Capitolo 13

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-Dai su, ora basta. Va bene, ho capito.- Fece Ragnage intimorito da tutta quella sofferenza.
-Cosa hai capito?- Domandò lei.
-Io non ho affatto sofferto in confronto a te. Sei più forte.- Disse riuscendolo ad ammettere solo in quel momento. -Però ora ti riporto a casa, ok?-
-No, devo andare sola, Ally ti sente. E poi domani andiamo fuori città, eccetera...- Ragnage si incuriosì.
-Dove andate?- Domandò, Megan era troppo brilla per resistere.
-Al campeggio. Ally è gentile, ha detto che una pausa avrebbe fatto bene a tutti, anche a te.- Lui la guardò rattristito. -Ti ho visto, sei triste.-
-No.- Mentì. -Non mi interessa, Umanyana, ti porto a casa.-
Il viaggio fu silenzioso, Megan singhiozzava leggermente e lui si intenerì dandole qualche carezza sulla spalla, all'arrivo aiutò Megan a uscire dalla macchina. -Raggy...-
-Oh, no! Non chiamarmi così!- Sussurrò lui. -Che fai?-
-La serratura è così piccola!- Disse sbagliandola di almeno cinque centimetri, Ragnage spazientito l'aiutò ad aprire e a salire le scale.
-Sedia.- Avvertì Megan, che conosceva la sua stanza. Troppo tardi, i riflessi di Ragnage erano affievoliti dall'alcol, ci sbatté contro. Megan rise.
-SSSSHHH. Zitta! Zitta!- Disse lui contagiato dalle risa. -Dove diavolo hai messo il letto?- Megan indicò il letto e Ragnage lo trovò.
Ci si buttarono di peso, lui che aveva il braccio intorno alle sue spalle.
-Ricordami di non offrirti mai più da bere.- Megan rise.
-Scemo.- Ragnage aveva gli occhi stanchi. -Grazie.-
-Di ché? Ora sei un punto in più pari a me. I miei segreti valgono di più, converrai.- Lei annuì. -Ho così sonno...-
-No, Ragnage, non puoi addormentarti...- Troppo tardi ancora, lui già russava. -No... Rag! No, dai!- Megan lo scosse, ma nulla. -Nevulariano dal sonno duro! E testa dura!- Megan fece cadere la testa appesantita su di lui. -Non va bene.- Decretò, poi si addormentò.

-Ohh.- Gemette Ragnage col mal di testa, Vide Megan dormirgli addosso. -Porca merda.- Commentò, scosse Megan e lei si svegliò.
-Ma che c'è?- Disse accigliata, poi realizzò. -Oh, cazzo cazzo.-
-Mi hai lasciato dormire qui!?- Megan lo fissò stizzita.
-Sei tu che ti sei addormentato!- Si difese lei.
-Ho dormito con una Umanyana.- Disse tutto rosso. -Che vergogna.-
-Grazie.- Commentò acida lei.
-Ok, non dirlo a nessuno.- Disse lui mettendo le mani nei capelli, quelle si tinsero di giallo.
-Nessun problema, non ho mai tenuto nessun segreto, no?- Ragnage l'ammonì con lo sguardo, ma sembrò colpito dalla tristezza.
-Ti ricordi le cose che hai detto ieri?- Lei annuì scura in viso, Ragnage le mise una mano sulla testa riccia e bionda. -Spero che Ally non si sia svegliata.-
-Devo fare la valigia.- Disse alzandosi lei, cominciò a riempirla di vestiti.
-Ah già... Bella quella.- Disse indicandone una.
-Me l'ha regalata Ally.- Disse temendo quello che avrebbe potuto dire.
-Ovvio che la trovassi bella. Sai, quando ci hai trovato nella mia stanza ieri?- Lei annuì confusa. -Beh, era stata nel mio armadio, ora sento il suo profumo ogni volta che lo apro.-
-Oh, Ragnage.- Disse lei mettendosi una mano sulla fronte.
-Lo so...- Disse dispiaciuto, Megan lo guardò realizzando una cosa.
-Non potresti stare qui.- Disse lei, in panico.
-Perché? Cioè oltre al fatto del “in casa del nemico” eccetera...-
-Per la cupola!- Disse, lui chiese spiegazioni con lo sguardo. -Sara e Steve hanno fatto una cupola per tenere fuori i fantasmi spie di Bacum. Non dovrei dirtelo, ma tanto  non puoi trovare un modo per farli entrare. Il fatto è che Steve ne ha fatta un'altra con Charles. Chiunque voglia fare del male a chi vive dentro la cupola si allontana di sua spontanea volontà.-
-Ma io sono qui.- Fece notare lui.
-Questo perché non hai voluto fare del male a nessuno, neanche la prima volta, quando abbiamo parlato!- Disse lei. -Il problema sta nel “ se ti vedono qui e ora” si chiederanno il perché! Te ne devi andare, mi spiace cacciarti...-
-Non importa, Meg. Tanto devo proprio andare. Grazie per la serata di ieri, mi farò sentire...- Disse dirigendosi alla porta.
-Anche per me. Ti accompagno.- Alla porta lei guardò che non ci fosse nessuno e annuì per il via libera. Ragnage la abbracciò, stingendola forte.
-Non dire a nessuno che ti ho abbracciato.- Si staccò e andò via.

Ally bussò alla porta di Megan proprio dopo 10 minuti. -Ciao...-
Lei entrò. -Cosa hai preparato?- Domandò.
-Beh vestiti, asciugamani...- Cominciò a elencare.
-Porta solo i vestiti e pochi, Steve penserà al resto. Ha detto che ha un'idea geniale, l'ha visto in un sogno, non so cosa intenda.-
-Ho sentito rumori strani ieri, ero mezza addormentata...-
-Che hai sentito?- Domandò sulle spine.
