Capitolo 19

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Ero ancora un pó stordita dalla caduta-non-caduta inoltre guardare Leo al lavoro era nauseante.

Muoveva quelle mani talmente veloci che sembrava avesse otto braccia, maneggiava i cacciaviti ed i fili con una facilitá impressionante, proprio non capisco come fanno, i figli di Efesto.

Inoltre voglio cambiarmi, non vedo l'ora di togliermi di dosso questo vestito che non è proprio nel mio stile, peró la treccia mi piace, forse perché è talmente bella che chi la guarda non si sofferma sul colore bianco dei miei capelli..

Jason sta giocherellando con la sua lancia d'oro, solo li mi ricordo..

Mi alzo in piedi di botto e dico

-jason! La pozione!

-oh sisi certo eccola qui che dici la.. emn.. La bevo? E se non mi guarisse anzi mi uccidesse?

-tranquillo non succederá, se senti qualcosa di strano mentre la ingoi infilati una mano in bocca e cerca di vomitare.

Feci io von aria di sufficienza.

-ma che schifo!

-ecco allora bevi!

Certe volte sembro la mamma che "litiga" con i bambini e li obbliga a fare delle vose o gli da delle indicazioni, in fondo Jason e Leo sono "bambini": hanno solo nemmeno un mese di addestramento al campo, anche se Jason sembra molto più bravo e preparato..

A quel punto Jason mandó giú la pozione e perse i sensi.

Riuscii a svegliarlo con una manciata d'acqua bollente in faccia (si, anche questo è un mio "potere" da figlia di Poseidone) che non deve essere stato tanto gradevole..

-che cosa...?

-jason, come va la memoria?

Stava riflettendo, quando il suo volto si illuminó.

-il campo Giove... Reyna, Octavian... Nuova Roma, il tevere, il fulmine... Ricordo tutto!

-fulmine?

Chiese Leo che ci aveva appena raggiunto.

-si... Quello che mi fece perdere la memoria.. Comunque sia so dov'è il Campo Giove e siamo molto vicini, penso che se viaggiamo ad una velocitá di quattordici nodi aerei arriveremo in mezz'ora.

Jason essendo figlio di Giove sapeva calcolare bene le distanze nel cielo, come io in acqua, d'altronde.

Vidi che Jason guardó la fiala.

-ce n'è ancora un sorso.. Eppure io ho dinuovo la mia memoria.. Mi chiedo se..

Mi guardó con fare incuriosito e poi mi porse la pozione.

-prova a berla..magari..magari curerá la tua maledizione.

-non penso..

-prova.

Bevvi. Ma non successe nulla di che. La mia pelle era ancora bianca lattea e non mi sentivo affatto felice o innamorata, ma triste, come sempre.

Eppusre Jason e Leo mi guardavano strani.

-cosa c'è da guardare? Non ha funzionato.

Dissi io.

-era solo un sorsetto, in piccola parte ha funzionato, i tuoi capelli Annabeth.. Ora sono quasi biondi.

Era vero, da bianco passai al biondo, non era un grande passo, ma almeno era qualcosa.

-avrei dovuto lasciartene di piú.

la Maledizione di Annabeth JacksonΨDove le storie prendono vita. Scoprilo ora