L'Hotel

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Cap 1
Da quando tutto questo é iniziato, non sono mai uscita, avevo troppa paura,  non ne avevo neppure bisogno, avevo calcolato che le provviste del magazzino dell'hotel sarebbero bastate almeno due mesi. Probabilmente ho fatto male i calcoli perchè adesso mi rimane solo una lattina in scatola di fagioli e mezzo litro acqua.
Domani usciró.
In queste tre settimane ho controllato tutte le stanze dell'hotel (rischiando quasi di venire morsa da uno dei malati) e devo dire che ho trovato un sacco di oggetti utili dalle valige, tipo un coltellino svizzero (sempre utile),  una bussola, dei fazzoletti, una torcia,delle coperte,un diario segreto (che ogni giorno leggo per passare il tempo) e dalla cucina un coltello utilissimo per la mia missione.
La mia routine in queste settimane é stata:
Aprire porte, uccidere,uccidere,uccidere, rischiare di morire, chiudere porte, fare un segnetto sulle porte per indicare che sono ripulite, sospirare di sollievo, raccattare tutte le cose piú utili, non fare rumore, mangiare e dormire.
Non riuscirò mai ad abituarmi a questo nuovo mondo.
Mi sento emozionata all'idea di uscire ma al tempo stesso ho una paura tremenda, non so come sia il mondo all'infuori dell'hotel. Ma se é come l'inferno che ho dovuto passare per ripulire questo dannato hotel da quelle cose allora non dev'essere poi cosí male.
Cap 2
Mi sono bardata bene per questa uscita: zainetto, coltello e  torcia.
Il piano é questo: vado nel supermercato piú vicino, prendo tutto il possibile e ritorno.
Tutto questo dev'essere fatto in meno di 1 ora. Piú sto fuori piú ho possibilità di attirare i Malati verso l hotel.  
Secondo  la mappa turisti il supermercato é a meno di 10 min da qui.
Per la strada incontro un paio di Malati che appena mi vedono corrono verso di me.
Sono solo in 3, forse posso testare l'utilità del  mio coltello.
Colpisco alla testa il primo, sembra un surfista, é ancora in costume da bagno immagino che mentre usciva dall'acqua con la sua tavola sia stato morso. L'apocalisse ha preso alla sprovvista tutti. Il governo é crollato in meno di 1 settimana. Tutti gli aereoporti sono stati bloccati per evitare il contagio e io sono bloccata su questa dannata isola.
Il secondo é piú scatenato e mi si butta addoso, prova a mordermi il collo ma lo blocco e poi gli do il colpo finale. Il suo peso morto mi cade addosso. Mentre mi rialzo spostando l'infetto da me sento una mano prendermi i piedi mi giro di scatto, é una donna,il viso le sta andando in decomposizione, mi viene un conato di vomito, la scaravento a terra e le ficco il coltello in testa.
Riprendo il cammino.
Cap 3
Arrivo al supermercato, é enorme!
Spacco un vetro cercando di fare meno rumore possibile.
L'interno é buio, ovviamente, le prima cose che salta quando c'é una catastrofe é proprio la luce!
Accendo la mia torcia e mi muovo lentamente tra i settori del supermercato. Ad ogni rumore mi fermo in ascolto. Per il momento non sembra che ci sia traccia di infetti.
La prima cosa a cui penso a prendere é l'acqua, nello zaino c'é posto solo per 2 bottiglie, poi
Vado  nel reparto "cibi in scatola"  e metto dentro  tutto quello che posso.
Faccio tutto in fretta e nella foga del momento dagli scaffali cadono alcune lattine che nell'impatto col pavimento provocano un rumore da tapparsi le orecchie. Accidenti a me!
Chiudo lo zaino e mi dirigo correndo verso l'uscita.
Riesco a farmarmi in tempo (quasi cadendo) perché l'uscita é bloccata dagli infetti. Ci sono decine e decine di Loro. Corro nella direzione opposta, seguita dai Malati. Sono in un vicolo cieco. Peggio di un topo in trappola.
Pensa, pensa , pensa, devono per forza avere una porta di emergenza!
Con lo sguardo e la torcia che si muove in ogni direzione cerco la porta.
Bingo, é proprio vicino al reparto frutta.
Non esito di un secondo. Mi fiondo alla porta. La luce mi accieca gli occhi.
Sono viva.

Dimmi che c'é speranza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora