Capitolo 15

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Entrammo in casa sua.

Mi fece accomodare sul suo divano.

Mi squilla il cellulare. Anastasia.

Non volevo rispondere ma mi mancava, mi mancava tutto di lei, i suoi abbracci, i suoi baci, le risate con lei, e tutti i momenti tristi superati insieme, noi eravamo una cosa sola, io per lei e lei per me, abbiamo superato ogni ostacolo insieme, siamo cadute ma ci siamo rialzate, qualunque problema, qualunque incomprensione, io c'ero per lei, lei c'era per me. Da quanto scoprimmo il tumore di Daniela, le cose cambiarono, era sempre fredda, sempre chiusa e isolata, cercai di aiutarla a rialzarsi come abbiamo sempre fatto, ma quella volta, non ci ero riuscita.

«Amore che hai?» mi chiese Roberto.

«Niente amore perché?»

«Ti vedo pensierosa, lo so che c'è qualcosa che non vuoi dirmi!»

«La mamma della mia migliore amica ha un tumore e da quando l'abbiamo scoperto, lei è fredda»

«Si amore ma devi capirla»

«QUANDO MIO PADRE È MORTO DI TUMORE NESSUNO MI HA MAI CAPITA!» Gridai scoppiando il lacrime.

Lui mi abbracciò e mi sussurrò parole dolci.

Mi asciugò le lacrime e mi calmai.

Lo strinse forte a me e lo baciai.

**

Mi svegliai. Ero stesa sul divano, era mattina e gli uccellini fischiettavano.

Roberto era seduto accanto alla mia testa che mi accarezzava i capelli, mentre Jessica era seduta sul pavimento a giocare.

Mi alzai dal divano e diedi un bacio a Roberto.

«Buongiorno!»

«Giorno»!

Andai dalla piccola Jessica e la riempii di baci.

Erano le 10:20 e Roberto mi chiese: «Amore iniziati a preparare che verso le 12:00 dobbiamo uscire»

«Amore ma non è tardi alle 12:00?»

«No amore, tranquilla. Ora andiamo a fare colazione»

Presi in braccio la piccola Jessica e ci recammo in cucina.

La colazione era pronta.

Ci sedemmo e consumammo tutto quel che c'era.

Andai a farmi una doccia.

*bussa la porta*

«Avanti!»

Entra Roberto.

«Amore volevo dirti di prepararti per bene perché forse mangiamo fuori. Ho anche una piastra se vuoi!»

«Okay amore mi piastro i capelli, il punto é che non ho vestiti.. sono tutti a casa!»

«Te no ho comprati alcuni io e ti ho comprato anche delle scarpe. spero possano andare bene.»

Rimasi sbalordita.

«Grazie amore!» risposi.

Uscì dal bagno e mi lavai i capelli, mi lavai i denti.

Mi asciugai i capelli.

«AMOO!»Gridai.

Lui arrivò

«Dimmi amore»

«Mi porteresti l'intimo per piacere?»

«Certo»

Mi porto l'intimo e lo indossai.

Andai nella camera da letto e vidi dei bellissimi vestiti sul letto.

Scelsi il più elegante. Era rosso, abbastanza corto, aveva la parte del seno a cuoricino e una gonna a palloncino, con una cintura brillantinata.

Scelsi del tacchi luccicanti, il mio genere.

C'era anche una pochette rossa che scelsi.

"Chissà quanto ha speso!" Pensai.

Mi truccai con correttore, terra, eyeliener, mascara, e in fine un rossetto rosso che metteva in risalto le mie labbra.

Andai in bagno e mi feci la piastra.

Appena finito la spensi, presi tutto e la portai da Roberto.

«S-s-ei b-bell-l-lissima»

«Grazie amore!» e gli diedi un bacio.

Vidi la piccola. Sembrava un bambola. Aveva un vestitino azzurro con delle scarpe blu e un cardigan blu.

«Mamma, mi fai le treccioline?» mi chiese

«Vieni qui.»

Gli feci due trecce.

Erano ancora le 11:30 e Roberto si stava vestendo.

Lo vedi venire verso di me. Era bellissimo. Aveva del pantaloni beige, una camicia modello slim color fango, una giacca beige e delle scarpe elegantissime e lucidissime nere.

Era bellissimo.

Stavo sbavando davanti a lui.

«Hai finito amore?» gli chiesi.

«No amore devo farmi i capelli»

Andò in bagno e dopo 10 minuti venne da noi in soggiorno. Aveva i capelli neri perfettamente in ordine grazie al gel.

Si mise un po' di profumo e ci recammo verso la macchina.

Entrammo in macchina.

«Dove stiamo andando?» chiesi.

«Eh amo ora vedrai!»

Stemmo in macchina più di un ora, era abbastanza lontano questo posto.

Arrivammo.

Era un ristorante grandissimo, con piscina, tantissimi posti per fare le foto, cavalli, pony, sculture fatte di fiori. Una meraviglia.

«È bellissimo!» dissi.

«Amore, questo non è ancora niente.»

"In che senso?" Pensai, ma non detti peso a quello frase.

Scendemmo dalla macchina e la piccola ci diede la mano.

Entrammo.

Restai a bocca aperta.

Trovai uno striscione enorme, mantenuto da tutti i miei amici e i miei parenti, mia madre, mia suocera, Anastasia, Daniela e tantissime altre persone.

Mi bloccai all'entrata.

Quando una voce al microfono disse: «Signori e signore, invitiamo con un applauso la nostra Michelle che oggi compie 18 anni!»

C'erano una marea di persone che applaudivano, Roberto mi spinse per farmi entrare nella sala, andai verso lo striscione. Lo lessi e scoppiai in lacrime. Si avvicinarono a me mantenendo lo striscione e lo avvolsero attorno a me per poi abbracciarmi.

Tutti battevano le mani. Tutti gridavano. Ero sconvolta.

Ringraziai tutti con un bacio e ci sedemmo.

Non mi aspettavo niente del genere.

Quegli occhi color del mare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora