. Se perdo un altro figlio...-
Eve non disse più nulla, si pulì le lacrime e andò in camera sua. -Cosa devo fare John?-
“Nulla, a questo punto aspetta. Non puoi fare altro. Devo dire però che il tuo sesto senso ha vinto ancora. Avevi ragione.”
-Ho sempre ragione, idiota. È per questo che mi hai sposata.- Disse fissando il soffitto.
“Beh, come sai il pesce di stasera farò fatica a digerirlo. Stano per uno d'acciaio come me morire di indigestione per il cibo della prigione.”
-Potresti rimanere a digiuno, ti porterei delle sfere e non avresti bisogno di mangiare per settimane.- Gli disse.
“No,no. È rischioso, non devi rischiare per me e io non devo rischiare che mi allunghino gli anni della pena.” La moglie non rispose, ci fu un po' di silenzio. “Eve, li senti i grilli?”
-Si, sono fuori dalla finestra, in giardino.- Disse annoiata dal suono fastidioso.
“Apri bene le orecchie, perché qui non si sentono e io... Ho nostalgia di casa mia.” La moglie girò la testa, si alzò e guardò fuori dalla finestra.
-Guarda le stelle con me.- Disse Evelyn.
John dalla sua cella, si alzò e guardò le stelle fuori dalla finestra, attraverso le sbarre. “Mi ricordano i tuoi occhi, al nostro matrimonio. Brillavano così tanto...” Disse nostalgico.
-E i tuoi allora? Color del mogano, lucenti...- Disse lei desiderosa di vederli ancora riflettersi nei suoi. -Il tuo sorriso... È un respiro fresco per la mia anima.-
“Così mi fai arrossire...” Disse ridacchiando. “Anche a me manca il tuo sorriso, quando vai allo specchio, lo vedo solo quando lavi i denti. Domattina resta davanti allo specchio.” Le disse, ma sembrava un ordine.
-Voi non lo avete uno specchio? Perché non posso vedere il tuo sorriso? Un tuo riflesso? Un pezzo, un qualcosa di te?- Eve pianse.
-Ti avevo detto...- Incominciò John in tono di ammonizione.
-So che avevi detto.- Disse respirando l'aria fin troppo fresca della sera. -Come faccio a non piangere? Come faccio, se non sento le tue braccia stringermi?-
“Mi spiace tanto, Amore.” Disse John.
-Sto bene.- Disse lei indurita, chiuse la finestra e si mise sul letto con le faccia contro il muro.
“Buonanotte, Dinamite.”

-Mamma...-Evelyn si svegliò, il viso della figlia su di lei. -Ben sveglia, eh?!-
Evelyn sbigottita era incredula. -Pensavo fossi morta...-
-Beh, eccomi qui.- Disse Ally, Evelyn le saltò al collo e la abbracciò.
-Figlia mia, quanto mi sei mancata.- Disse piangendo, Ally era ferma, poi d'improvviso le scomparve dalle braccia e riapparì sulla porta.
-Colazione.- Disse lei come se non fosse successo nulla. Eve la seguì giù per le scale e poi in cucina. Evelyn prese il polso di Ally e lei tremolò, lei le sorrise e Eve non fu proprio sicura che quel sorriso le appartenesse.
-Davvero ti manco?- Chiese, sotto lo sguardo della madre, Ally cominciò a sanguinare dalla testa, poi dagli occhi. Poi tutto diventò grigio, il sole smise di splendere il sangue divenne nero. Esattamente come era diventato il mondo senza sua figlia, per lei. Sentì metallo scuotersi intorno a lei, sentì il rumore del ferro che si scontrava e lottava contro se stesso e si accartocciava, si dimenava. Evelyn si appoggiò al muro, non vedeva coltelli nel sogno ma se li sentiva venire addosso e non voleva fare molto per fermarli. Ally svanì in coriandoli oscuri.
-Basta! Basta!- Supplicò urlando.
Ora i coltelli erano più vicini.
-Mamma, NO!- Evelyn si svegliò.
Chris era in centro alla stanza, aveva un sacco di coltelli di varie forme tra le braccia. Era come se si fosse messo a lottare contro di loro, era pieno di tagli.
