Capitolo 6

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-Dove sono? È il MOG?-
Ally si trovava in una specie di stanzone incolore, simile al MOG, però sentiva che era dentro di lei... Cioè nel suo corpo.
-Mi ricordo ancora il freddo, sulle tue guance... Oppure quando sei talmente calda da prendere fuoco...- Diceva qualcuno, Ally sapeva che era Peter, a quel punto non le importò dove era, si sedette e ascoltò.
-E quando indossi i miei maglioni invernali...- Lo sentiva piangere, le si spezzò il cuore. -Solo un altro giorno. Mi hai detto.- Rise amaro. -Sono rimasto a fissarti nelle mie felpe da quando ti conosco.-
Ally pianse e rise, era l'unico che potesse trasmettergli delle sensazioni forti, l'unico che potesse condizionarla davvero. -Ti avessi conosciuta centomila anni fa... Saremmo stati inseparabili. Ci sopporteremmo ancora, dopo anni e anni.-
-Peter!- Urlò, voleva svegliarsi. Vedeva e sentiva tutte le cose che le avevano detto o fatto da quando era Oltre. Vide Sara aprirle l'occhio, vide Peter, Piper, vide che le richiusero l'occhio. Ally confusa non sapeva cosa avesse.
-Ti penso tanto sai.- Fece Piper. -Penso anche che quel Bacum non ha vita lunga, ormai.-
-Ciao... Sono andata a fare la spesa con i miei, ma sono qui, tranquilla.- Disse Megan. -Peter dorme qui accanto, non ti lascia. È andato da Phoebe ieri e... Credo che la vedrai, dove sei ora...- Sussurrava, Ally sentiva dolore nella sua voce. -Mi manchi tanto...-
-Megan?- Urlò Jason dal corridoio, lei si girò ma non si mosse, si fece raggiungere. -Ciao, stavamo... Ti vedo un po'... Stai bene?-
Ally sentì lo sguardo di Megan saltarle addosso, non seppe come. -SI.-
-Ti vorrei sentire, anche solo per un istante.- Diceva ora Peter. -La tua voce, la tua risata... Ti vorrei abbracciare, vorrei sentire il tuo abbraccio, come fai sempre... Vorrei che potessimo guardarci, senza dire niente... Sfiorarci, con le tue dita morbide, calde... Facendo sparire quello che ci sta attorno, solo tu e io. Come la notte del freddo... Oh, quanto mi manca la tua voce.-
-Svegliati!- Ally si portò i pugni alla fronte e si premette forte tentando di scacciare il brutto mal di testa.
-Sei importante Ally, molto.- Diceva ora la madre.
-Mamma...- Sussurrò. -MAMMA!- Gridò a pieni polmoni.
-Mi sento così sola...- Piangeva. -Tuo padre ti saluta... Lui... È Triste. Più di me... Dice che sei bella, la sua adorata figlia...-
Evelyn si coprì il naso con le mani, come a bloccare le lacrime. -No, mamma... Non piangere, guardami! Svegliami!-
-Sai che vedo o provo quando ti guardo... Guardavo..?- Esitò, parlava al passato. Questo uccideva Ally dentro, sentiva una crepa dentro di sé. -Sei il mio pezzo mancante. Sei quella che mi completa. Senza di te sono un puzzle rotto.-
-Perché? No. Non dovresti, mamma!- Urlava.
-Oggi, stamattina è morta Phoebe. Ero andata da lei per aiutarmi col lutto e ora mi ritrovo ad aver perso anche un'amica. Spero che stia bene, con te. Ti chiederei di salutarmela, ma Sara dice che non mi senti.- Rise piangendo e pulendo le lacrime. -E perché ti parlo allora?- Se ne andò inacidita.
Sua madre cambiava spesso da un sentimento all'altro, era instabile. Un momento prima ti urlava addosso e pochi millesimi di secondo dopo te la trovavi addosso che ti abbracciava. Oppure stavate parlando dolcemente e poi d'improvviso ti parlava in modo acido.
Sentì ancora Peter, poi Piper, Megan...
-Megan...- Disse Jason. -Ma cosa..?-
-Mi sento morire, Jason.- Ally sentì Megan vicino a sé, era debole. -Stamattina... Mia zia...- Piangeva.
-Megan... La nostra promessa..?-
-Non ce la faccio.- Boccheggiò tra le lacrime. -Non...- Megan svenne e Jason la prese prima che cadesse. La posò sul lettino accanto a quello di Ally. mandò uno sguardo verso di lei, come a vedere se lo spiava, posò le mani sul suo petto e si concentrò. Megan si risvegliò piena di energie, Jason si sedette stanco morto, attento a non toccare i corpo di Ally poggiò la testa sul suo lettino.
-Oh, Jason... Megan... Ma cosa è successo? Non capisco! Ero via solo da 2 ore, al massimo! Non capisco niente!- Ally supplicava risposte, ma nessuno poteva dargliele ora.
