Capitolo 14

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Peter's pov
Io e Allison stiamo combattendo divinamente. Questo dimostrerà al Signor Stark che noi siamo in grado di combattere.
Quando però pensiamo di aver vinto, ne arrivano altri, più armati e ben protetti.
Due persone mi attaccano contemporaneamente e io cerco di gestirle.
Un secondo dopo, però, Allison si piazza davanti a me, urlando:
"Peter, attento!"
Un proiettile le attraversa la cassa toracica e il suo corpo cade a terra, senza forze.
All'improvviso smetto di sentire, non riesco più a muovere un muscolo. Tranne che per scuotere Allison.
"Ti prego Ally, non mi lasciare. Non puoi andare via, capisci? Ormai tu-tu fai parte della mia vita, l'hai stravolta, l'hai cambiata in meglio. E io non posso perderti, capisci? Se tu morissi morirei anch'io, perché non so cosa siamo, fidanzati, strani amici, qualunque cosa sia, siamo connessi, il mio cuore appartiene a te, la mia anima appartiene a te. E non so come sia successo, io- io mi ero ripetuto di stare attento a non innamorarmi di te...
ma cosa posso farci? Io ti amo Allison, quindi ti prego, ti prego non lasciarmi... non posso vivere senza di te."
Sento il suono delle sirene delle ambulanze e qualcuno mi prende da dietro.
Mr. Stark mi sta abbracciando come per consolarmi, ma no. Lei non è morta.
"Mr. Stark, lei non è morta. Lei è viva Mr. Stark. Lei è viva"
"Peter perché l'avete fatto? Vi avevo chiesto di starne fuori, e non l'avevate fatto, vi avevo chiesto di non rivelare le identità, e ora tu la chiami per nome... Se solo voi mi avesse dato ascolto, lei sarebbe con te."
Non dico niente perché Stark ha ragione. È colpa nostra, no, è colpa mia.
Lei se la stava cavando bene, e ha preferito farsi sparare che perdermi.

La settimana successiva
È passata ormai una settimana dall'incidente, e mi sono praticamente trasferito all'ospedale.
Lei è nella stanza n.487, sdraiata su un lettino, priva di sensi, a causa mia.
I medici l'hanno operata, ma hanno detto che la cosa è molto grave e le probabilità che lei si risvegli sono molto basse.

Sto seduto su una sedia a piangere da probabilmente due ore, quando vedo arrivare Ned e Maggie.
"Lei come sta?" Corre da me Maggie, preoccupatissima
"Mag, io... lei è in brutto coma e le probabilità che si risvegli sono-" lei scoppia in lacrime prima che io possa finire la frase, e con lei la seguo anche io. La abbraccio, perché al momento ha bisogno di un amico, e anche io.
Vorrei avere lei qui con me, ma non è possibile.
La cosa peggiore di averla messa in questo casino, è che oltre star facendo soffrire lei e me stesso, sto facendo soffrire tutte le persone che le volevano bene.
I suoi genitori sono seduti di fronte a noi, che piangono disperati.
Due sue amiche, Vivienne e Valentina, vengono qui quasi ogni giorno.
Un ragazzo alto e muscoloso viene qui ogni giorno, credo sia il suo ex.
"Potete visitare Allison, ma solo due persone alla volta." Annuncia il dottore.
I primi ad entrare sono, giustamente, i suoi genitori. Vedere come soffrono, per quanto lo ritenessi impossibile, mi spezza ancor di più quel che ne rimane del mio cuore.
Dopo non so quanto tempo, i genitori escono, e decido di entrare io.
"Mag, vuoi venire?"
"No, vai da solo, così potrai dirle qualcosa di sdolcinato per farla svegliare. Io vado dopo con Ned" speravo me lo dicesse, per ciò le accenno un piccolo sorriso.
Quando sto per entrare nella stanza, ogni singola volta, la speranza che si sia svegliata pervade il mio corpo. Ma quando entro tutte le luci si spengono. Tutta alla speranza svanisce.
Mi avvicino al letto e mi chino su di lei.
"Ciao Allison, sono tornato. Voglio chiederti scusa. Scusami per quello che ti sto facendo passare, scusa, perché se non fosse stato per me, tu non saresti in queste condizioni.
Quindi perdonami, Allison.
Perché quello che ti ho detto quel giorno, era vero. Lo provo davvero, sai? Io me ne sono reso conto Allison. Io per te ho più di una stupida cotta. Io ti amo Allison, e se tu non ti svegli... non me lo perdonerei mai."
"Scusi, deve uscire, il suo tempo è terminato" mi avverte la dottoressa.
La guardo un ultima volta prima di andare e sospiro. Sei ancora bellissima per me, nonostante tutto.
Due giorni dopo
Maggie's pov
Oggi è un giorno speciale, è il compleanno di Allison. Vorrei andare a casa sua per costringerla a uscire, dato che non ne vorrebbe sapere di fare una festa. Lei si lamenterebbe, ma alla fine la farei divertire.
E invece è li, su quel letto, immobile e senza dare nessun segno di vita, a parte un leggero respiro.
Come ogni giorno sono andata all'ospedale con Ned e Peter, ma niente. Niente di niente.
Dopo gli ho chiesto di andare a casa mia, ed è li che stiamo andando.
"Ragazzi, so che non è il momento giusto per organizzare un incontro con gli amici, ma io non ce la faccio a stare da sola. Specialmente oggi."
"Già. Oggi la nostra Allison fa 16 anni. Non è più una bambina" quando Peter parla di lei, gli si illuminano gli occhi. Carl è diverso, non credo che lui mi ami come Peter ama Allison.
"Peter..." dico io
"Si?"
"Sei tu Spiderman, vero?" Quando pongo la domanda, nella stanza piomba un silenzio di tomba.
"Wow" lo sospettavo da un po', ma era incredibile.
"E-e lei è tipo, Spidergirl?"
"Ehm, si." Peter è scioccato. Un po lo sono anche io.
"Ora mi dirai cosa è successo?"
Alla fine della storia, nessuno dei tre trattiene le lacrime, ma quelle di Peter non sono solo di tristezza, in mezzo c'è il senso di colpa.
"Non è colpa tua, lei ha voluto farlo." Lo rassicuro io
"Ma se avessi fatto più attenzione, lei sarebbe ancora con noi"
"Peter, guardami negli occhi. Lei si sveglierà."

NOTA AUTRICE
Ciao ragazzi, volevo dire che questo capitolo è stato scritto alle 04:30 e lo posto solo ora perché ero rincoglionita e avevo dimenticato di postarlo. By the way, sono dispiaciutissima per loro, anche perché poor Peter.
Comunque sia, si vedrà

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