la Maledizione di Annabeth JacksonΨ

Capitolo 13

Il giorno dopo era domenica.

La domenica è una giornata abbastanza noiosa, non ci sono attivitá, chiunque fa ció che vuole, ed io solitamente andavo sempre a fare un bagno al lago delle Naiadi, andavo.

Da quando mio fratello è scomparso, non ho tanta voglia di tornarci.

Mi ritrovai a passeggiare senza meta, tanto per fare qualcosa.

Piú passa il tempo da quando ho subito la maledizione di Borea, piú se ne sentono gli effetti.

Sento caldo.. Come se il clima li al campo non sia adatto a me.

E poi sono triste, è questo il peggior sintomo della maledizione: i sentimenti.

Borea disse che non saprei piú stata in grado di provare emozioni positive ed era vero.

Sono triste, mi vengono in mente solo scene terrificanti della mia vita, come quando Percy è scomparso oppure quando da piccola, Nico stava per essere ucciso dal gigante.

Inoltre era da molto che non ridevo, si esatto, non ridevo.

Le battute, le ironie, niente più mi diverte sul serio. Da quando me ne sono accorta qualche volta, rido per finta.

Ora che ci penso anche questo è molto triste: ridere per finta

Recentemente Chirone mi aveva dato un paio di occhiali creati da lui che non alteravamo la mia buona vista ma che, per "magia" riusciva a non far trasmettere ai miei occhi quel terrore in chiunque mi guardi.

Mi stavo annoiando, dunque mi incamminai verso il mio posto preferito del campo.

Non lo conoscono in molti, sicuramente Nico e Percy, e forse anche Clarisse, Silena lo conosceva, e anche Nyssa, una figloa di Efesto molto simpatica. Oltre a loro penso che non lo conosca nessuno, quindi vado.

È un punto strategico in mezzo a parecchie piante e cespugli, devo abbassarmi per "entrare". Superati i cespugli devi camminare un poco in mezzo delle piante ed alla fine sbuchi sul mare.

Alla fine del sentiero ci sono dei scogli, è li che ci mettiano sempre.

Mi siedo. Il mare mi da nostalgia.

Quell'odore di mare mi ricorda troppo Percy. Ammetto che mi scappó una lacrima pensando a lui.

Dopo un pó sento un fruscio, e dopo pochi secondi dai cespugli spunta fuori un uomo alto e biondo platino vestito come se fosse appena tronato dalla spiaggia dopo una giornata di sole.

Si siede accanto a me ed io continuo a fissarlo.

-beh perché mi guardi cosi? Non è la prima volta he mi vedi no?

Riflettei.. Chi era? Eppure so di averlo gia visto un paio di volte.

-Apollo!

Mi chinai leggermente.

-c-cosa..? Perché sei qui?

-Ecco io veramente Annabeth ero venuto per parlarti, per informarti anzi.

-informarmi? Su che?

-su tua madre Annabeth. No, non Sally Jackson, la tua vera madre.

Silenzio. Era sbigottita. Perché un dio vorrebbe parlarmi della mia madre mortale?

-Annabeth tua madre non è una mortale.

-mi hai forse letto nel pensiero?

Dissi io. Lui fece un gesto con la mano come per liquidare il discorso.

-tua madre.. È una ninfa.

-ma.. Se mia madre è una ninfa non dovrei essere verde?

-no..no.. L'unione con tuo padre Poseidone non ti ha dato questa caratteristica. Comunque tua madre.. Non ti ha abbandonato. Tua madre ti voleva un bene dell'anima. Ha dovuto lasciarti. Non è stato un caso che fatalitá ti sei riyrovata con Sally, che per puro caso anche lei aveva un figlio semidio, prole di Poseidone. No, non era un caso. Tu sei una mezzosangue (ovvero mezza "mortale" e mezza dea) perchè le ninfe hanno il DNA mortale. Tu Annabeth, in quanto metá ninfa hai dei poteri STUPEFACENTI! puoi orientarti straordinariamente nella foresta, puoi sentire l'odore (o meglio puzza) dei mostri, ma oltre tutto, hai dei poteri! Si! Poteri magici intendo! Con le bacchette e tutto il resto! Insomma Annabeth devi incontrare tua madre, lei ti dará la tua prima bacchetta e ti insegnerá i tuoi poteri. Quando sarai pronta, la troverai nei magazzini d'erboristeria a Manhattan, tu dai questo alla signorina della reception. Vai a trovarla quando vuoi.

Io ero troppo schockata per parlare ma riuscii ad annuire, e lui mi mise in mano un anello con una foglia disegnata

Quando la sera tornai da Nico, Leo, Jason, Frank e Piper gli raccontai di tutto e gli mostrai l'annello.

-è il simbolo delle ninfe!

Disse Piper, tutta la guardarono sconcertati come increduli che lei o sapesse.

-hei insomma non saró figlia di Atena ma un paio di cose le so.

Tutti risero, io no.

Fatto sta che ancora non sono pronta a vedere mia madre, ci ripenseró, piu in la.

Dopo il discorso serale anche questa giornata si concluse.

L'indomani mattina dopo colazione arriva da me Cohan, il satiro messaggero, piú agitato di com'è di solito.

-ANNABETH! Veloce! Vai alla casa grande! Corri! È... È... Clarisse, ma devi sbrigarti.

Clarisse=Percy.

La mia mente viaggiò a mille ed i muscoli mi si tesero fino al midollo, corsi piu che potei, quando arrivai, Chirone era davanti un messaggio-iride.

-forza! Forza! Vieni!

Mi fece Chirone.

Mi posizionai davanti il messaggio e riconobbi i capelli marroni di Clarisse.

-Annabeth! Che bello rivederti! Abbiamo un ipotesi su dove possa essere Percy.. Ma non è molto rassicurante, anche se fosse li dove pensiamo sarà difficlissimo raggiungerlo ed entrarci, noi pensiamo che Percy sia al campo dei semidei romani.

-cosa ve lo fa pensare, Clarisse!

Disse Chirone.

-Chirone, noi abbiamo girato tutta la nazione, anche con l'aiuto delle cacciatrici di Artemide, ma niente. L'unico luogo inesplorato resta quello. Inoltre a mio fratello Peter mentre dormiva gli è apparso in sogno una discussione tra la dea Era e Atena, Era ha detto cose come <non possiamo tenerli separati, ho cancellato la menoria ad entrambi e spediti nei campi avversari, uno scambio.>.

Alle parole "ho cancellato la memoria ad entrambi" mi si illuminó tutto.

Ció che pensavo peró non potevo dirlo a Chirone...

Forse Jason.. Fa parte di quello scambio. Ha perso la memoria. Ma ció che mi fa più paura è mio fratello Percy..

E se non ricordasse nulla? Di me, di Nico.. Della mia maledizione..? Ho paura.

Rabbia, terrore si mescolano dentro di me. Saluto molto velocemente Clarisse e torno alla mia corte, mi stendo sul mio letto, e verso una marea di lacrime.