Ally si guardò la pelle, era nera, come se fosse dipinta. Si sentiva come in una crisalide, vedeva delle crepe e non sapeva se fosse un bene o un male.
-Si sente, sai? Che manchi...-
-Oh, Pet.- Disse guardandosi le mani che sentivano la sua mancanza.
-La mia Forza...- Ally gridò, pianse, sbatté i pugni su quello che definiva pavimento, ormai sentiva che era seduta da ore.
-Da quando... Sei così...-
-Così come!? Morta! Dillo che lo ero! LO ERO... Non più! Svegliami!- Insisté, ma nessuno la svegliò.
-Guardami.-
-Ti guardo! Ti guarderei per sempre! Ti prego!- Supplicò.
-Non so stare in piedi senza te. Come ho fatto tutto questo tempo?- Ally rise amara.
-Ma che dici, scemo!- ridacchiò col cuore dolorante.
-Spero che tu non abbia ascoltato mia madre, non sul serio...- Ally rimase in ascolto, non capendo. -Jimmy mi ha detto che ti ha salutato. Salutato! Io non lo avrei mai fatto.-
Ally rise e sorrise, era felice che lui non lo avesse fatto davvero, non voleva che lui la salutasse... Sembrava brutto, come a dire che non si sarebbero più rivisti, e non salutandola neanche di persona...
-Le avrei detto di dirti di non fare la deficiente e di tornare qui.- Ally sorrise e pulì le lacrime che crepavano di più la sua seconda pelle. -Perché è qui che devi stare, con me. Sono egoista?-
-No, Amore. Hai ragione! Davvero!- Strillò lei, saltò in piedi e si accarezzò le braccia nostalgiche delle sue, graffiandosi via la pelle che sembrava non appartenerle, la pelle che non aveva abbracciato chi davvero amava più di ogni altra cosa.
-Forse, ma mi importa poco.- Ally sentì che la stava sfiorando, vedeva sulla pelle nera far spazio a dove passavano le dita di Peter mostrando la sua pelle limpida e pulita.
-Amo tutto di te. Devi tornare, devi tenere duro.- Ally sentì che aveva smesso di accarezzarla, e saltò impaziente per uscire di lì. Voleva abbracciarlo, parlargli, dirgli tutto quello che poteva. Passare il resto della sua vita con lui, addirittura.
-Sara dice che ti può riportare qui.- Disse Piper. -O meglio, riporta qui la tua anima che in questo momento “Non mi sta ascoltando”.- Disse facendo le virgolette. -Poco importa, io ti parlo e basta. Che tu lo voglia o no. Ti parlo di Megan, magari se ti incazzi ti svegli fuori prima. Ha smesso di mangiare, sai?- Megan le dormiva accanto, altri dormivano sulle sedie. Ally ne rimase addolorata e confusa. Erano passate due ore... Non aveva fatto merenda?
-Lei pensa che io  non lo sappia. Chris certe volte si dimentica di Paul. Mi sono svegliata stamattina con le coperte piene di sangue perché ha salvato tua mamma da dei coltelli... Non so se sono ancora le sue armi preferite.-
Troppe informazioni, Ally non le supportò. -E si era dimenticato di lui, ci credi? Dei gemelli che sentono tutto l'uno dell'altro. Ma io e lei siamo diverse, ovviamente. Io la noto. La capisco, ma non deve quasi morire per te. Dovrei morire anche io allora.- Piper incominciò a piangere. -Perché ti voglio bene, maledizione! E tu ci lasci così.- Si pulì le lacrime. -Non importa. Tu tornerai. Sei la McAiver spaccaculi. Peter, la tua famiglia... Non ci puoi lasciare se c'è un modo per salvarti, non lo faresti mai, sei stronza abbastanza da rimanere in vita, fattelo dire. E non puoi lasciarti andare dopo aver saputo come è stato detto a tuo padre della tua morte... L'ha saputo dal telegiornale, non fa schifo? Non vuoi rimediare? Ecco, visto? Devi per forza tornare.- Piper si alzò e coccolò la figlia vicino a lei, come a farle capire che mancava anche a sua nipote. -E poi c'è questo tipo... Jeo... Gironzola per casa, mi preoccupa... Sta qui da due giorni...- Piper mise giù Hope, sembrava stanca. -Spero che Sara e Steve ti riportino indietro presto... Dovrebbe mancare poco ormai, sono via da ieri mattina.-
-Piper, la cena!- Si sentì urlare, lei le sorrise e prese su Hope, poi se ne andò. Ally parve volerla fermare, Paul si svegliò e la seguì, fino a quel momento nessuno aveva parlato, anche se vedevano Piper parlare “da sola” e con lei. Forse perché dormivano... Megan si svegliò e si portò dietro Jason per la cena, rimase solo Peter.
-Dovrebbero essere già qui, tua mamma è tornata dal lavoro.- Sembrava preoccupato. -Non mi preoccupo, c'è ancora il portale.- Mentì.
-Di che parli, amore?- Domandò confusa. -Che ha fatto Steve?-
-Io... Devo andare a cenare...-
-No, aspetta! Non andare via!- Supplicò Ally, Peter si fermò come se l'avesse sentita, la sua pelle che si crepava e trasformava sempre di più in quella che ricordava.
Peter le accarezzò i capelli, che Ally sentì sciogliersi, passò le dita sul suo collo, sulle guance, sulle braccia, mani...
-Hey Ally...- Lei aprì gli occhi sentendo ancora le sue mani circondarle i polsi. -Sai quanto ti amo?-
-Quanto?- Rispose lei ridendo e desiderando di prendergli i polsi come faceva lui con lei ora.
-Tanto quanto da qui a Nevular.-

Si svegliò di soprassalto, prendendo un grosso respiro. Si guardò attorno e si accorse di Peter che dormiva con la schiena ricurva e la testa sul suo lettino. Mosse lei dita timidamente verso di lui, come se dopo averlo toccato, lui fosse scomparso come la pelle nera del suo sogno. Gli toccò i capelli. Era felice che la prima cosa che toccava erano i suoi capelli, profumavano, erano freschi e la facevano stare bene dentro e per davvero.
Peter si svegliò, restò con la testa giù e si fece accarezzare, poi sembrò avere un dubbio, quasi subito. Tirò fuori la mano e le loro mani si incontrarono. Lui riconobbe le sue mani come se non avesse toccato le mani di nessun altro. Alzò la testa lentamente, aveva paura che fosse un sogno o che lei sarebbe sparita, non lo sapeva. Non si sapeva mai con lei.
I loro sguardi di incontrarono, fu come la prima volta. Ci fu un momento di silenzio. -Quanto da qui a Nevular.- Gli disse lei.
Lui si alzò e la baciò. La loro lontana distanza ora era sparita, erano di nuovo insieme. Niente poteva mettere distanza tra loro, non più, MAI più.
-Mi sei mancata tanto. TANTO.- Disse piangendo e baciandola ovunque.
-Lo so, lo so. Ho sentito tutto quello che mi hai detto! Ti amo da morire...-
-Non fare mai più una stronzata simile, maledizione!- Urlò d'improvviso. -Che ti è venuto in mente!-
Ally non disse nulla, anche l'espressione era neutra, non sembrava voler parlare di quello ora. -Beh, sono passate due ore. Che avete fatto?-
-Ally...- Disse lui sbigottito. -Sei morta per una settimana...-
Lei si sentì mancare. -Che cosa?-

Fu difficile solo pensare di spiegarle tutto, ma a Sara venne un'ipotesi. Dato il suo legame con Oltre e il fatto che Ally ci fosse stata dentro poteva implicare che Sara avrebbe potuto accedere alla sua anima. Ally ricordava tutto, anche di Oltre, ma categoricamente si auto impose di non dire nulla. Sara si concentrò e seppe di avere ragione quando la sentì, le passò dei ricordi, di quelle giornate.
-Non ci posso credere.- Disse, Ally si stese, sembrava averne bisogno.
-E io non posso credere a quello che hai visto tu.- Disse Sara sbigottita e confusa.
-Lo hai visto?- Domandò Ally alzandosi. -Ok, sto bene.- Disse metabolizzando tutto. -Devo andare ora.-
-Dove devi andare?- Disse Peter prendendola  per il polso. Di solito non le faceva male...
-In prigione.- Ribatté. -A trovare papà.- Peter sembrò tranquillizzarsi. -Una domanda ancora... Dov'è Zed?-
-Non è mai venuta qui. È stata alla centrale per tutta la settimana, non sa neanche che ti abbiamo riportato in vita. Vuole trovare Bacum, è molto determinata. Non so come mai tutta questa motivazione, ti vuole veramente vendicare...- Disse Piper.
-E non sa di me...- Disse lei pensierosa e triste, le voleva bene... -Devo andare...-

-McAiver, hai una visita.- John si alzò dal tavolo.
-Stavo facendo colazione, Evelyn, ma va beh. Due visite in una settimana, però.- La guardia non disse nulla, fece spallucce e lo accompagnò.
John entrò girato verso la guardia, salutandola, mentre lui era stranamente silenzioso. Si girò.
Quelli non erano i capelli della moglie, ma ci somigliavano tantissimo, i suoi li avrebbe riconosciuti a miglia di distanza. Si accigliò e si avvicinò. Pensò a Sara, Kayla, ma non potevano essere neanche i loro. Si sedette e batté il pugno sul vetro. Ally tolse il cappelli con la visiera e alzò la testa.
A John mancò il respiro, sentiva l'aria nei sui polmoni eppure si sentiva soffocare. Mise la mano sul vetro, ora più di ogni altra cosa voleva distruggerlo per abbracciare la figlia.
-Papà...- Disse lei con le lacrime agli occhi oramai bicolore.
-Sei... Sei davvero..?- Ally sorrise, e lì capì che era davvero lei. Aveva delle domande sui suoi occhi, o meglio sull'occhio che aveva cambiato colore, ma non era importante ora.
