Centro Commerciale

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Cap 38
Alycia
Il piede non mi fa quasi più male. Sta migliorando molto.
Però non voglio sforzarlo troppo.
Siamo di nuovo a corto di cibo. Sembra un ciclo infinito che si ripete. Ogni volta lo stesso problema.
Ogni volta a cercare una soluzione.
"Dobbiamo andare in cerca di cibo e abbiamo bisogno di vestiti nuovi!"
"e dove hai intenzione di andare?" mi chiede Jonas.
"Passami la cartina" Jonas mi passa la cartina senza dire nulla.
"Qui" punto il dito sulla strada opposta all'ospedale.
"No, é troppo pericoloso il centro commerciale. Non sai quanti infetti possano esserci."
"Ma almeno proviamoci!"
"pensi che i ladri non ci abbiano pensato prima? Non è rimasto niente. Il primo posto dove i saccheggiatori vanno a rubare quando c'è l'apocalisse sono proprio i centri commerciali."
"Beh, se non vuoi venire con me.... Ci vado da sola."
"Ahahahah questo si che è divertente. Non andrai lontano col tuo piede."
"e tu cosa ne sai?" sono furente con Jonas. Lo so che mi vuole proteggere però sono benissimo capace di cavarmela da sola!
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É buio pesto, tutti dormono. Almeno credo e non riesco a togliermi dalla testa le parole di sfida di Jonas.
Basta. Ho deciso. Ho intenzione di andare al centro commerciale a prendere tutto il necessario per sopravvivere, almeno per qualche altro giorno in più.
"Luciana" sussuro piano, magari é ancora sveglia....
"Che vuoi?" ha la voce impastata ancora da sonno.
"Io vado al centro commerciale. Vuoi venire con me?"
Basta questa frase a risvegliarla del tutto.
"Non aspettavo altro" Si alza dal letto e prende lo zaino.
Prima di andare lascio un bigliettino a Jonas.
"Siamo al centro commerciale. Perdonaci"
Sono sicura che quando ci vedrà ritornare con lo zaino pieno di provviste si dimenticherà del nostro litigio e faremo pace!
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Entrare nel "Mall" di notte mette una certa suggestione anche perché é completamente degradato e abbandonato. Tutti i vetri e le porte d'ingresso sono state spaccate.
Accendo la torcia e la punto sul pavimento. É pieno di schegge di vetro e sangue ormai incrostato.
Sembra che non ci sia nessun'infeto nei paraggi.
"Allora qual'é la prima tappa?" Luciana spacca il silenzio con un sussurro.
"Direi i vestiti...."
Luciana sembra conoscere questo posto a memoria perché senza esitare mi porta dritto verso il negozio di vestiti.
"Cosa hai intenzione di comprare?" Le chiedo una volta entrate nel negozio.
Ancora una volta sembra che non ci sia traccia di nessuno.
"Una giacca di pelle rossa." mi ribatte secca.
"mhh io... Penso un maglione e una canotta. Sono le mie preferite!"
Dovo aver fatto gli "acquisti femminili" ci dirigiamo verso il supermercato.
Luciana mi porta con scioltezza verso il reparto dei cibi in scatola. Sembra quasi che sia abituata a girare in questo posto...
"Ok io prendo il possibile, tu coprimi le spalle." le dico. Inizio a caricare tutto dentro lo zaino. Prendo anche una bottiglia d'acqua.
"MUOVITI ALYCIA" mi alzo e chiudo velocemente lo zaino.
"Cosa succede?"
"ne arrivano 4"
"Prendi la mazza. Abbiamo del lavoro da fare."
Sfodero la pistola e con un colpo solo ne faccio fuori due. Luciana invece da un calcio ad un infetto che le si avvicina troppo e lo finisce con la mazza. Poi si gira e con un colpo secco colpisce l'altro.
" Ok é stato bello, però ora usciamo di qui"
"Aspetta, c'é tempo per andare a prendere due libri in libreria?" É stupido, lo so però la sera faccio fatica ad addormentarmi e ho bisogno anche solo per 5 minuti di entrare in un mondo parallelo. Un mondo migliore.
"Si, basta che ti muovi."
La libreria del "Mall" é ridotta male. La maggior parte dei libri é strappata o sono per terra.
Dopo un po trovo finalmente il libro che stavo cercando.
"Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austin ed un libro sulle barzellette tanto per farmi qualche risata.
"Luciana, posso chiederti una cosa?" dico mentre alzo il libro da terra e lo metto nello zaino.
"Si"
"Come mai conosci così bene questo posto?"
Emette un sospiro.
"Lavoravo qui."
Non so cosa dire.
"Quando scoppiò l'epidemia io stavo lavorando al supermercato. Io e i miei colleghi abbiamo isolato  le persone malate. Le abbiamo rinchiuse nell'aula nord del Centro Commerciale. Non sapevamo cosa fare...."
Questo spiega il perché il "Mall" sia completamente vuoto.
La voce di Luciana trema. Credo che stia per piangere. Non é da lei....
"Beh ora andiamo. Sono stufa di stare qui" riprende il controllo della sua voce e senza aggiungere altro andiamo alla macchina.

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