II

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Happier- marshmello feat. Bastille

Alle dieci era mattino anche per il giovane batterista che non avendo chiuso le tende prima di addormentarsi venne svegliato dalla luce ,questa volta del sole, che entrava. Aprì gli occhi, era nella stessa posizione nella quale si era assopito, la sigaretta ormai spenta era sul letto e aveva sporcato le lenzuola con la cenere e una lieve bruciatura. Il biondo se ne accorse e si alzò velocemente dal letto, con solo i boxer addosso, tolse il mozzicone buttandolo in un cestinetto affianco al comodino.
Pensò che quelle coperte fossero ormai da buttare più che lavare. Circa nove o dieci ragazze minimo avevo stretto quelle lenzuola e goduto su quel materasso. In più vi era anche quella piccola bruciatura.
Nella sua testa rimbombavano ancora le parole pronunciate dalla ragazza che circa sei ore prima aveva praticamente cacciato. Si disse che era inutile continuare a fascisti la testa con queste idee e che tanto non avrebbe risolto nulla quella mattina. Si infilò un paio di pantaloni ed una maglietta presa senza preoccuparsi troppo di quale scegliere.
Uscì poi dalla stanza chiudendo la porta e scendendo le scale andando dritto in cucina. Sul tavolo vide un bicchiere, lo prese e lo annusó sentendovi l'odore di alcool. Non si fece troppo domande lo posò nel lavandino senza preoccuparsi di lavarlo. Prese al contrario una tazza dalla credenza basandoci dentro del caffè già pronto.

Brian: ma buongiorno principessa

Disse l'amico ricciolo entrando nella cucina e trovando il biondo intento a prepararsi la colazione

Roger: sempre molto simpatico tu

Rispose acido Roger

Brian: io si, sei tu che sembri un po' strano ultimamente
Roger: ti sbagli
Brian: no, non credo proprio
Roger: so che per te è difficile da capire May, ma non hai sempre ragione.

Il moro rimase un secondo spiazzato, vide però con la coda dell'occhio un'ombra passare davanti alla porta.

Brian: allora chiediamo un'altro parere
Disse il chitarrista ghignando
Roger: di chi ?
Brian: Fred, ti dispiace venire un secondo?

La figura che aveva infatti visto poco prima il ricciolo era quella del cantante evidentemente anche lui appena svegliato.
Freddie entró anch'egli nella cucina mentre si stropicciava gli occhi ancora assonnato

Freddie: che succede my dear
Brian: mi stavo chiedendo...per caso Roger ti sembra un po' scorbutico ultimamente?
Freddie: ...

Il nero di capelli non sapeva cosa rispondere, per lui anche una semplice domanda che avesse a che fare con il biondo poteva metterlo nei guai. Se infatti avesse risposto con un "si" aveva paura che il batterista si sarebbe offeso e lo avrebbe odiato per il resto della vita, mentre d'altro canto se avesse detto "no" egli avrebbe continuato tranquillamente ad essere scorbutico anche con i mobili.

Roger: ci sei?
Freddie: ...
Brian: Freddie?
Freddie: beh...un pochino si...
Roger: un pochino? Io non sono scorbutico
Freddie: ho detto solo un pochino...
Roger: il problema è che io non lo sono. Forse siete voi che pensate sempre di essere migliori degli altri!
Freddie: Rog calmati
Roger: sono calmissimo!!
Freddie: allora smettila di gridare!
Roger: ....

Il batterista odiava essere sminuito. E l'essere stato zittito da un suo amico era una cosa inaccettabile per lui. Decise quindi di finire velocemente il caffè e di andare fuori nel cortile per prendere una boccata d'aria.

Il cantante perse per qualche istante tutta la paura che aveva di farlo infuriare. Lasciò il ricciolo solo in cucina e si diresse anche lui verso il giardino al seguito del biondo. Prese un pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto accorato appeso servo muto e aprì la porta uscendo.
Il loro era un giardino abbastanza ampio, vi erano tutti i tipi di fiori da aiuola che Fred si divertiva a coltivare facendosi dare lezioni sulle piante dal chitarrista che passava le giornate a raccontare al povero cantante, che a volte non ne poteva più, annedoti a detta sua interessanti su ogni singola pianta.
Vi era poi una panchina che dava una vista ideale su tutto quanto il giardino.
Si avvicinò ad essa vedendo la figura dell'amico disteso su tutta la superficie della panchina mentre si copriva gli occhi con la mano. Aveva sempre avuto il problema degli occhi delicati e al cantante dispiaceva il fatto che il più delle volte non riusciva a vedere il bellissimo colore dell'iride dell'amico dato che portava gli occhiali da sole. Lui però si consolava col fatto che in essi poteva vedere il suo riflesso, non era mai stato un ragazzo troppo modesto, si trovava infatti perfetto in ogni suo singolo dettaglio, o meglio, in tutti tranne uno. Detestava infatti la sua sporgente dentatura, aveva 2 incisivi più del normale e anche se per lui era un enorme fastidio in realtà era un'enorme fortuna: più spazio nella bocca, più estensione vocale.
Si accese una sigaretta e si fece coraggio, lui era Freddie Mercury, non poteva farsi intimidire da una cottarella da nulla. Si avvicinò al biondo che si accorse di lui ma non si smosse dalla posizione.

Freddie: biondina isterica fammi spazio
Roger: non eri tu l'unica queen isterica?
Freddie: ma tu sei l'unica biondina

Il biondo sorrise e si sedette continuando a coprirsi gli occhi dal sole ma cercando allo stesso tempo di guardare l'amico.
Freddie buttò fuori il fumo della sigaretta 

Freddie: dunque, tesoro, che ti prende?
Roger: non ho nulla
Freddie: ok
Roger: dico davvero
Freddie: ti credo ti credo
Roger: non è vero.
Freddie: no non lo è, ma almeno ti calmi un po'
Roger: io sono agitato!
Freddie: ah no?
Roger: siete voi che mi fate incazzare.
Freddie: scusa?
Roger: mi trattate sempre come se fossi un bambino fastidio. Se vi sto così tanto in mezzo alle balle abbandonatemi come faranno tutti un giorno.
Freddie: senti bellezza, io non so che droghe tu abbia assunto per arrivare a pensare che io ti possa abbandonare, ma in ogni caso non può succedere.
Roger: ascolta io ero tutto tranquillo, te ne puoi andare perpiacere??
Freddie: Taylor smettila.
Roger: ma non rompermi il cazzo!

Disse il biondo alzandosi ormai stufo

Freddie: Roger Meddows-Taylor.
Roger: Farrokh Bulsara.
Freddie: non chiamarmi così!
Roger: ..
Freddie: io non so cosa ti stia succedendo ma smettila di fare lo stronzo che io, perlomeno,  non ti ho fatto nulla, se hai il ciclo dillo che ti vado a comprare gli assorbenti basta che ti calmi!
Roger: ...

Il biondo rimase qualche secondo sbalordito da come l'amico gli avesse gridato contro, poi non resistette più e scoppiò in una risata.
Anche Freddie che cercava di mantenere uno sguardo severo non poté fare a meno di unirsi alla coinvolgente ridarola del batterista

Roger: ok ok...
Freddie: hai capito cosa ti ho detto?
Roger: si ho capito papà
Freddie: oh tesoro, papà mo devi chiamare solo la notte

Disse tutto spavaldo il nero sottolineando la sporchezza della battuta con un ghigno malizioso.
Il biondo rise dinuovo ed abbracció l'amico per ringraziarlo.
Freddie rimase sconvolto, senti il petto bruciargli e ricambió l'abbraccio.

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