-Oh, Chris...- Sussurrò Eve, i coltelli caddero a terra, ma non era stato Chris a farli cadere. -Oh, figlio mio...-
-Mamma, va tutto bene, va tutto bene.- Disse, ma Evelyn fu poco rassicurata dalle sue parole. Fortunatamente Chris con la super velocità era riuscito a prenderli tutti, ma non aveva potuto evitare di farsi male.
-Ti ho fatto male, potevo ucciderti!- Disse Evelyn, si scontrò di nuovo col muro, esausta, sconvolta.
-Mamma, mamma. Sto bene. Capito? Vedi? Sto già guarendo.- Disse Chris, Jason lo raggiunse ma Chris gli disse di stare fuori dalla stanza. -Non c'è nulla che puoi farmi, che mi faccia male, ok? Nulla.-
Chris abbracciò la madre sporcandole il pigiama di sangue rosso vivo. Evelyn non riusciva a dire niente, singhiozzava sulle spalle del figlio, lui la portò di sopra e l'aiuto a stendersi. Era molto stanca, anche se aveva dormito tutta la notte.
-Ally... Lei era viva e poi... E poi...- Disse piangendo, poi esausta si addormentò.
-Ma cosa ha sognato?- Domandò Jason, Chris non lo sapeva, ma aveva un idea precisa di chi avesse sognato.
-Ha visto Ally viva, nel suo sogno. Poi probabilmente il sogno è diventato un incubo.- Jason si rattristì tanto, gli era successo un paio di volte da quando lei era morta. Non era bello. Jason si risvegliava nel suo letto, ma Evelyn...
-E Ally come sta?- Chris chiuse delicatamente la porta della camera della madre, poi seguì Jason verso l'infermeria.
-Le ho dato un occhio dalle 5... Nessun movimento, neanche microscopico.- Disse abbastanza contento. -Vuol dire che a Steve e Sara sta andando bene. L'hanno trovata, sicuro.-
-La stanno riportando indietro, dici? Ma il suo occhio?- Chiese Jason, mentre lo seguiva ai piani inferiori.
-Beh, quello non l'ho controllato.- Chris entrò in infermeria e si avvicinò ad Ally. -Beh, ora è del tutto rosso, l'altro è blu. Non sembra cambiare.-
-E se restano via ancora tutto il giorno? Vorrà dire che sono stati di là mezz'ora...-
-Io spero che non mi facciano aspettare così tanto.- Disse Chris. -Oh, cavolo...-
-Che succede?- Domandò Jason guardando Ally. -Sta male?-
-No, è per mio fratello...- Chris si guardò le braccia piene di tagli. -Ho fatto un casino.-

Piper respirò l'aria del mattino, e aprì gli occhi e fece scivolare la mano al suo fianco. Sentì del liquido, denso e si accigliò. Alzò le lenzuola e urlò.

-Questa deve essere lei.- Constatò Jason, Chris con espressione arresa e arrabbiata si diresse di sopra.
-Paul!- Urlò Piper. Dalla camera si sentì provenire il rumore di qualcuno che cadeva dal letto.
Chris aprì la porta timoroso come se aprendola fosse scattata una trappola pronta a farlo esplodere.
-Paul!- Piper, con i capelli in disordine urlava e aveva svegliato Hope, che prima dormiva serena e che ora piangeva. Paul si alzò, fissò le proprie braccia e il letto sporco di sangue e girò il suo sguardo sul fratello. Era infuriato, Chris ebbe l'improvviso istinto di scappare.
-Cosa...?- Iniziò furioso. Il fratello gli mostrò il ricordo con la madre e Paul sospirò. -Jason, aiuta Piper e Hope. Chris vieni e aiutami con le lenzuola.-
-Perché non mi sono svegliato?- Si domandò Paul. -Cosa ci è successo?-
-Dato che ero sveglio ti tenevo fuori... Pensavo ad Ally, non volevo svegliarti.- Paul accarezzò Chris, mise le lenzuola in lavatrice e la fece partire.
-Ti avevo detto che se avessi avuto bisogno di aiuto mi avresti dovuto svegliare.- Chris aveva il viso scuro nella penombra, occhi bassi. Paul lo coccolò tra le sue braccia. -Speriamo che tornino presto.-

-Faccio io, lascia stare.- Disse Piper infuriata a Jason strappandogli di mano il piumotto del letto. -Ssssh, amore... Va tutto bene.- Sussurrò a Hope.
Jason spaventato alzò le mani e indietreggio. Piper era l'unico dei nemici che non sarebbe mai riuscito a sconfiggere. -Allora io...- Jason fuggì dalla camera camminando all'indietro, si scontrò contro Megan e si girò.
-Ti cercavo.- Ora Jason indietreggiava da lei sorpreso.
-Hey, mi cercavi, eh?- Disse un po' agitato per la situazione caotica.
Megan guardò la lavanderia e poi la camera della sorella e di Paul. -Verresti?- Chiese. -Qui c'è troppa confusione.-
Jason la seguì. Aveva notato le labbra chiare, il respiro pesante, la pelle chiara, gli occhi che sembravano volersi chiudere. Si fermò in cucina, sembrava voler andare giù, ma si girò con sua sorpresa.
-Posso..?- Esitò indicandolo, sembrava triste.
Jason capì subito. -Stai mangiando... Vero?- Chiese severo, Megan esitò.
-Ecco, io...- Incominciò, Jason mise conserte le braccia e spostò il peso su un piede. -Giuro che...-
-Hai almeno mangiato dall'ultima volta? Che per inciso, era tre giorni fa?- La interruppe lui. -Era la seconda volta. La prima volta è stata due giorni dopo la morte di Ally e poi due giorni dopo, tre giorni fa, ricordi?-
-Si, lo so ma...- Disse con le lacrime agli occhi.
-Avevi promesso.- Disse lui, che sentiva le lacrime agli occhi, le ricacciò indietro. -Eravamo al parco e me lo hai promesso.-
-Ti prego...- Lo supplicò lei, ignorandolo. -Ti prego.-
-Mi avevi detto che ti saresti fatta aiutare, anche.- L'ammonì.
-Non ci riesco!- Scoppiò a piangere, lei appoggiò le mani sul suo petto e posò la fronte appena sotto il collo. -Era lei quella che mi aiutava. Era LEI.-
Jason sospirò, assorbì la sua stanchezza e le diede un po' di energia vitale. Lei cambiò letteralmente colore. Le labbra divennero rosee e le guance un po' più rosse, la pelle era meno chiara e gli occhi non lo guardavano più appesantiti.
-Non chiedermelo più.- Disse stanco e anche affamato, ora che la sua energia era dentro Megan. -Ti voglio un bene dell'anima. Ma non chiedermelo più. Voglio che tu stia bene, ho cercato di aiutarti...-
-Se non torna, io muoio, allora.- Jason cercò i suoi occhi ma la sua faccia era ancora contro il suo petto, inseme alle sue mani.
-Cosa?- Lui la prese per le spalle e la raddrizzò, anche se era debole, la forza di mollarle un ceffone per le stupidaggini che diceva ce l'aveva. -Non dirlo, Meg. Non dirlo. Perché lo dici? Lo so che fa schifo. Tutto fa schifo...- Disse scuotendola. -Ma la regola, qui, tra di noi, è di non mollare MAI. Stai mollando?-
-Jason, non sono una McAiver.- Disse un po' dispiaciuta.
-Neanche io, ma è come se lo fossi. E anche tu. Sei parte della Famiglia, chiaro, e ora stai alla regola. Non mollare. La tua vita non è finita, hai ancora un sacco di cose da fare.-
-Se scappo sono una codarda!?- Disse lei fissando il pavimento.
-Anche io volevo scappare. Pensavo di essere un codardo, ma alla fine non l'ho fatto. È questo che mi differenzia dall'essere un vigliacco. Ho tenuto duro e sono rimasto, o meglio tornato.- Disse lasciandola e cercando di tenersi in equilibrio. Pensò a come facesse Megan a tenersi in piedi, ma lei forse c'era abituata, anche se quel pensiero raccapricciante avrebbe voluto cacciarlo.
-E quindi...- Megan esitò, l'energia nuova la faceva respirare meglio, ma sentiva dolore al pensiero di far star male l'amico. Non per la debolezza che le aveva preso, ma per la preoccupazione che gli stava dando. -Quando tornerà...-
-Ci risiamo?- L'ammonì lui, Megan lo fissò, i suoi occhi verdi nei suoi.
-Quando tornerà...- Continuò. -Mi sgriderà, temo.- Jason sorrise, poi si toccò la testa e si appoggiò a lei.
-Ho bisogno di una flebo, di tre hamburger e una sfera energetica.- Esagerò, Megan rise e lo aiutò a sedersi.
-Senti...- Disse lei, passandogli un panino. -Hai ragione. Ma il fatto che lei non ci sia mi ha devastato. Ally mi ha... Non lo so, mi ha rapito il cuore.-
-Conosco la sensazione, fidati. Ma io so che lei vuole che io stia bene. E lo vuole anche per te. Non possiamo deluderla.-
Megan sorrise e Jason la guardò, aveva lo sguardo fisso sulla tavola, le prese la mano e gliela girò a palmo in su.  -Io me ne faccio un altro. Questo è per te.- Mise il panino sulla sua mano e lei guardò Jason in faccia.
Jason si alzò e andò alla dispensa alle spalle di Megan, lui sbirciò e compose il suo panino dando un'occhiata dietro di sé, a Megan. Lei si portò il panino alla bocca e gli diede un morso. Jason, a dir poco, fece salti di gioia. Salti silenziosi, agitava le mani contento.
-Ti ho visto.- Disse lei neutra, ma divertita. Jason si sedette di fronte a lei e insieme mangiarono un panino.

Nel pomeriggio, tutti erano in infermeria e aspettavano assonnati l'arrivo di Steve, Sara e speravano, anche Ally. Chris, seduto sulla sedia aveva la testa che gli stava cadendo a ciondoloni, mezzo addormentato, ma ogni piccolo rumore lo scuoteva. Paul teneva Hope tra le braccia, la coccolava con lo sguardo dolce di Piper addosso. Megan era seduta accanto a Peter vicino al letto di Ally. Piper aveva preso luogo fisso ormai, ogni mattina si alzava e andava da Ally, a controllarla. Ma trovava sempre Peter. Quel ragazzo non si spostava di lì, e non sapeva se dirlo ad Ally o no. Quando Peter dormiva lei ci parlava, sapeva che non la sentiva, lo sapeva anche lui. Ma si sentiva meglio. Una cosa che aveva preso da suo padre, e che Peter aveva preso dal suo, dato che i due erano fratelli. Poi Piper aveva anche preparato un po' le cose per il funerale di Phoebe, insieme a Nathalie e Jake. Il giorno dopo ci sarebbe stato il funerale e si era promessa di non far mancare Peter per nulla al mondo, anche se Ally non fosse tornata.
Verso sera Paul, Piper, Hope e Chris andarono di sopra, a riposare un po' e a cenare. Jason, Megan e Peter li raggiunsero poco più tardi, con i morsi della fame, soprattutto Megan con sollievo di Jason.
-Noi andiamo a dormire...- Disse Paul, un po' intimorito. Non voleva andare a dormire, si sentiva come se non avesse più potuto vedere la sorella.
-Vi svegliamo se... Succede qualcosa.- Disse Peter, fissò Jason e Megan addormentati l'una sull'altro sul divano. Poi c'era Chris che guardava Jason e gli accarezzava i capelli come se avesse voluto strapparglieli, goloso di lui. Peter stava sulle scale, pronto a saltare al minimo rumore. Evelyn era rientrata, e nel sapere che non c'era nessuna novità si depresse. Parlava “da sola” (con John). Peter sapeva che parlava con lui e si sentiva meglio, magari lui riusciva a consolarla.
-Cosa? Perché? Deve sentirselo! Deve vederlo da sola!- Sentì Peter, scattò in piedi e corse giù per le scale.
-Si sta meglio qui.- Sentì, ora più vicino.
-Dov'è Ally!?- Peter corse verso l'infermeria e irruppe.
Trovò Sara e Steve, Sara che si girava intorno. -Ally?- Domandò.
Sara piangeva, Peter temette il peggio. -Io... Non lo so.-
-Che giorno è?- Domandò Steve.
-Il 29, è sera però.- Disse Peter avvicinandosi ad Ally timoroso, come se da un momento all'altro si fosse messa a prendere fuoco.
-Il combattimento ci ha fatto perdere una giornata!- Disse Steve. -Qua cosa è successo da ieri mattina?-
-Ragazzi...- Peter vedeva Ally, la sua pelle era rosa, le sue labbra non erano più bianche i suoi capelli sembravano vivi. Peter giurò di vederla muoversi. Poi i macchinari impazzirono, non sapeva cosa stesse succedendo, seppe solo che Piper era lì, neanche si era accorto, neanche l'aveva sentita scendere.
