Capitolo 11

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La mattina dopo ebbi il risveglio piú brutto della mia vita.

Hedge entró nella corte, prese il suo megafono, ed urló.

-SIGNORINA JACKSON SVEGLIA! HA UN AMISSIONE DA PORTARE A TERMINE COSA FA ANCORA LI? FORZA UNO DUE TRE QUATTRO.

mi svegliai di soprassalto ed urlai, spalancando gli occhi.

Ovviamente si risvegliarono anche tutti gli altri.

-E VOI COSA STATE A GUARDARE TORNATE A DORMIRE FORZA!

non esitarono un attimo.

Il tempo di salutare Nico e Leo, mi diressi con Butch alle stalle, Blackjack era ansioso di partire.

Butch montava il suo pegaso marrone, Sauron.

Volammo. Chirone ci disse che Grover ci aspettava con i due nuovi semidei al Grand Canyon quindi iniziammo a viaggiare.

A me non piace volare, ovviamente, a nessun figlio di Poseidone piace volare, ma Blackjack mi da una tale sicurezza, che non ci pensai troppo a lungo.

Eravamo sul luogo in meno di un ora di volo strano a dirsi, ma i pegasi volano piu velocemente quasi degli aerei.

Smontammo i pegasi e li lasciammo liberi di fare un giro.

Poi lo vidimo, Grover alzava le mani al cielo, ma era solo. Ci raggiunse.

-oh ciao ragazzi, i semidei sono dietro questo ammasso di roccie. Io devo davvero scappare, ho degli impegni, buona fortuna.

Lo salutammo e ci dirigemmo dalle reclute.

Fu la ragazza a venirci incontro.

-ciao!

-ciao.

Salutai io.

-voi dovreste essere gli autisti o qualcosa del genere, siete venuti per prenderci giusto?

-giustissimo!

Le parole mi uscirono di bocca con una tale velocità che fu come se io non ci avessi pensato prima di rispondere.

Quella ragazza mi colpí subito: era molto bella. Ma era come se lei non si sforzasse di essere bella, lo era e basta. Aveva i capelli lunghi e lisci, con delle sottili treccine ai lati, color caramello. Gli occhi erano celesti.

Poco dopo si fece avanti un ragazzo, aveva un taglio di capelli come quelli dei militari in guerra, si capiva che aveva origini cinesi.

-ma cosa...

Mi guardava con fare sospetto e preoccupato, gli occhi spalancati.

Capii: era il mio aspetto.

Un'altra chmosa che capii faceva parte della maledizione erano i miei occhi, chiunque mi guardava negli occhi percepiva un po di terrore, facevano paura, in fondo, erano quasi bianchi.

-tranquillo non mordo.

Butch si fece scappare una risatina

-comunque si, siamo venuti per prendervi.

La ragazza urló:

-Jason! Vieni! Dobbiamo andare!

Si avvicinó un ragazzo alto biondo, occhi celesti, ed una sottile cicatrice sul labbro superiore.

Io guardai sbigottita.

Il mio sguardo vacillava tra i tre ragazzi e Butch, che aveva la mia stessa espressione sconcertata.

Lo tirai da parte e gli sussurrai

-Chirone aveva detto che erano due un ragazzo ed una ragazza, c'è un ragazzo di troppo.

Ci rigiriamo verso di loro.

-che c'è?

Dice il ragazzo cinese.

-emn.. Ragazzi.. Il problema è che.. Ce n'è uno di troppo.

-uno di troppo?

-proprio cosí, noi siamo venuti per portare al campo una ragazza e un ragazzo.. non due.

Ci furono un paio di secondi di sconcertamento, con occhiate preoccupate o confuse.

Poi pensai che uno di loro poteva non essere un semidio..

Avevo una tecnica di riconoscimento che mi aveva insegnato Michal Yew il figlio d'Apollo che morí nella battaglia contro Crono.

-bene voi due, ora cercheró di capire se siete entrambi semidei, tu, dammi l'avambraccio.

Dissi rivolgendomi al ragazzo col taglio militare. Aveva le maniche lunghe quindi gli dissi di alzarle.

Sfoderai il mio pugnale e lui trasalí facendosi indietro.

-tranquillo, davvero, devo solo farti un piccolo taglio, nulla di che, non preoccuparti.

Piano piano mi porse di nuovo il braccio e con il mio pugnale graffiai appena l'avambraccio, quel poco che basta a far uscire sangue. Poi anche io mi graffiai la punta dell'indice destro e quando ad entrambi usciva un po di sangue misi il mio dito ferito sulla sua ferita per far andare in contatto il nostro sangue.

Non accadde nulla.

Solitamente il sangue di un semidio incrociato con quello di un mortale da una sorta di reazione chimica.

-bene, ora tocca te.

Il ragazzo biondo si alzó la manica del braccio e per poco non svenni.

Sia io che Butch sbarrammo gli occhi.

-è... è...

Non trovavo le parole.

-em.. Cosa c'è che non va?

Disse il ragazzo.

-tu... Tu... Da dove vieni? Perché sei qui?

-i-io veramente ho perso la memoria non ne ho idea.. L'unica cosa che so è Jason, il mio nome.

Disse.

Io mi tirai di nuovo da parte con Butch e sussurrai

-Senti, non possiamo portarlo al campo.

-no, proprio no.

Rispose lui.

-ma non possiamo nemmeno lasciarlo qui.

-beh forze se ha perso la memoria non è una minaccia dopotutto... No?

Quello che avevamo di fronte era un normale avambraccio... Solo con un tatuaggio.

Conoscevo la provenienza di quel tatuaggio.

Rappresentava un aquila, con la scritta spqr e cinque linee parallele.

Questo significava che lui era un figlio di Zeus.. No.. Non Zeus.. Giove.

Lui è un semidio Romano, lo conosco perche ci hanno aiutato nella battaglia contro Crono, non abbiamo il permesso di avere rapporti con loro, comunque, ha perso la memoria, dobbiamo riportarlo al campo.

-va bene, vi porteremo tutti e tre al campo ma tu... Cerca di non far vedere in giro il tuo tatuaggio o potrebbero ucciderti, intesi?

Dissi rivolgendomi a Jason

-s-si certo d'accordo.

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