-Probabilmente due ubriachi che rientravano...- Megan fece una risata nervosa. -Dai prendi lo zaino e andiamo. Il treno è alle 9:00.-
-Treno? Non andiamo con un portale?- Fece Megan prendendo lo zaino e seguendola verso casa sua.
-No, Papà ci ha sempre portato così. È una specie di tradizione, e sentiti onorata. Pensandoci credo che mio padre, quando ci portava, sperava che succedesse qualcosa, per farci mettere alla prova...-
-Dolce...- Commentò lei varcando la soglia di casa. Megan mandò un messaggio a Ribcu, dove gli diceva dove andava. Lui le rispose che sarebbe venuto e lei ribatté che era meglio se non lo avesse fatto. Il telefono vibrò, ma non c'era nessun messaggio, l'ignorò.
-Si parte, avete tutto?- Chiese Ally, con tutti in fila davanti a lei.
-Abbiamo Steve.- Scherzò Jason.
-Allora, dobbiamo sempre rimanere con qualcuno dalla fuga facile. Paul tu con Jason, Chris tu con Piper. Jade penserai a Amber e Charles. Steve tu resta attaccato a Peter e a Megan. Io, credo che siamo tutti d'accordo, saprò fuggire da sola.-
-Prendi fuoco e voli.- Ribatté Jade. -Fortuna sfacciata, Proprio.-
Megan pensò che non lo fosse, dato il fatto che la sua potenza aveva provocato un casino. -Ops.- Disse Ally ironica. -Andiamo.-
La stazione era poco lontano, ed era sotterranea, perciò dovettero solo raggiungere il binario giusto e salire. Fino a quel momento era andato tutto bene, Ally pensò di essersi appena portata sfortuna. In quel momento si accorse di essersi persa Jade, Amber e Megan.
-Ok, Chales sei al posto di Megan nel piano di fuga, ora. Se Jade è con Megan siamo fortunati, cercate di chiamarla.- Ally si guardò in mezzo alla folla e non le trovò. -Ma dove saranno...-

-Abbiamo perso gli altri.- Disse nel panico Megan, si girò e non trovò più neanche Jade e Amber. -Oh, cavolo.- Mormorò, la gente entrò nel treno vicino a lei lasciandole uno spazio vuoto al binario alla quale stava.
-Ti ho già vista.- Fece uno, si girò, era un Altro. -Sei la tipa che si è fatto Gantuliano?- Rise lui lei si accigliò facendo finta di non capire. -Oh, beh... Sai, mi stavo proprio annoiando.- Prese la spada e  menò un fendente.
Chiuse gli occhi, ma non successe nulla, sentì il suono di due metalli che si scontravano, aprì gli occhi aspettandosi Ally. Ragnage stava di fronte a lei, proteggendola. -A lei ci penso io, vattene.-
-Oh, certo capo.- L'Altro scappò, Ragnage si girò.
-Mi vuoi uccidere?- Chiese profondamente delusa Megan.
-No. Ma decido comunque io quando dovrà succedere.- Disse arrossito.
-Ti sei affezionato?- Ragnage si imbarazzò ancora di più. -Che fai qui?-
-Bacum, aveva delle spie che ci hanno sentito ieri e vi abbiamo seguiti. Non volevo farlo! Te lo giuro!- Disse mentre Megan lo fissava arrabbiata.
-Chi mi dice che non mi hai preso le informazioni, e mi hai mentito..?-
-Non mi credere se vuoi. Mi hai fatto pensare ieri, e fatti dire una cosa che ho pensato che non avrei mai detto a nessuno.- Lui prese un grosso respiro. -Non meriti di morire.-
-Grazie...- Disse Megan con un respiro trattenuto. -Che vuoi fare, cioè il piano di Bacum, il figlio di Foglia quello che è...-
-Marcia. Hai detto bene.- Megan aveva solo ripetuto quello che aveva detto lui, ma non lo contraddisse. -Vuole... Non lo so. Rapire qualcuno. Di certo non è qui per darvi fiorellini.-
-E ci aiuti?- Domandò scettica.
-Non posso aiutarvi.- Disse come se leggesse un copione, il suo sguardo però diceva che lo avrebbe fatto, anche se era contro le sue stesse regole.
-Cosa vuoi fare?- Lesse nel pensiero lei.
-Beh, intanto ti metto KO, così penseranno che ti ho uccisa, e tu sei a posto. Farò un po' il matto con la spada mettendo in fuga tutti e con Bacum mi inventerò che la rabbia ha preso il sopravvento. Succede più di quanto pensi.- Aveva ancora delle ciocche bionde.
-Immagino... Poi?-
-Poi i piani di fuga alla quale avrà pensato Ally si attiveranno e vi ritroverete tutti al capeggio felici e vivi.- Finì lui.
-Aspetta, hai detto che mi metti KO?- Lei si ritrasse spaventata.
-Da lontano sta arrivano una ragazza dai capelli rossi e un'altra la segue, sono dei tuoi, ovvio. Quella è Jade, la cugina di Ally, ti porterà dove ti serve.- Ragnage si avvicinò a lei e la abbracciò con un braccio, sembrava che la strangolasse.
-Che fai? Jade potrebbe vederci!- Megan si dimenò. -Come fai a sapere che Ally ha dei piani di fuga!?- Jade si guardava attorno cercandola.
-La conosco ormai.- Affermò. -Ti voglio bene.- C'era solo una punta di sarcasmo nella sua voce, ma Megan sentì anche un po' di sincerità.
Ragnage le soffiò in faccia, era fresco, come un vento estivo. -Ma che..?-
-Buonanotte, piccola.- Megan cominciò a chiudere gli occhi.
-Ho sonno...- Confessò, Ragnage la tenne in piedi, per non farla cadere. La appoggiò delicatamente a terra, e le mise una mano sulla testa, come ad assicurasi che fosse al sicuro. Guardò Jade che svoltava e vedeva Megan, e vedeva lui.
-Quando ti ho detto che non meriti di morire, era vero.- Le disse anche se non lo sentiva, fuggì, mentre Jade si materializzava lì da lei. Lanciò un ascia nella scapola di Ragnage, lui urlò di dolore ma non si fermò.
-Cazzo, Megan!- L'ascia sulla scapola di Ragnage svanì con del vapore grigio, come le nuvole che vorticavano in cielo. -Amber!-
Lei la raggiunse. -La prossima volta, porta anche me!-
-Meg! Svegliati!- Amber la scrollò insieme a lei. -Ok, Charles sarà con Steve al posto suo, andiamo direttamente là al campeggio.-
-Si, ma gli altri?- Disse Amber.
-Ci raggiungeranno, aspettiamo un paio di minuti e se ancora non sono arrivati... Andrò a prenderli.- Disse spostando i ricci rossi dal viso. Prese per mano Amber e si mise in braccio Megan, poi si smaterializzò.
-Tu andavi con loro?- Disse Amber guardandosi in giro per far passare la nausea.
-Si, sono andata un paio di volte, verranno qui, fidati. Di solito facevamo tutto a piedi.- Amber tirò un sospiro.
-Allora mi sento fortunata.- Disse con la nausea che spariva.
-“Quando ti ho detto che non meriti di morire, era vero”- Borbottò Jade.
-Come scusa?- Disse Amber girandosi verso di lei.
-Quello che ha detto lui, l'ho sentito...- Disse turbata. -Megan deve avergli detto qualcosa che glielo deve averglielo fatto dire.-
-Jade, è un pazzo che parla a vanvera...- Disse Amber. -Megan deve essersi inventata qualcosa, lui l'ha lasciata viva, è questo che importa.-
-Vero, ma...- Sospirò. -Il modo in cui lo ha detto...-
-Che si fa ora?- Domandò guardandosi ancora in giro, aspettandosi un attacco.
-Aspettiamo.-

-No, Paul! Ascoltami.- Gridò Ally con la gente che correva via e gridava. -Portalo via!- Urlò Jason, che stava parando un affondo di un Altro, fu portato via da Paul e Ally mise KO l'Altro. Quello cadde dentro la porta aperta del vagone, alcune persone strillarono.
-Charles! Peter! Steve! Al campeggio, Steve, fa il portale!- Urlò, Charles andò in contro a Steve, lui aprì il portale e Charles vi entrò. Subito dopo però un Altro spinse Steve nel portale, lui sbatté la testa su una radice e svenne. Il portale si chiuse, proprio mentre Peter ci si avvicinava.
-No!- Urlò Ally, esplose in un fragoroso fuoco rosso. -Peter, Mettiti al riparo!- Peter entrò nel bagno più vicino, Ally continuò a scoccare frecce a destra e a manca. Sembrava non esserci più nessuno, fino a quando non sentì una schiena cozzare contro la sua. Si girò e puntò una freccia, si accorse di tenere sotto mira Ragnage alla faccia.
-Ehm... Pietà?- Disse con un sorrisetto imbarazzato, mentre si teneva la spalla. -Sono ferito e sanguino...- Disse, come a giustificarsi.
-Io... Ma che cazzo, mai una gioia!- Sbottò Ally togliendo del sudore che non aveva. -Volevo solo avere una pausa!-
Ragnage avrebbe voluto dirle che l'avrebbe voluta anche lui, un Altro lo spinse e lui gli cadde addosso. -Che maleducato.-
-Levati!- Fece lei.
-Finiamo sempre l'uno addosso all'altro.- Si lamentò lui.
-Uccidila!- Strillò Bacum, che sbucò d'improvviso. -Fallo!-
Ragnage guardò prima lui e poi lei. -Che?- Disse con un'ottava di voce più alta.
-Hai capito, idiota! Uccidila, è in trappola!- Gli tirò il coltello, che finì accanto a loro strisciando. -Muoviti, non ho tutto il giorno!-
-Tenta di uccidermi.- Fece lui sussurrando. -Prendi fuoco, fa qualcosa!-
-Che strana richiesta.- Ribatté lei. -Non ci riesco!-
-Come no! Ustionami.- Continuò a sussurrare. -Mi fai fare brutta figura.-
-IO? Ma sei tu che non riesci a uccidermi, provaci come ha detto lui.-
-Perché non tenti di uccidermi? Non sei arrabbiata che ho quasi ucciso Peter?- Ally avvampò e Ragnage cominciò ad avere tanto caldo. -Che fai ti trattieni?- Sbottò.
-Ally!- Urlò Peter uscito dal bagno, non sentendo più molti rumori.
-No! Peter, va via!- Ragnage ora aveva freddo, per la prima volta si accorse che Ally era vulnerabile quando c'era lui. Le puntò il coltello alla gola.
-Vuoi che veda? Io che ti uccido? Fa qualcosa.- Ally cominciò a piangere, chiuse gli occhi e alzò la testa, mentre lui premeva il coltello sotto il suo mento. Ally riusciva solo a pensare che non le importava di Ragnage o di quello che le faceva. Non voleva che Peter assistesse a una scena del genere.
-No, ti prego, no...- Supplicò con gli occhi serrati. -Ti prego.-
Ragnage sentì lo stomaco chiudersi, non riusciva ad andare avanti. Bacum si avvicinò e non ebbe altra scelta. Si alzò prendendola per la maglia e la spinse nel vagone del treno in partenza, prima che le porte si chiudessero.
Ragnage la fissò col fiato mozzo, gli occhi indaco sgranati e impauriti.