-Cos'ha!?- Urlò nel panico Peter. -Stava bene! Stava bene!-
-Soffoca!- Disse Piper, sembrava felice e Peter la guardò confuso. -Finalmente...- Ora Peter era decisamente confuso. Piper si mise dietro Ally e tolse il tubo dell'ossigeno dalla sua gola. Il macchinario smise di fare rumori e Piper rimase col tubo in mano, sorridente. -Soffocava perché aveva le vie aeree bloccate. Ora respira da sola.-
Peter capì e deglutì, buttando giù la paura che gli si era formata. -Quindi..?-
-La sua anima è dentro.- Decretò Sara, Peter la guardò.
-Lei è viva.- Disse sgomento. -È Viva!-
-Ce l'abbiamo fatta.- Sara abbracciò Steve baciandolo sulla fronte. -Devo dirlo ad Arty!-
-Davvero?- Si intromise il fratello sulla porta, per la prima volta col fiatone. -Salvi tua sorella e la prima persona, rettifico, animale alla quale vuoi dirlo è lui? Non tua madre?- Tutti risero per la buffa affermazione di Steve.
-Perché non si sveglia?- Domandò Megan, che si era appena svegliata ed era scesa con tutti gli altri. -Non...-
-La sua anima è stata fuori dal corpo per setto o otto giorni...- Disse Sara, che sembrava aver acquisito molte informazioni nell'aldilà. -Deve recuperare i ricordi.-
-Ha perso la memoria!?- Domandò spaventato a morte Peter. L'ultima cosa che voleva era, dopo la paura che fosse morta, che lei non si ricordasse di lui.
-No, i ricordi che la sua anima non ha acquisito mentre era via. Ovvero tutte le cose che le avete detto. Spero siano poche.-
Peter sospirò gettando la testa sul letto. -Le ho parlato tutti i giorni. Per ore.- Sospiro unanime dei ragazzi, stanchi fradici.
-Allora ci vorrà un po'.- Sara ridacchiò. -Non siete gli unici ad averle parlato.- Ammise a malincuore, poi andò via, lasciandoli soli.
-Si ricorderà di... Oltre?- Pensò ad altra voce Jason.
-Non lo so... Ma se così fosse, lei sarebbe l'ultima ad aver visto l'anima di mia madre...- Disse Peter amaro. Ora che lei era viva, il dolore della morte della madre si era palesato ancora più forte. I ragazzi andarono a dormire, solo Peter rimase. Pensò a quando si sarebbe risvegliata, avrebbe aperto i suoi occhioni blu... “No...” Pensò Peter. “Solo uno blu...” pensò un po' addolorato. Adorava i suoi occhi. Si addormentò, sentendo il suo profumo.

-Mamma...-
-John...- Bofonchiò Evelyn nel sonno, Steve la scosse leggermente.
-Mamma...- Ripeté, Eve si svegliò spaventandosi.
-Steve, sei davvero tu?- Chiese impaurita, ricordando il sogno del giorno prima. -Sei tornato?- Lei lo accarezzò timida.
-Tutto a posto, mamma. L'ho riportata da te.- Disse sedendosi accanto a lei, che era stesa sul letto.
-Chi?- Domandò alzandosi, poi capì. L'intorpidimento del sonnellino svanì e si mise sull'attenti. -Lei...-
Steve sorrise. -Ci vorrà un po' prima che si svegli,  ma...-
La madre non lo lasciò finire, lo abbracciò così forte che a Steve mancò l'aria, Evelyn piangeva e dondolava il figlio, felice che Anche lui fosse tornato.
-Mamma, non respiro.- Supplicò alla fine, Evelyn rise e si staccò pulendosi le guance e accarezzando il figlio.
-Peccato che John non sia sveglio, glielo direi...-
-Aspetta, mamma...- La interruppe Steve. -Lascia che sia Ally ad andare da lui.- Eve scosse la testa in segno concorde.
-Mi sembra un ottima idea.- Guardò il figlio, così somigliate al marito. Poi sorrise, maligna e minacciosa. -E che Ragnage tremi.-

Nevular - Il Regno CometaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora