Capitolo 20

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La sagoma andó a posarsi sul faló spento, al centro di tutti i spettatori.

Solo quando la sagoma fu più nitida potei riconoscerla.

Volevo sprofondare nel Tartaro o scappare in Alaska, di nuovo lui, perche? PERCHE?

-NO! non doveva andare cosi, JACKSON! voi due non avreste mai più dovuto rivedervi! Ma non dinisce qui miei cari! Ehh no che non finisce qui.

Improvvisamente una folata fortissima di vento mi posó sulle mani di Borea.

-stavolta ti esilieró in un posto sperduto ed invarcabile, dove per gli altri è facile arrivare ed uscire ma per te, NO!

Borea (con me in mano) inizió a volare in alto e sentii Percy urlare:

-TI TROVERÓ SORELLINA! TI TROVERÒ!

e poi Leo

-ANNABETH! NOOO! TI RIPORTERÓ INDIETRO! È UNA PROMESSA!

Poi non vidi piú nulla.

Ero nel centro di un uragano.

Solo dopo quelli che mi sembrarono dieci minuti toccai terra, e Borea se ne andó senza dire una parola.

Ero su un isola molto piccola, questo giocava a mio favore: avevo acqua ovomque.

al centro dell'isola c'era un bosco, e appena fuori dal bosco c'era una caverna, entrai.

La caverna era molto bella e luminosa arredata con fornelli e pentole, un letto, un bagno e una piccola libreria.

Perfetto, amo leggere, sapró occupare il mio tempo.

Ho ancora tempesta legata in vita, insomma ho tutto ció che mi serve, ma già mi mancano Leo e Percy..

È notte, dunque mi misi nel letto e dormi.

"Dormire" forse non è il termine giusto, ebbi gli incubi tutta la notte.

Sognai Percy che affogava, ma in fondo come puó affogare? È figlio di Poseidone.

E sognai Leo che cadeva da un burrone, come io il primo giorno che incontrai Jason.

Poi sognai Jason, lui stava per essere buttato nel fiume Stige.

Quando mi risvegliai, sopra i fornelli c'era gia pronta un invitante colazione.

Dopo mangiato decisi di fare un giro.

Ero sulla spiaggia quando dalla foresta uscí fuori una tarantola gigante, mi bastó il mio dominio sull'acqua per confonderla e disintegrarla.

Dunque, la foresta è piena di mostri che potrebbero anche mangiarmi mentre dormo, fantastico!

Cercai di stare il piu lontano possibile dalla foresta ma subbi molti attacchi ed ora ero esausta.

Tornai alla grotta per il pranzo quando sentii un grande tonfo.

Pensai fosse un mostro che attaccava un altro mostro ma andai a vedere, in fondo, la curiositá è il mio difetto fatale.

E poi eccolo li, sensa sensi disteso sulla sabbia.

Iniziai a correre verso di lui: non potevo crederci!

Mi misi al suo fianco e gli alzai la testa sopra le mie gambe (stando attenta a non far andare a diretto contatto la mia pelle con la sua) per cercare di fargli riprendere i sensi.

-Leo! Leo! Svegliati dai Leo!

Solo dopo un pó riprese i sensi, sbarró gli occhi e si gurdó in torno, si alzó a sedere.

la Maledizione di Annabeth JacksonΨDove le storie prendono vita. Scoprilo ora