-Peter...- Ragnage si girò, lei lo fissava. Mise una mano sul vetro del treno, come se desiderasse ardentemente che la mano di Peter fosse lì a prenderla, lui aveva il fiatone, come se avesse corso la maratona. -Peter!- Ally sbatté il pugno sul vetro, che tremò. Il treno partì, Ragnage guardò Ally prima di rigirarsi e camminare verso Peter.
-Eccolo!- Urlò Jade felice, si smaterializzò davanti a lui. -Peter!-
Ragnage era a un metro da lui, Jade prese la mano di Peter e svanì.
-Maledizione!- Urlò Bacum, Ragnage non se la sentì di imprecare. -Piano saltato. Andiamo via, prima che vengano gli Umanyani col distintivo!-

-No! No!- Urlò Ally camminando per il vagone cercando di tornare alla stazione. Si fermò, ormai era lontana. Tra i suoi capelli fiamme libere cercavano di trattenersi. Nel corridoio c'era un Altro svenuto, Ally per la rabbia fuse il palo con la quale si teneva in piedi, lasciando l'impronta della sua mano. Quello si svegliò, e la vide. Ally lo riconobbe, aveva visto la sua foto nei capannoni degli Eromi, quando cercava Hope.
-Lord Zork.- Lui si alzò sorpreso e stranamente felice.
-Lo hai detto giusto!- La sua espressione gli lasciò intendere che non sarebbe stata affatto carina quando lo avrebbe raggiunto.
-Sono disarmato.- L'ammonì. -E ci sono tanti Umanyani indifesi...-
-Hai ragione, io non faccio male a loro. Nei video avete fatto vedere proprio una stronzata.- I sfortunati spettatori ripresero coi cellulari.
-Si, beh... Non lo abbiamo manomesso noi il video, lo sai...-
Ally sorrise, mentre diceva la verità e molti filmavano. -Ma lo avete mandato in onda sperando che loro si rivoltassero contro di me.-
-Ci abbiamo provato. E, aspetta... Ci siamo riusciti, sei una ricercata.-
-Amico, ci hai appena detto che il video è falso.- Disse un ragazzo molto magro, con delle cuffie enormi sulle orecchie, teneva una telecamera.
-Scusami tanto, ma ora devo andare.- Disse Ally, lui rise.
-Dove vuoi andare, scema? Se esci di qui prendendo fuoco ucciderai tutti.-
-Beh, io ho un modo.- Sbuffò lei camminando per il vagone, fissata da tutti.
-Aspetta.- Lei si girò confusa, lui esitò. -Mia sorella... Sta bene?-
-Non so neanche chi sia tua sorella.- Rispose lei.
-Foxisem... Sono il cognato di Ragnage.- Lei sbuffò.
-E ti pareva.- Bofonchiò. -Me lo chiedi perché sono stata Oltre? Ma lei non può uscire?- Lui guardò per terra.
-Non può uscire a quanto pare. Forse è colpa del... Modo in cui è morta o del modo in cui abbiamo cercato di portarla in vita. Il punto è che io ci tenevo a mia sorella, e per lei conoscere Ragnage non è stato altro che un'enorme sfortuna.- Ally rimase col fiato sospeso.
-Tua sorella sta bene.- Affermò Ally dopo un po'. -L'avevo scambiata per Zedran.- Lui sorrise malinconico.
-Me la ricorda tanto.- Ally guardò il soffitto del treno.
-Beh Lord Zork, scusa, ma devo proprio andare. E sarà meglio che trovi un modo per fuggire anche tu.- Ally si arrampicò su un seggiolino e aprì il tettuccio apribile, ci passò perfettamente con una spinta. Lo richiuse e sorrise agli ultimi istanti dei video che giravano i presenti. Prese fuoco e se ne andò.

-Che ore sono?- Domandò Peter impaziente.
-Cinque minuti in più dall'ultima volta che me lo hai chiesto.- Disse Jason stufo. -Devi calmarti, amico.-
-Ma Ally sarebbe dovuta essere già qui!- Disse lui camminando per la stanza.
-Peter, la tua stanza è pronta.- Disse Steve. -Quel sogno era... Non lo so di un altro universo!- Amber lo fissò. -Cosa?-
-Beh, alieni, altri pianeti, dimensioni...- Steve arrossì.
-Hey! Non so se ci sono anche altri universi, non mettetemi l'ansia.- Sbottò.
-Ok, ho reso invisibile la tenda... Steve, per la cupola dell'invisibilità..?- Charles gli tese la mano.
-Il nome fa schifo, ma mi accontento.- Steve gli prese la mano, dopo un minuto si lasciarono. -E per cinque metri in tutte le direzioni non ci vedranno.- Decretò.
-Wow! Guarda qui invece!- Megan girava da mezz'ora nella tenda. Era entrata in tutte le stanze. -Più grande di camera mia! Guarda!-
-Basta, Meg! Ho capito.- Fece Piper seguendola.
In tutto c'erano da un lato quattro stanze, poi in centro un piccolo corridoio e alla sinistra appena si entrava una stanza e il bagno. A destra c'era il piano cottura e un tappeto che si trasformava in una tavola. Peter era seduto alla sedia che Steve aveva fatto apparire, gli altri sistemavano le loro stanze, anche perché Steve poteva mettere la tenda in una tasca del DIM e conservarla con tutto quello che poteva servire. D'improvviso si sentì il rumore di qualcosa che stava arrivando Peter uscì, vide Ally atterrare rotolando nelle foglie.

-Ecco, direi di atterrare qui.- Disse Ally. -Il solito punto di incontro di papà.-
Ally si abbassò, forse un po' troppo veloce, atterrò con i piedi e rotolò sulla spalla, tornando in piedi. Aveva sentito un rumore e puntò la freccia in quella direzione.
-Palesati!- Ordinò, sentì come se qualcuno muovesse un telo di plastica.
-Ally!- Lei non vedeva chi stava parlando, e quando qualcuno le apparve all'improvviso si spaventò. La freccia le sfuggì di mano.
-NO!- Urlò, accorgendosi che fosse Peter, la freccia era a pochi centimetri dal suo naso, quando qualcuno la fermò.
-Devi stare attenta.- La ammonì Jason, con la freccia in mano.
-Come hai fatto?- Disse Peter che deglutì per lo spavento.
-Mi sono allenato molto.- Disse Jason fiero.
-Io ne ho fermata una più veloce e con meno tempo.- Ribatté Chris.
-Strafottente.- Commentò lui stizzito.
-Ma che diavolo è successo comunque?- Domandò confusa Ally. -Prima non c'eri e poi...-
-Charles.- Spiegò Chris, Jason e Peter spiegarono anche il resto.
-Bene, sono felice che vi siate portati avanti, ma un messaggio di fumo mi sarebbe stato comodo.- Disse stanca per il volo.
-Scusa, avevamo paura che accendendo il fuoco ci avrebbero stanato.- Disse Jason. -E poi il mio AF è arrugginito.-
-AF?- Domandò Peter. -Ma allora non cherzavi con i messaggi di fumo?-
-Dopo che ho imparato i MAF, io non li ho più scordati!- Ribatté Ally. -I MAF sono Messaggi di Alfabeto Fumico, comunicavamo così.- Spiegò.
Peter fu grato per la spiegazione veloce. -Entriamo?-
-Prima serve Steve per una cosa.- Lo chiamò e lui uscì. -Devi fare una barriera per non far sentire il rumore. Vi sentivo e vi ho quasi attaccato. Se il nemico di sente, entra nella cupola e ci vede. Ci sorprenderà e moriremo tutti.- Spiegò, Steve deglutì e si sbrigò a crearne una. -Bene, ora, entriamo.-
-Steve, ti sei dato da fare... Papà sarebbe fiero.- Steve arrossì e sorrise.
-Vi volevo presentare due amici...- Disse Steve, Ally lo seguì, con gli altri. -Loro sono Arty e Sirmy. Arty, Sirmy... I miei fratelli e amici.-
-Cucciolo.- Disse Ally.
-Si, lo so. Sono così carini.- Fece Steve, Ally dissentì con la bocca aperta.
-Steve, Amico... Intende dire che Sirmy... Insomma, divento Papà!- Il cervo era impettito e fiero, Steve fissò Ally.
-Ovviamente non sentite.- Disse sorpreso.
-Tanto quello che non ha capito quello che intendeva Ally sei solo tu.- Disse Jason, accarezzava le corna del cervo.
-Oh, amico mio tanti auguri!- Disse Steve. -Non vedo l'ora che nasca.-
-Vacci piano!- Esclamò il cervo. -I tuoi non ci sentono. Non ti prendono per matto?-
-Loro lo sanno che parlo con gli animali.- Sminuì. -Facciamo una gita?-
Ally guardò i ragazzi, pensierosa. -Si, chi ne ha voglia, verrà.- Disse infine.
Amber, Jade, Charles, Peter e Piper decisero di venire, Chris e Paul si erano dati il compito di raccogliere la legna e fare un falò, proponendo di fare anche un  barbecue. Jason se ne occupò.
-Megna, vieni?- Domandò Piper, la sorella si illuminò.
-Si vengo!- Il telefono vibrò, ma non aveva mai vibrato così, lo guardò. -Pip, credo di avere da fare qui, voi andate pure...- Disse dispiaciuta. Gli altri si misero lo zaino in spalla e partirono, lei rimase nella tenda.
-Beh, se ci fosse qualcuno ad ascoltarmi, direi che insieme a me non c'è nessuno.- Dal telefono uscì con un effetto cibernetico Ribcu. -Lo sapevo.-
-Ma perché non lo hai detto prima che partivi! Non volevo rimanere solo senza di te!- Sussurrò, lei gettò il telefono sul letto.
-Eri nel mio cellulare da quando sono entrata a casa di Ally, vero?- Lui annuì. -Perché?-
-L'ho detto prima. Non volevo restare solo. Senza te sono solo. E poi qui non c'è campo, non sono più riuscito a uscire neanche tramite messaggi normali. Non c'è internet!- Disse a disagio, come se fosse stata casa sua.
-Pensavo che fossi tu, internet.- Lui arrossì.
-Quella è solo una frase da rimorchio. E ha funzionato solo con te.- Lei rise.
-Beh, non ti devi nascondere, comunque. Se vuoi rimanere faccio mettere un letto in più.- Lui sembrò indeciso. -Me lo dici dopo, eh?-
-Si... Senti...- L'atmosfera si fece seria. -Ti ho sentito.-
-Quando?- Chiese intimorita.
-In stazione, con Ragnage.- Disse lui, lei incominciò ad agitarsi. -Ti ha praticamente detto che vi stava aiutando. Sono confuso, da quando è buono? E poi... E poi...- Esitò arrossendo. -Ti ha detto che non meriti di morire e ha... Ha detto... Che ti vuole bene!- Ora era davvero agitata.
-Che vuoi sapere?-
-Innanzitutto da quanto tempo va avanti questa storia. Di te e lui.-
-Tra me è lui non c'è nulla. Lo sto solo aiutando con una cosa. Ed è un segreto. Io non sono responsabile di ciò che dice o fa.- Ribatté.
-E ieri sera? Cosa avete fatto? Ho sentito che siete stati seguiti dai fantasmi. È un segreto?- Disse lui spalancando gli occhi.
-Siamo stati in un pub a parlare. Mi ha dato da bere, niente di ché.-
Lui si avvampò. -Ti ha offerto da... Da lui non me lo aspettavo.- Ammise. -E dopo?-
-Lui mi  ha accompagnato, punto.- Chiuse lei, ma Ribcu capì che c'era altro. La guardò insistente. -E Ragnage si è addormentato. Nel mio letto. Con me.- Ribcu prese una sfumatura di verde per niente presagio di cose buone. -Eravamo un po' brilli.-
-Oh, mamma... Non avrete...- Megan sembrò rubargli la sfumatura verde.
-Oh, che schifo! No! E poi sto con te! Non tradisco, io.- Lui esitò.
-Stiamo... Insieme?- Lei sorrise alzando le spalle, lui la abbracciò. -Ora si che non ti lascio più andare via da me.-
-Ti fidi di me, no?- Fece Megan staccandosi. -Allora devi lasciarmi fare, anche se sei geloso. Perché se ti fidi di me non hai bisogno di altro, solo della mia parola. Quello che abbiamo io e Ragnage non è altro che semplice cordialità. Ovviamente da parte mia, cioè... Non posso neanche dire che siamo amici, perché direi una bugia!-
-Lo capisco. E davvero, mi fido. Solo che mi sono spaventato.- Confessò.
-Beh, da quanto hai sentito, si rifiuto di uccidermi, al momento. Credo che io sia diventata la sua preziosa valvola di sfogo. Per questo non ha permesso che mi facessero del male.- Disse lei. -Sembra che quelli come lui non lo ascoltino abbastanza e non lo aiutino. E pensa che gli Umanyani, come me, siano sensibili e deboli, ma a quanto pare possono essere utili.-
-Beh, basta che non ci prova con te e siamo a posto.- Megan rise.
-Non lo farebbe, fidati.- Ribcu la guardò accigliato.
-Sembri così tanto sicura a riguardo.- Lei rise e fece spallucce. -Beh, abbiamo parlato di te, ieri sera.-
-E cosa vi siete detti?- Disse agitato.
-Ha detto che saresti stato un bravo Altro se non fosse per il fatto che sei Gantuliano.-
-Peccato.- Disse non curante, Megan percepì indifferenza.
-Non ti importa più!?- Chiese. -Non sei più dalla loro parte?-
-Voglio dire che hanno i loro motivi, ma a me sembrano non importare più.- Megan lo guardò speranzosa. -Vedi, prima tutto aveva senso per me, ma ora... Mi sento illuminato, in qualche modo. Prima ero motivato dalle loro stesse ragioni, ora che so chi sono è diverso, ora che so che hanno fatto alla mia vera famiglia...- Lui deglutì e riprese fiato. -Ho capito che non stanno facendo la cosa giusta. E che non la stavo facendo neanche io.-
-Quindi mi dai ragione, alla fine? Avevo ragione!?- Fece Megan.
-Si, felice? Avevi ragione su tutto.- Si rattristì lui, lei fu contagiata dal suo rimorso. -Perché se loro hanno cercato di sterminare la mia razza, come stanno facendo con voi, allora tutto questo non è giusto. Perché finireste come i miei veri genitori, a fuggire per salvarvi, per avere una vita normale.-
-Io non volevo farti sentire in colpa...- Disse Megan con le lacrime agli occhi, Ribcu la prese ai lati del viso un po' per coccolarla.
-Ma io mi sento in colpa, Megan!- Disse colmo di rimorso. -Ma vedevi a cosa pensavo!? Vedevi quello che ero e che pensavo di dover o voler essere? Io volevo essere come quell'assassino di mio zio!- Megan non disse nulla. -Tu mi hai salvato. TU. Mi hai fatto capire le cose giuste, che la guerra che pensavo di dover combattere non ci dovrebbe neanche essere, per quanto è inutile. Dal primo momento in cui hai messo in dubbio la parte dalla quale stavo, già stavo capendo di star facendo una cosa stupidata. E sei stata sempre tu, quando hai messo in dubbio il mio sapere, a farmi capire che dopotutto stavo facendo e pensando a una stronzata.-
-Colossale.- Aggiunse lei con una risata, piangendo, lui rise.
-Esatto. E poi, i miei dubbi si trasformarono in certezze. Da quando mi chiamano Gantuliano, io so da che parte stare.- Disse sicuro.
-Dalla parte di Ally?- Chiese lei.
-Dalla tua. Solo dalla tua. Solo con te.- Disse invece lui. -Sento che da quando ti ho vista... SO che da quando ti ho vista, io sarei stato solo tuo.-
-Oh, Ribcu.- Disse lei appoggiandosi alla sua mano, che le teneva ancora il viso, lui la baciò accarezzandole i dolci capelli biondi.

-Ally...- Disse Peter fermandosi e appoggiandosi sulle ginocchia con le mani. Ally lo raggiunse.
-Ti senti bene?- Chiese, lui smise di fingere di essere stanco e la trascinò via dal gruppo. -Che fai?- Fece ridendo lei.
-Ti posto via!- Disse lui, poi si fermò e la fissò. -Per un a volta... Per cinque minuti... Voglio stare solo con te, sentire solo te. Perché Amo solo te.-
Lei lo baciò, poi gli fece un grosso sorriso e lo portò in un posto che conoscevano solo lei e sua sorella. Era un lago, che da un lato aveva un bel prato pieno di fiori gialli, bianchi e viola. Dall'altra aveva una parete rocciosa che somigliava a una grotta. Pareti graffianti e dure, marrone così scuro da assomigliare ai suoi capelli. I due scenari sembravano prendersi a pugni, per quanto fossero diversi l'uno dall'altro.
-WOW!- Esclamò Peter estasiato. -E che facevate qui?-
-Io e mia sorella eravamo eccellenti nuotatrici. Una volta, nuotando nel fondo notammo una specie di caverna. Prima andai io a vedere, per assicurarmi che lei non si sarebbe fatta nulla. Trovai una specie di caverna e quella sul soffitto... Beh, niente spoiler. Lei si era preoccupata perché mancavo da interi minuti e quando tornai tirò un sospiro di sollievo che non immagini. Ci ho portato solo lei.- Disse Guardando l'acqua nostalgica. -Allora non avevo poteri con l'acqua, quindi se non sai trattenere per troppo tempo il respiro, ti aiuto...-
-Dovrebbe rimanere un posto vostro.- Commentò Peter, lei scosse la testa.
