LUANA

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"Andre..per favore ti fermi per un secondo? Mi stai facendo seriamente perdere la pazienza...se una non sta male con te accanto così agitato stai pur sicuro che si sentirà male...." lui si ferma per due secondi ma poi riprende a camminare incessantemente avanti ed indietro come se il terreno sotto ai suoi piedi scottasse...no, è impossibile calmarlo. Sono passati tre mesi da quel 12 gennaio...la settimana prima ho compiuto 25 anni, un traguardo che mai avrei pensato di tagliare con un bimbo o una bimba in grembo e che con un futuro marito accanto...come accaduto un anno prima per i miei 24 anni Andrea aveva fatto le cose in grande ma invece di una mega festa a sorpresa a Genova aveva spostato tutto a San Lazzaro. E così tutta la mia famiglia, i miei amici dalla Liguria e anche le mie amiche da Roma erano state arruolate per quella mega festa...ormai la nostra era una specie di grande famiglia allargata. Consideravo Giada, Nicole, Celeste ed il padre di Andrea come parte integrante della famiglia, e anche i suoi amici ormai erano miei amici..volevo ad ognuno di loro un gran bene...c'era un grande 'però' che aleggiava su quel periodo che altrimenti sarebbero stato a dir poco idilliaco. E si trattava proprio di colui che camminava nervoso nell'anticamera dello studio della ginecologa. Andrea era stato preso da una sorta di ansia da futuro padre che ovviamente in parte mi aspettavo ma che a volte rasentava la maniacalità. Non potevo muovere un dito che lui subito stava lì pronto a dirmi 'faccio io'. E per me sempre abituata a muovermi autonomamente da quando ho memoria avere uno che ti controlla 24 su 24 stava iniziando a darmi seriamente sui nervi. Lo apprezzavo quando mi portava la colazione a letto e quando mi coccolava ma non potevo seriamente fare nulla da sola, per non parlare di lavorare. Aveva tollerato a fatica qualche scatto e qualche sponsorizzazione che alla fine facevo da seduta, comodamente immobile nella nostra casa ma quando gli avevo detto che dovevo andare a Milano per lavoro..apriti cielo...peccato che io avessi accettato per la settimana successiva un lavoro a Parigi. Sarebbe stato di sole 48 ore ma sicuramente lui si sarebbe incazzato. E dirglielo quando mancavano 5 minuti al nostro appuntamento non era probabilmente la mossa più saggia. Mi alzo e gli vado di fianco...avevamo annunciato la.gravidanza con un post su Instagram il mese prima...ovviamente a nessuno era sfuggito che al mio dito apparisse anche un vistoso anello di fidanzamento e così avevamo dato due annunci in uno. Matrimonio e figlio condensati in un post strappalacrime scritto da Andrea. Lo fisso e mi fa una tenerezza assurda...a quasi 31 anni ha questa voglia innata e assurda di diventare padre e so che il momento in cui scopriremo se aspettiamo un maschio o una femmina sarà un momento speciale, uno di quelli da incorniciare.  Sto adorando ogni secondo di quella gravidanza, da come mi guarda a come mi posa la mano sulla pancia che sta iniziando a vedersi in maniera più marcata...solo che a volte sembra che lui in me veda solo una futura mamma e basta. Mi ha messo sotto una campana di vetro e per quanto mi piaccia essere servita e riverita sto arrivando al punto di saturazione "Martedì parto per Parigi" lui si blocca e mi guarda come se gli avessi annunciato che sto per partire per andare su Marte "Scusa?"
"Vado a Parigi per lavoro due giorni...martedì e mercoledì...torno giovedì mattina...hai quattro giorni per prepararti psicologicamente alla prospettiva che io vada in un altro paese"
"Non..dovevamo deciderlo assieme"
"No, perché tu avresti rifiutato per me...quindi ho deciso io...se vuoi vienimi dietro ma non dirmi che non ci posso andare...ho 25 anni e faccio quel cazzo che mi pare...punto" ok mi è uscita leggermente peggio di quanto avessi voluto ma ormai il danno è fatto "Hai...?" non so cosa voglia dire perché la porta dietro di noi si apre e la ginecologa ci sorride "Potete entrare" lo guardo e lui mi guarda "Ne parliamo dopo..." alzo gli occhi al cielo e faccio per sorpassarlo.ma Andrea mi afferra la mano e intreccia le dita alle mie. Ricambio la stretta e capisco perché dice sempre che io lo riesco a tranquillizzare. Vale anche per me..in un certo qual modo lui mi calma ed io calmo lui, nonostante io sia il suo più grande disastro e lui sia il mio più grande disastro. Entriamo nello studio e lasciamo per ora in sospeso quel discorso "Allora Arianna...come stai?"
"Bene...tesa ma sto bene"
"Secondo me mangia troppo poco" quasi mi strozzo con la saliva...non ho mai mangiato poco e sicuramente non mangio poco in quel periodo. Lui mi cucina ogni cosa che gli chiedo, agli orari più strani e non posso certo dire di essere una che mangia poco "Quanti chili hai messo su? Secondo me sei perfetta" adoro quella dottoressa...ha capito che Andrea è nella modalità 'futuro padre' ma nella versione maniacale e quindi mi spalleggia "Tre"
"Vede? Troppo pochi" no, sono giusti...nella seconda metà di dicembre abbiamo concepito nostro figlio o nostra figlia quindi sono entrata nel quarto mese da pochi giorni e tre chili sono assolutamente normali. Solo una pancetta leggermente accennata sotto le maglie strette fa capire che sono incinta "Sono assolutamente normali...l'ultimo trimestre è quello dove si mette su più peso.. e poi Arianna è alta...insomma guardala è bellissima quindi non penso proprio che mangi poco....piuttosto mi sembra che tu sia parecchio in ansia..." guardo Andrea che batte ritmicamente il piede a terra "Io? No...voglio solo che lei stia bene.." mi stringe le dita fra le sue ed io sorrido...so che fa tutto in buona fede ma a volte mi sento soffocare "E sto bene..." glielo dico mille volte al giorno ma lui sembra non crederci mai fino in fondo. Mi alzo la mattina e lui è già sveglio che mi guarda come se potessi scomparire da un momento all'altro "È il vostro primo figlio ed è normale essere agitati ma ricordati che se trasferisci la tua ansia su di lei è peggio..."
"Possiamo non parlare della mia ansia e pensare a lei? Dobbiamo fare l'ecografia no?" la dottoressa annuisce e poi mi fa qualche altra domanda. I valori sono tutti nella norma, le nausee sono sotto controllo, io sto bene...vorrei solo che anche lui la prendesse leggermente più alla leggera "Ora sdraiati che facciamo l'ecografia" è la prima che faccio perché abbiamo voluto aspettare e data l'età e il fatto che non ci siano particolari problemi la ginecologa ha approvato questa scelta. Mi metto comoda sul lettino e alzo la maglia...Andrea si mette accanto a me, seduto sulla punta della sedia, in bilico, come se dovesse scappare da un momento all'altro. Mi prende la mano e se la porta alle labbra. Non mi guarda, fissa il monitor, con un espressione di puro panico. Anche io sono tesa ma mentre io sono in fase positiva e non potrebbe essere altrimenti lui è in fase negativa ed io non so come aiutarlo. È come se si fosse rifugiato in un posto dove neppure io sono ammessa e questo mi fa male. Per la prima volta in un anno e passa mi sta escludendo e mi fa un male cane "Siete pronti? È la vostra prima ecografia e quindi sarà...beh sarà un momento che probabilmente vi ricorderete per sempre quindi...godetevelo..." lo fisso di sottecchi e cerco di capire cosa possa mai passargli per la testa. È come se avesse alzato un muro e pian piano questo muro ci stesse portando a stare sempre più lontani l'uno dall'altra. Lui probabilmente non se ne accorge neppure ma si sta allontanando ma soprattutto mi sta allontanando mentre io vorrei solo averlo vicino "Ti metto questo gel...darà leggermente fastidio ma non farà nulla al bambino..." annuisco ma mi lascio scappare una leggera smorfia quando il liquido gelato mi atterra sulla pancia. La stretta di Andrea sulla mia mano fa quasi male ma non gli dico nulla. La ginecologa afferra l'aggeggio e me lo posa sulla pancia "Ora faccio le misurazioni...o volete sentire prima il cuore?"
"Il cuore" lo dice di getto fissando impanicato il monitor "Andre...amore mio guardami per favore...sto bene e lui o lei sta bene...calmati"
"Non ce la faccio Arianna..." ha le lacrime agli occhi ed io non so cosa fare. Non mi resta altro che riportare lo sguardo sullo schermo. Se all'inizio c'è solo una nebbia grigia ad un certo punto vedo qualcosa, una sagoma....è piccolina ma è indubbiamente il profilo di un bimbo...ovviamente non capisco molto ma la forma del viso è inconfondibile. E poi lo sentiamo.. sembra il ritmico battere di un tamburo..ha un leggero eco, ma è indubbiamente un cuore che batte "Andre" vorrei che mi guardasse ma lui fissa solo il monitor. Probabilmente non si è neppure accorto che sta piangendo...solo quando gli asciugo le lacrime con la punta delle dita si riscuote "Dimmi qualcosa Andre..."
"Non so che dirti" per un attimo mi lascia un piccolo spiraglio aperto ma lo richiude quando si rigira verso lo schermo "Le misurazioni sono pressoché perfette...liquido amniotico assolutamente perfetto, giusta quantità quindi come vedi è tutto come dovrebbe essere..."
"È...è un maschio o una femmina?" la dottoressa muove l'ecografo e noi possiamo capire senza bisogno che ce lo dica lei che quella che porto in grembo è una bimba..e sarà Luana Cerioli. Anche io inizio a piangere e poi con la mano libera gli prendo il viso e lo giro verso di me "È una bimba..." lui non parla ma affonda solo il viso nell'incavo del mio collo "Vi lascio un pochino da soli...vi lascio il fermo immagine e vado a stampare una copia dell'ecografia...comunque va tutto benissimo..." annuisco e aspetto di sentire lo scatto della porta che si chiude prima di parlare "Dimmi qualcosa Andre..."
"Non so cosa dire Arianna..." slega la mano dalla mia e si asciuga le lacrime prima di mettersi in piedi e di prendere due fazzoletti per aiutarmi a pulire i residui di gel dalla pancia "Perché mi stai chiudendo fuori?"
"Non ti sto chiudendo fuori...vorrei solo capire perché devi sempre fare di testa tua...devi andare per forza a Parigi?" gli prendo dalle mani i fazzoletti e lo allontano mettendomi seduta "Sono incinta Andrea non sono malata terminale....mettitelo in testa...non metterò in stand-by la mia cazzo di vita solo perché porto in grembo tuo figlio, anzi tua figlia. Magari se mi avvertivi che sarebbe stato così,  che tu saresti stato così ci avrei pensato due volte prima di fare un figlio con te" so di essere cattiva ma devo per forza di cose esserlo perché devo smuoverlo in qualche modo. Da quando gli ho detto di essere incinta lui evita ogni scontro con me, a parte dirmi, impormi di non fare assolutamente nulla, come se chiudermi sotto una cazzo di campana di vetro mi facesse bene poi "Vaffanculo Arianna"
"Mi vuoi forse dire che è normale il tuo comportamento? Tra un pochino conti quante volte respiro...ok è bello essere accudire e coccolate...si mi piace da morire quando ti prendi cura di me..ma non voglio che tu mi tratti come una deficiente....due giorni a Parigi non mi uccideranno mica...non facciamo più nulla Andrea. A parte il mio compleanno ed organizzare il matrimonio non abbiamo fatto nulla negli ultimi tre mesi...se ti dico che ho voglia di uscire dici di no...non posso fare più nulla ormai...mi sento in trappola e so che prima o poi scoppierò quindi andiamo a casa che faccio una valigia e me ne vado a Genova qualche giorno prima di andare a Parigi...questo doveva essere un momento favoloso ma lo hai reso..." non so neppure come definirlo...semplicemente non lo immaginavo così "Sei tu che lo stai rovinando...mi chiedo che cazzo tu ci stia a fare qua, con me se alla prima difficoltà ti rifugi a Genova...stacci per quanto mi riguarda..." esce dallo studio a passo di carica sbattendo la porta dietro di sé. Io rimango immobile fissando il battente poi sposto lo sguardo su quello schermo dove campeggia ancora il fermo immagine di nostra figlia. Merda...non doveva andare così...so che lui è complicato, so che è difficile stare con lui e so anche perché lui mi ha ficcato sotto una campana di vetro ma ho bisogno che lui sia il ragazzo che mi è stato accanto per un anno e non una versione di se stesso che ha paura di ogni cosa...voglio vivere quel momento in modo spensierato e non come se una grossa cappa grigia premesse su di me rischiando di soffocarmi "Tutto bene Arianna?"
"No...ma andrà meglio...è solo che lui...è complicato.. e questa gravidanza ha riportato alla galla un sacco di cose, un sacco di paure che probabilmente non ammette neppure a se stesso" so che magari non lo fa neppure apposta come so che c'entra sua madre e quello che le è successo ma io non posso continuare a vivere così. Amo profondamente Andrea e non lo cambierei per nessun'altro al mondo, veramente ma ho anche paura che a lungo andare quella situazione rovini tutto...ho paura che quel muro diventi invalicabile, insormontabile, e che io mi ritrovi a guardare le macerie fumanti della mia vita e della più bella storia d'amore che avessi mai potuto desiderare. Ho solo bisogno che accanto a me ci sia Andrea, quello che rideva con me e che faceva lo scemo in esterna, quello che mi ha scelta dopo neppure due mesi e che pochi giorni dopo mi ha portata a conoscere la sua famiglia presentandomi come la sua fidanzata "Ho visto molti futuri padri così e ti assicuro che è assolutamente normale ma parlagli...ti ho prescritto delle vitamine e degli esami. Noi ci vediamo fra un mese e mezzo, ma ovviamente puoi chiamarmi in qualsiasi momento" annuisco e prendo il plico di fogli che lei tiene in mano. Trovo Andrea con la spalla appoggiata al muro accanto all'ascensore, che parla al telefono incazzato. Quando mi vede invece di sorridere come al solito rimane serio "Qualche problema?" gli poso la mano sulla spalla quando chiude con uno scatto la telefonata "Devo andare a sistemare una cosa...ti scoccia andare a casa a piedi? O in taxi magari"
"Faccio una passeggiata tranquillo..tanto sono solo venti minuti...intanto vado in quel negozio di articoli da bambino per vedere quel passeggino...ci vediamo a casa dopo, scrivimi se fai tardi ok? Sai che mi preoccupo"
"Dovevamo andarci assieme in quel negozio" alzo le spalle ed inforco gli occhiali da sole. Non voglio che veda che ho le lacrime agli occhi. Mi avvicino e gli lascio un bacio sulla guancia "Ti amo..." lui mi dice un semplicissimo 'Anche io Ari" che mi spezza letteralmente il cuore in due. So che mi ama ma so anche che l'amore a volte non basta. Non voglio assolutamente che il nostro però sia uno di quegli amori che finiscono perchè l'orgoglio e la testardaggine si mettono di mezzo. Ci credo al nostro amore, ci credo da ancora prima che lui mi scegliesse, ci credo dal primo bacio, quando ho staccato completamente il cervello e mi sono buttata in qualcosa che mi ha stravolto completamente la vita..ci credo dal primo sguardo, da quando mi ha letteralmente fatto rimescolare dentro con un mezzo sorriso...ci credo forse da quando ho messo piede su quella dannata scala per la prima volta. Alla fine in quel negozio compro solo una cosa, perché il resto voglio comprarlo con lui....e quando arrivo a casa decido che non andrò a Genova e partirò per Parigi solo se lui verrà con me. Lo aspetto seduta sul nostro letto, guardando la stampata dell'ecografia. Due ragazzi, due folli, due disastri come dice sempre lui che però hanno creato qualcosa di così perfetto non possono far altro che stare assieme per sempre...lui è il mio per sempre e quella sera voglio dimostrarglielo....

NESSUNA  SAREBBE STATA TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora