Questa notte non ho sognato.
Sembra che quando ne abbia la necessità occasioni non si presentino mai.
In realtà ho dormito poco. Non riuscita a togliermi dalla testa l'immagine di mio padre... e quando mi sono finalmente addormentata, impaziente di annegare nel mondo dei sogni, ho semplicemente dormito. Niente avventure notturne, nessun breve squarcio sul mio inconscio.
Il mattino, quando mi sono svegliata, ho avuto l'illusione di trovarmi nel sogno, e questa sensazione è durata finché ho trovato una lettera che era stata fatta scivolare sotto la fessura della porta di casa.
Non era specificato né il mittente né il destinatario ma ho subito intuito che era da parte Kaneko, mio padre.
L'ho accartocciata in mano e sono tornata in camera mia per leggerla.
La carta era bagnata per la pioggia e la busta era semplice, sigillata con una cera bordeaux e lo stemma sconosciuto della sua famiglia.
L'ho spezzato e ho estratto lentamente il foglio scritto.
Era occupato da poche righe, scritte frettolosamente con inchiostro nero e la pagina era macchiata:
Subito ho lanciato il foglio nel fuoco del camino in camera mia e sono rimasta a guardarlo bruciare. Ho osservato le parole consumarsi ed essere divorate dal famelico fuoco.
Sono ancora qui, anche se ormai la lettera è sparita. Rimangono solo le fiamme colorate che giocano ad acchiapparsi nell'aria.
Decido di rimanere immobile finché le fiamme non si arrenderanno a loro stesse.
***
Questa famiglia si sta distruggendo giorno dopo giorno. Pensavo che ad un certo punto saremmo arrivati ad una sorta di tregua, ma mi sbagliavo. Will non mi rivolge più la parola, fra Robert e Catherine c'è tensione e penso che il tutto peggiorerà. Anche io sono più stanca del solito.
Beatriz mi aiuta a chiudere un vestito semplice e entrambe rimaniamo in silenzio. L'irritazione della mattina precedente sembra scomparsa e nel riflesso dello specchio appare solamente pensierosa.
<<A cosa state pensando?>> le domando.
<<Trovo che il blu vi stia molto bene>> si limita a rispondere ma so che ha evitato la mia domanda. Decido di lasciare perdere e attendo che Beatriz termini il suo lavoro.
Una volta vestita mi dirigo in soggiorno sperando di incontrare Will per affrontarlo. Mi rendo conto che non posso continuare così... finirei per farmi uccidere dal senso di colpa. Sto ripassando un ipotetico discorso quando aprendo la porta del soggiorno ritrovo Anna, Jonathan e Will seduti sui divanetti. Percepisco una forte tensione nell'aria e vedo che fra tutti e tre è come in corso una gara di sguardi. Anna sposta in continuazione gli occhi da Will a Jonathan che si fissano intensamente. Mi schiarisco la voce e loro sobbalzano contemporaneamente. Quando si accorgono della mia presenza si alzano in piedi. Sembrano coordinati.
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Unknown
General FictionCosa potrebbe succedere se le persone si accorgessero che i sogni sono qualcosa di vivo? 1885 Yuki Watson un tempo viveva in Canada, a Toronto. Un tempo sua madre era viva. Ma quando aveva dodici anni lei se ne è andata dalla sua vita. Morta nel so...