-Lei vorrebbe che qualcun altro lo vedesse. Vorrebbe che lo condividessi con qualcuno e che quel posto non resti inascoltato.- Lui sorrise.
-In questo caso, prima le signore con i poteri.- Disse lui, porgendole la mano.
-Bene.- Si immersero, Peter esclamò.
-Quanto è fredda!- Dopo pochi secondi l'acqua diventò tiepida, e poi calda. Peter capì che era Ally. -Non dovevi scaldarla per me, è questo il bello!-
Lei rise e si tuffò, quando tornò in superficie, Peter desiderò fortemente di essere l'acqua che le scivolava sul viso e tra i capelli, solo perché l'aveva toccata. Anche perché era stata lei a darle il permesso di farlo. L'occhio rosso fuoco terribilmente in contrasto con il suo sorriso, con il lago e con il sole. Ma così perfettamente giusto perché era il suo. L'occhio blu, più scuro del fondo dello stesso lago, era un respiro fresco dopo una giornata di pioggia. Ally si accorse che lui la fissava e rise.
-Che fai lì? Vieni!- Urlò, lui come ipnotizzato la seguì e la raggiunse. Lei gli mise le mani bagnate e fresche sul collo e lo baciò. Forse per distrarlo, perché Ally lo fece cadere di schiena, anche se lei era ancora attaccata alle sue labbra, che sembravano non volersi staccare più. Lui la vide sott'acqua,  sembrava avere così tanta confidenza con essa che si sentì geloso. Si avvicinò a lui e lì si accigliò. Ally gli fece un gesto con le mani, indicava i suoi polmoni e i palmi delle mani andavano verso l'alto. Lui guardò il suo naso, il suo petto alzarsi e abbassarsi, il suo collo tirarsi come se stesse... Respirando profondamente. Peter spalancò gli occhi e corse in superficie.
-Respiri sott'acqua!- Urlò con i suoi occhi grigi ancora spalancati, lei rise.
-Sorpresa.- Disse ironica. -Andiamo, ti faccio vedere il mio posto segreto.-
Ally lo prese per mano e si immerse piano, Peter trattenne il respiro e chiuse gli occhi quando li riaprì non sentiva come se vedesse sott'acqua.
-Che fai? Respira, se non a che la trattengo a fare l'acqua?- Fece Ally ridendo, Peter lasciò un respiro. Si sentiva come in un sottomarino, l'acqua non lo toccava dalla testa alla vita, vedeva i pesci vorticagli intorno come se fosse lui quello a essere in una boccia per pesci. Ally lo trascinò verso il fondo poi virò verso il lato della montagna, entrando un un buco che poteva essere la casa di un polpo gigante. Virò verso l'altro e Peter già vedeva il soffittò luminoso e roccioso.
-Dovremmo farlo più spesso.- Ally rise e si diresse verso la superficie. Spuntarono in una caverna enorme, Ally aiutò Peter a uscire e a camminare sul pavimento roccioso, liscio e levigato. Prima guardò le pareti, si sentì come se irradiassero potere, Ally sembrò non sentirlo. Rivolse lo sguardo sul soffitto, come se lo avesse chiamato, come se il soffitto avesse desiderato che lui lo guardasse. A Peter quelle parevano stelle, o pianeti lontani. Stelle enormi. Era così bello che si era dimenticato di respirare.
-Nulla di speciale.- Disse Ally, Peter la fissò esterrefatto, era come se lei non vedesse quello che vedeva lui. Oppure non gli dava la stessa importanza. -Visto? Brilla...-
Peter non smetteva di sorridere, poi si accigliò. Quella stella sembrava il pianeta che aveva visto in tv, Nevular. Aveva la stessa forma. Poi ce ne era una che sembrava un sole esploso, ma non sembrava irradiare calore. Molte Stelle di forme diverse e sembravano tutte diverse. Una assomigliava al suo pianeta, come se fosse a un milione di chilometri da Umany e lo stesse guardando da là infondo. C'era una specie di linea che collegava quest'ultima a una Stella che non vedeva
-Questo tipo di roccia non l'ho mai vista.- Commentò Peter, stava per toccarla ma si fermò, come se sentisse che non era la cosa giusta.
-Si, infatti. Ti ricordi quel piccolo sasso che ho sul comodino? L'ho preso da qui.- Confessò. -Mai vista una cosa del genere.-
-Dici quel sasso che hai coperto con il vetro, così che sembrasse immerso nell'acqua?- Lei annuì fissando il romantico soffitto stellato.
-Esatto.- Sospirò. -Mi ricorda ogni giorno quando venivo qui con lei a fissare quelle che ci sembravano stelle, anche se fuori c'era il sole. Perdevamo la cognizione del tempo, e quando uscivamo... Sembrava le portassimo noi fuori.- Peter le accarezzò la schiena. -Sarà maglio andare, si chiederanno dove siamo...- Lui annuì e la seguì, guardando per l'ultima volta le stelle e sentendosi come se fosse nell'universo.

-E pensi che non voleva andare per quello, eh?- Domandò Jason.
-Si, insomma... Ally non è mai stata delicata. Il modo in cui ha trattato il suo amico secondo me l'ha turbata...- Disse Chris, raccogliendo l'ennesimo ramoscello.
-Chris, la conosco, sta bene. Io e lei parliamo, e dopo che Ally ha saputo che in realtà Megan conosceva questo Ribcu, e lo ha detto a noi... Megan è venuta da me e mi ha raccontato...- Disse Jason cercando di avvitare una vite capricciosa, lui storse il labbro.
-Ma Jason, mi preoccupa comunque. Ho notato, in questi giorni, che manca sempre di più. Capisco che si vedeva con lui, ma se ci fosse altro?-
-Non credo comunque che lei non sia voluta andare per questo.- Rifletté Jason. -Ma se vuoi glielo vado a chiedere. Abbiamo legato molto io e lei.-
-Anche io, con lei.- Disse Chris. -Solo che... Lo sento, ecco...-
-Cosa senti?- Domandò Jason. -Che nasconde qualcosa?-
Lui fece spallucce e si avvicinò alla tenda, Jason fece lo stesso. Si misero in ascolto. “Io non volevo farti sentire in colpa...” Diceva lei, Chris si accigliò e tentò di andare via, ma Jason lo trattenne. “Tu mi hai salvato. TU. Mi hai fatto capire le cose giuste, che la guerra che pensavo di dover combattere non ci dovrebbe neanche essere, per quanto è inutile.” Diceva una voce sconosciuta. Loro si guardarono con gli occhi spalancati. Chris mimò con le labbra “Non dovremmo ascoltare”, Jason mosse le mani incurante.
“Da quando mi chiamano Gantuliano, io so da che parte stare.” Jason aveva il fiato in sospeso, guardò Chris che lo ammoniva con i dolci occhi marroni, ma che restava lì. “Gantuliano..!” Mimò, Jason annuì cosciente.
“SO che da quando ti ho vista, io sarei stato solo tuo.” Jason arrossì, e lì decise che Chris aveva ragione, se ne andò e Chris lo seguì rosso fino alle orecchie.
-Stavano... Jason!- Chiamò Chris sussurrando. -Lui è qui!-
-Lo so!- Sussurrò a sua volta anche se si erano allontanati a prendere la legna. -Ma li hai sentiti? Che sdolcinati...-
-Parli tu. Mi dici tante di quelle cose dolci...- Disse Chris sarcastico.
-Ma io... Cerco... Cioè, ti amo, cosa non dovrei dirti?- Chris sorrise.
-Ti amo anche io.- Jason sospirò arreso e Chris lo baciò. -Torniamo indietro, vediamo se hanno voglia di aiutare.-

-Torna nel telefono, Ribcu!- Sussurrò Megan, mettendo la testa di nuovo nella tenda, aveva visto Chris e Jason avvicinarsi.
-Tornare nel telefono?- Domandò Ribcu. -Perché?-
-Ci sono Chris e Jason, se ancora non ti sei deciso sul restare nella tenda, entra. Così non dovremmo dare spiegazioni. Odio dare spiegazioni, mi ruba un sacco di tempo.- Ribcu sentiva i rumori avvicinarsi, ci entrò.
-Ciao, Megan... Senti, se vuoi puoi darci una mano. Non stiamo usando la super velocità, perciò se ti va...- Disse Chris senza entrare.
-Certo.- Mentì. -Da dove inizio?-
-Inizia dal chiedere al tuo ragazzo se vuole aiutare.- Disse Jason sussurrando, Chris gli diede una gomitata. -Scherzo...-
-Dove vuoi tu... Ehm, la parte Est?- Inventò lui. -Dai, esci!-
-Non ci posso credere. Non ho intenzione di rimanere nel telefono per ore... Mi annoio.- Borbottò Ribcu, Megan camminava col telefono nelle tasche, mentre lui guardava dalla telecamera, dato che spuntava fuori. Per dieci minuti Megan fece avanti e indietro con pezzi di legna in braccio, pensando agli ultimi temporali che avevano buttato giù quei rami.
-Oh, cavolo! Megan attenta, no...- Un bastoncino di legno le scappò di mano e si incastrò nelle braccia. Megan riuscì a non farlo cadere, ma tirandolo su non si accorse che aveva preso anche il telefono. Il bastone di legno tirò fuori il telefono dalla tasca, quello cadde senza troppo rumore nelle foglie. Ribcu non vedeva nulla dalla posizione in cui era, uscì guardandosi intorno e prendendo il telefono. Era un una piccola collinetta, c'era un piccolo pendio di foglie secche e piccoli ramoscelli. Megan faceva avanti e indietro da quel pendio. E ora era scesa per tornare verso la tenda, probabilmente non si era accorta di aver perso il telefono, quindi meno male che l'aveva seguita, in qualche modo. La vide in lontananza e si nascose per non farsi vedere dai suoi amici, che ancora non lo avevano conosciuto. Se lo avessero visto potevano pensare che non fosse uno dei buoni. Anche se in teoria lui non voleva stare da nessuna parte. Non voleva più sentir parlare della guerra. Veniva verso di lui e si puliva le mani sfregandole l'una contro l'altra. Ribcu pensò che era bellissima, la camicia di flanella a quadri come la figlia di un taglialegna, gli occhi verdi che non sembravano veri per quanto fossero belli. Ribcu avrebbe voluto accarezzarle i capelli anche se erano ironicamente sporchi di foglie e disordinati, i pantaloncini di jeans che le stavano larghi sulle cosce, gli stivaletti male allacciati e larghi sulle caviglie...
Sentì un ramoscello rompersi alla sua sinistra, si girò e vide un Nevulariano, che si avvicinava. Ribcu tentò di incrociare lo sguardo di Megan disperatamente, ma lei non lo vide né vide l'Altro. Lui la spinse a terra e tirò fuori il coltello.
-No!- Gridò Ribcu, uscì dal nascondiglio e cominciò a scendere dal piccolo crinale, poi si fermò. Il mondo divenne Verde chiaro. Le scene che Ribcu temeva sempre. L'Altro si inginocchiò accanto a Megan e la pugnalò.

Nevular - Il Regno CometaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora