Capitolo 2

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io e Percy decidemmo di non restare li in casa ma di cercare aiuto.

prima di partire io presi il mio zainetto e ci infilai dentro dello spago, un paio di coperte, qualcosa da bere e da mangiare e qualche fiammifero per accendere un fuoco, inoltre presi tutte le banconote e i gioelli d'oro di nostra madre, un po di soldi sono sempre utili in casi di emergenza. uscimmo di casa e ci addentrammo nel bosco. niente di insolito.

camminammo a lungo finchè non si fece buio pesto e ci ritrovammo ai piedi di una collina.

Percy trovó una nicchia abbastanza grande da ospitarvi entrambi, stendemmo le coperte e ci misimo a dormire.

ebbi gli incubi.

sognai una specie di sarcofago con delle incisioni che raffiguravano l'antica grecia e due ragazzi (all'apparenza avevano circa 17 anni) che lo sorvegliavano.

c'era anche un mostro: era un cane grosso, molto grosso nero come la pece e con due paia di zampe in piú, con degli artigli che non promettevano bene.

la scena era su una nave, su uno yacht anzi.

poi entró quello che sembrava il capo: era alto e magro con i capelli color paglia tagliati corti.

aveva una cicatrice che gli attraversava tutta la faccia, il che lo rendeva molto spettrale.

-mio signore

disse il tizio alto rivolgendosi al sarcofago,

-io, Luke Castellan, suo piú fedele servitore, le permetteró di prendere il potere e di vendicarsi, finalmente, lo giuro, mio signore.

la scena inizió ad offuscarsi ma intravidi qualcosa nella mano di quel Luke: non riuscivo a distinguerla bene, il sogno stava svanendo ma aveva una forma cilindrica ed era color blu elettrico... un cannocchiale forse? non lo so. il sogno svaní.

mi svegliai, era giorno e Percy era già sveglio.

mangiammo qualcosa al volo e ci rimisimo subito in cammino.

poi qualcosa si mosse nella foresta.

sembrava allontanarsi sempre di piu a grande velocità come un leone che corre a crepapelle per catturare una gazzella.

si allontanava sempre di piu verso ovest.

io e Percy decidemmo di proseguire verso sud quando sentimmo un urlo strozzato.

ci guardammo e capimmo che quella cosa aveva trovato uno spuntino.

decidemmo di avvicinarsi un pó.

rannicchiato nell'erba c'era un altro bambino che avrá avuto otto anni o nove, era mingherlino di un colorito bianco come il latte ed i capelli neri come la pece. non solo i capelli.

era interamente vestito di nero, aveva anche una spada, nera, che peró era scivolata di lato fuori dalla sua portata.

di fronte a lui c'era nientemeno che un ciclope, grande e grosso e con un solo occhio pronto a papparsi quel ragazzino ormai disarmato. (so molto della mitologia greca)

io e Percy capimmo subito di dover fare qualcosa...

di istinto lanciai il mio pugnale come fosse un coltello ma mancai il colpo di un bel po, il ciclope non se ne accorse nemmeno.

presi la spada di Percy e lentamente mi avvicinai al ciclope.

il ragazzino a quel punto mi intravide alle spalle del gigante e sbarró gli occhi.

io mi misi un dito sulla bocca per dirgli di fare silenzio, intanto, continuavo ad avvicinarmi.

a quel punto il mostro si giró e mi vide, presa dalla paura, mollai la presa sulla spada che cadde a terra.

la Maledizione di Annabeth JacksonΨDove le storie prendono vita. Scoprilo ora