Paoletta no!

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 Dopo essersi annunciata il pesante cancello si aprì di lato. Silenziosamente.

Risalì in auto senza immaginare che nel giro di una settimana quel cancello lo avrebbe varcato ogni giorno. Senza suonare il campanello.

Parcheggiò l'auto nel piazzale antistante alla palazzina che ospitava gli uffici. Percorse il vialetto osservando alcune primule che macchiavano allegramente l'erba novella del curatissimo giardino. Dell'ingegner Enrico Marini poco conosceva. Come spesso le succedeva, prima di un appuntamento di lavoro con un nuovo cliente, cercava ragguagli utili all'incontro; più informazioni riusciva a ottenere, più probabilità aveva di portare a termine un buon contratto. Alcune notizie le aveva strappate a Massimo, un collega che in precedenza aveva fatto visita alla E.T. Costruzioni.

— Veramente non è l'ingegner Enrico che si occupa della pubblicità, bensì suo fratello Tommaso.

Paola, incuriosita da quella notizia, cercò di estorcere a Massimo ancora qualche cosa d'interessante.

Era venerdì sera, in una sorta di rituale, si erano dati appuntamento davanti al distributore del caffè per l'ultima pausa settimanale. Ancora pochi minuti e poi ognuno sarebbe rientrato nelle proprie case.

Da qualche tempo la donna aveva intuito che Massimo nutriva un debole per lei, cercando di mantenere un'aria volutamente infantile, diede un affondo alle sue domande.

— Ma dai! Marini ha un fratello... a te chi è capitato?

Massimo, avvicinandosi di più a Paola, convinto di averla in pugno, proseguì.

— Non avevo preso appuntamento ma quel giorno mi trovavo da quelle parti...

L'uomo, grassoccio e stempiato, sembrava in vena di confidenze. Lo spronò a continuare.

— Massimo, racconta dai, dimmi com'è andata...

— È andata che la segretaria, se non ricordo male Antonella, peraltro molto carina, gentilmente mi ha fatto entrare in azienda ma, senza appuntamento, un incontro con l'ingegner Tommaso era da escludere...

— Quindi?

— Quindi un bel niente! Cioè sì, ho cercato di sedurre la segretaria, le ho chiesto di uscire con me.

— Ah ah ah... sei sempre il solito, non te ne fai scappare una... e poi che cosa hai fatto?

— Ma niente, ho tentato di entrare in confidenza con lei che, trovandomi molto affascinante, si è lasciata andare. È così che ho appreso che è Enrico Marini ad occuparsi dei cantieri, del personale e dei fornitori, oltre alla progettazione degli stabili, mentre Tommaso, suo fratello gemello, si dedica alle pubbliche relazioni, all'amministrazione e al marketing.

— Ma tu li hai visti? Erano in azienda quel giorno?

Paola, sempre più incuriosita, si avvicinò con fare sornione al collega.

Sorseggiando il suo caffè attendeva ancora qualche notizia utile per poter meglio affrontare l'importante incontro di lavoro.

Avrebbe quindi incontrato Tommaso Marini, non Enrico. Poco importava chi dei due fratelli la sorte aveva in serbo per lei. Quello che le premeva era tornare dal suo capo con un apprezzabile contratto. In due anni non era riuscita a ottenere i risultati soddisfacenti che si attendeva da lei Carlo Mele, direttore marketing del giornale.

Si sentiva insoddisfatta, quasi inadeguata, quando il lunedì mattina il dottor Mele, alle nove precise, convocava i venditori nella sala riunioni. Attorno al grande tavolo ovale, oltre al direttore, prendevano posto Paola, che cercava la sedia più lontana per potersi acquattare quasi interamente sotto il tavolo, Catia, che cercava sempre la sedia più vicina a Paola, Massimo che si sarebbe felicemente incollato con qualsiasi cosa a Mele per poterlo meglio servire e riverire in cambio di... niente! Ma Massimo era fatto così, i suoi modi untuosi si confacevano perfettamente alla sua indole melliflua. Piergiorgio, affascinante quarantenne nonché miglior venditore, si poteva permettere di arrivare alle dieci. Entrava nella stanza con l'aria spavalda di chi già assapora l'ennesima sequela di complimenti da parte del direttore marketing con applauso finale, non proprio sincero, di tutti gli altri venditori.

Quelle riunioni spacciate ufficialmente per approfondimenti sulle strategie di vendita, in realtà erano semplici e a volte mortificanti resoconti sui fatturati e relative provvigioni maturate. I risultati erano poi scritti su un grande tabellone, accanto ai nomi dei migliori venditori. Una umiliante classifica, nella quale Paola si ritrovava molto spesso relegata all'ultimo posto.

Massimo, con il bicchierino del caffè in una mano, l'altra infilata nella tasca dei pantaloni, giacca sbottonata e pancetta in evidenza, proseguì.

— Una gigantografia di Luigi Marini, padre di Enrico e Tommaso, trionfa dietro il banco della reception. Impossibile non notarla, ma loro no, non li ho visti, ma... come mai tutte queste domande, mia dolce Paoletta?

No. Paoletta no!

— Ecco, sono diversi giorni che tento di fissare un appuntamento. Osso duro il tuo Marini, eh!

Massimo, separato e donnaiolo, aveva fama di essere un tipo troppo curioso, troppo invidioso, troppo poco affidabile.

Lo prese per la cravatta e con tono di voce basso e sensuale gli sussurrò all'orecchio:

— Grazie per le informazioni, caro... ti farò sapere quale fratello il destino mi ha riservato... Enrico o Tommaso? Mah, chissà magari entrambi!

La frase detta in tono scherzoso finì con una risata. Paola girò le spalle e se ne andò.

Massimo rimase a guardare quella donna che lo faceva impazzire. Con lei ci aveva provato diverse volte, come la maggior parte dei maschi presenti in redazione, ma Paola concedeva raramente la sua amicizia trincerandosi dietro a un'apparente frivolezza che affascinava e ingannava.

La sposa in grigio perlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora