-Megan!- Cercava e urlava Jason tra la folla. -Megan, dove sei?-
-Al sicuro.- Comunicò Ally. -Nello sgabuzzino.- Jason fissò la porta irrimediabilmente serrata, Ally scoccò una freccia prendendo un Altro nell'occhio.
-Oh, porca miseria, Ally!- Fece Jason disgustato. Ally guardò Nico, lui stava per essere trafitto da un altro, Ally urlò, poi si rese conto che lo aveva trapassato, come un fantasma. Lui sorrise, lo atterrò e gli squarciò il petto con gli artigli. Ally guardò Jason che alzò gli occhi al cielo arreso.
-Ally...- Disse Sara sovrastando il casino intorno a loro. -Ho... Degli amici...-
-Ora?- Chiese stizzita e incredula. -Proprio ADESSO?- Sara la fissò. -Ok, vai in quell'ufficio ti copro io.-Sara e Ally andarono nel piccolo ufficio e Ally ci si piazzò davanti alla porta, proteggendola. Vide Gammie muovere i capelli e inferire diversi danni e contusioni. Si annotò di non farla arrabbiare.
-Sapete già chi sono. Come mi avete trovato? E perché insistete proprio ora?- Disse Sara ai due fantasmi.
-Mia moglie ed io dobbiamo dirti una cosa importante!- Insisté l'anima.
-Allora ditemi!- La moglie fissò lui e poi lei e alla fine si decise.
-L'ultima volta che ci siamo visti non abbiamo detto tutto...- Sara le scoccò uno sguardo da “questo già lo sapevo”. -Ti abbiamo detto che nostro figlio era stato preso e adottato da degli Altri dopo che ci hanno uccisi...-
-E non ho saputo altro... Tranne che ha dei forti poteri...- Completò.
-Lui è qui ora.- Disse lei, Sara si fissò intorno, le urla e la morte. -Per ora è al sicuro, ma... Mi sono decisa a dirti altro.-
-Allora dimmi.- Ripeté, Sara fissò gli occhi della donna, erano diversi da quelli dei nevulariani normali.
-Mio marito è Nevulariano.- Disse, come se avesse sentito la sua domanda muta. -Ma io... Io sono Gantuliana. Vengo da Gantula.- Confessò.
-Che pianeta è?- La donna si accarezzò i capelli argentati, che luccicavano anche se non era lì veramente.
-È poco lontano da Nevular, è tra meta strada lì e qui, insomma... Lo si trova sulla destra superata la stella Bligia.- Disse, come se stesse dando delle informazioni come un GPS.-
-Quindi lui è per metà... Come lo riconosco?- Chiese lei.
-Si, mi somiglia molto... Noi abbiamo i marcatori del DNA molto forti, riguardo l'aspetto... I nostri occhi sfumano da un colore all'altro, abbiamo le pupille come quegli animali che qui chiamate “gatti” e abbiamo sempre colori di quelle che voi dite siano pietre preziose. L'unica cosa che mio figlio non ha preso da me sono i capelli... Li ha presi da mio padre...-
-E cosa posso fare?-
-Dirgli la verità.- Supplicò. -Mio figlio vuole diventare uno degli Altri, se ce la farà e Ragnage si accorgerà di lui, per voi è finita.- Sara la guardò spaventata. -I genitori adottivi l'hanno sempre trattato male, come i nevulariani hanno sempre trattato noi. Io voglio che gli venga detto come stanno in realtà e cose, così non vorrà stare dalla loro parte.-
-Come faccio a parlargli..? Dove si trova ora?- Domandò.
-Si trova in uno sgabuzzino, con una ragazza... Stanno parlano.- Intervenne l'uomo tranquillizzandola. -Sono bloccati, questo è l'unico problema.-
-E riguardo ai suoi poteri? Oltre quello di manomettere riprese o avere a che fare con database?- La gantuliana si morse il labbro con i suoi denti perlacei.
-Uno non possiamo dirtelo. Troppo pericoloso.- Disse infine. -L'altro sarebbe che può scappare in un modo troppo irrintracciabile.-
-Che vuol dire?- Chiese.
-Può scappare attraverso internet, o cavi elettrici, reti satellitari... Qualunque cosa di tipo elettrico, ma anche meccanico.- Disse lui.
-Oh bene!- Sospirò lei con le mani nei capelli. -E ora sta fermo in una stanza? Internet è ovunque!-
-L'ho detto, stanno parlando. Le relazioni per noi sono sempre... Buone. Nel senso... Io ho conosciuto mio marito sul mio pianeta, lui odiava la nostra razza come tutti i nevulariani, ma ci siamo messi a parlare. Ci accordammo di incontrarci in segreto, perché di sicuro la guerra non ci metteva d'accordo. E ci accordammo di parlare di altro. Ci innamorammo e lui mi aiutò a mettere fine alla guerra. I nevulariani se ne sono andati, ma alcuni sono rimasti. Io ho avuto Ribcu su Gantula. Lui ora deve sapere.-
-Ma non mi crederà mai! Io sono dalla parte del cattivo per lui!-
-La ragazza con la quale sta parlando può... Gli è successa la stessa cosa successa a noi.- Disse con uno scintillio orgoglioso negli occhi. -Ha conosciuto questa ragazza stamattina dietro un cassonetto...- Disse lei ridendo. -Poi hanno parlato e si sono mangiati un panino, li ho seguiti... Faccio la figura della madre protettiva?-
-Ma ci mancherebbe! Continua...- La incoraggiò lei.
-Nonostante lo avessero educato per ucciderli, lui sente le stesse cose che sentiamo noi Gantuliani. Quando una persona ci sta simpatica a pelle, non importa da che parte stia... Siamo fatti così.-
-Allora spero di stargli simpatica...- Commentò lei. -Questa ragazza chi è?-
-Non lo so, non ha ancora detto il suo nome... Ma è gialla di capelli.-
-Bionda.- La corresse Sara, lei annuì scrollando le spalle, la battaglia nel frattempo stava finendo con la loro ritirata. Gli Altri neanche si presero i feriti. Sara uscì, e non disse nulla per mancanza di tempo.
-Non uccidetemi, vi prego.- Disse un Altro, ferito e sporco di sangue.
-Fermi!- Disse Sara, vedendo Gam muoversi verso di lui con fare poco amichevole. -Se lo uccidi farò una fatica tremenda a mandarlo oltre.-
Lei gettò il coltello a terra e sbuffò. -E cosa dovremmo fare?-
-Adesso ne parliamo.- Disse Ally, accucciandosi davanti a lui. -Parliamo della parte dalla quale vuoi stare.-
-Non è che... Che potremmo... Parlarne... Più... Più tardi?- Ansimò lui, dopo finita la frase cadde svenuto, Ally si alzò e andò verso lo sgabuzzino dove aveva lanciato Megan, Sara si illuminò. Loro avevano detto che stava con una ragazza bionda, dentro uno sgabuzzino. Ally colpì la porta con una spallata, la porta tremò. Nico tentò una seconda volta, ma non si aprì.
-Aspetta. Spostati, Nico.- Gam si fece spazio e con i capelli stacc�la porta facendo volare la polvere.
-Megan!- Esclamò Ally, sperando inutilmente di non spaventarla.
-Fermo!- Urlò Sara, in preda al panico, ora era sicura che fosse lui e che la ragazza con cui stava era Megan. Ma allora perché la teneva come in ostaggio? Lui slanciò Megan in avanti, cadde nelle braccia di Ally e lei la tenne dal farla cadere, non potendo fare nulla per fermarlo senza farle male. Lui svanì con un effetto elettronico verso l'alto, lasciando Sara imprecare dentro di sé.
-Lo conosci?- Fece Sara senza dare a Megan il tempo di sistemarsi e togliersi il sangue, Ally l'aveva sporcata.
-No! Quel bastardo!?- Sara sentì il suo cuore spezzarsi... I genitori avevano detto che erano amici, o qualcosa del genere. Forse avevano litigato...
-Sei sicura?- Richiese Sara speranzosa.
-Ma perché dovrei?- Ribatté Megan stizzita arrendendosi dal pulirsi.
-Nulla!- Mentì Sara, si girò e vide i genitori del ragazzo che poco prima aveva visto sparire... Forse Megan mentiva, per proteggerlo, in quel caso avrebbe dovuto tirarle fuori la verità, ma Sara sapeva che se gli teneva un segreto non lo avrebbe mai rivelato. Forse avrebbe dovuto parlare di lui, con lei presente per convincerla che non c'era nulla da temere. Ma avrebbe dovuto farlo più tardi, perché ora dovevano scappare.
Nico fece strada assicurandosi che non ci fosse nessuno, alla porta di uscita Ally lo superò e si infilò al posto del guidatore, aspettando gli altri. Partirono con l'Altro messo alla meglio nel bagagliaio, e Megan accanto a Jason e Chris. Dopo alcuni metri, nella quale Ally aveva guidato fuori dal parcheggio, si accorsero che li stavano seguendo con un suv nero.
-Ok, tenetevi forte.- Li avvisò Ally. -Sarò un po' spericolata.-
-Perché non lo sei stata prima, ovvio.- Disse Nico deglutendo, con gli artigli già incastrati nel sedile. -Non graffiare la mia macchina.-
Ally accelerò, e quelli dietro fecero lo stesso. La strada era abbastanza libera, tranne per qualche macchina che Ally riusciva a sorpassare senza problemi. Purtroppo dopo un chilometro la strada incominciò ad avere qualche macchina in più difficile da sorpassare, gli Altri erano dietro di loro e non distanziavano di molto. Ally imprecò.
-La classica macchina lenta...- Sibilò infuriata, era l'unica a non sudare.
-Ha superato il limite di velocità!- Disse Nico stizzito. -La chiami lenta?-
-Non posso sorpassare, ci sono troppe macchine di là.- Disse arrabbiata.
Nico si guardò dietro e vide che gli Altri stavano per tamponarli. Ad Ally venne un idea. -Nico...-
-Si?- Disse timoroso, guardando la sua espressione, che ormai tutti avevano imparato a riconoscere. -Ho paura.-
-Ti puoi passare attraverso gli oggetti, vero?- Lui annuì e anche se non lo avesse fatto Ally sarebbe comunque andata avanti. -Puoi far attraversare gli oggetti anche agli altri, o oggetti attraverso oggetti?-
-Ho capito che vuoi fare, ma non l'ho mai fatto!- Disse lui sovrastando il rumore del motore. -Potremmo morire!-
-C'è sempre una prima volta...- Gli altri la guardarono. -Non per morire, idioti! Per i poteri!- Ally sbuffò, poi accennò a un sorrisino divertito.
-Io posso far passare persone o oggetti attraverso oggetti, ma solo se li tocco... Dovreste toccarmi tutti, mentre io tocco la macchina!-
-Che aspettate?- Disse Ally. -Toccate Nico! E anche l'Altro nel bagagliaio.-
Loro lo fecero un po' intimoriti, non da Ally, però. Nico prese la spalla di Ally con una mano e con l'altra toccò il centro della macchina.
-E ora freni e ci fai sorpassare, facendoli passare attraverso di noi, no?-
Ally sorrise. -Vai ora Nico.- Ally non fece come le aveva detto lui, attraversò la macchina di fronte a loro e accelerò, gli Altri rimasero dietro. Ally accelerò fino a seminarli, dirigendosi verso casa. Arrivati Nico fece fatica a staccare gli artigli dall'auto.
-Sei una pazza! Non ti farò mai più guidare.- Disse tremando. -Ma bel lavoro, comunque.- Ally gli sorrise e se ne andò. -Vado a fare rapporto a John.- Ally lo sentì e ritornò indietro, nonostante avesse parlato piano.
-Perché?- Domandò. -Per fargli sapere di tutto questo, con lui lì che non può fare nulla?-
-Ally, io dirigo la Casa solo perché lui non può farlo, ma non per questo smetto di aggiornarlo o di dirgli come vanno le cose. Io lo sto solo sostituendo e vado da lui anche per ricevere consigli. Ho 22 anni e sono un ragazzino, per lui e per loro. Ho bisogno di lui.- Disse aprendo il bagagliaio e prendendo l'Altro, che era ancora svenuto.
-Ok, vengo anche io allora.- Si impuntò lei, Nico la guardò guardingo.
-Ok.- Disse infine. -Andiamo subito e tu non toccherai il volante, chiaro?-
-Megan, dov'eri?- Chiese Piper vedendola entrare in casa.
-Ero occupata.- Piper guardò il telefono e vide un messaggio di Ally.
-Ally dice che sei andata... In battaglia. Ma sei pazza? Potevi morire! E dice che sta andando da zio John.- Disse fermandola, stava per andare di sopra senza ascoltarla, Megan sbuffò.
-Non mi è successo nulla, sto bene.- Piper la fissò.
-Ally mi ha scritto che un Altro ti teneva in ostaggio.-
“Non è un Altro” pensò acida. -Beh, non mi ha fatto nulla, non aveva le palle.- Mentì, Piper non riuscì a non lasciarla andare, fece le scale rumorosamente, mentre Piper cullava Hope pensierosa.
Megan si sedette sul letto di Zoe e si stese, le suonò il telefono, lo prese e lo accese. Un messaggio.
“Ciao.” C'era scritto, nessuno lo aveva mandato, non c'era numero sconosciuto ne niente, come spesso accadeva ad Ally con Chloe.
-Chi sei?- Sussurrò, il telefono scambiò, ora c'era Ribcu sullo schermo.
-Finalmente ti ho trovata, Non ci ho messo tanto, modestamente.-
Megan sussultò facendo volare il telefono sul letto. -Ma cosa..?-
-Hey! Non si trattano così gli amici!- Urlò lui. -Riprenderesti il telefono?-
Megan lo prese lentamente e lo guardò. -Ma sei nel mio cellulare...-
-Si letteralmente, potrei uscire e sarei lì.- Megan spalancò gli occhi.
-No! Fermo.- Disse cauta. -Sono a casa di Ally.- Sussurrò.
-Non ho detto che avevo intenzione di farlo!- Disse Ribcu, aveva un primo piano sulla faccia, si rimpicciolì, sembrava una formica. -Wow, che bello sfondo!- Disse ironico.
-Sono foto di fiori, le faccio io.- Disse acida, sentendo il suo sarcasmo. -Mi hai hackerato il telefono?- Richiese, lui sbuffò.
-No, sono direttamente dentro. Se lo avessi hackerato il mio corpo sarebbe da un'altra parte, e non sarei qui fisicamente, per così dire.- Disse saltellando da un'icona ad un'altra. -Oh! Guarda, adoro questo gioco.-
-Ci ho messo un sacco di tempo ad arrivare a quel livello, non ti azzardare.-
-No, non lo tocco tranquilla.- Disse ridacchiando. -Dovevo trovarti perché se abbiamo intenzione di vederci dobbiamo trovarci in qualche modo.-
-Direi che per stasera siamo d'accordo.- Disse lei. -Pizza, no?-
-Si, beh...- Disse guardandosi intorno come se fosso un osto normale. -Stasera ho da fare, puoi scusarmi?-
-Certo, poi sono tenuta sott'occhio anche io, sai... Per quello che ho combinato.- Si appoggiò al muro accanto alla finestra. -Dobbiamo far calmare le acquee.-
-Concordo, ma possiamo sempre sentirci qui, tu aspettami.- Megan aprì un gioco. -Vuoi giocare?-
-Una mossa tu e una io.- Disse lei. -Ti aspetto nel telefono... E se volessi contattarti?-
-Basterà che scrivi nella Chat, ma cancella quello che scrivi. Sono attento a non lasciare tracce, la chat sarebbe una traccia, ma se non c'è scritto nulla non mi troveranno. I miei messaggi scompariranno quando voglio.-
-Fico.- Disse Megan facendo una mossa nel gioco. -Che succede se ti tocco?- Ribcu si girò a guardarla dopo aver fatto una mossa.
-Beh, non lo so, sei la prima che sa che sono nel telefono. Ero stato in altri telefoni ma sono stato attento a non farmi notare.- Megan avvicinò il pollice a lui. -Ma non ci tengo a scoprirlo, sai?- Disse lui scappando dal pollice. Megan rise.
-Dai, vieni qui.- Disse ridendo, lui scappò ridendo dal suo pollice, rovinando la partita del gioco. -Ops, abbiamo perso.- Disse per niente dispiaciuta.
Ribcu era piegato in due e prendeva fiato, ridendo. -Non hai detto nulla di me?- Chiese. -Quando sono andato via?-
-Nulla, neanche a Sara... Mi ha chiesto se ti conoscevo, due volte.-
-Sara? Non è mica quella che vede i fantasmi?- Domandò, lei annuì.
-Sembrava insistente.- Ribcu rifletté poi fece spallucce.
-Va beh... Scusa, Meg. Ci sentiamo, devo proprio andare.- Lui sorrise e si diresse verso l'icona di internet, come una persona normale si sarebbe diretto verso la porta.
-Ciao Rib.- Lui sorrise ironico e ci saltò dentro, lei bloccò il telefono e sospirò.
Il giorno dopo Megan si avviò a scuola con Peter e Piper. Ormai erano quasi alla fine dell'anno e si avvicinavano alle Tesi Esaminali Scolastiche (TES), Piper stava dicendo proprio in quel momento che dopo le TES lei avrebbe lasciato, per badare a Hope. Probabilmente alla fine non lo avrebbe fatto, perché i suoi genitori non glielo avrebbero permesso. Peter non era sicuro di continuare per il fatto che i suoi amici non erano più ammessi. Megan non voleva continuare perché, dopo aver saputo quello che Umany nascondeva nel profondo, era difficile rimanere concentrati. Megan e gli altri si avvicinarono alle porte, lì lei notò un ciuffo viola ai margini della scuola.
-Scusate ragazzi, torno subito.- Mentì, si avvicinò e trovò Ribcu, nascosto dal muro della scuola. Ora si, che non ci sarebbe più andata.
-Ehm... Non ti sto seguendo.- Si giustificò lui, lei sorrise.
-Sono la tua unica amica, no? Andare da chi ci conosce è normale, ci fa sentire al sicuro.-
-Ed è per questo che sei qui?- Lei ne rimase sorpresa, si morse il labbro e sorrise. -Facciamo colazione?-
Si diressero al bar accanto alla scuola e si sedettero, ormai le lezioni erano iniziate, poteva entrare dopo, o non entrare affatto.
-Allora, hai bigiato?- Fece lui. -Io non marino la scuola, sai?- Disse cercando falsamente di farla sentire in colpa. -Io non ci vado proprio a scuola.-
-Beh, in questo caso... Se tu ci potessi andare, cosa studieresti?- Domandò.
-Mi prenderai per pazzo, ma... Computer, aggiustarli o creare cose. Non importa cosa, basta che ci sia un computer.- Disse sognate.
-Io sto facendo giurisprudenza, per diventare avvocato.- Ribcu sorrise complice.
-Quindi se finisco nei guai chiamo te?- Megan rise, la cameriera li raggiunse e loro ordinarono. -Io una brioche e un cappuccio, la mia amica...- Rifletté. -Lei una ciotola di latte e cereali. Al cioccolato.- La cameriera sorrise e se ne andò, Megan ci impiegò un po' prima di parlare, cercando una spiegazione al fatto che sapesse che le piaceva.
-Mi hai visto sui social, no?- Ribcu scrollò le spalle senza fissarla.
-Internet è praticamente mio, ho dato un'occhiata veloce, ma io a volte riesco anche a capire la gente. Solo a volte, perché la maggior parte delle volte sono anche una testa di cazzo e me ne frego.- Megan lo guardò dolcemente.
-Non dovresti distruggerti così l'autostima.- Disse lei. -Riguardo a me... Distruggermi l'autostima è facile, ci sono gli altri che mi prendono in giro e poi ci sono io che ci credo, anche.- Tentò di sdrammatizzare, inutilmente. -Tu sei speciale.- Disse, Ribcu alzò gli occhi, stava per chiederle “Davvero?”, ma non poté, perché era arrivata la cameriera con la loro ordinazione.
-Il piumone è servito, sai?- Disse, dopo che se ne fu andata.
-Si? Hai dormito bene?- Chiese interessata, lui sentiva il suo sincero interesse e si sentì, come dire... Ascoltato, per una volta.
-Al calduccio, mi sarebbe servito prima, ora che ci penso.- Disse Ribcu.
-Prima dove dormivi?- Lui distolse lo sguardo e guardò fuori. -Se vuoi dirmelo...- Ribcu addentò la brioche, poi bevve il cappuccino.
-Prima dormivo in una casa abbandonata, aveva una stufa, io prendevo i mobili e mi facevo caldo. Adesso quella casa è... Distrutta, sai il nuovo negozio..?- Megan annuì inspirando. -Tanto non mi piaceva, solo che...-
-Ribcu, giuro che ti inviterei...- Lui ridacchiò.
-Assolutamente no...- Lei si accigliò. -Non fraintendermi, verrei a casa tua anche ora... Se solo non ci fosse una certa semialiena che mi sentirebbe e mi ucciderebbe.-
-Era la stessa ragione del perché non te lo ho chiesto, ma posso cercare qualcuno...- Lui dissentì con la testa.
-Apprezzo davvero che tu ti preoccupi per me, davvero. Ma me la cavo, tranquilla.- Megan sapeva che se la cavava, solo che avrebbe voluto che se la cavasse meglio.
-Ehi, Megan.- Disse un ragazzo, accanto al loro tavolo, Ribcu si girò a fissarlo, poi guardò Megan. Aveva gli occhi erano lucidi di lacrime. -Hai saltato scuola. Tranquilla, anche noi.-
-Ciao, Phil... Thomas.- Disse lei senza guardarli, Ribcu capì che era lui il suo ex ragazzo, già aveva voglia di dargli un pugno, ma si limitò a infilargli un virus distruttivo nel telefono. Avrebbe voluto vedere la sua faccia, dopo.
-Certo che sei dimagrita molto, stai bene!- Disse Phil, con l'indice le toccò le costole e lei strinse i gomiti. -Non dovresti mangiare, staresti meglio.-
-Già.- Disse Thomas allontanando i cereali da lei. -Non dovresti mangiare...- Il suo sorriso si spense. -Dovresti morire.- Disse serio, Megan coprì gli occhi verde pistacchio con i palmi delle mani e si nascose dietro i meravigliosi ricci biondi. Ribcu si tolse il giubbotto, facendo notare la sua presenza. Ma vide che nonostante lei non facesse nulla, loro infierivano. Neanche si stufavano, neanche se ne andavano.
-Non dici nulla, Meg?- Ribcu si stufò, non gli piaceva affatto come la trattavano, si alzò mostrando loro Tutto Lui. Loro smisero di sorridere.
-Avete qualcos'altro da dire?- Disse, le sue pupille color ossidiana che li intimorivano.
-Si.- Disse testardo Phil. -Sei proprio una troia, se la fai con certa gentaglia.-
Megan tolse le mani degli occhi, mostrando le lacrime, non aveva più ragioni per nasconderle. Ribcu perse le staffe e spinse Phil con le mani sul suo petto.
-Hai qualcos'altro da dire? Idiota?- Urlò, lui si riavvicinò arrabbiato. Phil cominciò a spintonarlo e Ribcu neanche si muoveva, si avvicinò a lui, perché aveva proprio voglia di prenderlo a pugni. Thomas tentò di bloccarlo tenendolo per le braccia, ma faceva fatica a trattenerlo, Phil invece, avendo il via libera, gli tirò un pugno. Ribcu neanche fiatò, ma si spostò di lato per il colpo, continuava comunque a cercare di raggiungerlo. Ribcu si disarcionò dalla presa di Thomas, Megan si alzò e lo bloccò mettendogli una mano sul petto. Il resto delle persone attorno che li guardavano, Megan faceva fatica a trattenerlo.
-Ribcu, guardami!- Urlò, lui non la guardava, guardava lui con odio profondo. -Ribcu! Ti prego, Guardami!- Insisté, lui abbassò lo sguardo, notandola. Ribcu smise di spingere e la guardò, poi guardò lui che rideva. Si mise il giubbotto, poi prese Megan per mano e si avviò. Si fermò davanti a Phil.
-Solo perché mi ha fermato lei. Non ti ho preso a pugni perché c'era lei. Non farti vedere mai più, perché la prossima volta che ti vedo non cercherò di prenderti a pugni.- Phil abbassò lo sguardo e vide che Ribcu aveva alzato la maglietta, mostrando un coltello bianco lucido con lo stemma di uno strano animale. Ribcu tirò Megan verso l'uscita e lei gli corse dietro.
-Ribcu.- Lui si fermò e si girò a guardare lei. Poi guardò il bar.
-Scusa, non... Non sono riuscito a trattenermi. Dovevamo finire la colazione. Si, dovevamo...- Balbettò tremando.
-Ribcu...- Megan fissava per terra, lui tentò di incrociare il suo sguardo, lei lo abbracciò. -Non fa niente.-
Lui non riusciva a muoversi, gli veniva da piangere. -Lo avrei ucciso.-
-Non dirlo.- Disse lei staccandosi.
-Io sono così, Meg.- Disse lui. -Io mi scaldo facilmente. Non si toccano le persone a cui tengo. E meno male che sono poche. E meno male che sei solo tu.-
-Tu... Tieni a me?- Lui si avvicinò, le diede un bacio veloce sulle labbra.
-Ci conosciamo da poco, ma già ti amo.- Lei si sentiva mancare il fiato.
Dal bar uscì Phil, con alle calcagna Thomas. Ribcu non fece nulla, rimase a guardarli con la mano di Megan che lo stringeva. Phil prese il telefono e Ribcu si mosse agitato, lo sguardo di Megan gli cadde addosso, per poi girarsi subito su Phil. Lo accese. Semplicemente quello. Il telefono gli diede una scossa talmente forse che lui lanciò il telefono e andò a sbattere contro Thomas. Ribcu guardò Megan e lei guardò lui, capendo che c'entrava qualcosa. Ribcu la trascinò via di lì, correndo verso un vicolo familiare e infilandosi dietro un cassonetto.
-Oh, guarda. Dove ci siamo conosciuti!- Disse Megan ridendo, Ribcu fu contagiato dalle sue risa. Era accucciato con le ginocchia piegate di fronte a lei, il coltello bianco in bella vista luccicava.
-Ehm...- Disse lui imbarazzato, Megan capì che era uno dei suoi segreti.
-Non è Ambratio...- Notò lei.
-Si... Ti spiego dall'inizio?- Megan lo guardò e fu come leggerla. -Solo se voglio, giusto?- Lei sorrise, lui iniziò. -Il giorno in cui gli Altri del gruppo dei miei mi dissero che erano morti, io ho ispezionato la casa prendendo tutto ciò che mi sembrava utile. Trovai cibo, vestiti... Ma io cercavo armi e altro. Trovai una chiave, non sapevo cosa teneva chiuso, ma cercai e trovai un armadio. Di solito prendevano qualcosa delle vittime che uccidevano, spesso occhi, ma a me non facevano vedere nulla. In una teca in particolare avevano messo questo. C'era scritto, su un foglietto nella teca, che... Aspetta.- Glielo porse. “Vibrontio”. -Non so da chi lo hanno preso, ma era l'unica arma in casa perché il resto se lo erano preso quella mattina.- Megan prese il coltello e lo osservò.
-Questo animale?- Disse accarezzandolo, aveva il corpo di una leonessa, le ali di un ciglio sulle scapole, le orecchie e il muso di un lupo gli occhi di un gatto.
-Non lo so... Nella legenda degli animali Nevulariani non c'è.- Megan lo fissò. -Non l'avete?-
-No.- Ammise. -E che animali ci sono?- Ribcu sospirò, si alzò e uscì dal vicoletto. Megan lo seguì al suo cenno, la portò in un parco, dove c'era il monumento di un libro enorme. Lui andò sotto il libro e prese uno zaino, e osservando, Megan notò il piumone del giorno prima.
-Dormi qui?- Lui la ignorò cercando nello zaino e tirando fuori un libricino.
-Ecco, guarda.- LA fermò prima che potesse prenderlo. -Megan, queste informazioni sono preziose per noi Altri. Il capo non vorrebbe che te le dessi.- Megan lo fissò. “noi Altri”. Non aveva più voglia di vederlo, il libro.
-Noi Altri?- Ribcu rimase col fiato a mezz'aria e la bocca aperta.
-Io...- Disse lui con un nodo allo stomaco.
-Alla fine ce l'hai fatta.- Disse lei sorridendo e mascherando quanto invece era furiosa.
-Guarda che lo so che non sei felice.- Disse lui ammonendola.
-Ti ricordi cosa abbiamo detto?- Disse Megan, non voleva parlarne, prese il libro e lo aprì. C'erano immagini di animali strani. -Perché non potremmo vederle? Cioè, sembrano innocue.-
-Lo so, ma fa parte della nostra storia. Del nostro pianeta. Quello che vogliamo è andarcene senza lasciare traccia di Nevular su Umany.-
Megan sentì delle gocce di pioggia caderle addosso. -Credo che stia per mettersi a piovere.- Disse, non ebbe neanche il tempo di ricevere una risposta da Ribcu che esplose un acquazzone.
-Vieni qui!- Disse Ribcu, che la trascinò sotto il libro. -Saremo al sicuro così.- Megan guardò a un metro da lei il pavimento del monumento bagnato.
-Cavolo, ora fa anche freddo.- Si lamentò Megan, Ribcu prese il piumone e lo mise sulle sue spalle e ci si mise anche lui. -Grazie...-
-Da quanto tempo conosci Ally?- Megan rifletté.
-6 mesi, o meno... Ma so del suo segreto da tre mesi, circa.- Meg si girò. -Che cosa hai dovuto fare per farti accattare?-
-Nulla. Cioè, ci siamo conosciuti e basta. Non ho fatto niente per farmi accettare da te.- Megan gli prese la mano.
-Non parlavo di me. Non ti ho mai accettato perché non ho mai avuto bisogno neanche di pensarci. Io parlavo degli Altri.- Ribcu si mise una mano sulla fronte.
-Beh, mi odieresti, non posso dirtelo. Poi si che avrei bisogno di fare qualcosa per farmi accettare da te.- Disse lui intristito.
-Si, ma come vedi non hai dovuto fare niente di particolare per me. Ma per loro... Cioè, per dirti... Io sono tua amica a prescindere, loro hanno bisogno che tu faccia qualcosa, che tu lo voglia o no, per averti.- Disse lei stringendogli la mano.
-Io farei qualsiasi cosa per averti.- Megan appoggiò la testa sulla sua spalla, Ribcu gli circondò le spalle con il braccio. “È così piccola” Pensò.
-Ci conosciamo da due giorni...- Sospirò lei. -Come mai mi vuoi già così bene?- Ribcu rifletté.
-Non lo so. Mi viene naturale, te ne voglio e basta. Non sono io, sei tu, è colpa tua.- Megan rise. -Si, colpa tua.- Rise anche lui.
-Colpa mia.- Disse Megan ridendo, poi scoppiò a piangere e Ribcu l'alzò dalla sua spalla e la guardò negli occhi.
-Hey, dai non fare così... Ho fatto qualcosa di sbagliato?- Chiese.
-Non mi lasciare.- Disse lei. -Non anche tu.-
-Megan...- Mormorò confuso e intristito.
-Non mi lasciare, per favore.- Ribcu la abbracciò e la cullò, fissando il vuoto e cercando di capirla. Philip l'aveva lasciata, ma voleva farlo lei per prima... Cosa la turbava? Si sentiva abbandonata, da qualcuno in particolare? Non importava, lei stava male, lo sapeva. Non l'avrebbe lasciata, ora, voleva aiutarla a ogni costo. Aiutarla a fare cosa, non lo sapeva, ma lo avrebbe fatto. Piovve per tutta mattina, Ribcu e Megan si addormentarono al suono della pioggia battente, Ribcu sentiva Megan molto fredda quindi la scaldò col calore del suo.
-Curck? Svegliati idiota!- Disse un Altro con un ombrello nero in mano, lo svegliò dandogli un calcio. -Dai, in piedi.-
-Ma che succede?- Disse lui, si curò che Megan stesse dormendo e si girò.
-Mi hanno mandato a cercarti, ti devo inserire, sempre che tu abbia ancora quello che dici di avere.- Lui si alzò e coprì Megan.
-Si, ce l'ho.- Disse fermo. -Qui dentro.- Disse indicando la sua testa. -Ma non posso venire oggi pomeriggio?-
-Vuoi ancora fare parte dell'ASA o no?- Ribcu esitò guardando Megan. -Bel tipetto, eh? Anche io cerco compagnie Umanyane, se capisci che intendo. Era brava?- Ribcu si offese, ma non lo diede a vedere.
-Si.- Disse, anche se non ci aveva fatto niente. Ora pensava a proteggerla, era meglio non fargli sapere che era amica di Ally, avrebbero potuto rapirla. -Brava quasi quanto quella di ieri.- Disse sarcastico, l'Altro rise.
-Bene, lasciala qui, chi se ne frega, giusto?- Per Ribcu non era affatto giusto, ma non aveva altra scelta. Si allontanò con lui sotto l'ombrello lasciandola lì da sola, sotto il piumone, che ebbe paura non sarebbe stato più caldo, per lei. Si misero in macchina e lui cominciò a chiacchierare, ma lui neanche lo sentiva, pensava già a cosa dire per scusarsi con Megan, le mandò un messaggio.
-Quindi alla fine l'ho pugnalato. Comunque una bella fine, lo avrei bruciato vivo quell'Impuro.- Ribcu deglutì e sorrise, lui voleva aiutare, non certo uccidere le persone dandogli fuoco. Voleva solo che il sangue degli Umanyani non si mescolasse col loro, ma da quando aveva conosciuto Megan non era più molto sicuro. -Tu hai ucciso qualcuno?-
-Due Umanyani e cinque semialieni. Tutto per difesa, però...-
-Oh, lo dico anche io.- Sussurrò lui complice. -Ecco, siamo arrivati. Sei emozionato?- Ribcu non lo era affatto, si stava annoiando.
-Tantissimo.- Mentì, seguì l'Altro in un capannone. Non sapeva come mai ma quelli stavano sempre in capannoni, che alla fine andavano irrimediabilmente distrutti o sporchi di sangue. Lo portò in un ufficio con i vetri, si vedevano degli Altri lavorare, mentre nell'ufficio un tizio era seduto comodo con i piedi sulla scrivania che fumava una sigaretta. Non lo stava neanche guardando, aveva gli occhi posati su un giornale.
-Benvenuto nell'ASA e bla bla.- Disse scocciato lui, senza guardarlo. -Mi hanno detto che hai...- Si bloccò, non appena ebbe alzato gli occhi, non appena averlo visto. -Oh, ma che schifo.- Sibilò.
-Ehm, scusi capo?- Bacum sbuffò fumo e tolse i piedi dalla scrivania drizzando la schiena. -Il ragazzo che ho incontrato ieri notte... Lui.-
-Un Gantuliano, ma ti pare?- Mormorò, Ribcu si accigliò non capendo cosa avesse detto. -Rag mi aveva detto che... Lasciamo perdere. Cosa ha?-
-Ha detto che ha un potere fico e ha manovrato una ripresa che faccia sembrare Allyson McAiver colpevole di omicidio.- Bacum si accigliò curioso, agitò la mano in segno che voleva vederla indicando il monitor della tv.
-Forza ragazzo, mostragli.- Ribcu titubante si connesse alla televisione e mostrò Ally che uccideva degli Umanyani innocenti.
-Sembra reale.- Commentò Bacum. -Hai messo il file nel mio computer?-
-Si, vede... Io sono interessato anche a farle sapere che...-
-Va bene grazie, puoi andare... Sarai ricontattato.- Lo interruppe lui trovando il video nel computer, Ribcu fu accompagnato fuori. Niente auto, niente ombrello. Fuori al freddo e alla pioggia. Si incamminò per il parco dove aveva lasciato Megan e dopo mezz'ora ci arrivò. Sapeva che aveva visualizzato il suo messaggio, solo che non aveva risposto. Quando raggiunse il monumento gridò il suo nome, ormai era bagnato fradicio. Girò l'angolo sperando di vederla, ma trovò solo il suo piumone umido, freddo e disordinato. Si sedette sotto la pioggia, senza avere più ragioni per non bagnarsi.
-Ancora lui? Ma non si arrende mai?- Fece Ragnage, Bacum su pulì un unghia.
-Sta per arrendersi comunque... I suoi genitori adottivi mi hanno detto che hanno ucciso i suoi veri genitori e che hanno pensato che lui potesse essere utile per la guerra di Gantula. Io non penso. Comunque hanno preso il loro coltello di Vibrontio, che adesso ha lui.-
-C'è altro?- Chiese lui girandosi.
-Si, il padre adottivo era il fratello del padre biologico. Quindi in teoria è suo zio... Non ha importanza, importa solo perché lui non è solo Gantuliano, ma anche Nevulariano.-
-E per questo lo schifo anche di più.- Commentò lui. -Appena sono uscito dal retro della scuola, l'ho visto. L'ho capito subito fosse Gantuliano, me ne sono andato. Ora il problema è che gli hai dato speranza, potrebbe tornare.- Bacum si alzò e accese la tv, avviò il video e Ragnage ci rimase incantato. -Per il grande albero... Cos'è?-
-Quello che ha fatto lui. Un video dove lei sembri colpevole.- Si accigliò.
-Ma così non va! Cioè i semialieni capiranno che è un trucco, come quello di John! E poi sento che qualcosa non va...-
-Ah, beh... Sapevamo già che non ci avrebbero creduto, ma il resto del mondo?- Ragnage rifletté e sorrise. -Cosa non va?-
-I suoi occhi.- Disse Ragnage. -Sono entrambi blu. Il suo occhio sinistro è rosso fuoco, ora. Bacum lo hai visto no? È meraviglioso, se sapevo che la morte le avrebbe dato quell'effetto l'avrei uccisa prima.-
-Avresti?- Ragnage mosse la mano come a metterlo a tacere. -E poi ne abbiamo parlato, Rag. Non devi...-
-Si, lo so...- Lo interruppe lui. -È più forte di me.- Ragnage arrossì.
-Dimenticatela. Farai meglio, e poi il tuo potere non migliora certo le cose, almeno l'ultima volta ti sei trattenuto.-
-Non... Io non ho usato...- Balbettò lui stizzito.
-Ah, no? Il fatto che non facesse nulla? Sia la prima volta che la seconda?- Elencò lui. -Ho sentito la tua influenza.-
-E va bene.- Ammise stizzito. -ho usato... Un po' di potere. È per questo che la prima volta è morta, era troppo tranquilla, di solito non si fa così con i nemici, ma...-
-Ma la seconda.- Lo interruppe di nuovo lui. -...Hai proprio esagerato.-
Ragnage non disse nulla, guardò a terra e accarezzo la lama della sua spada, pensieroso. -Ora comunque che si fa?-
-Ho un'idea... Dovremmo ucciderle qualcuno... I fratelli, la madre...-
-Il padre.- Decretò lui, Bacum lo fissò sgranando gli occhi.
-Ma è invulnerabile a tutto... Come pensi...- Si fermò, aveva visto lo sguardo indaco di Ragange suggerirgli la risposta. -Per la Cometa, stai..?-
-No, non sto scherzando.- Ribatté lui sorridente. -Se lo uccidiamo sarà come uccidere l'invulnerabile, come dire a tutti che non importa quanto sei invincibile, morirai lo stesso per mano mia.-
-Beh, ora lui è intoccabile, davvero. A meno che tu non hai voglia di farlo evadere. Prenderlo sarà difficile.- Bacu guardò Ragnege sorridente. -MA a te è appena venuto in mente un piano in cui non dovrai fare nulla. Classico.- Ragnage si incupì. -Cos'hai ora?-
-Non lo so. Per la prima volta non ho voglia di uccidere nessuno, non Ally, non John. Se uccido suo padre mi odierà.-
-Sei serio?- Domandò lui. -Tanto meglio, no?-
-No,no,no. Questa cosa non si fa, e non si farà.- Decretò.
-Cosa? Ma perché? Avevi un piano! Potevamo...- Disse lui gesticolando.
-No, Bac. Non si fa, non fin quando sto così...- Disse indicandosi.
-Così come?- Domandò, Ragnage si mosse imbarazzato verso la sedia, aveva gli occhi lucidi e Bacum lo fissò sbigottito, lui non piangeva MAI.
-Lo sai, come...- Disse lentamente, come a sentire il peso delle parole, pericolose dirle, figuriamoci pensarle.
-Così come?- Insisté Bacum, Ragnage non riusciva a respirare.
-Sono cotto di lei.- Ammise. -Sono innamorato di Allyson.-
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Nevular - Il Regno Cometa
FantasíaQuesto è un fantasy, ma non un libro per bambini. Ally é morta. Ma la guerra non è finita, riusciranno a risolverla senza di lei? O saranno troppo sopraffatti dal dolore? Capiranno i loro punti deboli? P. S. : E pure qui devo correggere, certo. Più...