-Sono viva, papà...- John scoppiava di gioia.
-Come... Come hai...- Balbettò. -Ma certo...- Realizzò. -Sara ha trovato un modo per... Io non ho idea di come possa aver fatto, ma ti giuro che io la adoro quella ragazza.-
-Ti farò uscire di qui. Troverò lo stronzo che ha manomesso...-
-No.- Disse lui interrompendola categorico. -Non devi più rischiare... Tu, ora, stai al sicuro.- La guardò, gli occhi marroni mogano pieni di lacrime. -Non posso rischiare di perderti ancora. Non sarei mai pronto a rischiare di perderti.- Ally lo guardò comprensiva, John capì che non poteva farne a meno e gli si spezzò il cuore.
-Papà, questa guerra ormai è la mia. Lui mi voleva morta per questo. Solo che mi ha ucciso nel modo sbagliato.- Disse con sguardo incazzato. -Avrebbe dovuto accoltellarmi lui stesso, non sarei potuta tornare in vita.-
-Perché dici queste cose, figlia!- Disse John irato.
-Sono stata nel mondo dei morti, papà. Non ho più segreti. Non ho più nulla, in qualche modo. Non ho PAURA.-
-Come... Era di là?- Domandò timoroso.
-Non posso dirlo, ma c'era la nonna. Zoe è con lei.- John sembrò sollevato e felice. -E ho visto Jack, zio Joe, zio Lu...-
-Manca anche a me zio Lu...- Disse nostalgico. -E Sara?-
-Lo ha visto, certo. Mi ha salvata. Di solito salvo io la gente.-
-Modesta.- Disse ridendo, si accorse che era simile a lui più di quanto volesse ammettere. -Non puoi essere sempre tu che salvi gli altri.-
-A volte devi essere salvato, eh?- Completò lei, sorridendo.
-Devi dirmi altro McAiver?- Domandò serio, ma sorridendo.
-Vi voglio bene, Tenente.- Disse, si alzò. -Ora è tutto, devo andare.-
John non la salutò neanche, la guardò andarsene via, mentre uno che era lì per la visita, suo amico, la indicò guardandolo. Lui rise facendo spallucce.

-Sono a casa!- Urlò Ally, come se fosse appena tornata da scuola. Si tolse la sciarpa, il cappello e gli occhiali. In soggiorno c'era Evelyn che si era fermata, stava andando verso la cucina. Quando la vide ebbe la stessa reazione di John, non riusciva a respirare, poi si sbloccò e buttò le braccia al collo della figlia stringendola forse a sé. Ally chiuse gli occhi per godersi ogni singolo secondo dell'abbraccio della madre.
-Non mi lasciare più.- Disse tra le lacrime. -Mai più, capito?-
Evelyn prese il suo viso tra le mani. -Mai più.- Ripeté Ally come a confermarla.
-Ally!- Sara apparve dalla cucina, forse era andata in infermeria, sembrava di fretta come se dovesse uscire di urgenza. -Eccoti! Ti cercavo!-
-Sara...- Ally la abbracciò forte.
-Ma dove eri! Mi sono preoccupata... Pensavo di dover andare Oltre a salvarti di nuovo!- Sara rise, poi si fermò, non c'era nulla da ridere.
-Sara, Jeo preoccupato. Ragazza morta non c'è più.- Jeo apparì all'improvviso dalle scale, Ally estrasse il coltello, lo prese per la maglia e lo lanciò a terra.
-Chi diavolo sei tu!?- Chiese a Jeo più arrabbiata che spaventata.
-Ferma Ally! Lui è Jeo, ricordi? Quello...- Ally ricordò il frammento di memoria di Sara. Quello non essendo un suo ricordo la confondeva, non lo aveva mai visto con i suoi occhi...
-Ah, già...- Ally fece fatica a far sparire il coltello, gli tese la mano e lo aiutò ad alzarsi. -Scusami, io...-
-Lorzock aveva ragione. Ragnage ha paura di te. E ora so perché... Sei cazzuta semiumanyana.- Ally lo guardò stranita.
-Ci chiamano in molti modi...- Disse Sara. -Gli altri vorranno stare con te.-
Ally la seguì, andando verso camera sua si fermò in bagno a sciacquare la faccia. Lì si rese conto del suo occhio. Si soffermò un tempo che potevano essere ore a fissarlo. “È fatto di fuoco” Pensò, guardò i suo occhio destro blu riconoscente che almeno lui sia rimasto uguale.
Andò in camera sua e si fermò sulla soglia, c'erano i suoi fratelli, Jason Piper e Megan sul letto e sul divanetto a chiacchierare. Sfogliavano foto, leggevano i suoi appunti, osservavano l'arco che teneva sotto il letto. Steve la trasfigurò in una collana e se la infilò al collo.
-Mi state rubando la tesi?-
Piper si girò sorpresa, poi tutti gli altri la videro. -Ally!- Urlarono i coro.
Tutti si alzarono e Ally si preparò al grosso abbraccio di gruppo che l'avrebbe soffocata. Con tanto amore, ovviamente.
-Ti sei svegliata finalmente.- Disse Jason, Ally si sedette con loro a sistemare foto e fogli sparsi a caso.
La sera finalmente Ally poté dormire nel suo letto. Peter era andato a casa, anche se non voleva, ma Megan era rimasta. Ally le voleva parlare, Jason le aveva spiegato più a fondo, anche se Ally si ricordava tutto. Aveva recuperato tutto, ora, e ogni cosa che avevano detto in casa e fuori, nelle vicinanze e persino nella Casa, lei le ricordava. Come un sogno però alcuni frammenti doveva recuperarli. Dopo il racconto di Jason il ricordo offuscato divenne limpido.
-Che hai combinato, quindi?- Le domandò seduta di fronte a lei in pigiama.
-Che intendi?- Disse Megan guardando fuori.
-Lo sai, non fare finta di nulla.- Disse Ally severa. -Pensavo di averti aiutata.- Megan la guardò spaventata. Forse aveva paura che Ally pensasse di non averlo fatto.
-Lo hai fatto! Non pensare che tu...- Esitò. -Ally, tu mi hai aiutata, tanto.-
-Allora perché ci sei ricaduta.- Ally era neutra, non sembrava che la sgridasse, ma Megan si aspettava che lo facesse.
-Ti... Ti ho quasi persa.- Balbettò alla fine lei.
-Non è sufficiente.- Disse lei, Ally le prese la mano. -Meg, nessuno dovrebbe influenzarti tanto. Non devi...- Non sapeva come spiegarsi, fece fluttuare lo sguardo da lei a fuori dalla finestra. -Non devi stare male, soprattutto per me. Lo sapevi che sarebbe potuto succedere. La mia vita non è normale.-
-Lo so.- Rise leggermente lei. -L'ho notato.-
-Vedi? È stupido, scusa ma è così. Non devi lasciarti morire perché stai male per me, non mi aiuta.- Megan storse la testa. -Se io ti avessi trovata Oltre...-
-Oh, Ally.- Megan capì. -Ho capito, non vuoi che io stia male, ma...-
-Ok, va bene. Ora sono qui, ma la mia domanda è... saresti sopravvissuta se io fossi davvero morta?- Megan bloccò un respiro a mezz'aria. -Ecco, vedi? La tua risposta sarebbe dovuta essere “si”. Avresti dovuto continuare a mangiare anche senza di me, perché non ha senso. Avresti dovuto continuare, per me, per te e per la vita che io volevo che tu continuassi.-
-Ok, capito.- Disse guardando le mani che Ally le teneva. -Non succederà più, promesso.-
-Non lo promettere a me, ne a Jason. Promettilo a te stessa. Promettiti che ti farai stare bene qualunque cosa succeda. Che se starai male continuerai a prenderti cura di te. Perché io non posso farlo.-
-Allora me lo prometto.- Ally sorrise.
-Bene, ora dormiamo, anche sei io “ho dormito” abbastanza...-

Ally, dato che aveva ormai il controllo totale dei suoi sogni, incominciò a sfogliare alcuni ricordi. Molte erano urla di ragazzini che si svegliavano dagli incubi, dove probabilmente vedevano i genitori, o i fratelli. Altre erano di adulti, quelle erano spaventose, non come quelle dei ragazzini quelle spezzavano il cuore. Ma c'era una spaventosa e che spezzava il cuore allo stesso momento. Era Alex, sognava il figlio che non poteva vedere. In effetti lei avrebbe ceduto, sarebbe uscita anche col rischio che suo padre la uccidesse, per andare a prenderlo. “Allora ci penso io” pensò, “ vado a prenderlo io”. Poi vide Zed, si svegliava in piena notte, piangeva e sussurrava nel suo letto... “Mi manchi tanto, Amore” Diceva tra le lacrime, “Dove sei? Dimmi dove sei!?” Ally non sapeva a chi si riferiva, ma questo la rattristò. Zed in effetti non si faceva più vedere di giorno, e quella notte non era rientrata.
Ally si svegliò, era un po' intontita nel sonno, ma sentiva la voce di Chloe, e quelle di Alex.
-Il completamento... Ci vorrà un po', insomma, è piena di danni. Faccio prima a costruirla da zero, davvero.- Diceva Alex.
-Accontentiamoci, la sua astronave non è delle migliori, ma lei è una nostra amica.- Disse Chloe.
-Come si chiama? Parlate spesso di lei ma non vi sfugge il nome...-
-Chloe.- Intervenne Sara. -Stata parlando ancora del progetto VISON?-
-Si, dicevamo che l'astronave è molto danneggiata e...-
-Mi ricorda quella dei miei nonni...- Rifletté Alex nostalgica. -Fin troppo.-
-E la aggiusterete?- Disse Sara. -Potrebbero esserci altri modi...-
-E come? I ragazzini della casa per quanto possano essere bravi non sanno nulla di navicelle spaziali. Anche Raspio, il ragazzino alieno, quello che aggiusta le cose, non ci riuscirebbe.- Disse Alex arresa.
Ally non sapeva di che parlavano, ma si alzò e continuando ad ascoltare si vesti per raggiungerle.
-E tu te ne intendi?-
-Aggiustavo quella dei miei nonni, appunto, c'erano molti modelli di quella nave. Questa è uguale identica a quella dei miei nonni, perciò si. La aggiusterò, ma ci vorrà tempo prima che sia pronta a per un VIS...-
-Un chi?-
-Viaggio Interspaziale Supersonico...- Chiarì Chloe. -Come VISON, si aggiunge solo ON che sta per “Obiettivo Nevular”.-
-Ah, vero... Beh, per quando sarà pronta?- Domandò Sara, Alex fece qualche calcolo e spalancò gli occhi.
-Due mesi? Forse di più...- Disse Sara sospirò e Chloe si morse il labbro.
-Fanno in tempo a vincerla loro, di là.- Disse Chloe. -Fa del tuo meglio meccanico spaziale...- Disse mentre Ally sentiva Alex mettere le mani su del metallo che cianciava.
-Oh, guarda! Questo lo avevamo anche noi...-
Ally bussò alla porta della Casa, sentì Chloe mettersi sull'attenti.
-Chi è?-
-Non lo so, ma forse è Ally. Sta recuperando... Se sei tu Ally, suona due volte.- Ally lo fece e ridacchiò sottovoce. -Visto?-
Sara ci mise un paio di minuti ad aprirle e Ally si guardò le unghie mentre lei scendeva le scale rumorosamente.
-Si sente che sei tornata.- Ally sorrise con le labbra chiuse e entrò.
-Volete andare su Nevular, eh? E userete l'astronave di Zed..?-
-Non c'è neanche bisogno che ti spieghi.- Si arrese Sara.
-No infatti... Senti.- Ally la fermò, Sara la guardò spaventata come se avesse in mente di fare un'altra pazzia. -Ho sentito Alex piangere, mentre ero in coma...-
-Oh, io... Non me lo aspettavo, la sentivi?- Domandò sinceramente incuriosita.
-Si, ed è stato molto deprimente... Voglio fare qualcosa per lei.- Disse con le mani in mano, torturando le dita togliendo le pellicine. -Dato che ho sentito anche che il giorno in cui sono morta era il giorno in cui tu e Chloe eravate partite per la città in cui stava Alex prima di essere rapita...-
-Già... E vorresti andare a prenderlo?- Ally smise di toccarsi le mani.
-Sarebbe il minimo. E poi  lei non può uscire, Ragnage la troverebbe. E allora si, che avrebbe un motivo per venire a ucciderci tutti.-
-Beh, in caso venisse abbiamo la cupola di Charles... Lui e Steve hanno unito i poteri e ne hanno fatta una. Chiunque si avvicini e non abbia buone intenzioni, se ne va.- Ally sorrise.
-Avete imparato qualcosa da me, dopotutto.-
-E quando vorresti andare? E con chi?- Ally rifletté.
-Oggi, con Peter, per forza. Se me ne vado... Cioè mi è stato accanto per tutta la settimana, e anche di più da quando stiamo insieme. Mi sento poco grata nei suoi confronti, perché per quanto possa avermi aiutata io non l'ho mai ringraziato. E questo mi dispiace, capici?-
-Si, perfettamente.- Disse Sara guardando per terra, mentre camminavano.
-Pensi a Jimmy, vero?- lei la guardò. -Non ti ha ringraziato mai davvero di averlo aiutato ad andare Oltre...-
-Ma ti è sfuggito qualcosa, o ti sei impicciata di tutto?- Disse Sara stizzita, ma non offesa, Ally fece spallucce e fissò un angolo del muro.
-Era come se mi si fosse amplificato l'udito, mentre ero via... Forse una specie di auto difesa. Beh, io ho sentito ogni cosa. Anche Jacob, il vicino di casa. Sta male per Phoebe, oggi c'è il suo funerale.-
-E vuoi andare oggi?- Chiese. -Ci vorrebbe un po' di tatto...-
-Partiamo dopo il funerale, Sara, lei sta bene e lo sai anche tu.- Sara sospirò. -E anche Peter lo sa.-
-Va bene, vengo anche io?- Domandò Sara. -Sai ci vorrà un po' e...-
-Chiedo a Steve un portale e poi...- Iniziò lei, Sara la interruppe.
-Lui non ci è mai stato là...-
-Ma Alex si, c'è un ragazzino che ha avuto la metamorfosi tre anni fa, ha venti anni ora.- Sara si guardò intorno.
-Non parli mica di Brian?- Sussurrò.
-Si, proprio lui. Ha il potere di estrapolare ricordi e immagini dalle menti. Prende un'immagine di casa sua da Alex ed è fatta, la passa a Steve e siamo a casa di Alex in quattro e quattr'otto.-
-E non ti sembra un po'... E se non funziona?- Esitò Sara
-Poteva non funzionare anche l'aggiustarmi una gamba con Chloe e Jason, ma ha funzionato. Dovremmo provare.-
-Brian è molto, come dire, di ghiaccio...- Ally la guardò negli occhi, ormai tutte e due li avevano di colori diversi.
-Anche io.-
Sara seguì Ally per la Casa, come se sapesse dove andare e ne conoscesse ogni angolo, arrivati alla camera di Brian, Ally andò si cura al letto centrale. I ragazzi ai lati dormivano ancora, Ally si avvicinò a Brian e lo scosse leggermente.
-Chi... Chi è. Cosa?- Bofonchiò lui rigirandosi.
-Brian Dixel, abbiamo bisogno di te.- Disse Ally piano, lui la guardò accigliato.
-Scusa?- Chiese indurito.
-Mi riconosci?- Ally si allontanò un po', lui mise gli occhiali e poi rimase col fiato sospeso.
-Porca di quella... Allyson McAiver?- Disse, un po' troppo ad alta voce, Sara lo zittì, lui si tolse le coperte da dosso e le seguì fuori. Sara andò in camera sua, che era vuota, ora.
-Di cosa hai bisogno?- Domandò. -Come mai sei viva?-
-Alla seconda domanda non rispondo.- Disse Ally acida. -Ho bisogno che mi prendi un ricordo, da Alex.-
-Lei lo sa? È d'accordo?- Sara guardò Ally cercando i suoi occhi.
-Non importa ora, lo puoi fare?- Sara non sembrava d'accordo.
-Si, posso. Solo che se la persona in questione non lo sa... Beh, faccio più fatica... Comunque, lei dov'è?-
-Non lo so, io...- Cominciò Sara.
-Sta arrivando.- La interruppe Ally. -In corridoio.-
Dopo pochi secondi Alex svoltò in camera e fece cadere dei pezzi di astronave nel vedere Ally. -Mi avevano detto che eri viva, ma... Guardati.-
-Ciao Alex. Dobbiamo parlare.-
Ally le spiegò tutto, i suoi occhi indaco si illuminarono. -Quindi, puoi?-
-Certo, va bene.- Si affrettò a dire lei. -Quando vuoi.-
-Brian...- Ally gli indicò Alex con una mano e lui con sguardo quasi annoiato si avvicinò. Dopo due minuti, lui staccò la mano dalla sua tempia e fece un gesto con le mani.
-Fatto.-
-Ok, aspettate qui.- Ally andò da Steve, entrò accendendo la luce. In teoria lui era in camera da solo, per i pericoli che comprendevano tagliare a metà qualcuno con un portale. In pratica, Amber era sotto le coperte con lui. Avevano i pigiama uguale ed era accoccolati, lei si svegliò.
-Allyson?- Disse assottigliando gli occhi disturbata dalla luce, poi li spalancò. -Steve... Steve.- Amber lo scosse e si svegliò.
-Due minuti, papà.- Disse rigirandosi.
-Steve, scemo!- Disse Amber girandolo. -Svegliati.- Guardò Ally sorridendo imbarazzata. -C'è qui tua sorella.-
Steve si svegliò subito, incrociò gli occhi di Ally e si trasformò in un riccio.
-Steve, ehm... Smettila dai, torna normale. Devi farmi un favore.- Steve la fissò con i suoi occhietti blu da riccio, poi timidamente riprese la sua forma.
-Cosa vuoi?- Chiese tutto rosso in viso. -Stavamo solo dormendo.-
-Ok.- Disse disinteressata. -Devi prendere un ricordo da Brian e fare un portale per un posto.-
-Che?- Ally gli spiegò tutto alla veloce, odiava perdere tempo, ormai erano quasi le 9:00. -E io dovrei...-
-Si, dovresti. Sono otto ore di viaggio, se pensiamo che potrebbero esserci alieni che ci inseguono e poi calcolare il ritorno,  i rischi...-
-Si, in effetti è meglio...- Rifletté Amber, prese la bottiglia d'acqua don la telecinesi e alzò la tapparella, nel frattempo spostava anche le coperte e usciva dal letto. Ally la guardò divertita e orgogliosa.
-Sei brava.- Commentò, lei sorrise e fece spallucce. -Allora vieni?-
Steve sospirò si tolse dal letto e avvolse se stesso e il letto in una nuvola grigio chiaro, dopo cinque secondi la nuvola sparì e Steve era vestito e in ordine e il letto era rifatto.
-Pigrone.- Commentò Amber, lei era ancora in pigiama, però si stava scegliendo i vestiti dall'armadio facendoli volteggiare in aria e piegando, allo stesso tempo, quelli in disordine.
-Avrete una casa ordinata... In futuro.- Disse Ally, uscì, lasciando i due a fissarsi negli occhi.
Steve uscì, con Amber che lo seguiva, automaticamente andarono in camera di Sara, come se solo lì succedessero le cose veramente importanti. C'era la stanza delle riunioni, ma lì non si dicevano tutte le cose che si dicevano invece in quella stanza. Ally disse loro che il funerale era alle 10:30, e che alle 11:30 sarebbe andata con Peter e con Sara a prendere Ralph.
-Meglio che io non torni là.- Disse Alex. -Maradia mi ha detto che è pieno di Eromi e Alieni dell'ASA... Per me sarebbe la fine e anche per mio figlio.-
-Hai pensato all'operazione VISON?- Disse Ally.
-Che c'entra?- Domandò, Ally voleva farcela arrivare da sola, fissò Brian e Steve. Lei si accigliò.
-Tu ricordi Nevular. Ci sei stata.- Alex piano piano sembrò arrivarci.
-Pensi che... Se funziona... Potrei fare a meno di aggiustarla e con Steve...- Steve, Amber e Brian la guardarono confusi.
-Ally, mi sorprendi ogni volta.- Disse Sara. -Devo andare da Chloe e dirglielo.- Sara uscì di corsa.
-Ci vediamo alle 11:30. Tutti qui, ok?- Gli altri annuirono e andarono a fare colazione, Alex rimase lì. -C'è un'altra cosa di cui dovremmo parlare, ma me la tengo per domani, devo riflettere.-
-Ally... Grazie. Cioè sei appena tornata e già... Non so come ringraziarti.- Alex era senza parole per davvero e sembrava una alla quale era difficile che mancassero.
Alex se ne andò bofonchiando tra sé, incontrò Dominico e cominciò a spiegargli tutto, mentre Ally se ne andava a casa di Peter. Bussò alla porta e Jacob le aprì. -Se cerchi Peter...-
Ally lo spinse dentro e chiuse la porta, lo sbatté la muro e lo tenne fermo con l'avambraccio. -Vedo che non sei per niente sorpreso di vedermi viva.-
Jacob fece l'espressione da “beccato”, e tentò di annaspare qualche parola. -Colpa mia... Va bene? Lo ammetto. Tutta colpa mia.-
-Ora che Umany sa di Noi certo non sarà facile ma dovevano saperlo prima o poi e siamo prossimi alla fine di tutte queste stupide avversità, ma tu...-
-Era solo il mio lavoro, che tra l'altro ho perso.-
-Sai quanto abbiamo perso noi? Da quando la gente sa, quelli dell'ASA stanno uccidendo sempre più persone, e anche da quando sono morta io.-
-Ragnage avrà una bella sorpresa.- Ally lo fissò dura.
-Infatti.- Ally lo lasciò. -Perché dopo che hai saputo la verità ti sei coalizzato con loro?-
-Beh, ora  mi sono ritirato.- Si giustificò.
-Certo non servi più, ti avrebbero ucciso. Un Umanyano. Che cosa se ne facevano di te?- Ally sembrava prendere fuoco. -Peter non sa quello che avevi fatto, o stavi facendo.-
-Certo che no! Non sapevo neanche che lui sapesse di te! Me lo ha detto dopo tutta la storia del telegiornale. Ma dopo l'esplosione, degli... Come diavolo si chiamano..? Eromi. Sono venuti sul mio posto di  lavoro e mi sono fatto reclutare, Ethern aveva messo una buona parola per me, a quanto pare. Sono andato in centrale, quel giorno che mi hai visto, ti avevo notata... E ho fatto una cosa per loro, si trattava di fogli e roba, poi ho dovuto testimoniare e ho detto tutto quello che dovevo dire. Quello che volevano che io dicessi.-
-Hai fatto finire mio padre in prigione.- Disse inacidita e irata.
-Ho solo risposto a delle domande sul pianeta scoperto, ci vorranno millenni prima di sapere come raggiungerlo o per mandarci degli Umani!-
-Ti sbagli.- Disse avvicinandosi, lui indietreggiò sbattendo contro il muro. -E anche se fosse, loro possono andare e venire come gli pare. La tecnologia ce l'hanno.-
-Mi sono ritirato, ok? Io non c'entro più con questa storia. Sto venendo la casa.- Disse lui sudando.
-Quando? Quando hai mollato?- Jacob deglutì, aveva la gola secca.
-Dopo che sei morta.- Lei sospirò e si allontanò. -Non era la cosa giusta.-
-Non mi dire.- Il clima nella stanza era un continuo sali e scendi di temperatura. -E tutti quelli che avevano ucciso prima di me?-
-Non sei nella posizione di giudicarmi! Anche tu hai ucciso.- Ally lo guardò furiosa, lui temette per la sua vita, addirittura, lui le fissò l'occhio rosso fuoco. Lei non ci aveva mai pensato... A quelli che aveva ucciso.
-L'ho fatto per sopravvivere. Loro non avrebbero pensato neanche per due secondi se uccidermi o no.- Jacob pensò che era troppo giovane per pensare a quelle cose, Ally si avvicinò alla porta e l'aprì.
-Prima di traslocare pensa anche a Peter.- Se ne andò sbattendo la porta.

Nevular - Il Regno CometaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora