Sento delle alghe afferrarmi le caviglie e trascinarmi in fondo a un lago melmoso. Queste sembrano delle mani che si fanno avanti su tutto il mio corpo strappandomi il vestito e lasciandomi solo con la mia pelle.
Mi afferrano i capelli facendo affondare la mia testa sott'acqua e lasciandomi senza fiato ed io continuo ad affondare finché vedo solo buio; ma in questa oscurità vedo apparire una luce in lontananza, come se fosse la fine di un tunnel.
Io cerco di avanzare, ma le alghe e la melma non me lo permettono, trascinandomi sempre più in basso.
Finché, quando inizio ad arrendermi smettendo di dimenarmi, sento che queste vengono strappate da qualcosa e riesco ad udire dei ringhi rabbiosi.
Dopo qualche secondo mi ritrovo sfinita sdraiata su quello che sembra essere del muschio. Apro gli occhi e mi accorgo di essere in un bosco.
Sono in Canada, penso. Ricordo a memoria ogni albero di questo bosco. Cerco di alzarmi aggrappandomi alla corteccia di un albero e nel farlo se ne stacca un piccolo pezzo. Subito sento un cane guaire, e questo si fa avanti, uscendo dal suo nascondiglio.
Non è un cane, è un lupo. Lo stesso lupo che avevo incontrato in un altro sogno. Cerco di avvicinarmi a lui con una mano tesa in avanti per accarezzarlo, ma quando sono a qualche centimetro da lui, questo si accascia a terra.
Subito il terreno intorno a lui inizia a tingersi di rosso scuro e il lupo a tremare violentemente. Lo giro sul fianco e noto una profonda ferita che gli cinge la vita; subito le mie mani sono macchiate del suo sangue e di colpo capisco che è stato lui a salvarmi e deve essere rimasto ferito dalle alghe.
Il senso di colpa mi colpisce come dei piccoli aghi che affondano nelle mie carni.
<<Vedrai il dolore passerà...>> cerco di rassicurarlo, ma mi sembra di mentirgli, come tutte le persone facevano con me in passato. "non preoccuparti, prima o poi te ne dimenticherai." Oppure "non esagerare, le persone muoiono tutti i giorni". Nessuno che mi chiedesse davvero come mi sentivo. Nessuno che provasse davvero a capirmi.
Cerco di evadere dai miei stessi pensieri per ritornare al lupo e decido di evitare di mentirgli. Mi limito ad accarezzargli il muso ed il suo respiro sembra calmarsi, finché si blocca.
Il suo corpo inizia allora a trasformarsi in qualcos'altro... sembra prendere le forme di un uomo. O meglio, un ragazzo. Ha i capelli biondi e la pelle di un tono dolcemente bronzeo. Assomiglia davvero a Jonathan... ma come in versione più adulta. La mascella è occupata da un leggero strato di barba bionda, e i lineamenti del viso, anche se contratti dal dolore, sembrano più duri rispetto a quelli di Jonathan.
Il suo viso è deposto immobile sul mio grembo, ed io continuo ad accarezzarlo, finché questo inizia a dissolversi nell'aria, sgretolandosi in granelli di sabbia, e ciò che rimane non è che il ricordo del suo peso sulle mie gambe.
Io rimango immobile e tengo gli occhi chiusi, finché quando li riapro la foresta scompare e io mi ritrovo nelle pesanti coperte del mio letto.
***
Beatriz continua a tormentarmi dicendo che devo mangiare per rimanere in forze, ma penso che, anche se ci provassi, alla sola vista del cibo, mi verrebbe da vomitare. Ogni volta che respiro mi sembra di avere ancora i polmoni pieni d'acqua, una sensazione terribile.
<<Motivo in più per mettere in bocca qualcosa>> mi dice Beatriz. A quanto pare devo aver espresso i miei pensieri a voce alta.
<<D'accordo, ora fate un bagno caldo, e poi promettetemi che tenterete.>> mi dice, cercando di assumere un tono severo, ma il suo tentativo è sfumato dalla sua forma minuta che mi fa a malapena trattenere una risata.
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Unknown
General FictionCosa potrebbe succedere se le persone si accorgessero che i sogni sono qualcosa di vivo? 1885 Yuki Watson un tempo viveva in Canada, a Toronto. Un tempo sua madre era viva. Ma quando aveva dodici anni lei se ne è andata dalla sua vita. Morta nel so...