28. Lucifero

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Nel quartiere di Motown, a Detroit, la temperatura era calata di oltre venti gradi nel giro di pochi giorni, una situazione allarmante per i meteorologi e ancora di più per chi era a conoscenza dell'avvento dell'Apocalisse.
Alex si allacciò il cappotto nel vano tentativo di ripararsi dal freddo, le era sempre piaciuto l'inverno rispetto alla calda estate, ma quel gelo non aveva nulla a che fare con quello pungente e agrodolce a cui era abituata. Era un freddo tetro e spaventoso che non prometteva nulla di buono, e come avrebbe potuto essere diverso visto che nel palazzo a meno di un isolato da loro vi era il Diavolo in persona.
Sam si pulì il sangue dal mento, doveva ricaricare un po' l'energie per essere in grado di sopportare la possessione di Lucifero, così avevano passato gli ultimi giorni a dissanguare demoni conservando le taniche piene in frigo, praticamente il cacciatore non beveva altro.
Nel bagagliaio c'erano le ultime due bottiglie e anche quelle ora erano vuote, non si poteva più rimandare quell'incontro.
Sam si avvicinò al fratello che camminava nervosamente avanti e indietro e ad Alex che fumava appoggiata all'auto. Forse quel momento era più difficile per loro che per lui, sapeva che si erano fatti indietro lasciandogli decidere da solo cosa fare e non avrebbe chiesto nulla di diverso, eppure al loro posto non sarebbe stato in grado di fare la stessa scelta.
«Andiamo» disse serio mentre sentiva il sangue demoniaco cominciare a fare effetto.
Alex e Dean lo seguirono dentro il palazzo, ovviamente tutti avevano provato a dissuadere la ragazza dall'entrare con i due Winchester ma non era servito a nulla. Lei non sarebbe rimasta fuori ad aspettare, soprattutto ora che la Profezia le forniva la scusa perfetta per non essere lasciata indietro. Se la sua vicinanza rendeva più forte Dean, Sam non l'avrebbe mai lasciato solo in balia del Diavolo.
Almeno dodici demoni erano dentro l'edificio, ma non vi fu alcun bisogno di combatterli. Lucifero sapeva che sarebbero arrivati, lui sapeva tutto e l'unica speranza dei cacciatori era che non fosse a conoscenza del potere degli anelli.

Furono portati in cima al palazzo, e più salivano più il freddo si faceva glaciale.
Dentro una stanza illuminata dalla fioca luce del lampadario vecchio, un uomo disegnava sul vetro appannato dalla brina. Sembravano i disegni di un bambino annoiato, elementari e infantili, ma comunque spaventosi. Forconi, fiamme e corna erano i più frequenti, ma cos'altro avrebbe potuto disegnare il Diavolo mentre possedeva il corpo di un uomo comune che ormai stava marcendo dallo sforzo di contenere tanto potere.
L'odore di decomposizione emanata dal tramite di Lucifero era forte, la pelle era piena di pustole e vesciche coperte da croste, la sua magrezza era impressionante tanto da scavare il volto mettendo in risalto gli occhi, l'unica cosa che sembrava ancora viva. Ma nonostante il suo aspetto il diavolo era più forte che mai.
«Fatemi capire» disse il Diavolo con la voce del suo tramite «Bussare alla mia porta è una mossa suicida persino per i vostri standard».
La sua voce era calma e rassicurante, esattamente come Sam la ricordava dall'ultima volta che gli aveva parlato nei suoi incubi.
«Voglio dire di si» disse Sam cercando di rimanere calmo, l'adrenalina scorreva veloce mista al sangue di demone, si sentiva potente ma anche spaventato.
Lo sguardo di Lucifero, ironico e sufficiente gli fece capire che non era stato preso sul serio, così con un minimo sforzo pari a quello necessario per schiacciare un insetto uccise i quattro demoni alle sue spalle, gli stessi che avevano scortato lui, Alex e Dean fin dal loro capo.
«Vedo che hai preso un integratore» disse compiaciuto Lucifero con le braccia incrociate al petto ma lo stesso atteggiamento scettico di prima.
Sam scambiò una breve occhiata con Dean accanto a lui e avrebbe voluto girarsi anche verso Alex che stava pochi passi dietro di loro, ma vide il suo riflesso nel vetro dietro il Diavolo e il piccolo cenno d'assenso che la ragazza gli fece fu sufficiente per farlo procedere con il piano.
«Il giorno del giudizio è inevitabile, abbiamo capito, quindi vogliamo fare un patto» disse Sam deciso ad elencare i termini del possibile accordo «Io dico si e alla fine di tutto loro sopravvivono e ridai a tutti genitori e fratelli. Sono stato chiaro?» domandò retorico sperando che ciò potesse essere sufficiente a convincere il Diavolo ad entrare.
Lucifero sogghignò passando lo sguardo su tutti i presenti, le loro facce serie e convinte non potevano ingannarlo, lui era il Diavolo e tutto quello che loro stavano usando lo aveva creato lui. La menzogna, la spavalderia e persino la falsa speranza erano tutte armi sue.
«Io non mento mai, lo sai Sam» disse riportando lo sguardo sul suo vero tramite «Quindi riservami la stessa cortesia. So che avete gli anelli e so cosa volete fare. Vuoi un round solo io e te, nella tua testa? Va bene» disse risoluto calcando le ultime due parole con compiacimento.
I tre ragazzi si irrigidirono, potevano immaginare che il Diavolo sapesse tutto ma avevano sperato in quel piccolo vantaggio che si era rivelato assolutamente inutile. Il piano era completamente saltato e loro era in casa del diavolo, spiazzati, preoccupati e senza alcuna possibilità di sistemare le cose quella volta.
Sam continuò a guardare Lucifero mentre Alex e Dean cercavano silenziosamente di attirare la sua attenzione.
«Anche se lo sa non cambia niente. Non abbiamo altra scelta».
Lucifero sorrise, non aveva alcuna possibilità di vincere contro di lui, nessuno ne aveva eppure sarebbe stato divertente giocare con il ragazzino almeno un po', e quando Sam avrebbe finalmente capito quanto potevano essere forti insieme avrebbe smesso di combatterlo e tutto sarebbe stato in loro potere.
Sam fece un respiro, probabilmente l'ultimo del quale sarebbe stato conscio, e velocemente rispose alla tacita domanda del diavolo.
«Si».
Alex si lanciò in avanti, verso l'abbagliante luce che il corpo putrefatto del vecchio tramite cominciava a emanare.
«No» gridò disperata.
Aveva promesso a Sam che se fosse stato necessario avrebbe appoggiato quel piano, ma quello non era più il loro piano, era un vero e proprio suicidio.
Dean la bloccò afferrandola per la vita e spingendola indietro, non sapevano cosa quella luce avrebbe potuto farle se fosse stata colpita direttamente. Anche lui avrebbe voluto fermare Sam, impedire in un qualunque modo di dire quel si, ma era già troppo tardi e forse era un bene. Solo poche ore prima aveva avuto una lunga chiacchierata con Sam, la classica che facevano quando uno dei due era convinto di essere arrivato alla fine, ma questa volta entrambi sapevano che era il momento giusto di farla.

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