Capitolo 15.

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Noura.

Io e Shawn passammo insieme altri due giorni bloccati nel mio appartamento prima che i vigili del fuoco riuscissero a spalare via la neve e permettere a tutti gli abitanti del palazzo di uscire.
Ci salutammo e poi lui tornò a casa sua.
Dopo che anche il condominio di Nash e Shawn fu liberato dalla neve, Sarah tornò a casa. Non avevo la più pallida idea di dove fossero finite le altre due mie coinquiline, però sicuramente sarebbero tornate in giornata.

-Nash è veramente magnifico!

Urlò lei buttandosi sul divano che avevo da pochissimo risistemato.
Sbuffai sonoramente sedendomi sul tavolino da caffè e lei per scusarsi mi mandò un bacio al volo.

-Okay mi preparo al peggio.

Dissi ridacchiando e lei dopo aver messo su un piccolo broncio, iniziò a raccontare.

-Dopo che tu e Shawn siete andati via, io e Nash siamo andati un po' in giro per la città. Poi quando ha iniziato a nevicare forte abbiamo deciso di tornare al suo appartamento e proprio quando stavo per andare via, sono rimasta bloccata nel suo palazzo. Sono risalita da lui all'appartamento e gli ho chiesto una mano. Ci abbiamo provato una buona mezz'ora ad aprire quel maledetto portone, ma alla fine siamo risaliti.

-E poi?

Chiesi io alzando ed abbassando le sopracciglia in modo buffo.

-E poi niente... Abbiamo passato tre giorni a baciarci, mangiare e a giocare a degli stupidi giochi da tavolo.

Ridacchiai pensando che tutto sommato io e Shawn non facemmo qualcosa di molto diverso.

-Invece... Tu e Shawn?

Sorrisi a quella domanda e poi le raccontai quello che facemmo.
Quando finí di parlare, Sarah stava letteralmente saltando sul posto.

-Ci credi che fantastica coincidenza?!?!
Siamo entrambe fidanzate con due ragazzi (manzi) spettacolari e soprattutto fantastici!!

Mi limitai ad annuire sorridendo.
Non avevo avuto moltissime relazioni, perciò ero abbastanza nuova nel settore.
Sarah in confronto a me aveva avuto diverse esperienze.
Era più sciolta con i ragazzi e ci sapeva fare.
Ero contenta che avesse incontrato Nash, sembrava davvero un tipo a posto.
Continuammo a parlare di come avevamo trascorso gli ultimi tre giorni e verso l'ora di cena arrivarono anche le altre nostre due coinquiline,che a loro volta ci hanno raccontato cosa era successo loro.
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Entrai nel bar più in fretta che potessi e subito presi la busta con il mio pranzo già preparato da Shawn. Da quando io e Shawn ci frequentavamo arrivavo sempre un po' prima così da poter fare colazione insieme e per passare un po' di tempo assieme, ma quella mattina la mia sveglia non era suonata ed io ero in completo ritardo per le lezioni mattutine.

-Grazie Shawn!! Ci vediamo dopo la lezione!

Dissi frettolosamente prendendo il sacchetto ed uscendo dal bar. Corsi verso il conservatorio e con mia grande sorpresa trovai tutti a parlare fra di loro. Di solito a quell'ora già stavamo suonando. Mi avvicinai a Charlie, uno dei miei compagni, nonché amico e lo salutai.

-Hey perché ancora non iniziate?

-Non mi dire che te ne sei dimenticata!

-Che cosa?

-Oggi verrà quel Tom della casa discografica a sentirci suonare.

-Cavolo era oggi!!

Dissi io tirandomi una sberla sulla fronte.
Mi ero proprio dimenticata che oggi sarebbe venuto questo discografico a sentirci suonare. E la cosa più bella è che lui sceglierà alcuni di noi per un gruppetto più ristretto.
Tipo per degli spettacoli da camera o per un piccolo pubblico.
Non feci in tempo a cercare uno spartito decente da usare, che entrò il tipo, Tom.
Il direttore dell'orchestra iniziò a chiamarci in ordine alfabetico, e sinceramente fui abbastanza sicura di odiare i miei genitori per avermi messo il cognome Dubois, visto che ero la quarta.
Feci un grande sospiro e presi i miei spartiti, sia di batteria che di pianoforte.
Il direttore d'orchestra ci chiese di eseguire un pezzo a nostra scelta con tutti gli strumenti con cui sappiamo suonare, così da far scegliere poi a Tom chi prendere e con quale strumento.

-Dubois Noura!

Sentí chiamare mentre ero sospesa fra mille pensieri. Mi alzai ed andai sul piccolo palchetto dove iniziai subito con la batteria.
Iniziai con "dancing Men" che era una delle più difficili che avessi mai studiato, ma che era anche il mio cavallo di battaglia e non appena la finì, mi fecero cenno di continuare.
Andai al piano e lì suonai "moonlight sonata" di Beethoven. Era quasi una ninna nanna, così dolce, ma così complessa allo stesso tempo.
Quando terminai anche quest'ultimo brano sentí qualcuno applaudire.
Guardai bela direzione da cui proveniva il suono e notai che fosse Tom a batterle. Corrugai la fronte e mi alzai andando verso il centro del palco. Feci un piccolo inchino e prima di poter scendere dal palchetto, sentí una voce abbastanza chiara. Non sembrava per niente la voce di un uomo.

-Qui leggo Dubois.. Non sei Americana vero?

Scossi la testa incrociando le braccia al petto. Quasi nessuno si rese mai conto del fatto che il mio accento fosse diverso da quello di tutti gli altri.

-No, infatti vengo da Parigi.

-Bella Parigi! Ci sono stato un paio di annetti fa. Ci tornerei volentieri.

Annuì non sapendo che altro dire e poi finalmente scesi dal palco. Mi metteva ansia stare lì sopra da sola.

-Le faremo sapere!!

Sentí nuovamente e non potei fare altro che sorridere, prima di prendere la mia roba ed uscire dall'auditorium.
Per quel giorno non avremmo fatto più prove e nemmeno il seguente.
Il direttore e Tom dovevano sentire più di venti persone ed un solo giorno non sarebbe bastato.
Una volta fuori mi misi il cappotto e la sciarpa ed andai verso il bar, dove Shawn stava al bancone a leggere un libro.
Andai verso di lui e mi poggiai con le braccia sulla superficie di vetro. Posai la testa sulle braccia e lo guardai.

-Hey!

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