Enrico Marini le aveva offerto di sostituire la sua segretaria prossima all'aspettativa per maternità. Ma la cosa che più la sbalordì fu l'invito a cena per quella stessa sera! Invito gentilmente rispedito al mittente. Non aveva mai tradito Daniele e non intendeva farlo neanche con l'ingegner Marini, noto negli ambienti snob della città, sia come ricco imprenditore, sia come vorace donnaiolo.
Paola si ritrovò al volante della sua piccola utilitaria. Non ricordava il ticchettio dei tacchi sul vialetto ordinato. Forse aveva volato. Forse i poteri magici di Trilly, la fatina che invocava da bambina nei momenti di sconforto, finalmente le erano stati concessi.
Nonostante quell'uomo non le piacesse affatto, né per il suo aspetto fisico né per i suoi modi, non poteva negare che l'offerta di lavoro era piuttosto allettante. Consapevole di avere affascinato Enrico, suo malgrado, si sentiva lusingata. Lo stipendio che l'ingegnere le aveva offerto era notevolmente superiore alle provvigioni che non sempre riusciva a raggranellare.
Si sentiva confusa, indecisa sul da farsi. Assumere quell'incarico l'avrebbe portata quasi sicuramente a dovere assecondare il corteggiamento di Enrico il quale, orgoglioso e presuntuoso come pochi, mai avrebbe accettato una sconfitta. Questo significava, per il solo fatto di lavorare al suo fianco, dovere tollerare ogni tipo di compromesso. E lei non era donna da compromessi.
Il modo in cui l'aveva guardata... guardata? Spogliata! Le era stato sufficiente per capire quali fossero le vere intenzioni di Marini. Avrebbe condiviso le giornate al fianco di un uomo ricco e potente che palesemente aveva manifestato il suo interesse per quella donna che desiderava e voleva.
Uomo capriccioso. Quando si metteva in testa una cosa niente e nessuno poteva fermarlo. Voleva lei e l'avrebbe avuta. A qualsiasi costo. E in qualsiasi modo.
Quella sera, e durante tutta la notte, Paola continuò a pensare alla proposta di lavoro. Doveva parlarne con Daniele? Da una parte avrebbe voluto tornare a essere una donna libera, riprendere la vita in mano, dare un decisivo cambiamento alla sua esistenza che sembrava avviata verso un precoce tramonto. Dall'altra non voleva mortificare il suo compagno, consapevole del fatto che in quel momento molti erano i problemi che lo assillavano. Non aveva voglia di affrontarlo. Da qualche tempo sperava che il fato, o destino o chi per esso, si prendesse la briga di risolvere la situazione al posto suo.
Una creatura dalle mille sfaccettature Paola. Cercava di capirsi ma al contempo doveva prendere atto che non era cosa semplice. A volte determinata e cocciuta, altre, sensibile e indecisa.
Una vocina proveniente da un luogo invisibile, pressoché sconosciuto, le suggeriva di intraprendere un altro percorso.
Doveva ascoltare quella voce che la incitava a diventare protagonista della sua vita, cambiandola radicalmente? Aveva paura. Sì, doveva ammetterlo, aveva paura. Sentiva che la sua volontà era come paralizzata.
Daniele, dal canto suo, stava bene così. Adagiato sulle sue certezze, non gli passava neanche per l'anticamera del cervello una possibile separazione da Paola. E perché mai, con tutti i problemi di lavoro che ultimamente lo tormentavano. Ci mancava solo quello!
Il fatto che da mesi non facevano l'amore poco importava poiché lui, quando ne aveva voglia, sapeva dove andare...
Nota dell'autore: ogni riferimento a nomi di persone e ai fatti è opera della fantasia e non conducibile a situazioni personali.
STAI LEGGENDO
La sposa in grigio perla
RomancePaola, la protagonista, si innamora di un vestito grigio perla: una tonalità nata dal bianco e dal nero delicata ed essenziale. Come le calze grigio fumo che erano considerate eleganti di giorno. Il filo conduttore del romanzo è proprio questo abito...