Capitolo 8

2 2 0
                                    


Il giorno dopo Ally si svegliò e guardò l'orologio, erano le 7:00. Si alzò e si vestì e si preparò.
-Che fai?- Domandò Jason, vedendola in cucina.
-Vado a scuola, no?- Voi non siete andati mentre “Ero via”.- Fece le virgolette lei, Jason spalancò  la bocca.
-Ci vuoi tornare? Non hai neanche fatto lo stage che ti aveva detto di fare il preside, non so se ti farà...-
-Mi farà tornare.- Disse ferma. -Voi non siete andati più dopo il 22?-
-No! Cioè... Tu eri morta! E poi... Io...- Esitò balbettando lui. -E ora vai?-
-Si.- Disse non curante. -Ma tu?- Lui guardò dietro di lei, forse la porta, come se avesse paura di quello che c'era fuori.
-Si, d'accordo.- Sembrava pallido. -Vado a...-
-Si.- Disse lei. -Ti aspetto.- Jason si avviò, Ally si girò. -Jason...- Lui si girò e la guardò, lei aveva gli occhi lucidi. -Senti... Grazie per aver aiutato Meg...- Ally gli prese la mano. -Non so se sarebbe sopravvissuta senza di te. Non sarei MAI tonata se me la fossi trovata Oltre...-
-Ally... Si che sarebbe... Non dovresti pensarci...- Disse lui impaurito da quei pensieri.
-Non dovrei?- Ribatté lei. -Non dovrei, ma non dovresti anche tu.-
Jason sospirò, ne aveva parlato con Chris la sera prima, di Megan e anche di lei. -Si, infatti... Beh, pensa a questo. Tu sei viva e LEI è viva.-
-Non fa una piega.- Disse seria. -Ma io ti ringrazio comunque.-
Jason sentiva la pelle di Ally e fu sollevato del fatto che fosse calda, lei lo abbracciò e lo baciò sulla fronte.
-Ora vai a prepararti, fratellino.-
-Fratellone.- La corresse andandosene, Ally rise e fece colazione, poi quando Jason scese portandosi dietro Chris e Paul e Piper, se ne andarono.
Peter e Megan li raggiunsero di corsa in mezzo alla strada. Entrarono dai portoni e subito tutti si misero a fissarla, Ally sembrò non accorgersi, ma i suoi fratelli e gli altri si.
-Ehm... Ally?- Jason le indicò gli armadietti, dove c'erano gli studenti, Lara e Lucy la fissavano a bocca aperta.
-Oh, porca...- Disse Ally realizzando, si spostò al centro perfetto del corridoio e usò il suo zaino come piedistallo, tutti i libri che c'erano dentro la alzarono un bel po'.
-Hey, ascoltate.- Urlò, la folla smise di parlottare, ma tutti già la stavano fissando perciò non fu difficile attirare l'attenzione, professori compresi.
-Sono Allyson McAiver.- Disse come se nessuno sapesse chi fosse. -E vorrei informarvi che sono viva, ok?-
-Ma il telegiornale diceva che eri morta!- Disse Thomas, che sembrava l'unico a essere stufo di vederla. -Perché sei ancora qui?-
-Volete che vi spieghi? Io non ho segreti, sapete?- Disse, i suoi capelli stavano andando a fuoco, letteralmente.
-Va bene!- La sfidò Thomas. -Ti ascolto.-
-Ehm... Ally, non credo...- Esitò Paul, la sorella lo interruppe guardandolo.
-Per iniziare, mio padre è innocente. Non ha ucciso nessuno. Tentava di salvare mia sorella, che era stata rapita. Gli hanno dato la colpa, e per la cronaca, lui ha sofferto la perdita di mia sorella e l'hanno incolpato anche di quello.- Gli studenti guardarono atterra, come se si sentissero tristi a pensare come potesse stare suo padre. -Io ero distrutta.- Tutti sembrarono sentire il suo dolore al suono delle parole. -Un giorno sono uscita e sono andata sul posto dove lei è morta, dove gli Eromi l'hanno uccisa.- Precisò, gli altri alzarono lo guardi confusi a sentire la parola “Eromi”. -E ho visto un indirizzo che mi ha portato direttamente a casa di una persona...- Peter sembrò volerla fermare, ma lei lo bloccò col dito alzato. -...E quella persona era Ragnage. Ragnage è il capo di tutto questo.- Sguardi spaventati la guardarono come se capissero la gravità della situazione. Trovarsi a casa del tuo nemico, all'improvviso... -Quel giorno era il 22 Marzo, un giorno prima del mio compleanno.- Non sembrò importarle dal tono di voce. -Ragnage aveva qualcuno con sé, con un potere speciale che non starò a spiegarvi. E lì, quel giorno, mi hanno uccisa.- Fiati in sospeso furono tirati dalle ragazze, i ragazzi nervosi si misero le mani sul petto.
-Allora perché..?- Cominciò Thomas, ma tutti lo fissarono come se volessero che stesse zitto.
-Io tecnicamente ero Morta. Ma in pratica, il mio cuore e i miei polmoni funzionavano ancora.- Ally tremava nervosa. -Mi hanno tenuta in vita mentre io, la mia anima...- Precisò. -Ero in una dimensione. Ma non posso dire nulla a riguardo. Mia cugina e mio fratello mi hanno salvata riportandomi nel mio corpo.-
-E non potremmo fare tutti così? Tonare in vita? Non mi sembra giusto che possa farlo solo tu? Sei speciale, per caso?- La interruppe Thomas acido.
-Non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io. Ma sappi una cosa, anzi, fammi fare una domanda o due.- Disse lei arrabbiata con le dita a fuoco. -Tu per caso sei un Semialieno? Rischi la vita ogni giorno uscendo di casa? Ti senti mai cacciato? Seguito? Sotto mira? Io si. Io sono morta e tornata in vita, ma avrei anche potuto fare a meno.- Disse come a sfidarlo. -Ma devi sapere che la guerra che combatto è più dura dei tuoi compiti di matematica. E che Ragnage ucciderà chiunque gli si metta sul suo cammino, Umanyani compresi. Io lo fermerò, è per questo che sono tornata, non per vivere ancora o per stare sul divano tutto il giorno come fa questo figlio di papà.- Disse indicandolo. -Sono tornata per fermarlo, e morirò di nuovo se servisse a sconfiggerlo.-
-Signorina McAiver.- Disse spaventato il preside. -Devo chiederti di lasciare l'edificio.-
-Come scusi?- Intervenne Lara, la pelle nera che luccicava al neon. -Ha sentito che ha detto, lei è un'eroina.- Ally le fu grata ma si sapeva difendere da sola.
-Io ormai l'ho tolta dai registri e diciamo che da quando lei è entrata nella mia scuola, non ho avuto pace. Attacchi, esplosioni, chi ne ha più ne metta.- Disse indicando sulle dita. -Io non ne posso più. Bandisco i Semialieni o Alieni dalla mia scuola.- Silenzio, Chris, Jason, Paul sembrarono veramente feriti, il clima era davvero caldo.
-Non può farlo.- Sibilò Ally.
-L'ha già fatto.- Disse qualcuno dal fondo del corridoio. Lo lasciarono passare. -Un piccolo patto, per salvare la scuola.-
-Tu...- Una chioma verde si fece strada tra gli studenti.
-Allyson McAiver. Sei davvero stata dura con le parole.- Disse Ragnage. -Io non parlo così di te.- Dal tono di voce sembrava offeso.
-Ragnage, bastardo.- Imprecò lei. -Vattene via.-
-Si, un attimo.- Sminuì lui. -Ti spiego. Ho fatto un patto con l'Umanyano...- Disse indicando il preside. -...E gli ho promesso che non avrei toccato la scuola mai più se non avesse più dato lezioni a te e... Ai tuoi.- Disse disgustato. -Come ti sembra?-
-Un colpo basso.- Disse Lucy facendosi avanti. -Io non ho paura di te.-
Ragnage tiro fuori il coltello e Ally saltò giù dal piedistallo “fai da te”. Lo spinse lontano da lei, impettita e infuriata.
-Non toccare i miei amici.- Sibilò, i suoi occhi socchiusi in una serranda di ira. Ragnage rise e mise a posto il coltello.
-Ok, Ok.- Disse, mise il coltello a posto e poi smise di ridere, prese un'espressione che Ally non aveva mai visto. Era arrabbiato, e non stava guardando Ally.
Ally si girò e vide che stava guardando Peter. -Non ci pensare neanche.- Lo ammonì lei. -Non puoi neppure guardarlo, lui.-
-Sei un ragazzo fortunato.- Disse come se  non l'avesse sentita. -Non tutti possono stare con una creatura così meravigliosa.- Peter si sentiva a disagio, ora capiva come si era sentita Ally, le sensazioni che aveva cercato di spiegare il giorno prima. -Meravigliosa, ma ahimè sbagliata. Saresti stata un'ottima aliena, e ti avrei voluta.- Sembrava che non si riferisse solo al suo esercito.
-Mi fai schifo.- Sibilò lei guardandolo dai piedi alla faccia.
-Così mi ferisci.- Ribatté lui falsamente ferito. -Comunque, anche oggi non ti ucciderò, te l'ho detto: smettiamola di vederci così...-
Ally gli tirò un pugno sul naso, quello neanche sanguinò ma sembrò fargli male, Ragnage rise mentre tutti avevano il fiato in sospeso. -Che Stronza.-
Lui continuava a ridere, poi smise prendendo fiato, le mise una mano sulla testa accarezzandole i capelli. -Goditi la tua ultima lezione, Ally.-
Peter aveva la pelle d'oca. Sentire il nome di Ally uscire dalla bocca di Ragnage era un conto,  ma il suo soprannome...
-Ma perché!- Disse lei dispiaciuta. -Perché mi fai questo! Uccidi mia sorella! Sbatti mio Padre in prigione! Uccidi bambini innocenti! E genitori! E ragazzi!- Ally piangeva. -E ora mi togli anche questo!?-
Gli studenti ora capivano davvero quanto fosse cattivo.
-Oh, Ally.- Disse dolcemente dispiaciuto lui. -Quelli che hai elencato sono effetti collaterali.- Tutti lo fissarono stupiti. -Il mio obiettivo principale, ora, è ucciderti. E stavolta lo farò io, perché se le cose le vuoi fatte bene, te le devi fare da solo.- Disse riferendosi a Bacum. -Dal primo momento in cui ti ho vista...- Lui le tolse una lacrima dalla guancia calda, levò la mano di scatto, come se si fosse scottato ma non fece un verso di dolore. -Ora devo andare, devo vedere un tizio fastidioso che cerca di attirare la mia attenzione da settimane. Fastidioso...-
-Quello che ha manomesso le riprese.- Capì lei, Lui non disse nulla e fece spallucce non curante.
-Tu lasceresti vivere una mosca fastidiosa?- Disse lui ignorandola, Lei strinse i denti infastidita. -Spero di rivederti presto.- Le sorrise e si avviò tranquillo verso la porta, con le mani nel giubbotto di pelle, trascinando i piedi.
-Porca troia...- Disse Thomas. -A me sembra fantastico, lui.-
Peter gli lanciò un libro in faccia e il suo naso sanguinò.
-Sei fragile, Thomas.- Ribatté Jason, mentre lui scappava in bagno.
-Non so voi, ragazzi.- Intervenne Lara. -Ma io sto dalla tua.- Mormorii di assenso vennero dagli studenti, Ally li fermò.
-Ragazzi, quando ho detto che era una mia guerra non ho lasciato trapelare la sensazione che voi non potete essere compresi?- Disse severa. -Dato il patto che avete fatto con Ragnage...- Disse parlando al preside. -Io me ne vado. Tanto ero quasi sicura di non avere più tempo per la scuola, dovendomi allenare per sopravvivere.- Ally prese lo zaino e se lo mise in spalla. Chris, Paul e Jason si girarono verso la porta arresi e Peter e Piper li guardarono andare via.
-Ci vediamo a casa.- Disse Ally a Peter baciandolo. -Dov'è Megan?-

-Non ce la facevo più lì dentro.- Disse Megan, era pallida e sudava freddo. Era uscita, mentre tutti erano occupati a fissare Ragnage parlare ad Ally. Non sapeva perché ma sentiva che doveva andarsene, si mise a camminare per la città, riflettendo e buttando l'occhio su alcuni passanti, vide i colori dei loro capelli e dei loro occhi. Probabilmente ora non si nascondevano più. Probabilmente in molti avevano perso il lavoro. Si ritrovò in un vicolo e cercò di cambiare strada quando vide che nel vicoletto stavano combattendo, e alcuni scappavano. Non riuscì a scappare, la urtarono e riuscendo a togliersi da lì, si nascose dietro un cassonetto.
-Hey, questo è il mio posto!- Disse un ragazzo, lei si girò a guardarlo. Era l'Estraneo più strano che avesse mai visto. Gli occhi avevano le pupille che sembravano quelle di un gatto e le iridi sfumavano dall'interno giallo zaffiro all'esterno verde giada, i capelli erano color ametista e la pelle aveva il colore dell'ambra. Se un gioielliere lo avesse visto lo avrebbe preso per una statua preziosa.
-Io...- Balbettò Megan, si sentì un rumore forte e i suoi occhi brillarono, lui si spostò subito e nel posto dove stava prima cadde un vaso.
-Vattene da qui.- Disse lui. -O ti uccido, Umanyana.-
Megan si accigliò offesa e arrabbiata. -Ci ho provato, per tua informazione.- Megan abbassò la testa evitando della spazzatura. Lui sembrò intravedere uno spazio per scappare e si alzò, Megan fece lo stesso e insieme scapparono dal vicolo, col rumore delle spade e dei coltelli che si scontravano. Si trovarono sul marciapiede e Megan notò che si erano presi per mano, lei si staccò imbarazzata e lui fece lo stesso.
-Caspita, quanto sei magra!- Esclamò lui, Megan si fissò la pancia ossuta.
-Grazie per il commento stupido.- Fece stizzita, i suoi occhi brillarono ancora, lui si slanciò verso di lei saltandole addosso e evitando una spada che volava nella sua direzione. Megan se lo ritrovò addosso, lui la fissò imbarazzato, si alzò e l'aiutò ad alzarla.
-Bene, ehm... Ora devo andare.- Disse lisciandosi i vestiti irrimediabilmente sporchi. -Ho un appuntamento importante.-
-Oh, bene. Sai, anche io devo andare.- Andarono entrambi nella stessa direzione, ed era terribilmente brutto quando salutavi una persona e poi dopo averla salutata ti ritrovavi a fare la strada con quest'ultima. E lei era in questa situazione ora.
-Vai verso la scuola.- Notò lei.
-Si, mi ha detto di vederci lì... Lui.- Megan spalancò gli occhi verdi.
-Hai un appuntamento con un ragazzo...- Disse sorridendo.
-No, non in quel senso, io... Non sono Gay.- Precisò lui, Megan rise.
-Io ho degli amici Gay e li adoro.-
-Io non sono Gay! Mi piacciono le ragazze, soprattutto quelle bionde.- Disse lui sulla difensiva.
-Ok, ok, tranquillo...- Megan si sforzò di smettere di ridere. -Come ti chiami?- Lui rifletté prima se dirglielo o no.
-Ribcurck, ma mi faccio chiamare Ribcu, è meglio.-
-Sei Estraneo..?- Chiese, Lui sembrò a disagio. -Non dirmelo se non vuoi.-
-Si, si... Sono Estraneo, sto cercando di entrare nell'ASA.- Megan si fermò.
-Che cosa?- Lui si fermò e si girò verso di lei.
-Si, sai... L'ASA...- Megan lo interruppe.
-So cos'è, perché vuoi farlo?- Domandò scioccata.
-I miei lo erano, ma poi sono morti e... Va beh, fatto sta che vivo per strada e voglio andare da loro. Ho un appuntamento appunto con Ragnage.- Lui si bloccò. -Ehm... Stai bene? Sei talmente pallida che ti si intravedono le vene sotto la pelle...-
-Io sono un'amica di Allyson McAiver.- Confessò, fu lui ora a indietreggiare.
-Oh... Beh, se mi procuri la cena non ti ucciderò.- Disse lui fissandosi prima le unghie e poi lei. -Vorrei un Hamburger.-
-Vuoi che la chiamo? Ti farebbe cambiare idea, fidati.- Lui la fissò disgustato.
-No, grazie. Senti un po', ehm... Tu sei dalla parte degli Umani, no?-
-Già, più o meno. Non ci sono parti, ci siamo noi e ci siete voi. Voi potreste andarvene e non creare problemi e...-
-Ma perché nessuno capisce? Non non vogliamo...- Disse lui interrompendola, Megan lo interruppe a sua volta.
-Si, si...- Sminuì lei. -DNA, eccetera eccetera. Va bene!- Tornarono a camminare e lui la fissò come se si sentisse superiore.
-E non sei arrabbiata?- Domandò come se volesse informazioni.
-Ti importa se lo sono? È una tua scelta, per colpa degli insegnamenti che ti hanno dato i tuoi.- Megan fece spallucce. -Io non ti giudico.-
-L'ho capito.- Fece acido, un rumore partì dalla sua pancia. -Ops... scusa.-
-Hai fame?- Chiese lei. -Ti prendo qualcosa...-
-Siamo nemici.- Fece notare lui.
-Tu hai fame.- Ribatté invece lei, lui fece spallucce.
-Ho i miei metodi.- Si avvicinò al ristorante più vicino, guardò intensamente il computer e poi entrò, lei lo seguì. Il cameriere teneva in mano un pacco e si guardava intorno.
-Rib... Ehm... Riccardo?- Ribcu sbuffò.
-Non lo azzeccano mai.- Sussurrò. -Sono io.- Lui si prese il pacco e poi se ne andò. Mise la mano nella busta, tirò fuori i due panini e uno lo porse a Megan, lei fece un po fatica a prenderlo.
-Io muoio di fame per povertà e tu muori di fame per scelta?- Notò lui.
-Non ti devo spiegare.- Fece lei dura e arrabbiata.
-Tranquilla, tu non giudichi, io si. Non dirmi nulla e non ti dirò nulla.-
-Hai i poteri...- Disse lei cambiando argomento, lui alzò il mento, fiero.
-Già, uno è segreto, non lo dico a nessuno, ma l'altro...- Megan lo guardò curiosa, lui sorrise e si accomodò su una panchina per mangiare comodo.
-E me lo vuoi dire?- Lei gli si sedette accanto, era strano per due nemici mangiare seduti insieme, soprattutto a un orario come quello.
-Ok... Allora, hai presente il telegiornale? Le riprese, che sai ovviamente essere false, immagino..? Sono stato io, ho il potere di cambiare file di computer, manipolare, eccetera. Ora sei arrabbiata?-
Lo era, ora. -No.- Mentì. -Hai mandato in prigione una persona innocente.
-Una cosuccia da niente, ho rubato del cibo, poco fa. Ho fatto un'ordine e ho fatto in modo che sembrasse già pagato online. Facile facile.-
-Te la sai cavare.- Commentò lei. -Non ti senti in colpa?-
-Perché? Nessuno è innocente.- Ammise lui. -Ho solo un po' paura che quella Allyson mi trovi e sappia cosa ho fatto. Potrebbe arrabbiarsi un poco.- Disse mangiando il panino e finendolo in un boccone, Megan fissò il suo non ancora scartato. -Ma ora che te l'ho detto puoi dirlo a lei, così sapremo come reagirà, giusto?-
-Non le dirò proprio nulla, so tenere un segreto, io.- Lui annuì.
-Peccato, ero curioso, davvero. Grazie per la compagnia, ma temo di essere in ritardo.- Lui si alzò, Megan invece rimase lì. -Mangia il panino o mi offendo, Umanyana.-
Megan lo guardò andarsene, scartò il panino e lo mangiò.

-Megan!- Urlò Allly correndo verso di lei. -Megan... Ma dov'eri?-
-Ho fatto un giro, io... Non mi sentivo bene a stare lì.- Ally chiuse le labbra e annuì.
-Andiamo a casa?- Lei annuì e si avviarono, Meg si girò e si guardò indietro, vide Ribcu che si guardava intorno e arreso se ne andava, a quanto le parve, Ragnage gli aveva dato buca e ne fu stranamente felice.
-Hai della buccia di banana tra i capelli.- Le fece notare Jason, tirandogliela via. -Ma cosa hai combinato?-
-Nulla...- Mentì lei. -Ero caduta...- Pensò a quel ragazzo, normalmente si sarebbero uccisi a vicenda, invece nessuno dei due aveva fatto una mossa per uccidersi. -Non mi sono fatta male, tranquillo.-
-Ah, ok... Ma devi stare attenta. Io ho fatto la spesa per due o tre volte questa settimana e ho fatto fatica per tutte le risse che ci sono.-
-Se sapessero che Ally è viva le cose cambierebbero?- Chiese.
-Probabilmente peggiorerebbero, combatterebbero con più ferocia, lei è come un simbolo. Ragnage continua a dire in giro che è potente ed eccetera, così quelli dalla nostra si sentono più forti e quelli dall'altra...-
-Capito. Ma cosa dobbiamo fare?- Domandò Megan. -Dovremmo combattere, no?-
-Si, beh... Ally ha un'idea. Andiamo alla Casa e troviamo semialieni e i loro poteri, e come dice sempre lei li combiniamo per trovare le truppe di Ragnage.-
-Ah, sembra buona come idea e fate come con Ralph?- Jason si innervosì.
-Ci siamo promessi di non rifarlo, ma potremmo fare più in fretta...-
-Perché sei così nervoso al riguardo?- Jason si sedette sugli scalini.
-Per quello che ha detto Ally. In teoria... Non c'è nulla di più difficile da spiegare... Steve l'ha mandata nel DIM, è una dimensione in cui il tempo sembra fermarsi. Dico “sembra“ perché se tu entri e poi esci, esci nello stesso istante. Ma nel frattempo che sei dentro e ci rimani il tempo va avanti e la linea continua. Non appena esci le cose si complicano. Se mentre eri dentro, per esempio, noi vinciamo una battaglia e poi tu riesci, potresti cambiare quello che è successo e non si potrebbe rimediare. Questo vale anche con le cose brutte. Come con Ralph, che Ally ha salvato, ma nella linea originale lui sarebbe morto. Il fatto è che tutto quello che Steve, Sara e Peter hanno compreso in quel momento, nella linea prima che Ally la cambiasse, andrebbe perduto.-
-Sei spaventato perché se cambiasse la linea temporale il tuo io, di quel momento, sparirebbe? E tu non ne saresti consapevole, vero?- Megan lo guardò e seppe di aver ragione, gli altri li raggiunsero e lui non rispose.
-Entriamo, Chloe ci aspetta.- Disse Ally superando Jason e Megan.
-Nascondi qualcosa?- Chiese Jason guardandola di traverso.
-No.- Disse non curante Megan. -Andiamo, dai.-
Jason si alzò e superarono la porta e se la chiusero alle spalle. -Hai della salsa sul naso...- Megan sorrise pensando a Ribcu. “Mangia il panino o mi offendo, Umanyana.”
Nella sala riunioni c'erano già Nico, Chloe, Sara, Gammie e Galora. -Finalmente.- Disse Nico. -Ora che siete qui, vi aggiorno.-
-Ah, e cosa è successo mentre ero via?- Disse Ally, appoggiandosi al bancone.
-Ehm... Nulla. Sara ha mandato dei fantasmi a perlustrare la città e Sara pensa che stiano tornando. Andremo in uno dei loro covi vicino alla scuola e al supermercato, per rendere più sicura la città. Gli altri Estranei che combattono in nome della nostra causa non si stanno prendendo cura dei quelli che non si possono difendere.- Nico sfogliò delle cartine della città e le consegnò.
-Così mentre combattiamo ci preoccupiamo delle persone.- Disse Piper. -Ma se lo facessimo noi? Noi Umanyani.- Disse lei, Paul le scoccò uno sguardo guardingo e protettivo.
-Non so, Piper, voi non siete addestrati. Ma mi fa piacere che pensi ad aiutarci.- Disse Nico un po' intimorito, come se avesse paura di farla arrabbiare. -Chloe e Gal rimarranno qui a proteggere la Casa, oltre al fatto che sono in svantaggio.-
-Non sono in svantaggio.- Disse sottovoce Chloe offesa. -Sono incinta.-
-Partiamo tra dieci minuti con la mia macchina. Siamo in...-
-Sette.- Disse Ally. -Ma guido io.-
Dminico rise leggermente. -Non guiderai la mia macchina.- Disse nervoso.
Lo sguardo infuocato e ghiacciato allo stesso momento di Ally lo fece ricredere e dopo dieci minuti lui si ritrovò nei posti posteriori della sua auto a sette posti. Ally aveva accanto Sara a dirle dove andare, Nico, Gam, e Paul erano stretti nel posto dietro e Jason stava con Chris nel posto dietro Nico.
-Gira a destra, qui.- Diceva Sara, Nico stringeva i denti ogni volta che svoltava e faceva buchi nei sedili coi suoi artigli.
Quando arrivarono sembrava tutto tranquillo, quando scesero sentirono un rumore provenire dalla macchina e Nico sospettoso si diresse verso il bagagliaio con la spada stretta in mano. Ally lo fermò.
-Non è nessuno di cui preoccuparsi, lasciala lì.- Disse fredda.
-Chi è?- Domandò Jason, come se immaginasse chi fosse. -Megan?-
Ally non disse nulla, andò verso il supermercato silenziosa. Jason sospirò esausto già prima di cominciare, aprì il bagagliaio e lì c'era Megan accucciata come una contorsionista, sorrise imbarazzata a Jason e uscì timida. -Ciao Jas.-
-Che ci fai qui?- Domandò lui impaziente, lei mise conserte le braccia.
-Sono allenata.- Disse, ovviamente mentiva. -E armata.-
-Resta in auto.- Jason raggiunse gli altri e lei lo seguì testarda, senza farsi sentire, vicino al supermercato c'era il magazzino. Megan si affacciò e Ally la tirò indietro. Lei con i raggi X vedeva oltre il muro, un trucchetto con la quale si era dovuta interfacciare qualche volta e che senza sapere come aveva migliorato. E sentiva con l'udito amplificato le loro conversazioni, che ad Ally non sembrarono utili al momento. -Entriamo da là, e state dietro di me.- Fece Nico.
-Nico, aspetta.- Sussurrò Ally. -Tu ti mimetizzi, no? È per questo che vuoi andare avanti, ma io vedo e sento. Quindi se ci uniamo...-
-Ok, allora dammi la mano.- Nico e Ally si presero per mano e si mimetizzarono con le mura e l'ambiente circostante, il suo potere assomigliava a quello di Charles per certi versi.
-Attenta.- Mormorò Nico evitando una crepa nel quale stava per inciampare. -Ora dove?-
-Sinistra, la porta grigia.- Disse Ally. -L'unica libera, non c'è nessuno.-
-Grazie.- Disse Nico. -Ora, le persone qui dentro fanno sul serio.- Disse agli altri dietro.
-Come se Farlinium non avesse fatto sul serio.- Ribatté Jason, Nico gli scoccò uno sguardo ammonitore che lui non vide.
Nico fece uscire un artiglio e lo infilò nella serratura, e la modellò come una chiave, aprì senza alcuna fatica e dopo aver aperto staccò l'unghia e la fece ricrescere, Chris e Megan furono disgustati e rivolsero lo sguardo altrove, mentre Ally indifferente aprì la porta.
-Ora, destra.- Comunicò, gli altri diedero due metri di vantaggio.
Il corridoio era lungo e aveva parecchie stanze piccole, come uffici o sgabuzzini. Megan sapeva che era un magazzino, c'era stata una volta con Jake, ma non poteva immaginare che diventasse il luogo di un covo dell'ASA. Andò troppo vicino ad Ally e vide che c'era un gruppo di Altri intorno al tavolo e vide una chioma viola conosciuta in un angolo, nascosto. Ally spinse Megan nello sgabuzzino a destra, ma nessuno l'aveva sentita o vista caderci dentro. Fece per alzarsi, ma Ally chiuse la porta. Un Altro si girò e assottigliò gli occhi sospettoso, si avvicinò e nel corridoio si scatenò il putiferio. Chris si difese tirando fuori lo scudo dal tatuaggio e tirò fuori uno dei Sai dal tatuaggio e lo lanciò, quello si conficcò nella sua gola e gli Altri attaccarono. Megan aprì la porta, ma qualcuno le andò addosso e lei fu rilanciata dentro dalla spinta, e la porta sbatté contro il muro e dondolava tra un combattimento e l'altro. Megan riconobbe Ribcu, era lui che l'aveva spinta di nuovo dentro. Ribcu si accorse di lei e tentò di scappare, gattonando verso l'uscita. I suoi occhi si illuminarono e si fermò prima di arrivare alla soglia. La porta si chiuse con così tanta violenza che Megan seppe subito che era bloccata, ora. Ribcu si era fermato giusto in tempo prima che gli arrivasse in faccia.
-Ohi, ohi.- Disse come se il colpo lo avesse sentito, massaggiandosi la faccia. Megan lo fissò esterrefatta.
-Ancora tu?- Domandò esausta.
-No, io dico a te “Ancora tu?!”- Disse lui, tentò di aprire la porta, ma niente.
-Che ci fai qui? Fai parte degli altri?- Disse spaventata.
-No... Magari!- Disse lui stufo, Megan tentò a sua volta di aprire la porta.
-Allora che ci facevi qui?- Domandò confusa lui si mise sulla difensiva imbarazzato.
-Io... Insomma... Rubavo.- Disse rosso rubino in viso, lei si girò a guardarlo.
-Perché non vai a rubare al tuo pianeta?- Disse un po' offesa.
-Io...- Cominciò nervoso. -Hey! Ci sono nato io, qui!- Disse giustificandosi.
-E cosa rubavi?- Domandò, ormai arresa, non provava più neanche a toccala, la porta.
-Un piumone...- Disse timido. -Per la notte... Dopo avrei corretto il file facendo sembrare che ne sia arrivato uno in meno, ma i tuoi amici stanno facendo così tanto casino che non noteranno la  mancanza di un piumone.-
Megan sospirò arrabbiata, Ally non le aveva permesso di combattere.
-Sei con loro, no?- Domandò.
-Si, volevo combattere.- Ribatté, lui fece uno sguardo insistente.
-Allyson è qui?- Domandò un po' spaventato.
-Si, hai paura?- Domandò sedendosi per terra, lui la imitò.
-No, certo che no. Tu non dirai nulla no?- Disse come se ne fosse sicuro.
-Beh, siamo intrappolati, quindi...- Ribcu la fissò scettico e impaurito.
-Vuoi uccidermi.- Tirò a indovinare, Megan lo guardò a occhi spalancati.
-No!- Disse rossa come un peperone. -Perché dovrei?-
-Siamo nemici.- Le ricordò. -Dovremmo tentare, almeno.-
-Beh, sai che ti dico? Non parliamo della guerra quando stiamo insieme.-
-Ma ci siamo visti solo una volta! E ora... Io non so neanche come ti chiami...- Megan non disse nulla, storse la bocca. -Beh, guardando quanto sei figa, dire che hai un nome da strafica tipo “Natasha” o “Annastasia” o “Natalia”.- Megan rise.
-Mi chiamo Megan.- Lui posò lo sguardo sul soffitto estasiato.
-Ecco, visto? Megara... Da stafica.- Megan rise.
-Megan.- Ripeté.
-E io che ho detto?- Disse lui ironico.
-Sei molto simpatico.- Disse con le lacrime agli occhi.
-E tu sei molto carina.- Ammise lui, si appoggiarono entrambi al muro. -Beh, dato che stiamo qui e non possiamo parlare della guerra...-
-Per non ucciderci a vicenda...- Completò lei.
-Parlami di qualcos'altro.- Megan non sapeva di che parlare. -Ok, ti vedo spaesata... Ehm, continuiamo il discorso di oggi.-
-Non ne ho molta voglia.- Disse a disagio.
-Ma io sono interessato e insisto, dato che sono uno stronzo.- Disse, rimase a fissarla finché non si decise.
-Cosa vuoi sapere?- Gli occhi di Ribcu lasciavano intendere “dall'inizio”, lei sospirò. -Stavo con un ragazzo...-
-Oh, ecco...- Disse lui, ma la incoraggio a continuare.
-E io lo volevo lasciare, ma lui lo aveva capito, non aveva i miei stessi valori... Mi ha lasciato prima che lo facessi io.- Ribcu sembrò averlo capito prima che glielo dicesse. -Ha incominciato a insultarmi, sia sui social che a scuola. Niente di ché io non sentivo molto... Insomma, non mi faceva tanto male, tranne che a scuola...- Esitò balbettando lei.
-E allora come sei arrivata... A Quel punto?- Disse indicandola.
-Beh, un giorno mia zia mi ha chiesto un favore. Io e lei siamo molto legate e mi ha chiesto di accompagnarla all'ospedale per una visita. Fatto sta che fece una risonanza magnetica e io ero dietro ai monitor. Ora, io non sono medico, sto studiando giurisprudenza, ma mia sorella e delle mie amiche fanno medicina e una si sta specializzando in oncologia. Ogni tanto gettavo un occhio per curiosità e quando lo vidi nel monitor lo capii subito.- Ribcu fissò il pavimento, rattristito. -Mi disse di non dirlo a nessuno. Così dovetti andare in giro senza dire nulla, mentre fuori tutti erano “Ok” io dovevo sorridere e fingere di non sapere nulla.-
-Questa fa male.- Ammise lui commentando.
-Smisi di mangiare per il malumore, mangiavo poco... Bevevo il tè con mio padre la mattina, perché era un nostro rituale, tipo. E poi cenavo con mia mamma, ma a pranzo... Mangiavo poco e anche a cena, quasi nulla.- Megan si fissò le unghie deboli. -Fino a smettere completamente.-
-E come hai.. Cioè per sopravvivere di dovrebbe... Sai, mangiare...-
-Ally mi ha salvata, ha visto col suo potere segreto che stavo morendo, letteralmente. Lei... Dovresti conoscerla per capire.-
-Mi ucciderebbe, temo.- Ribcu non pensava a quello che diceva, più che altro sentiva ancora la voce sommessa di Megan che raccontava.
-E tu? Come sei arrivato alla strada?- Ribcu sollevò le spalle.
-Cinque anni fa i miei furono uccisi, non pagavo le bollette a 15 anni, così mi hanno sfrattato, gli Altri, amici dei miei non mi filarono neanche per sbaglio, quindi da allora...- Megan annuì. -I miei genitori non mi assomigliavano neanche un po'. Dicevano che avevo preso dai nonni. Solo che non li ho mai visti, comunque, mi trattavano duramente, diciamo. Erano... Voi direste Cattivi... Ma mi stavano preparando a una dura vita, infatti sono ancora vivo.-
-Hai avuto una vita dura, allora.- Ribcu la guardò, come se la contraddicesse. -Cosa?- Chiese. -Sono sporca?-
-La tua vita è stata più dura.- La sua sicurezza sembrò vacillare, sul fatto della guerra. -La sofferenza e il dolore sono presenti in tutti i pianeti...-
Megan lo guardò triste, capì che era stata davvero dura anche per lui. -Quando usciremo di qui che farai?-
-Probabilmente morirò. Se ci saranno i tuoi penseranno che sono un Altro, se ci saranno gli Altri penseranno che sto con te e moriremo entrambi.-
-Ho un'idea, allora.- Ribcu fece uno sguardo curioso. -Mi terrai in ostaggio.-
-Si, bello tenere una strafica in ostaggio, ma...- Disse poco sicuro. -Perché?-
-Se saranno i miei, dirai che mi hai rapita e mi lascerai andare se ti faranno fuggire, se saranno gli Altri penseranno che sei dalla loro e ci penseranno due secondi prima di farti fuori, approfitteremo della confusione per scappare.-
-Sembra un buon piano.- Disse con una smorfia poco convinta. -Ehm... Prima, con “stare insieme”...- Megan gli scoccò un occhiata curiosa.
-Non era... Beh, ci siamo visti due volte in un giorno sembra che questa cosa del trovarci per sbaglio sia... Boh.- Disse ridacchiando.
-Intendevo... Vorresti vedermi?- Domandò come se nessuno avesse mai voluto vederlo, Megan si girò verso di lui.
-E quanti amici umani hai?- Domandò, sapendo da quale parte stava, non credeva che per lui avere amici umani fosse normale.
-Ho tanti amici umani... Il tipo che mi da la pizza, il tipo che mi da il Kebab, il tipo che mi da l'hamburger...- Elencò lui sulle dita.
-Quello che ti chiama Riccardo..?- Disse scettica e poco convinta lei.
-Mi danno il cibo? Allora sono miei amici.- Disse sorridendole ironico. -A proposito. Mi devi una cena ricordi?-
-Io?- Domandò. -Ah, già! Per non avermi ucciso.- Disse ridendo, il suo sorriso lo contagiò. -Quindi usciamo insieme? Come la penserebbero “quelli come te”?-
Lui fece spallucce. -Io non devo dire loro con chi esco e se lo scoprono gli dico che ti sto spiando. Ma tanto non parleremo della guerra giusto?-
-Giusto.- Disse lei scherzosamente entusiasta.
-Tu piuttosto... Ok, che sei brava coi segreti, ma i tuoi amici non sarebbero feriti nel sapere che esci con quello che ha messo in prigione il Tenente?-
-È stato un processo ingiusto a mandarlo in prigione. E magari... Uscirà presto, se le vere riprese venissero scoperte.-
-Non mi pento di averle manomesse.- Disse lui acido. -Dicevamo di non parlarne!- Megan alzò le mani, come a far vedere che era disarmata.
-Hai ragione, ok.- Disse. -Di cosa parliamo?-
-Cosa fai nel tempo libero?- Azzardò lui.
-Io studio e sto con i miei amici. Poi ultimamente faccio da babysitter a Hope, mia nipote.-
-Ah, sei nonna o hai un fratello più grande?- Megan rise.
-Non sono nonna! Piper, la mia sorella gemella, ha avuto una bambina dal fratello di Ally, Paul.- Lui spalancò gli occhi colpito.
-Wow! E quanti anni ha?- Domandò stupito.
-Come me 19, appena compiuti. Va tranquillo, con Paul si è sposata.- Disse, rispondendo a una domanda muta.
-Oh, in questo caso... Spero che Hop, o come si chiama, sia l'unica a non essere rapita dagli Eromi...- Disse sincero.
-L'hai appena gufata.- Disse lei, schiaffandosi una mano in fronte.
-Che vuol dire?- Domandò confuso. -Se vivo per strada non vuol dire che So il “gergo di strada”!-
-Vuol dire che potresti aver portato sfortuna...- Lui girò la testa di lato. -Si, tipo quando dici “vinceranno facile!”... Porti sfortuna, no?-
-Se c'è una cosa stupida è questa...- Disse lui raddrizzando la testa. -Comunque, hai mangiato il mio panino?-
-Si. Hai visto Ragnage?- Disse evitando la domanda, Ribcu si oscurò.
-Mi ha dato buca. È stato peggio di quando ho parlato con una ragazza la prima volta, dopo essere uscito di casa. Non so perché non sia venuto.-
Megan era felice che non l'avesse visto, ma a vedere come stava Ribcu a riguardo... -Beh, si sarà dimenticato. Se non capisce il tuo valore, allora, è più stupido di quanto io e i miei amici pensiamo.- Ribcu rise.
-Allora si, si è dimenticato.- Concluse lui. -Ma che succede là fuori?-
Ribcu e Megan appiattirono le orecchie contro la porta, trovandosi faccia a faccia. Al di là della porta si sentirono spade scontrarsi, scudi cianciare contro coltelli, urla di dolore. Megan sentì urlare “Jason” e si preoccupò.
-Megan..?- Disse lui al suo sguardo preoccupato. -Stai bene?-
-Jason è mio amico, spero che non si sia fatto male.- Ribcu la guardò dispiaciuto, sentendo la sua tristezza.
-Allora lo spero anche io.- I suoi occhi si illuminarono e Megan pensò che le iridi stessero diventando gemme e che le pupille si stessero indurendo in ossidiana. Lui la prese e lei si spaventò, si gettarono di lato, verso il muro. Quando Megan si rialzò, lo fissò furiosa. -Ma che ti è preso!?- Urlò, poi guardò la porta. C'era un coltello conficcato nello stesso punto dove prima stava la sua faccia. Lui era terrorizzato in un angolino della stanza, era raggomitolato e tremava, piangeva... Megan si avvicinò cauta, gattonando, poi gli mise una mano sulla spalla. -Ribcu...- Mormorò. -Hey, Ribcu... Stai bene?- Lui si sciolse e si girò, poi la abbracciò. Megan non aveva mai sentito un abbraccio più forte del suo. Sentiva che era terrorizzato e triste. -Va tutto bene, Ribcu. Sto bene.-
-Scusa, non lo faccio mai di solito... Non mi succede mai, di solito.- Disse lui pulendosi la faccia e schiacciandosi contro la parete.
-Ma cosa è successo?- Domandò confusa, lei guardò il coltello. -Riguarda il tuo potere segreto?- Lui non rispose, tirò su col naso e poggiò la testa contro il muro. -Puoi dirlo a me...-
-Non posso dirlo a nessuno, neanche i miei genitori lo sapevano.- Megan aveva un sospiro bloccato nella gola.
-Perché?- Sussurrò buttandolo fuori.
-Io... Storia lunga.- Tagliò corto lui. -E poi meglio non dire nulla, fidati.-
-Mi fido.- Ribcu la guardò, nessuno gli aveva mai detto che si fidava di lui. -Io ti credo.- Tanto meno quello...
-Io... Davvero?- Balbettò, Megan lo abbracciò per consolarlo e lui sembrò sentirsi meglio.
-Qualunque cosa sia, non meriti di stare così.- Ribcu unì le mani dietro la sua schiena, timido e ricambiò l'abbraccio. -Non ho idea del bagno di sangue che sta accadendo fuori, vero?- Disse sciogliendo l'abbraccio.
-Non so tu, ma spero che saranno i tuoi ad aprire la porta, se fossero gli altri... Non voglio che uccidano una mia amica.-
-Sono tua amica?- Chiese addolcita, lui sorrise beffardo e fece spallucce. -Ma se fossero loro... Potrebbero ucciderti.- Lui rise.
-Non te l'ho detto, ma io ho un modo per scappare, solo che non te l'ho detto.- Megan lo fissò falsamente offesa.
-Oh, traditore.- Disse ironica. -Mi avresti lasciata in balia della morte!- Ribcu si incupì, pensando a una cosa che lei non sapeva. -Oh... Che ho detto? Qualcosa di sbagliato?-
-Si, no...- Mormorò. -Sbagliatissimo.- Sussurrò, Megan inclinò il viso per guardarlo negli occhi, mentre lui fissava il pavimento.
-Rib...-
-Non  ti lascerò mai più in balia della morte.- La interruppe fissandola. -Non ti lascerò morire, giuro.- Sembrava un giuramento profondo.
-Ti importa che io muoia?- Domandò.
-Adesso si... Cioè...- Sembrava contraddirsi da solo. -So che sei mia nemica e bla bla, solo che ora sei anche mia amica e bla bla...-
-Ok, va bene. Non devi spiegare, ho capito che intendi. È la stessa cosa per me.- Disse lei. -Davvero.- Aggiunse al suo sguardo interrogativo.
-Aspetta, senti qualcosa?- Domandò lui, lei si mise in ascolto.
-Nulla...- Lui la guardò allarmato. -Oh, cavolo non sento nulla!-
Si alzarono e si appiattirono in fondo al magazzino, lontano dalla porta. -Vuol dire che hanno finito.- Disse Ribcu, guardò la sua mano e si accorse che Megan gliela stava stringendo, come la prima volta.
Si sentì un colpo e la porta tremolò facendo cadere della polvere, Megan e Ribcu sussultarono. Si sentì un secondo colpo e sentirono che la porta stava per cedere. Ribcu sentiva che Megan aveva paura e in qualche modo non voleva che quando fosse con lui provasse quel sentimento...
-Aspetta.- Stava dicendo una voce familiare dietro la porta. -Spostati, Nico.- Megan vide dei capelli entrare ai lati della porta. Quelli, vivi, sembrarono prendere la porta e staccarla dal muro, si alzò un leggero polverone. Megan si mise davanti a Ribcu, gli prese il braccio e se lo mise intorno al collo, come se la strangolasse. -Ricordi cosa ho detto prima? La mia vita per scappare.- Lui annuì tremante, anche se non sembrava sicuro.
-Megan!- Esclamò Ally facendosi avanti, era piena di sangue, Megan che aveva le mani dietro la schiena pizzicò Ribcu che sussultò.
-Fermo!- Urlò Sara, in preda al panico. Ribcu prese il controllo, slanciò Megan in avanti, lei atterrò nelle braccia di Ally e Megan si preoccupò per lui. Si girò e vide che Ribcu stava svanendo con un effetto come di circuiti verso l'alto, Megan fissò i suoi compagni, increduli.

Nevular - Il Regno CometaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora