CAPITOLO 19 - Scusa

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T\N POV

Suona la sveglia più volte prima che la mia mente percepisce la situazione nella quale mi trovo, ovvero da sola nel mio grande letto...

LEVI: Ohi mocciosa, stai ancora a letto? Dai alzati, è tardi!

Mi volto verso la sua splendida voce, mugolando in segno di disapprovazione.

Scendo dal letto prendendo dei pantaloncini lunghi fino al ginocchio color blue jeans e una maglietta di cotone con le maniche lunghe per coprire le fasciature delle braccia.

Vado in bagno e dopo aver chiuso la porta dietro di me, mi tolgo la sua bellissima e profumatissima maglietta, indossando i miei vestiti.

Non c'è lo specchio quindi uso quel poco di riflesso nel vetro della finestra per finire di sistemarmi prima di tornare dal corvino, trovandolo seduto, con il telefono in una mano e un Medikit nell'altra.

LEVI: Ehi, FINALMENTE! Dai vieni così ti cambio le bende.

Non rispondo semplicemente mi rilasso sotto il suo tocco, irrigidendomi solo al passare del disinfettante visto che la sensazione che provo è solo bruciore e non poco.

Stringo i denti fino a quando non finisce e mentre sistema il Medikit, io mi avvio all'uscita.

Mi raggiunge e scendiamo nella sala comune dove troviamo N\F

N\F: Ehi... Tutto apposto... Ti ha fatto...

T\N: Basta... Comunque Buongiorno anche a te...

Mi prende sotto braccio e tutti e tre ci dirigiamo nel bar dell'hotel.

Arriva il cameriere e noi ordiniamo rispettivamente un caffè per Levi, Un cappuccino con cornetto per N\F, infine una granita al gusto limone, con tanto di brioche per me.

Il nostro ordire arriva presto e adesso mi sto gustando felicemente la mia colazione.

Tutto questo fino a quando una esemplare di Sasha selvatica mi salta addosso rischiando di farmi cadere con le chiappe per terra.

SASHA: Buongiorno tesoro, ciao N\F... Salve caposquadra.

T\N: Buongiorno patata, adesso posso finire di mangi... SASHA

SASHA: Mmmmmm buona! AHAHAHA!

Insulto mentalmente Sasha per avermi rubato la mia amata brioche e parlando e scherzando arrivano tutti gli altri.

Saluto tutti tra i quali c'è anche Eren che dopo avermi abbracciato, attua una faccia strana, come se avesse notato le bende sotto la mia maglietta.

Cerco di essere vaga e di allontanarmi per evitare l'argomento ma lui mi blocca.

EREN: Posso parlarti... da solo?

Ero leggermente spaventata e preoccupata perché non volevo che Eren, il mio migliore amico, colui che ho aiutato a uscire dalla depressione quando morì sua mamma sapesse di questi tagli, ma alla fine non resistetti ai suoi occhioni verdi da cucciolo e acconsenti alla sua richiesta dirigendomi con lui nel giardino dell'hotel.

Nel mentre camminiamo cerco di fare lunghi respiri fino a quando nella mia distrazione sbatto contro la schiena di un Eren.

EREN: Dai su, alza quelle maniche.

T\N: Eh... Cosa... Perché???

EREN: FALLO E BASTA!

Alle sue parole persi un battito, inoltre anche se non sono per niente d'accordo a raccontargli quello che è successo sta notte, il suo tono di voce insieme al suo sguardo mi fanno paura.

COMPAGNI DI STANZA {LevixReader} [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora